Lei
< Sento che mi sta sfuggendo qualcosa. >
Gioia alza lo sguardo dalla borsa e mi fissa con i suoi occhi smeraldo, sempre così pronti a scutrarmi dentro. < Con Victor? >
Faccio qualche passo prima di aprire bocca, mentre mi perdo ad osservare il tramonto, mi rendo conto che sono quasi passati quattro mesi da quando l'uragano –misterioso, affascinante, enigmatico- Victor ha fatto breccia nella mia vita.
Non posso definirlo certo mio amico, ma non è nemmeno il mio ragazzo e questa incessante sensazione -di qualcosa che non riesco a definire bene- non mi lascia in pace un attimo e mi toglie il sonno, e quella potente apatia dolciastra in cui riuscivo a vivere bene fino a poco tempo fa è sempre più lontana da me.
Perché qualcuno o qualcosa, forse Dio, continua a suggerirmi che c'è di più in lui... non so cosa, ma di sicuramente di più.
< Secondo te è possibile che un ragazzo come lui possa provare così tanto interesse per una tipa normale come me? Insomma lui è così attivo, affascinante... non mi spiego come sia possibile. >
Lei mi guarda come se volesse strangolarmi < Una tipa normale come te? Tu non sei affatto una tipa normale, Mia. Tu sei un mondo a parte, fatto di complessi e grandi sogni, e il fatto che non te renda conto, conferma quello che ti ho detto. >
< Complessi inutili, vero? Certo, perché il mio fisico da calciatore italiano è solo una mia stupida impressione. >
< Sei stupida, Mia. Così Bambina... i tuoi complessi sono così infantili, che a volte mi lasci senza parole. >
Continuo a non capire perché Gioia finge di non notare i miei polpacci tutt'altro che femminili e graziosi. Ma di questo (e di molto altro) non posso dare la colpa a nessuno considerando che, senza neanche rendermene conto, sono stata io a scegliere di allenarmi più di due ore al giorno.
< Senti a me, ma secondo te, è possibile che lui abbia fatto una sorta di scommessa con qualcuno? >
< Senti un po' > attacca, prendendo in giro il mio modo di pormi < ma tu lo sai che non tutti si chiamano Derek Collins. Lo sai o non lo sai? >
Mi irrigidisco, ma fingo indifferenza mentre arriccio la fronte. E' vero, adesso ricordo.
Dopo qualche mese avermi lasciata Derek aveva scommesso che, se avesse voluto, io sarei cascata ai suoi piedi come se niente fosse.
Aveva ragione, infatti. Dopo una litigata assurda è tornato da me per una settimana, mi ha detto "ti amo" e il giorno dopo non mi sopportava nuovamente.
< Comunque > sbotta Gioia, come per distogliermi dai pensieri neri che stavano iniziando a travolgere anche lei.
< Avevo paura anche con lui, molto più di ora. E mi costa molto ammetterlo perché, anche se con D. la paura mi soffocava, ero disposta a continuare. Qualsiasi fosse il prezzo da pagare. Ma io non voglio più soffocare. >
Gioia mi sorride con tenerezza < a me fa stare bene il fatto che tu abbia paura, Mia. >
Aggrotto la fronte e sporgo le labbra senza capire, mentre Gioia annuisce con quella sua luce particolare che ha negli occhi.
< Perché non capisci? Il fatto che tu abbia paura non ti fa sentire viva? La paura è un sentimento forte. E mi dispiace dirtelo, ma io voglio che tu abbia paura. Perché quando tu non avevi paura, tu non stavi bene. Voglio che tu abbia paura perché è importante che tu capisca che hai ancora tanto da perdere. Ci sono paure che vanno vissute, Mia. Perché possono farti bene e Victor è proprio una di quelle. >
Non ha esattamente risposto alla mia domanda: cosa vede in me di tanto bello?
Il fatto è che mi ha comunque zittita e per il momento mi sta bene così.
< Hai da fare stasera? > Mi chiede Vic.
< Mi prende in giro? >
< Dovrei? >
< Sai che non ho nulla da fare, a parte grociolarmi sotto le coperte. E' giovedì sera, cosa vuoi che faccia? >
< Vieni con me. >
Il cuore inizia a battermi all'impazzata < dove? >
< Non voglio dirtelo, ma sarà una serata piacevole. Te l'assicuro. >
< Non ho scuse per uscire da casa. >
< Non puoi inventartene una? >
< Devo prepararmi mentalmente almeno ventiquattro ore prima per dire una bugia. >
Lo sento trafficare con qualcosa < e allora dì la verità, tuo padre ormai mi conosce. >
< Mio padre non ti conosce per niente, Victor. Ma vuoi dirmi cos'hai in mente? >
Sbuffa < volevo farti conoscere i miei amici, sarebbe la serata perfetta. >
Inizialmente mi sento terrorizzata ma poi, considerando che resterò al sicuro sotto le coperte, scoppio a ridere. < Tu vuoi farmi fuori, Victor. >
< Non capisco di cosa c'è di tanto divertente. Ad ogni modo, credi che riuscirai a trovare il coraggio domenica sera? >
La mia risata sparisce < credo di poterlo fare. >
< Non hai capito > mi rimbecca < devi trovarlo. >
< Okay. >
< Ci conto. >
< Okay. >
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Qualcosa di più
Roman d'amourMia ha diciassette anni ed è già stanca di tutto: del posto in cui vive, delle persone che la circondano e di essere considerata la ragazza di Derek Collins, nonostante siano passati anni. Non fa altro che correre, per un infinità di motivi: per ca...