BRED(4)

50 0 0
                                    

Esco da scuola, finalmente ho finito il liceo, Paige è andata a posare la sua auto e poi andiamo al ristorante, non riesco ancora a credere di aver preso il diploma, vado a casa per cambiarmi quando sento squillare il telefono di casa più volte, lo prendo e rispondo «Casa Cooper?» chiede «Si, chi parla?» chiedo «Sto cercando un certo Christian Cooper» «È mio padre, non è in casa al momento dica tutto a me»-«Bene una certa Paige Cooper è stata portata in ospedale con codice rosso in seguito ad un incidente stradale», sbarro gli occhi, getto il telefono sulla scrivania e corro di sotto, «Dove vai?» chiede Trevor entrando a casa, «Paige ha avuto un incidente stradale», poi corro in ospedale.
Quando arrivo chiedo subito di lei, «Sono Bred Cooper la mia ragazza è stata portata qui» dico «Stanza 314» dice, corro.
Il medico mi ferma «Ha perso conoscenza, ha una commozione cerebrale diverse parti del corpo ammaccate tra cui la colonna vertebrale. La paziente ha preso una forte botta in testa, potrebbe anche essere in coma» spiega, sbarro gli occhi ed entro, è stesa sul letto, con la testa fasciata e gli occhi chiusi.
Mi siedo ai piedi del letto e la tengo per mano, resto con lei per tutto il giorno ma non si sveglia.
________________________________
Secondo giorno....

Non ho chiuso occhio per tutta la notte, Trevor entra in camera «Fa una pausa resto io» dice, «No, voglio essere qui quando si sveglia» dico, «Trevor devi scoprire chi era alla guida di quella macchina» aggiungo, abbassa lo sguardo verso il pavimento, «Aspetta sai chi è stato?» chiedo perplesso «Si e non ti piacerà» dice «Dimmelo» «Bred è stato Jack Lee. Ha confessato poco fa, l'ha fatto apposta, l'hanno chiuso dentro Per stalking» dice, sbarro gli occhi e stringo i pugni.
Paige apre gli occhi e sbatte ripetutamente le palpebre, «Bred ma che è successo?» chiede, sorrido quando la guardo negli occhi, il medico la visita Ed è tutto nella norma.
La dimette, torniamo a casa e mio padre l'abbraccia forte «Ahia Chris la spalla» dice, «Scusami».
Va di sopra: la seguo. Si mette lentamente sul letto «Ho male ovunque...» dice, «Credo sia già un miracolo che sei viva» dico, annuisce sospirando, mi stendo vicino a lei, «Ho avuto paura» dice, la stringo a me. Le racconto di Jack e scoppia a piangere, la abbraccio con delicatezza e si addormenta tra le mie braccia.

Anima di cartaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora