39. Who killed Santa Claus? Part I

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Voglio catturare Babbo Natale!"
Lily batté le palpebre. Una, due volte.
No, non poteva essere davvero così scemo.
"J-James, Babbo Natale non esiste..." disse solo, con voce anche insolitamente tranquilla per una che stava dicendo una cosa COSI' ovvia ad un ragazzo che aveva diciassette anni.
Gli occhi del maghetto brillarono, mentre quelli di Black si fissarono sul soffitto con un sonoro sbuffo esasperato.
"Questo lo dici tu!"




Cinque anni fa. Secondo anno.


Lo scribacchiare frenetico della penna piuma stava diventando quasi irritante. O forse era la sola presenza di quel bambino a far sembrare pestifera qualsiasi cosa.
Mancavano pochi giorni a Natale e la scuola si era riempita di genitori venuti a ritirare i loro preziosi pargoletti. In teoria, quando un adulto si sbatte in prima persona per prelevarsi il figlio da qualsivoglia istituto, dovrebbe fare solo tre cose semplici.
Entrare. Prendere la propria eredità genetica. Uscire.
Ma come in tutte le scuole del mondo, quello era diventato il momento perfetto per raggrupparsi a capannelli a parlare di come stesse procedendo l'organizzazione scolastica...o per meglio dire, a spettegolare come galline starnazzanti.
Quel giorno, a riunirsi furono alcune mamme imbellettate come meringhe, che decisero di comune accordo che c'era un elemento fondamentale sul quale sentivano l'urgente necessità di chiocciare...ovvero, un bambino di dodici anni che scarabocchiava in silenzio una vecchia pergamena su un comodino di fianco all'ufficio del Preside, proprio accanto a loro.
Aveva capelli impropobilmente spettinati, il viso graffiato e...due enormi occhi d'oro.
"Guarda, c'è il figlio dei Potter."
"Ma sicuro che sia lui?"
"Non glieli hai visti, gli occhi?"
"Santo cielo, ma che ha fatto ai pantaloni?"
"Dicono abbia dato fuoco a qualcosa..." Una delle donne sollevò il naso acquilino schioccando le labbra con sguardo critico. "Sta dando un sacco di problemi ai Potter, sapete? Che disgrazia per una famiglia così famosa! Dicono che sia un vero e proprio criminale!"
"Ma no, magari è solo un po' pestifero..." si rabbonì una, guardando il visetto così carino del maghetto, tutto serio su ciò che stava scrivendo.
"I bambini di dodici anni 'solo pestiferi' non danno fuoco alle cose." rimbeccò l'altra, acidamente. "Sapete che ha messo una bomba-puzzola nell'ufficio del Primo Ministro? Intere riunioni saltate per giorni!"
"Beh, la mela non cade lontano dall'albero. Non mi pare che la sua famiglia sia proprio l'esempio della calma...perlomeno, sua madre..."
"Ma che dici? I Potter sono degli eroi! I guerrieri devono essere un po' sanguigni..."
"Non c'è proprio paragone! C'è differenza tra salvare vite e dare fuoco alle cose per scherzo!"
"Fossi in loro, delle belle sculacciate non gliele toglierebbe ness..."
La mamma non finì la frase...perchè qualcosa esplose proprio al centro del gruppetto.
Ricoprendole di una strana polverina bianca dalla testa ai piedi.
Sconvolte, tutte fecero un balzo indietro con uno strillo...e grossi sacchi di piume si squarciarono sulle loro teste.
"Smettetela di belare, vecchie befane!" urlò a gran polmoni James Potter, balzando in piedi sulla sedia con una gran risata mentre quelle iniziarono a urlare come banshee, sgranando gli occhi mentre le piume si appiccicarono ai loro vestiti facendole sembrare tutte dei polli formato gigante.
La sorpresa e lo sgomento furoni tali che rimasero paralizzate con gli occhi a palla per un minuto buono e quando si girarono in massa verso quel demonio pronte a metterlo alla forca, quello era già scomparso.
"Dove...dove diavolo è andato?!" strillò una donna, sull'orlo di una crisi di nervi.
"Questo è troppo! Ora vado da Silente!" ululò un'altra, prima di sentire qualcosa che le tirava il lembo di una gonna. "Cos...?"
Quando si girarono tutte insieme, le bocche rimasero spalancate.
Perché dietro a loro stava il bambino più carino di sempre.
Capelli biondi, occhi celesti, vestito come un principino ed con il viso candido come quello di un angioletto, le fissava così timidamente che era da mangiarselo.
Il pupetto allungò un fazzolettino verso di loro e quelle parvero sciogliersi come burro.
"Oddio, che tesoro!" trillò una, dimenticando di sembrare una gallina.
"Ti sei perso, piccolino?"
"Guardatelo, ci vuole prestare il suo fazzoletto!"
"Ma dov'è la tua mamma, eh?"
Quello si guardò i piedini dondolando su sé stesso prima di mormorare "Buongiorno signorine, avrei un po' di fame..."
Ed in men che non si dica, fu letteralmente ricoperto di dolciumi. Sembrava avessero scorte di caramelle e cioccolatini per un intero esercito, oltre a piazzargli fra le braccia anche alcuni pacchettini regalo destinati ai loro figli!
Se lo strapazzarono finché poterono, e tra un bacio a schiocco e l'altro, il marmocchio si avviò per i corridoi traballando sotto il peso di una montagna di doni...sotto lo sguardo divertito di Euphemia Potter, appoggiata ad una colonna con un ghigno.
"Mi stupisco sempre del livello di genialità di certe persone." ironizzò Fleamont Potter, facendosi accanto a lei e passandole una mano sul fianco.
La donna rise, scuotendo i ricci ribelli che le accarezzavano gli zigomi.
"Abbiamo finito?"
"Sì, Silente ha detto che la gonna incendiata di Madame Clarck sta decisamente meglio così. Perché quelle tizie sono conciate come dei pennuti?"
"James ne ha fatta un'altra delle sue." sospirò la strega, alzando gli occhi al cielo. "Bisognerà cercarlo, prima che distrugga qualcos'altro!"
"E' con i suoi amici?" lo sguardo del marito non le sfuggì.
Gli piantò gli occhi addosso di sottecchi, con una smorfia a metà tra l'infastidito e l'easperato.
"Smettila." soffiò appena, severa. "E' solo un bambino. Non sia mai che avere degli amici lo calmi un po'."
"O che lo peggiori..."
"Sai perchè fa così." replicò duramente lei. "Era proprio necessario parlargli di...quella cosa?"
L'uomo guardò altrove. Erano poche le volte in cui riusciva a vedere Fleamont Potter turbato. Ma anche il mago più in gamba del mondo ha dei punti deboli.
"Sì." ammise solamente. "Aveva diritto di sapere."
Lei sospirò...riflettendo su quanto potessero essere testardi i maschi della sua famiglia.
E su quanto potesse essere grande la caduta di chi stava così in alto. Su quanto potesse schiacciare chiunque al di sotto.
Compreso un figlio.
"Vi proteggerò sempre." disse, chiudendo i pugni con forza e guardando lontano. "Sai che lo farò. Sai che posso vedere."
La mano dell'uomo le accarezzò la pelle più lentamente. Scendendo...
"Quindi sai cosa sta per succedere adesso."
"Sei pessimo." soffiò quella, con un sorriso sornione. "E' pieno di bambini qui intorno."
Non la stava più ascoltando. Le baciava il collo...e tutto scivolava via.
Lo faceva per distrarla da quell'argomento così spinoso...e come ogni volta, ci stava riuscendo.
Maledetto Potter dagli occhi d'oro..
"Andiamo nella Stanza delle Necessità." le soffiò, con le labbra a pochi millimetri dalla sua epidermide. "James potrà aspettare un altro po'."




M.A.R.A.U.D.E.R.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora