BRED(16)

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Quattro mesi dopo...

«Mi presti la maglietta di Gucci?» chiede Lewis, annuisco sospirando, «È solo ce l'ho nell'altra casa, vado a prenderla e torno subito»-«D'accordo ma sbrigati sono già le nove di sera, devo andare ad una festa», annuisco sospirando ed esco di casa.
Apro la porta e la trovo sul divano con le ginocchia al petto, i capelli legati, ha una tazza in mano e parla con una donna che scrive ciò che dice, «Bred» Dio la sua voce è come musica, «Salve signor Cooper, sono Allison Gilbert e sono una psicologa, lieta di conoscerla», le stringo la mano, «Vuoi parlare... vuoi stare qui?» chiede lei, vederla dopo quattro mesi ha uno strano effetto...
Scuoto la testa, e vado di sopra, tiro kora per un braccio, «Bred che paura» dice, sorrido, «Kora come sta?» chiedo «Io stare bene»-«No, non tu come stai Paige?»-«Male. Piange per tutto giorno, lei aver rotto anche alcune cose per rabbia... sono volati, bottiglie, piatti, vado, foto ha anche rotto suo telefono», sbarro gli occhi.
Vado in camera da letto, chiamo Lewis e gli dico di non trovare la maglietta, per fortuna ci crede.
Torno di sotto, e vedo che sta piangendo, ha gli occhi rossi e gonfi, mi siedo sulla poltrona, mi guarda negli occhi, e sembra come alla ricerca di risposte..
«E come ti senti quando realizzi di essere sola?» le chiede, «Ogni notte, provo ad addormentarmi ma non ci riesco, allungo il braccio sull'altro lato del letto e.. lui non c'è e io mi odio un po' di più. L'altro giorno sono andata al supermercato, e ho preso del bacon, prima di andare alla cassa l'ho rimesso al posto perché piace a lui e lui mi odia non vuole vedermi e io mi odio ancora di più.» spiega, deglutisco, «Bene. Cosa ti manca di più?» «Lui, mi manca sentire la sua voce ogni giorno... mi manca il suo profumo, la sua risata mi manca guardarlo negli occhi la mattina... dottoressa è come se io avessi smesso di vivere ormai da quattro mesi... sono vuota. La mia vita è vuota. L'unica cosa positiva è il fatto che Alyssa non c'è l'abbia con me perché era già in crisi con Trevor... già da due mesi, questo un po' mi solleva...», quella sera diedi la colpa a lei dell'incidente di Alyssa...
mi alzo e vado in cucina, stringo le mani sul bordo del bancone e chiudo gli occhi...
ha addirittura una psicologa.
Torno di là, e me ne vado senza dire niente.
«Che faccia che hai figliolo», «Papà possiamo parlare in privato?» , annuisce sospirando e andiamo nel suo studio.
«Ha una psicologa, Kora dice che Ha avuto una sorta di crisi, ha rotto un sacco di cose... piange, si odia per quello che ha fatto», sbarra gli occhi, si gratta il mento, «Bred, fa quello che ti dice il cuore»-«Papà io la amo e non smetterò mai di farlo», «Capisco, allora sai cosa devi fare. Va da lei», annuisco sospirando e lo abbraccio. Esco dallo studio e torno a casa da lei.
C'è un silenzio assordante, la psicologa se ne è andata e anche Kora.
Chiudo la porta piano, e vado lentamente al piano di sopra, sbircio in camera da letto e vedo che sta piangendo, ancora. Stringe il mio cuscino con forza, mi viene come un nodo alla gola, busso alla porta, «Kora puoi andare te l'ho detto, sto bene. Non piango da tre ore oramai» dice, entro «In realtà sono io», alza lo sguardo verso di me e si alza, «Ti serve qualcosa? Ho visto che c'è ancora della tua roba qui» dice, annuisco sospirando, mi avvicino a lei, le asciugo le lacrime con il pollice, e nel momento stesso in cui il mio dito sfiora la sua pelle, lei chiude gli occhi e sospira, «Hey, in caso non lo avessi capito: sono qui per te», sbarra gli occhi, scoppia in un pianto liberatorio e mi abbraccia forte, la stringo tra le mie braccia.
«Bred, io... mi dispiace così tanto» singhiozza, «Lo so piccola» mi guarda negli occhi, chino il capo e la bacio appassionatamente, le nostre lingue si sfiorano e finiamo sul letto, si toglie la maglietta, e continua a baciarmi, è su di me.
Sollevo i fianchi e lascio cadere i pantaloni, le metto una mano sulla schiena e la avvicino a me, ha una mano sulla mia nuca e mi bacia, mentre lo fa sospira, poggio la fronte sul suo seno e mi spingo contro di lei, si regge nelle mie spalle larghe mentre muove i fianchi su di me, poggia la fronte alla mia e sorride, mi spingo contro di lei un'altra volta, e mentre lo faccio la guarda negli occhi, sta godendo di piacere, inizia a muoversi più velocemente, e io inizio a sentirla più  velocemente, poggio le spalle sulla testiera del letto.
Mi poggia i palmi delle mani sui pettorali e getta la testa all'indietro gemendo, guardo il suo seno e glielo accarezzo, respiriamo velocemente, ho bisogno di lei e lei ha bisogno di me.
Mi bacia appassionatamente, le nostre lingue si sfiorano e lei morde il mio labbro inferiore facendomi gemere, veniamo entrambi.
Sospira e si abbandona su di me, le accarezzo la schiena scoperta, e le poggio un bacio sulla testa.
Scende dal mio corpo e si stende di fianco a me, poggia la testa sul mio petto, «Ti amo» dico, «Anch'io, e credimi se ti dico che se potessi tornare indietro non lo rifarei. Sono stata malissimo senza di te.», annuisco sospirando e la bacio. Ha le labbra gonfie, è così bella.
Mi abbraccia e si addormenta.
Ogni tanto durante la notte allunga il braccio, sorrido e la attiro a me, la stringo forte e lei sospira: mi addormento anch'io.

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