38. Just a quiet morning.

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La luna era rossa nel cielo.
La figura incappucciata levò appena lo sguardo, sogghignando con leggerezza. E dire che quella notte avrebbe dovuto essere versato del sangue innocente...tanto sangue.
E invece quei dannati marmocchi gliel'avevano fatta da sotto il naso.
Camminava con leggerezza, muovendosi come un'ombra fra le radici spinose del bosco, rischiatata di tanto in tanto dai raggi purpurei.
Un ramo le si impigliò nel cappuccio, facendoglielo scivolare oltre le spalle e rivelando i sottili capelli biondo platino raccolti nella sua solita coda bassa.
Si fermò di colpo...ascoltando.
Lamenti.
Qualcuno gemeva nelle ombre.
Nartrix Rosier sorrise di nuovo, divertita. E dire che avrebbe dovuto sentirsi irritata...invece era stranamente serena.
Walburga e Orion erano così furiosi per la figura fatta davanti a tutta l'Alta corte che le avevano chiaramente ordinato di ucciderla, finirla, farla soffrire come un cane, più di quanto non stesse già soffrendo.
Era stata lei a dover dire loro che nelle alte sfere questo non sarebbe piaciuto...d'altronde, certe alleanze erano fragili e quella non era una vampiretta qualsiasi.
Arrivò ad una scarpata aguzza, un piccolo e tortuoso sentiero pietroso che si congiungeva all'entrata di una caverna, buia come la gola di un lupo. I gemiti venivano da lì.
Saltò agilmente alcuni massi muschiosi, prima di appoggiarsi all'entrata con le braccia incrociate al seno, godendosi la vista beata del dolore.
"Che spettacolo indecente, per una creatura tanto forte." ridacchiò.
"Muori." sibilò la voce di una ragazza, dal vago accento francese.
Sì, si sentiva calma, tranquilla e serena come i Black non sarebbero mai stati. Ammazzarla non sarebbe servito a niente. Vivere con l'onta di essere stata messa in sacco da dei ragazzini sarebbe stato a dir poco purificante per l'ego di quella maledetta. Lo avrebbe rimpolpato, spremuto come un'arancia, con il risultato di renderla ancora più feroce, ancora più bramosa di vendetta.
Come una spina incastrata sotto un'unghia.
"Sei venuta per farmi fuori?" la voce ringhiò appena.
"Tesoro, fossi interessata al farti fuori avrei lasciato il lavoro agli Auror o a Silente!" Nartrix scosse la testa. "Sono ovunque in questa foresta, sai? E' questione di tempo."
"Allora dimmi cosa vuoi e poi lasciami estinguere in pace, stupida mortale..."
Che caratterino! Non per niente era la vampira più famosa d'Europa.
La luna rischiarò l'interno della grotta, rivelando due gambe snelle e nude, un corpicino esile e due occhi che brillarono come quelli di un gatto.
Il sole si era accanito su di lei. Aveva la pelle serica, levigata come il marmo e quasi trasparente ma...metà del suo corpo era nero come carbone, ustionato e pronto per diventare cenere.
Era una fortuna che avesse trovato quel rifugio prima di polverizzarsi...e ancora più miracoloso che non l'avessero scoperta fino a quel momento.
"Sai, Toulouse, avessi accettato il Solarium, a quest'ora saresti uscita di qui con le tue forze e un briciolo di dignità!"
La ragazza alzò appena il busto, portando il viso alla luce. Metà dei suoi lineamenti sembravano sfumare nell'aria come polvere, eppure la bellezza si intravedeva ancora, così come la sua terrificante rabbia.
"Accettare il vostro marchio indegno sulla mia splendida pelle? Accettare la luce del sole?! Preferirei bruciare piuttosto che subire una tale umiliazione...solo i vampiri traditori si abbassano a tanto squallore!"
"Mi pare che tuo fratello l'abbia fatto." punzecchiò la strega, godendo nello stuzzicarla.
"Fratello..." la ragazza sorrise con disprezzo. "Famiglia,legami...Queste parole hanno significato solo per voi... per noi vampiri non c'è nulla di più importante del sangue...delle tenebre..." Si ributtò contro la roccia, esangue. I riccioli, di un castano chiaro con riflessi tendenti al rame, si aprirono a ventaglio dietro la sua nuca. "Chiunque rinunci al buio diventa alla stregua di un parassita...ho accettato di essere intrappolata nel corpo di quel mortale per qualche tempo, è vero. Ma preferirei finire carbonizzata piuttosto che accogliere il sole..."
