15. Halloween!

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Giovedì 31 ottobre.
Non c'era nulla di più pericoloso al mondo della notte di Halloween, quando ad Hogwarts regnava il dominio di gente bastarda come James Fleamont Potter.
Gli studenti tremavano da una settimana mentre i Malandrini si sfregavano le mani con un ghigno tanto pronti a fare scherzi di pessimo gusto, che ogni anno diventavano sempre più esagerati, tra l'altro.
Al sesto, Potter aveva praticamente fatto diventare la scuola un Jumanji vivente dopo aver letto l'omonimo libro babbano di Allsburg, con il risultato che Hogwarts era stata trasformata in una palude viva piena di leoni, zanzare giganti e cacciatori esauriti che rincorrevano gli studenti sparando caccabombe con un epocale grido di battaglia.
A Gazza era venuto un esaurimento nervoso e quell'ultimo anno se ne andava in giro con un tic nervoso all'occhio, più paranoico che mai.
Scherzi a parte, ad Hogwarts come da tradizione, c'erano anche i dolcetti...
E no, non si parlava certo delle leccornie che, assieme a candele e zucche giganti, addobbavano la Sala Grande, ma delle ragazze.
Come ogni anno, quella notte magica era anche la notte in cui le fanciulle diventavano più disinibite che mai, trasformandosi in mostri che di mostruoso avevano ben poco se non lo spacco della minigonna.
"Da cosa ti travesti, Liu?" chiese Judy Shepherd, una Tassorosso del quinto anno piena di treccine.
La Chang sorrise appena, per gesto automatico più che altro, con in bocca un pennello impiastricciato. Silente le aveva chiesto di finire di decorare alcuni vasi, visto quanto era brava a disegnare, e a vederla dipingere bisognava ammettere che brillava di tutt'altra luce...che svaniva non appena apriva la bocca.
"Non lo so." Rispose, accavallando le gambe. "Mi verrà in mente qualcosa."
Era circondata dal suo solito codazzo di oche, con la faccia imbronciata e spaccature vertiginose che quasi facevano a gara con quelle di Bellatrix Black.
"E se c'è Potter?" berciò Elidora, guadagnandosi un'occhiataccia.
"Te l'ho già ripetuto." Berciò velenosamente l'orientale. "La Evans gli ha rifilato un filtro d'amore!"
Si levò un coro di "oooh".
"Quindi è vero?" berciò Paige Carriton, Corvonero vanesia come poche, con le unghie sempre pitturate di un colore diverso. "Ma so che sono sette anni che Potter ci ha messo la firma sopra, non so se mi spiego..."
"E allora saranno sette anni che prepara filtri." Frecciò l'orientale, stizzita. "Lo sappiamo tutti quant'è brava in pozioni, no?"
"Però sono anche sette anni che gli rifila solo picche...è un po' strano." Continuò quella che, nonostante il corteo di amiche non proprio geniali, era pur sempre una Corvonero.
"Quanto sei stupida, Paige." Rimbeccò Liu, acidamente. "Non lo capisci? Quelle sono Grifondoro. Valle a capire...mettono l'orgoglio sopra qualsiasi cosa. Probabilmente vuole solo essere corteggiata per rimpolpare il suo già tracotante ego!"
Ed era proprio quella la storiella che andava a mettere in giro da qualche settimana, ferita nella dignità e col dente parecchio avvelenato.
Potter l'aveva sconfitta...e da quel giorno, non la degnava più di uno sguardo.
Questo le aveva anche fatto perdere qualche fornitore di erbette magiche e parecchi informatori che avevano il terrore di finire sulla lista nera del capo dei Malandrini, soprattutto vicino Halloween.
Ma se ne fregava...stava lì a dipingere scheletri sui vasi quando voleva solo cercare il colore giusto per ricreare gli occhi d'oro di James.
Non era mai riuscita a dipingerlo, quello sguardo. Era come se...come se non potesse essere messo su tela.
Qualsiasi tentativo era solo una pallida imitazione di ciò che aveva incastonato tra le ciglia quel mago.
"Io mi sono sempre questa cosa ci trovi Potter in quella." Continuò Elidora, sgranocchiando una mela candita. "Una secchiona."
"Sì, ma è uno schianto." Si lasciò sfuggire la Tassorosso.
"Di schianti ce ne sono a valangate, qua dentro. Ti basti vedere le Black."
"Potter non andrebbe mai con le Black." Rise quella. "Credo che preferirebbe farselo evirare."
"Era per dire! Potrebbe starci con Liu, ad esempio. Eppure non lo fa."
"Non ancora..." frecciò malignamente la Chang, con un ghigno. "Lasciamelo lavorare un po'."
Già, lavorarselo...bella trovata, non fosse che quel maledetto sembrava immune ad ogni sua arma di seduzione o, come le chiamava lei, di distruzione. Cosa diavolo ci trovava in Evans?!
Era così corretta, mai una regola infranta, sempre così inquadrata...la persona più ordinaria del mondo. Era bella, certo, ma algida come un fiocco di neve!
"Beh, io inizio a crederci alla storia del filtro d'amore!" La Blake si avvicinò di più, piazzandosi una mano al lato della guancia. "Pensate che l'hanno beccata uscire dal suo dormitorio fradicia di alcool. Champagne, credo. Letteralmente inondata...sarà mica un'alcolista?"
"Salve ragazze! Bella giornata, eh?"
La voce pacata e divertita di Lily Evans fece fare loro un salto di tre metri.
La Prefetto era comparsa loro alle spalle, con un'aria decisamente rilassata, qualcosa di languido e pacifico in fondo allo sguardo.
Liu Chang la guardò come se desiderasse vederla morta stecchita all'istante.
"Perfetta. Prima che arrivassi tu." Disse, gelida. "Nuovo profumo, Evans? Eau de Champagne? Non sprecarne una vasca intera, però, bastano poche gocce, sai?"
Le sue compagne ridacchiarono in coro ma la rossa Grifondoro non perse il suo sorriso.
"Che coincidenza. Sto proprio andando a immergermi in una vasca di Champagne. Proprio con James."
Gli occhi della Chang si fecero di ghiaccio, assottigliandosi ancora di più.
"Che blateri? E come mai lo chiami per nome?"
"Forse non te ne sei accorta o forse i pettegoli dei quali ti circondi sono poco informati." mormorò lei, guardando Elidora. "Ma la sera della festa a Grifondoro... ero con Potter. Dì loro di riferire meglio le notizie, la prossima volta."
"Io...Io..."
"E sì, abbiamo passato la notte a riempirci di Champagne." Concluse la Evans, perfidamente. "Sarà stato il filtro d'amore..."
La ragazza si allontanò ridendo, mentre quelle la squadravano allibite.
E la sua euforia aumentò ancora di più quando sentì la voce di James dire: "Hey, salve ragazze! Scusate non ho tempo, devo andare a riempirmi di Champagne con Evans!" e se lo vide comparire al fianco.
Si guardarono in faccia per un secondo, poi scoppiarono a ridere.
"Strepitosa è dire poco, mia perfida Evans." Ghignò Potter, scoccandole un'occhiata. "Da quando tiri fuori le unghie in questo modo, hn?"
"Anni di pratica." Lo adocchiò lei, incrociando le braccia al petto. "Anche se questa è la prima volta che metto in giro io stessa voci infondate, devo ammetterlo!"
"Eh già...sette anni e finalmente ti vanti di me."
"A proposito di vantarsi...non ho ancora visto uno scherzetto." Lily tirò fuori la Prefetto che era in lei. "Paura della punizione, per caso?"
Proprio così...la McGranitt si era infuriata così tanto, la notte in cui James aveva svegliato tutta Hogwarts, che non aveva ancora trovato una punizione adeguata per tutta Grifondoro.
Si era rabbonita solo quando Lily e Remus, con sguardi da cuccioli abbandonati, erano andati a farle le fusa...e così, si trovava nella sgradevole situazione di dover decidere se fucilare tutta Grifondoro per colpa di Potter o lasciar correre per non mettere nei guai anche i suoi due preziosi Prefetti.
Potter per tutta risposta le diede un ghigno che non le piacque per nulla.
"Oddio santo, tu hai in mente qualcosa!"
"Ma che dici?" tubò lui, stronzissimo.
"Dico che è Halloween e ancora non è saltata per aria la scuola...e la cosa mi fa alquanto paura!"
"Magari sono maturato, che ne sai."
"Potter..." la Evans gli afferrò il bavero della camicia. "Non ho per niente voglia di passare Halloween a correre dietro alle tue idiozie come ogni anno, ti giuro che se metti anche solo una Puzzopalla in giro te la ritrovi infilata su per il naso!"
"Puzzopalle? Nahhh." Black sfoderò il secondo ghigno pericoloso della giornata, quando si sedettero con i compagni nella Sala Grande, circondati dalle candele e dagli spiritelli. "Ci siamo dati una calmata. Davvero."
E giù a sghignazzare.
"Ragazzi, l'ultima volta ho avuto muschio nei capelli per una settimana." Ringhiò Geky Bell. "Mi accodo alla Evans, se fate qualcosa anche quest'anno vi sviscero!"
"Per non parlare di quando mi sono svegliato con Van Pelt qualcosa che cercava di farmi lo scalpo..." ci si mise anche Frank, con voce da assassino.
"A te è andata anche bene." Borbottò Weasley. "Io mi sono ritrovato un leone mentre ero al cesso."
"Per non parlare di quei cazzo di tamburi." Berciò Molly, alzando gli occhi al cielo. "Ve li ricordate, i tamburi di Jumanji o come si chiamava? Ci hanno rotto le palle per una settimana intera."
Uno spirito veleggiò sopra di loro, con un sorriso compunto e il naso talmente all'insù che sembrava appeso con le mollette.
"RicoVdo anche io." Borbottò con la sua insopportabile R moscia, facendosi aria con un fazzolettino firmato, cosa che tra l'altro non gli serviva a niente se non a far vedere quanto era costoso. "E' stato disdicevole oltVe ogni diVe."
"Buongiorno, Pix." Sorrise Lily, cortese. "Passerete una bella serata anche voi fantasmi, questa notte?"
"Se per bella seVata intendi passaVla con un bVanco di caveVnicoli a tvacannaVe alcool che non ci fa effetto e a faVe scheVzi, posso diVti che ne faVò volentieVi a meno." Rispose quello, scoccando un'occhiata disgustata agli spiriti che non vedevano l'ora di festeggiare il giorno dei morti. "Come al solito, me ne staVò nella mia suite a leggeVe e a soVseggiaVe vino."
"Ma non hai mica detto che non vi fa effetto?" chiese Minus, sorridendo tra sé, beccandosi una bella occhiataccia.
"Sciocco umano, non vedo come potVei spiegaVe la diffeVenza a uno che fa paVte di quel gVuppetto di manigoldi!" tuonò, indignato. "E con questo me ne vado, pVima che mi Vechiate ulteVioVe distuVbo."
"Ah, quel Pix." Sorrise James. "Dovrebbe rilassarsi un po'."
"Godersi un po' la non vita..." sibilò Black al suo fianco, sorridendo a sua volta.
Remus in tutta risposta sospirò, appoggiando la tazza di caffè sul tavolo.
"Tu non ne sai nulla?" berciò Alice, voltandosi verso di lui. "Niente di niente, Remy?"
"Sì, Remy, dicci qualcosa dai!"
"Remy non dirà mai nulla, ragazzi. E' il nostro Malandrino prima di essere un Vostro Prefetto... Vero Remy?"
"Remy, mi passi la salsa?" lo perculò pure Minus per ultimo, come una iena.
"Ah-ah, molto divertenti." Borbottò lui, affondando il viso nel giornale e fingendo di non sentire il nomignolo che gli aveva appioppato una streghetta cotta persa per lui, quando gli aveva praticamente urlato in faccia una dichiarazione d'amore davanti a tutti.
Era stato tremendo a dire poco...quella poveretta era scappata via in lacrime quando lui, senza dire una parola e rosso come un pomodoro, aveva semplicemente girato i tacchi ed era fuggito come se avesse avuto il diavolo alle calcagna.
Oh, che cazzo, che ci poteva fare lui?! Di donne non ci capiva un accidente...e poi non poteva.
Semplicemente, non poteva! Aveva fatto una promessa e l'avrebbe mantenuta.
Ma si stava anche rivelando più difficile del previsto...da quando le streghe andavano in giro così scollate ad Hogwarts, eh?!
E meno male che era quasi impossibile farlo ubriacare...quelle demoni stavano lisciando gli artigli in vista dell'ultimo anno e dire che Lupin era braccato era dir poco.
"Era pure carina." Insinuò Black.
"Sì, beh, troverà qualcuno di adatto a lei."
"Hey, dolcezza, informazione lampo ma non sconvolgerti ok? Non sei fatto di cristallo." Frecciò Giuly Spinnet, facendo ridere tutti.
"Credo che Remus abbia diritto ad un po' di privacy." Intervenne Lily, guastafeste e corretta come sempre.
"Privacy? Non esiste la privacy qui dentro." Rimbeccò James. "Tu che ne dici, Mc?"
La Corvoncina si sedette accanto a loro, come praticamente faceva quasi sempre, ormai. La cosa non era vista di buon occhio dai membri della sua Casata ma se ne fregava: quelli erano tutti così snob...sembravano intelligenti solo loro, a sentire i discorsi.
"Oh, non so rispondere." Mormorò, sorridendo biricchina. "Remy, mi aiuti tu?"
Quello decise che ne aveva abbastanza e si diresse paonazzo alla serra di Erbologia.
"Non cambierà proprio mai..." James scosse la testa e squadrò Black.
A proposito di gente che non cambiava...il Malandrino come suo solito l'aveva fatto balzare per aria con una bella scarica ormonale partita a raffica e ora stava in silenzio a fissare la McRanney come un cane diffidente ma al contempo adorante.
Lei invece gli sorrideva sempre intimidita dalla sua regale persona, cercando spesso ed inconsciamente un contatto fisico, che faceva rabbrividire il loro compagno nemmeno fosse un dodicenne.
Che depravato...e dire che lei lo faceva davvero in modo innocente, anche se si vedeva lontano un chilometro che era cotta a puntino.
Passarono tutta la colazione sui carboni ardenti, e quando Cristhine si allontanò con gli altri per dirigersi a lezione, lasciò un disperato Black a battere da solo la testa contro il tavolo.
"Sono nei guai..."
"Ma non mi dire." Lo adocchiò Potter. "Hai intenzione di partire all'attacco o vuoi continuare a darci scariche emotive da pervertito? Bastano già le mie, sai? E ti ricordo che Remus è in astinenza forzata, non è che lo aiuti così."
"Oh, che ci posso fare?!" sbottò Sirius. "Non ci riesco...è diversa da tutte le altre. Se faccio un passo falso potrei terrorizzarla a morte e farla scappare."
"Eh già. Un tempo bastava solo sbottonarsi la camicia, eh?" ridacchiò Minus.
"Già. Invece lei è sensibile. Intelligente...e maledettamente facile da rompere." Continuò quello, sull'orlo della crisi emotiva. "E ogni volta che la sfioro anche solo per sbaglio, mi sento un maniaco. L'orco cattivo di Hogwarts..."
"Ecco, travestiti così stasera." James si alzò, alzando gli occhi al cielo. "Sai cosa credo io? Che questa ragazza ti piaccia per davvero. E la cosa terrorizza te. E a morte, anche!"
"Ma che dici?" sbottò lui, punto sul vivo.
"Ora lasciami fare un discorsetto alla Lupin, ma non ti incazzare, ok? Cristhine è una persona speciale, ormai l'abbiamo capito. Certo, ha le sue turbe psichiche ma chi non ne ha? Non è questo che ti frena. Ti frena il fatto che ti piace parlare con lei, stare in sua compagnia e che sia una di quelle rare persone che una volta che te le sei portate a letto ti viene voglia di rivedere il mattino dopo. Quindi ti ci devi mettere in gioco per davvero e sai cosa? Fai tanto la morale a Remus ma sei esattamente tale e quale a lui."
"Oh, questa era cattiva!" scattò Black teatralmente, mentre Peter rideva. James sorrise esasperato.
"Non hai mai frequentato persone che potessero piacerti davvero perché hai paura. Paura di rimanerci fregato e non solo. Hai avuto paura di farti degli amici perché temevi che la tua famiglia potesse usarli contro di te e ora fai lo stesso con le donne."
Sirius Black tornò serio...e fissò lontano. Oltre i tavoli, oltre le mura.
"Mi è piaciuta una sola ragazza, in passato. Piaciuta in quel modo." Sospirò, con voce piatta. "E non è finita bene per lei."
Improvvisamente, Minus gli tirò un abbraccio da un lato e Potter gli si appiccicò all'altro lato.
"Piantatela. No, veramente...staccatevi...oh cazzo..."
Arrossì, mentre quelle due cozze gli riservavano l'ennesima imbarazzante dimostrazione di affetto che la sua dignità di Black e maschio etero si rifiutava di apprezzare.
"Su, su Black." Tubò Minus come miele puro, mentre quello diventava un porcospino. "Il passato è passato. Ora ci siamo noi."
"E non puoi permettere che la tua famiglia e il tuo vissuto condizionino ogni tua decisione nella vita..." sorrise James accarezzandogli i capelli, mentre da Serpeverde iniziavano le prime prese per il culo. "Non puoi proteggere tutti da solo. E' a questo che serve il nostro branco."
"Ma non potevate dirmelo senza appiccicarvi?!" scattò su quello, riuscendo a liberarsi con un movimento degno di un contorsionista.
"No, perché ti vogliamo bene e dobbiamo fartelo sapere!" cinguettò Codaliscia, a voce imbarazzantemente alta.
"Sei il nostro dolce e morbido Paddy!" miagolò James.
"OH, ANDATE AL DIAVOLO." Sbottò lui, al limite, e se ne scappò a gambe levate da quei due dementi.
"E' facile imbarazzare un Black." Sogghignò Minus, scoccando un'occhiata a James. "Ma almeno così gli abbiamo tolto di testa certi brutti pensieri."
"Già..." sorrise mestamente quello. Erano rimasti gli ultimi in Sala Grande. "Ma prima o poi tornano sempre tutti."
"Ma noi abbiamo un potere che gli altri amici non hanno." Lo consolò dolcemente Peter. "Possiamo sentirli."
Era vero. Loro potevano sentirli...e combatterli assieme. Nessuno di loro sarebbe mai stato solo al cento per cento.
A volte si chiedeva se questo legame non fosse andato oltre...oltre i normali limiti degli esseri umani.
Essere così strettamente interconnessi...non più un normale gruppo di amici ma un vero e proprio branco, impossibile da sciogliere.
"Dici che peggiorerà?" si lasciò sfuggire.
"Può darsi." Sospirò Minus, stavolta un po' spaventato. "Eravamo ragazzini e abbiamo fatto un pasticcio, che ci possiamo fare? Magari arriverà un giorno in cui non avremo più un pensiero proprio ma ci muoveremo come automi con un unico cervello...oppure, di punto in bianco, questo legame si spezzerà da solo."
Si avviarono ad Erbologia, saltando striscioni e decorazioni varie per la Grande Festa di Halloween di quella sera.
L'annullamento della loro individualità o la solitudine improvvisa... Sembrava assurdo ma non sapeva dire quale fosse il destino peggiore.



M.A.R.A.U.D.E.R.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora