BRED(5)

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Forse sono stato troppo duro con lei, vado in camera sua e la trovo vuota, mi acciglio, vado nella sua cabina armadio e la trovo vuota, mi lascio scivolare lungo la parete e mi prendo la testa tra le mani, merda se n'è andata per colpa mia.
Vado di sotto, «Dov'è Paige?» chiedo
«A New York» risponde «Cazzo papà! Non ne fai una giusta!» urlo, corro di sopra metto i miei vestiti in uno zaino e me ne vado.
Arrivo a New York e la cerco, vedo il nightclub, deglutisco ed entro «Siamo ancora chiusi» dice un uomo sulla trentina, «Oh non sono qui per lo spettacolo, sto cercando una ragazza: bassina, con lunghi capelli neri e occhi color ghiaccio, si chiama Paige» dico, «Così quella puttana è di nuovo in città.... da quando se n'è andata il mio locale è andato a puttane» dice, mi ribolle il sangue nelle vene a sentirlo parlare così di lei.
«Evidentemente non è qui» dico con ghigno, esco e vado in un albergo, la vedo seduta alla reception, «Paige» «Bred? Ma che ci fai qui?» chiede alzandosi «Sono qui per te, Paige mi dispiace sono stato troppo duro con te.»
«Troppo tardi», le corro dietro per non so quanti isolati, si ferma di colpo davanti ad una casa, sembra una capanna a due piani. Entra: la seguo, poggia il palmo della mano sulla parete e chiude gli occhi, «Questa era casa tua» chiedo, annuisce sospirando, «O mio Dio» dice, va di sopra e ci trova un uomo che tinteggia le pareti, «Hey chi siete voi e che ci fate in casa mia?» «Abitavo qui», racconta tutto all'uomo e alla moglie, «Oh tesoro sei la benvenuta qui, non c'erano molte cose le abbiamo messe in tre scatoloni se vuoi portarle fa pure» dice la signora, annuisce sospirando, prendo due scatoloni, prende l'altro e torniamo in albergo, vado in camera con lei, faccio una doccia e quando torno la trovo con una maglietta rossa poggiata sotto al naso, ha le lacrime agli occhi «C'è ancora il suo profumo» dice, sorrido.
Rimette tutto a posto e si asciuga gli occhi, «Non ti ho perdonato» dice, porca puttana. Verso le dieci di sera esce, vado con lei, entra nel nightclub, «Hey che vuoi fare?» chiedo «Non ti appartengo più» dice guardandomi negli occhi, sparisce tra la folla, cerco di avvicinarmi alla piattaforma ma questi uomini sembrano dei luridi avvoltoi...
«Signori solo per stasera il grande ritorno della Hopper solo per voi» urla il proprietario, sbarro gli occhi.
Si muove in modo sensuale, si toglie i pantaloncini e li lancia nella mia direzione, poi si volta e per poco non muoio lì, ha un perizoma ultra sottile, di pizzo nero, si abbassa e il suo sedere sembra sporgere maggiormente, porca troia Paige! Lascia cadere il reggiseno sul pavimento e si volta, c'è chi si toglie la giacca, chi sospira chi geme.
Tolgo la felpa e salgo sul palco, glielo metto addosso, la prendo in braccio e usciamo dal locale.
«Voglio tornare a casa» dice, andiamo in albergo, prendiamo valigie e scatoloni e saliamo sul jet.
Questa era la vita che faceva prima? Una ragazza così bella, intelligente, come lei non poteva far sbavare degli uomini di quarant'anni... «Stavo quasi per finire dice» dice, scuoto la testa e mi siedo sul letto, abbassa la Zip della felpa e la lascia cadere lentamente lungo le spalle, chiudo gli occhi per un istante, muove i fianchi e si sfila le mutandine mentre si morde le labbra, si avvicina a me, si china sbattendomi i suoi seni perfetti in faccia e mi dice «Vado a fare una doccia», la guardo e sorride in modo malizioso, se ne va.
Mi spoglio ed entro nella doccia, «È un peccato che su questo jet ci sia solo una doccia» dico, alza gli occhi al cielo e si mette di spalle, vedo che inarca la schiena quando la sfioro da dietro, «Scusa non so controllarlo» dico, si volta verso di me, «Non mi fai nessun effetto» dice, deglutisce e si morde le labbra, mi metto a ridere, mi avvicino a lei e la bacio appassionatamente, è ciò che vuole anche lei ne sono certo, la prendo in braccio e la sbatto sulle piastrelle della doccia, mi spingo contro di lei, poggia la testa sulle piastrelle e si morde le labbra, la bacio sul collo, torno a baciarla, le nostre lingue si sfiorano.
Inarca la schiena, le accarezzo un seno con la mano, sento i muscoli delle sue gambe che si contraggono, poggia la fronte sulla mia spalla, «Non smettere ti prego» ansima, sorrido ha ancora la fronte sulla mia spalla e una mano dietro la mia nuca che stringe quando mi spingo contro di lei, continuo a baciarla, stringe le gambe intorno ai miei fianchi con forza e inizia a fare su e giù con la schiena, è oltre il limite: lo so.
Respira velocemente, e continua a ripetere il mio nome, poi geme.
Scoppiamo come palloncini pieni d'acqua. La rimetto giù e sospira, «Dio» sussurra, sorrido.
Ci risciacquiamo e poi torniamo in camera da letto, si veste e ci sediamo su di un divanetto, poggia la guancia sulla sua spalla e sospira.
Aspettiamo di arrivare a casa.

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