"Cosa che non sei tanto distante dal fare." la bionda sollevò il mento verso di lei. "Lydia Toulouse, la giovane e spietata discendente di Carmilla, ha fallito miseramente contro degli adolescenti mortali e si è ridotta ad un posacenere ambulante!"
Si aspettava un altro scoppio d'ira, ma la vampira improvvisamente scoppiò in una risata.
"Chi ti dice che abbia fallito?" sibilò, accendendo la curiosità della Rosier che si avvicinò.
"Sirius Black non è a casa sua e ha conservato la sua indipendenza mentale. Il cucciolo dei Potter non è nelle nostre segrete a venire torturato. Perchè non ti sembra un fallimento, cara?"
"Fammi bere." gracchiò quella, sollevando gli angoli della bocca con espressione avida. "E ti dirò ogni cosa."
Era sempre una visione vedere una creatura oscura nutrirsi...pensava Nartrix, con gli occhi fissi sulla bocca sensuale della francese. Anche quando il sangue era il proprio.
Aspettò pazientemente che succhiasse tutto ciò che le serviva dal suo polso, godendosi le ondate di piacere che a tratti la investivano. Piano piano, la parte nera andava sparendo dal suo viso. Non sfumava più nell'aria, anzi, sembrava rimodellarsi come creta.
D'un tratto ritirò il polso, privandola del suo sangue, che colò lungo le sue vene bluastre e lungo gli angoli della bocca di lei
La vampira emise un gemito stizzito.
"Basta così. Ti ho dato il giusto per non morire, ma preferirei evitare che tu diventassi troppo forte."
"Paura che ti faccia a pezzi, mortale?" sorrise lei, leccandosi la bocca e ritirando i canini. "Eppure potresti provare quel piacere sempre, sai? Molti umani cadono in preda al desiderio di essere morsi da noi...non riescono più a farne a meno, e vivono in uno stato di estasi perpetuo..."
"Già, fino a quando non tirano le cuoia. Grazie, passo. Hai abbastanza risentimento verso i Black da farmi prendere in considerazione l'idea di qualche precauzione."
"Nartrix Rosier, fredda e calcolatrice come sempre. La tua figlioletta Narcissa ha tanto di questo tuo lato. Chissà se ha un sangue gelido come il tuo...mi sembrava di mangiare un ghiacciolo."
"E' così, dunque? Ti vuoi mettere contro i Black?"
ranquilla, mortale...siamo compagni, no?" lei sorrise maligna. "L'unico Black che voglio vedere sanguinare è Sirius...assieme a tutti i suoi amichetti. Quando i suoi genitori si stancheranno di rincorrerlo come lupi con l'agnellino, naturalmente. E lo faranno, prima o poi."
"Non credo. Per Sirius ci sono altri piani, in ballo. Non è finita di certo."
"No, non lo è." lei continuò a ridere, stringendo gli occhi. "Sicuramente non dopo quello che ho scoperto...e non dopo il mio dono..."
"Parli della collana?" Nartrix si accese una sigaretta, fissando la notte. "Fin'ora, quel maledetto aggeggio ha portato più problemi che benefici. Non è stata la collana a impedirti di far fuori Potter e la sua Mezzosangue?"
"Fidati di me. Il piccolo James senza saperlo ha dato in mano alla ragazzina una vera e propria bomba! Era così pateticamente alla ricerca del regalo perfetto per la sua amata mezzosangue da non rendersi nemmeno conto di cosa aveva tra le mani. E come avrebbe potuto, d'altronde? Ma non è solo questa, la notizia succulenta..."
La strega inarcò un sopracciglio. La vampira continuò a ridere piano.
"Mi avranno anche sconfitto adesso, ma in cambio ho carpito un'informazione che potrà tornarvi utile. Parecchio utlile."
Lydia Toulouse si sollevò finalmente in piedi, nuda e ridente come la più pura delle fanciulle.
Gliel'avrebbero pagata...oh, se l'avrebbero fatto...
"Remus Lupin." disse alla notte. Fissando quella luna così rossa... "Remus Lupin è un lupo mannaro!"





M.A.R.A.U.D.E.R.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora