Capitolo 59: Diritti e doveri

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Lei


 L'insegnante di trigonometria continua a guardare con aria sgomenta l'esercizio alla lavagna. E anch'io.

Con il gessetto ancora in mano continuo a chiedermi se l'abbia davvero svolto io e poi mi ricordo cosa continua a ripetermi il mio insegnate preferito. "Devi credere in te stessa, Mia. Questa è la mia prima regola."

Ed è proprio quello che sto cercando di fare, perciò, con aria trionfante, torno a sedermi al mio posto.

Ieri sera, dopo essermi lasciata alle spalle il continuo bisogno di abbracciare Victor e dopo aver mandato al diavolo Derek (non ci credo che l'ho fatto davvero), sono uscita dalla palestra come una furia. E poi, come al solito, mi è bastato tornare a casa e palare con Gioia per vedere tutto in modo diverso.

Anche a lui, evidentemente, è bastato tornare nella sua dimora per cambiare idea. Abbiamo reazioni così diverse, così opposte.

Forse, dopo la mia stupida e infantile reazione, si sarà pentito di averlo fatto, forse si sarà pentito di avermi aiutata, di avermi baciata, di avermi conosciuta...

< Che stai pensando, gnomì? > La voce di Jade interrompe i miei pensieri.

A volte dimentico la mia capacità di riuscire a stare zitta per un lungo tempo, mi schiarisco la voce e con la mano tiro i capelli all'indietro con un finto gesto di non calanche.

< Ieri sera, in palestra, sono successe delle cose. > Osservo solo per un secondo lo sguardo interrogativo di Jade e poi, senza pensarci su troppo, le racconto tutto.

Le mie sensazioni mi stupiscono perché credevo che, dopo aver ammesso tutto ad alta voce, mi aspettavo di sentirmi meglio e, invece, quel macigno è ancora lì sul petto.

< Victor... ti ha baciata. >

Arrossisco < non è stato un vero bacio. >

"Forse, per la mia stupidissima reazione, non ci sarà mai un vero bacio tra noi due."

< Si. E Derek mi ha detto tutte quelle cose ed io... l'ho rifiutato. >

< Come ti senti? >

Metto il broncio guardandomi le mani aggrovigliate e sento che il mio cuore sta per rallentare i battiti.

< Sai che non lo so? > alzo gli occhi al cielo < Victor mi ha baciata. Derek mi ha parlato, mi ha stretto la mano ed io... io non so se sono in grado di affrontare tutta questa situazione. >

< Che intendi dire? A te Victor piace. Perché dici che Derek ti ha messa in confusione? >

< E me lo chiedi? Sai da quanto tempo non parlavamo? Mi chiedo cosa l'abbia spinto... >

Mi porto le mani sul viso, fino a comprimerlo, non so nemmeno io quello che dico!

< Non cambia niente. >

< Lo so. >

< E invece non sembra. >

< Non ho il diritto di sentirmi confusa? >

< Si che c'è l'hai, ma non dovresti averne motivo. >

Alla fermata dell'autobus chiamo l'unica persona capace di tranquillizzarmi anche solo sentendone il suono della voce.

Gioia risponde al quarto squillo < Mia? Stai bene? >

Mi sento un groppo in gola < sto bene e non ho perso l'autobus. Ti ho chiamata perché volevo sentirti. >

< E' successo qualcosa? >

< Ma no, cos'altro deve succedere? >

Ride < peggio di ieri, vero? >

< Per favore, non ricordami certe cose. E' da stamattina che non faccio che pensare ad altro. >

< Lo so, grazie a te ho avuto un nodo allo stomaco per tutto il giorno. Riuscivo a malapena a concentrami. >

Mia sorella sarebbe capace di percepire le mie sensazioni anche ad un mondo di distanza e questa consapevolezza è così confortevole per me, lei mi rende stabile.

< Ma non dovresti essere felice? Sei proprio una stupida, Mia. Victor Davis ti bacia, ti regala una scena che hai sempre desiderato vivere, e tu non te ne accorgi nemmeno perché sei troppo concentrata su i motivi per cui Derek ti abbia parlato proprio adesso, dopo tanti anni! >

Per un solo momento ho il dubbio se la sua sia una presa in giro o un accusa.

< Ma quanto ti odio. >

Un accusa. E mi odio anch'io.

< E non dire quello che stai pensando, Mia. > mi interrompe di nuovo.

< Ovvero? >

< Lo sai. Scendi alla linea ferroviaria, vengo a prenderti lì. >

Forse hanno ragione loro. Non ho il diritto né di essere in dubbio né di odiare me stessa, ho solo il dovere di essere felice.

Se solo mi ricordassi come si fa...                                                                                             

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