"A fuoco! Sta andando a fuoco!"
"Come diavolo si usa quest'affare?!"
"Chi diavolo ha messo l'alluminio nel microonde?!"
James Potter ebbe perlomeno la decenza di incassare la testa nelle spalle prima che Lily strappasse dalle mani a Paciock l'estintore e lo azionasse, inondando la cucina e ricoprendo tutto di soffice polverina bianca. Compresi i resti di una colazione allegramente andata a farsi fottere.
Se ne rimasero tutti lì in piedi a fissarsi nelle palle degli occhi come dei fessi mentre Barrie Walsh, seduto pigramente su una poltroncina in soggiorno, stirò un ghigno sfogliando paciosamente il suo giornale dalle foto immobili.
"Solo quindici minuti." Alitò Giuly, togliendosi un pezzo di formaggio dai capelli. "Sono passati solo quindici minuti da quando siamo qui."
"Sono tutte esperienze, ragazzi!" Miagolò il professore dall'altra stanza, senza tra l'altro staccare gli occhi dalle pagine.
"Ora lo accoltello!" Soffiò Minus, strizzando gli occhi. "Da qua forse lo becco..."
"Si può sapere come abbiamo fatto a fare questo macello in così poco tempo?!" sclerò Lupin, mettendosi le mani nei capelli.
Come avevano fatto? pensò Lily massaggiandosi le tempie. Molto semplice.
Il primo compito della giornata era di farsi la colazione e fin qui tutto bene. Il problema era che dovevano farla insieme.
E se Lily Evans non era di certo un asso in cucina, aveva scoperto pure che James Potter non era da meno!
Il ché era un gran problema, visto che non si parlavano...
Negli ultimi quindici minuti quel beota aveva lasciato aperto il gas e preteso contemporaneamente di accendere la luce (Lily aveva dovuto lanciarlo davvero, un coltello, per impedire al maghetto di farli saltare tutti in aria), inserito la spina della frusta per sbattere le uova senza reggerla facendo schizzare tuorlo pure sul soffitto e, dato che "una volta aveva visto un tizio farlo", aveva allegramente cercato di far girare l'impasto del pancake nella padella con il risultato di farlo cadere preciso davanti al piede di Black, che aveva slittato per almeno mezzo metro lanciando del bacon dritto in testa a Paciock.
Manco a dirlo, di lì a due secondi dopo era iniziata una battaglia a suon di uova che nemmeno gli unni fino a quando Molly, l'unica che stava cucinando una colazione degna di un re tra l'altro, non si era vista finire gusci vari e pezzi di non meglio identificata poltiglia nella sua teglia.
Si erano azzittiti tutti mentre quella - che pochi istanti prima stava sorridendo e canticchiando angelicamente sul suo preparato - aveva stretto il cucchiaio fino a piegarlo in due.
Cazzo.
Avevano rovinato un piatto di Molly Prewett!
Altri due secondi di pace e poi giù l'apocalisse. Con un barrito da godzilla, quella aveva scatenato l'inferno rovesciando il tavolo con una forza mai vista, riuscendo a colpire con precisione millimetrica Minus in fronte con un mestolo e Monique sulla nuca con un pestello e mentre sedie e piatti volavano per tutta la cucina, Potter aveva pensato bene di provare di calmarla cercando di rimediare al danno, ovvero infilando la sua teglia quattro per quattro di alluminio puro dentro il microonde.
Che aveva preso fuoco.
"Va bene, va bene." L'irlandese, che aveva assistito a tutto senza una piega, decise che era tempo di lasciarsi impietosire da quei poveri disgraziati e dai loro stomaci brontolanti. "Vedete di non farmi saltare in aria l'hotel, mentre vado a comprarvi delle frittelle al villaggio."
"Come...come siamo andati?" pigolò Geky, con mezzi capelli in aria come se fossero stati riempiti di gel.
"Inclassificabili." gorgogliò l'altro, godendo come un demonio. "Ma su col morale! La pratica vi farà solo bene! Così la pianterete di copiare la teoria ai miei compiti... Oh sì, cari, vi vedo." Aggiunse candidamente, vedendoli sbiancare. "Truccare i fogli protocollo è un trucco che ha almeno mezzo secolo!"
"Beh, ora che si fa?" sbuffò Alice, quando se ne fu andato.
"Ci impicchiamo..."
"Canna?" propose Frank.
"Non datela a Black, però. E' già strafatto."
"Ah-ah, spiritosi!" Ribatté quello, togliendosi di tasca una bustina di erba. "Tutta per voi!"
"Ma va? In regalo? Da quando sei così generoso?"
"Non dovremmo pulire?" si intromise Lily, indicando la cucina. La sua proposta fu accolta con una risata generale che le fece venire l'emicrania e fu così che ognuno si diresse in una parte diversa di quel maniero, in esplorazione.
Un grande salone d'ingresso, soggiorno, cucina e sala da pranzo, una spaziosa veranda piena di tavolini e laddove avrebbero dovuto esserci le stanze degli ospiti, al piano di sopra, c'era invece un'unica grande camera con tanti piccoli letti singoli, sicuramente frutto di un incantesimo architettonico.
Probabilmente dormire insieme serviva ad aumentare il cameratismo o stronzate del genere, o forse il loro caro professore voleva evitare che quelli fornicassero come conigli approfittando della privacy.
Ciò che non aveva considerato era che la perversione lì dentro regnava sovrana e che nel bagno di sopra c'era una grande vasca idromassaggio accanto alla doccia che fece venire le stelline negli occhi ai fidanzatini del gruppo ed i brividi al resto della compagine.
Mentre gli altri esploravano gli interni, James preferì uscire in giardino, richiamato dal bosco come gli capitava spesso.
Il cielo era terso, gli alberi sembravano parlare. Pochi minuti di solitaria contemplazione quando avvertì una presenza alle sue spalle.
Quella sciarpa era davvero terribile, pensò, vedendo Lily avvicinarsi con espressione battagliera.
"Sì? Ti serve qualcosa?" ironizzò, togliendosi un po' di neve dai capelli.
Quella gli sbatté addosso il suo solito sguardo ferreo e gli piazzò un dito davanti al naso, spiazzandolo.
"Il phon serve a scaldare l'acqua della vasca da bagno. Vero o falso?"
"Eh?!"
Ma che cavolo voleva ora quella spostata?!
"Rispondi! Vero o falso?"
"Ma ti sei bevuta il cervello?"
"Vero o falso, Potter?!"
"Ma che ne so...vero..."
"La lavatrice che cosa lava?"
"Boh! I piatti? Ma si può sapere cosa..."
"Che cosa sbatti con un bimby?"
"Tesoro, è TE che mi voglio sbattere."
"LO SAPEVO!" Quella si mise le mani nei capelli con fare disperato. "Tu non sai NIENTE di Babbani! NIENTE!"
"Uh?" Poter osservò quello strano sfogo isterico perfettamente calmo, inarcando un sopracciglio. "Ma sei seria?"
Venne afferrato per il bavero e si ritrovò a due centimetri precisi da una faccia maniacale.
"Stammi a sentire." Sibilò la Evans, funerea. "Io non mi prenderò un 'Troll' per colpa tua, è chiaro?"
"Tu sei fuori di testa! E poi, non volevi fare tutto da sola?"
"Sì, soltanto perché pensavo che un integrazionista come te sapesse almeno qualcosa sul mondo dei Babbani!" sfasò quella, in procinto di prenderlo a schiaffi.
Lui inarcò un sopracciglio.
"Cioè? Dovrei sapere tutto su di loro solo perché non voglio vedere dei mezzosangue infilzati su una picca?"
"No, ma chi si dichiara Babbanofilo dovrebbe avere almeno una vaga idea di cosa sta parlando! Ti ho fatto da baby sitter per tutta la mattina mentre cercavi di ammazzarti! Hai quasi infilato le dita nella presa della corrente, nemmeno i bambini di due anni sono così impediti!"
"C'è un buco, mi ci infilo, semplice."
"Grazie, una perla davvero meravigliosa, Potter!"
"E poi io non mi sono mai dichiarato Babbanofilo, è un termine del cazzo." Precisò quello, incrociando le braccia al petto. "Integrazionista, Babbanofilo...stai veramente dando dei nomi all'essere una persona decente e non un pezzo di merda razzista? Guarda che non si tratta di fazioni, si tratta di giusto e sbagliato."
Sarebbe uscito fuori proprio un bel discorso ma non era quello il punto. Lily si passò le mani sulle palpebre, già sfinita da quel week end maledetto.
"Ok, stammi a sentire..." sospirò. "...E' chiaro che dobbiamo collaborare o rischiamo seriamente di prendere una bocciatura..."
