Capitolo 3. Sveglio o addormentato
"Theo, Theo?" Theo batté le palpebre al traffico che passava, con gli occhi che prudevano per chiudersi. "Theo?" Saltò quando una mano si posò sulla sua spalla, la testa che si allontanava dal finestrino, verso la signora Geyer che riportò rapidamente la mano sul volante. "Sono solo io." Disse dolcemente. "Stai bene?" Theo aggrottò le sopracciglia verso la donna. Torcendo il sacchetto di carta che penzolava tra le sue mani. "Vuoi fermarti a mangiare qualcosa?"
"No." borbottò Theo.
"Sei sicuro? Non hai mangiato niente per tutto il giorno." La signora Geyer notò dolcemente . "Possiamo prendere tutto ciò che vuoi. C'è un bel ristorante tailandese-"
"Non ho fame ... Ma grazie."
"Va bene. Casa sia." Disse la signora Geyer con un piccolo sorriso. Theo annuì di nuovo in segno di ringraziamento prima di voltarsi di nuovo per guardare fuori dal finestrino. Respirando con la bocca per cercare di non fiutare le ondate di preoccupazione che provenivano dalla mamma di Liam che gli facevano attorcigliare lo stomaco.
Non che la biasimasse. Ospitare un appena diciottenne a casa tua perché è inspiegabilmente senzatetto, con i genitori scomparsi, che si sveglia la notte urlando qualcosa su omicidi, su qualcuno che cerca di rubargli il cuore, o su dottori che tagliano le persone per cambiarle, beh, deve essere un un po' deprimente.
Di solito, quando Theo aveva un incubo, lei restava lì solo per un secondo, sentiva un urlo soffocato per poi incrociare al mattino un Theo stanco raggomitolato sul divano che fissava in modo assente la TV del mattino. E a quel punto lei andava a prendergli dei calzini.
Questa volta però, questa volta... Liam non era lì per svegliare Theo prima che l'incubo diventasse troppo brutto, o ad ascoltare Theo mentre il suo battito cardiaco si calmava. Così era arrivata in camera appena in tempo per svegliare Theo e guardarlo avere un breve esaurimento mentale per cui sentiva ancora il bisogno di vomitare a pensarci. Era abbastanza sicuro che aveva pianto. Aveva pianto sicuramente, e Theo era stato sorpreso da un abbraccio imbarazzato e poi nessuno dei due aveva più' dormito. La signora Geyer aveva lanciato a Theo uno sguardo col cuore spezzato e prima che fosse tardi, o, piuttosto, abbastanza presto, perché i negozi aprissero, aveva mandato Theo in macchina per andare a comprargli dei calzini.
Quello era stato ore fa. Theo colse il suo riflesso nello specchietto retrovisore e fece una smorfia. Aveva occhiaie pesanti sotto occhi, la sua pelle era sorprendentemente pallida. Non c'era da stupirsi che avesse ricevuto così tanti strani sguardi nei negozi, sembrava un drogato.
"Farai sonnellino quando entriamo?" Chiese la signora Geyer. "Potrei svegliarti per cena. O ti lascerò qualcosa nel microonde, così puoi mangiare quando ti svegli?"
"Certo." canticchiò Theo, non del tutto sicuro su che cosa avesse appena concordato.
*
Theo sarebbe dovuto essere fuori per non accorgersi delle voci eccitate provenienti dalla sua stanza. Vi entrò dentro rumorosamente, ponendo fine efficacemente alla conversazione mentre tre teste si voltavano di scatto verso di lui. Theo sbatté le palpebre, stringendo forte la sua piccola busta della spesa. Diede un piccolo cenno di saluto mentre attraversava la stanza verso i cassetti.
"Quei calzini?" Chiese Liam incuriosito mentre Theo rovesciava tutto il contenuto della busta nel cassetto.
"Si. Pensavo di aver bisogno di altre paia." Theo sbuffò, accartocciando il sacchetto di carta e voltandosi verso il terzetto, ancora seduto a guardarlo nervosamente.
"Stai bene?" Chiese Liam.
"Bene." Disse rigidamente Theo. Liam gli batté le palpebre, aspettando che lui dicesse di più. Gli occhi di Theo si spostarono sulla TV, una partita era in pausa dietro al trio.
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Tutti pazzi per la Thiam 💕
Lupi mannariRACCOLTA DI STORIE BREVI SULLA THIAM! (Conclusa, revisionata e corretta) Le storie e le os non sono opera mia, ma sono traduzioni in italiano fatte da me delle centinaia di fanfiction thiam che ci sono sul web. Ovviamente di ogni storia citerò autor...