"Wow, Evans, che disgrazia." Ironizzò Ramoso, con un mezzo ghigno. "E così la paura di non essere più la cocchina dei prof ti ha fatto scendere dal piedistallo, eh?"
"Piedistallo?!" la Grifoncina si voltò di scatto, facendo danzare i capelli. "Guarda che sei tu che mi hai ignorato per giorni!"
Lui guardò altrove, punto sul vivo.
"Mi sembrava non mi volessi intorno, ti ho solamente tolto il disturbo!"
"Eh no, eh, non azzardarti a fare il passivo-aggressivo con me!" saltò su come un petardo, avvicinandosi di nuovo con un ringhio. "Ti è mai passato per la testa che non siano stati giorni facili nemmeno per me? Guarda che non siete gli unici al mondo a subire palate di cacca! Ti ricordo che stavo per diventare una pelliccia!"
"Eh? Ma che dici?"
"Niente, lascia perdere..." borbottò lei, fissando un punto alla sua destra.
"Non ti capisco, lo sai?" sbottò il ragazzo, esasperato. "Non riuscirò mai a capire cosa vuoi!"
"Io ti ho chiesto scusa praticamente subito."
James si fermò, zittendosi. Lei si morse le labbra, imbronciata. Improvvisamente, sembrò di tornare indietro di sette anni. Sembrò di nuovo quella bambina rossa e pestifera che anche da infuriata suscitava tenerezza.
"Mi dispiace di essermi comportata male, ok? Ero...oh, non lo so come mi sentivo! Ma ti ho chiesto scusa, anche se mi è costato fatica non ci ho pensato un attimo prima di farlo! Quante volte ho potuto dire lo stesso di te?"
Eh già, quante volte lui le aveva chiesto scusa? Perché era così difficile per lui parlare a cuore aperto?
"E comunque il punto è che se vogliamo arrivare vivi alla fine di questa stupida gita, dobbiamo collaborare." Continuò lei, ma improvvisamente, James non l'ascoltò più. "Anche perché non sono solo voti, il professor Walsh ha parlato anche di altre conseguenze e..."
"Zitta un attimo."
Lily sobbalzò, vedendolo improvvisamente...tendersi. Le si fece vicino in un istante, stringendole una spalla e fissando un punto oltre gli alberi con un'espressione che le mise i brividi.
"Ma che fai?"
Lui rimase silenzioso ancora qualche secondo, stringendo gli occhi in un'espressione corrucciata.
Che strano...gli era sembrato quasi di sentire qualcosa di minaccioso, dietro quegli alberi...i suoi sensi erano andati letteralmente in fibrillazione.
Ma forse era solo fissato...perché la sensazione era già passata.
Riabbassò lo sguardo su Lily, che aveva stretto a sé senza pensarci due volte. Nemmeno se ne era accorto.
Si fissarono ancora qualche istante, scossi da una scarica elettrica...giusto il tempo di sentirla tremare, arrossire e...allontanarsi.
Si schiarì la gola, improvvisamente imbarazzato.
"Va bene, tregua...cercherò di impegnarmi di più, rossa! Ok?"
"Che ti è preso?"
"Niente, niente...sono un po' paranoico dopo quello che ci è capitato..."
Lei strinse gli occhi, sospettosa, prima di scuotere la testa.
"Sarà meglio andare a sistemare il casino in cucina!" sentenziò, girandosi di scatto.
Chi lo capiva, quello!
"Lily..."
Si girò di nuovo, corrucciandosi nel vederlo preoccupato.
"Sì?"
"Tu ce l'hai un famiglio?"
"Eh? Un famiglio?" lei allargò appena gli occhi, sorpresa. "N-no...mai avuto. Mia sorella sarebbe andata fuori di testa, trovandosi un gufo in casa. Perché?"
James scosse la testa, passandosi una mano sulla faccia come se si sentisse improvvisamente stanco.
Il modo in cui l'aveva stretta...senza nemmeno rendersene conto...
Dannazione.
"Lascia perdere...solo curiosità..."
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M.A.R.A.U.D.E.R.S.
FanfictionNell'oscurità di una guerra incombente, le sfrenate e spensierate esistenze dei Malandrini si sfilacciano negli intrighi di una Hogwarts sempre più ricca di pericoli ed insidie. In un labirinto di incertezze, nell'ultimo anno l'amore sembra essere l...