28. Il destino che cade dal cielo.

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"Oppressiva, umiliante, tirannica e con non del tutto trascurabili problemi di rabbia repressa." La McGranitt sbatté sulla cattedra quattro tomi di Trasfigurazione con l'eleganza di un elefante, facendoli letteralmente balzare per aria. "Ora che vi ho riassunto in breve gli aggettivi che potete usare per descrivermi come Professoressa in quelle porcherie che sono i Questionari del Ministero, possiamo passare alle cose importanti. Le Leonidi sono allegramente andate fuori dalle scatole per cui possiamo riprendere il programma, e vi avviso che al primo sgarro vi spedisco fuori a calci nel sedere!"
Lily Evans stirò un sogghigno, mentre nell'aula si colsero alcune risatine sommesse.
Bisognava dire che quella settimana era stata un vero inferno per gli studenti: con quella faccenda dei questionari di valutazione, i professori avevano cominciato a comportarsi in modo parecchio strano!
Lumacorno aveva addirittura fatto trovare la sua intera aula ricoperta di cioccolato, roba che nemmeno Hansel&Gretel, il Professore di Cura delle Creature Magiche aveva provato a regalare gattini, che tuttavia avevano il vizietto di sputare fuoco (Avevano dovuto letteralmente trascinare via James da quei cosi) e Vitious aveva stregato i loro letti tanto che una sera si erano ritrovati praticamente a dormire su delle nuvolette.
Se dapprima essere così coccolati e viziati aveva sortito piacevoli effetti su di loro, tempo due giorni e quella situazione iniziò a diventare più uno stress che altro.
"Giuro che se Kittleburn mi insegue ancora con uno di quei piccoli demoni pelosi faccio baracca e burattini e me ne vado." Rognò tra i denti Alice Spinnet, aggiustandosi come meglio poteva alcune ciocche bruciacchiate.
"Lascia perdere, quell'esaurita della Cooman mi si apposta dietro la porta del bagno cianciando di un grande amore che giungerà entro quest'anno..." gemette Geky, accasciandosi sul tavolo. "Sai che bellezza stare sul gabinetto con un Professore che ti fa diventare la protagonista di un Harmony?!"
"E per carità, qualcuno va a dire a Vitious che soffro il mal di nuvola?"
Tra le poche a sbattersene bellamente del loro giudizio era la McGranitt che anzi, sembrava fare apposta a essere ancora più sadica.
Il ché significava Biblioteca. Il ché significava...problemi.
Lily Evans arrossì, affondando il naso nella pergamena che aveva davanti con una punta di irritazione.
Se prima aveva lasciato uno spazietto nella sua testolina per il beneficio del dubbio, ora, dopo una settimana passata a ricevere fiori praticamente ogni mattina su quel dannato tavolo, di dubbi ce n'erano pochi.
Quel dannato Serpeverde aveva in mente qualcosa!
Lo beccava in continuazione, anche quando entrava negli orari più improbabili, sembrava vivere tra quei libri! Si sentiva osservata, e quando incrociava lo sguardo di quel tizio lui le riservava quei dannati sorrisi enigmatici che iniziavano a darle veramente sui nervi.
Che cavolo di intenzioni aveva?! L'aveva forse mandato Malfoy? Nuovo giochino sadico, impediamo a Lily Evans di diplomarsi?
"Hey Evans...Evans!"
Saltò sulla sedia, beccandosi tra l'altro un'occhiataccia dalla McGranitt. Mandy Harpies si chinò su di lei dal banco di dietro, con una mano a coppa sulla bocca.
"Allora, questo Ballo di Fine Anno? Siete riusciti ad organizzare qualcosa?"
"S-sì, ci stiamo lavorando. Siamo a buon punto." Bisbigliò la rossa, trattenendosi dall'alzare gli occhi al cielo. Ci mancava solo quel benedetto Ballo, con tutti gli impegni che avevano i Prefetti...ultimamente sembrava che ad Hogwarts non si facesse altro che fare baldoria e cercare di non venire divorati da qualche mostro.
Da quando la sua scuola si era trasformata così?! Grazie a chi?!
Adocchiò Potter, che, sentendosi osservato, alzò il viso con l'angelica aria da cucciolo di unicorno.
"Amore, così mi fai arrossire."
Distolse lo sguardo, massaggiandosi le tempie. Ecco, forse un'idea ce l'aveva...
"Sì, ma state rispettando le condizioni?" continuò quella, beccandosi una pallina di carta in testa da qualcuno perché la sua voce da cornacchia stava disturbando la lezione. Si premurò di abbassarla, alla seconda occhiata di fuoco della Prof. "Lo sai, il Comitato vi presta i fondi solo se le sue richieste vengono accettate..."
Che dio maledisse tutti i Comitati per la Morale pubblica. Davvero, che li incenerisse tutti!
Non che Lily Evans fosse un massimo esempio di apertura mentale su certi argomenti – o meglio, semplicemente non capiva la logica dietro la quale una ragazza dovesse accorciarsi la minigonna di dieci centimetri e svegliarsi all'alba ogni giorno per riempirsi di trucco fino a ciondolare ridacchiando in mezzo a comitive di maschi con gli ormoni a palla – però quei tizi esageravano parecchio!
Che fine aveva fatto il "vivi e lascia vivere"?
"Harpies, onestamente mi sembrano regole un po' severe..." Osò dire. "Gli abiti di gala costano parecchio, non tutti possono permettersi una spesa così sotto Capodanno! E poi cos'è questa storia che è obbligatorio l'accompagnatore?"
"Severe? Severe?!" ed iniziò il melodramma. "Vuoi davvero vedere ragazze in microshorts di pelle filo chiappa appoggiate come statuine ai muri ad attendere che qualcuno le prenda per mano catturato dalla scollatura? No perché sembrerebbe un bordello! La pulite voi la bava dal pavimento, dopo?"
"Va bene, va bene!" la fermò subito Lily, già esausta. "Faremo come dite voi! Abiti da cerimonia e accompagnatori. Contenta?"
"O quello o niente galeoni." Se la ghignò quella iena. "State raschiando il fondo, eh?"
Eh già. Inutile dire che senza una buona organizzazione, l'unico modo per riuscire a creare qualche evento studentesco era farsi fare credito da quelle faine.
Il gruppo dei Prefetti non sapeva proprio dove sbattere la testa per riuscire a creare un Fondo comune.
Fino a quando non fossero riusciti a diventare un'associazione legale, quei poveretti avrebbero continuato ad esaurirsi su conti e debiti chiedendo prestiti più o meno in sordina...fortuna che c'era Ractliff, spalla destra della Chang, che aveva qualche aggancio e trovata sempre il modo di far entrare qualche soldo!
"Hey, hai sentito che il Babbanologo sta creando corsi di scherma?" si intromise Geky.
"Il Professor Wash?"
"Eh già! L'ha finanziato di tasca sua, tra l'altro! Un bel passo avanti, visto che Difesa Contro le Arti oscure fa schifo." Frecciò la Tassorosso.
"Hmmm..." Lily si grattò il mento, pensierosa. Da quando Mandy Harpies si interessava a quelle cose?
"Ho sentito che i Marauders oggi si allenano..."
"Ah, ecco."
"Eh?"
"Niente, niente..."
La ragazza sospirò, cercando di non vomitare allo sguardo libidinoso di quella tizia. E fortuna che erano i maschi a sbavare... Però forse, poteva giocare quella situazione a proprio vantaggio...
"Senti, Harpies..." fece, con noncuranza. "Secondo te quanto potrebbe costare un aggiornamento al corso di Difesa contro le Arti Oscure?"
"Eh? Un aggiornamento?"
"Sì, voglio dire...comprare libri nuovi, attrezzature..."
"Bah, parecchio. Perché?"
Ed ecco l'espressione da maniaca assetata di potere alla Lily Evans. Si girò totalmente, sfruttando che la McGranitt stesse bastonando Minus, e le si piazzò sul banco.
"Trovami un modo per guadagnare soldi."
"Prostituzione, Evans?" ironizzò Alice Spinnet. "Secondo me qualcuna del Comitato non vedrebbe l'ora..."
Ma invece che risentirsi al non tanto velato insulto, la Harpies mise su un'identica espressione maniaco-compulsiva.
"Stand dei baci!" esclamò, con così tanta aria da pervertita che le mancava solo un trench da sbottonarsi in pubblico.
"Stand dei baci?" Geky Bell alzò un sopracciglio. Ormai tutte le Grifondoro erano incuriosite. "Cioè?"
"Piazzi un baracchino, una ragazza o un ragazzo abbastanza disinibito, gli metti una benda sopra gli occhi e fai pagare la gente per un bacio. Ci serve qualcuno di sexy ed è fatta!"
"Hey, guarda che io scherzavo sulla prostituzione..." ridacchiò Alice, iniziando a sudare freddo. "Evans, non vorrai mica..."
"Scusa, perché la benda?" chiese Giuly, perplessa.
"Perché è sconcia da morire..."
"Lily, sul serio..." iniziò Alice mentre le altre aprivano gli ombrelli alla pioggia di ormoni della compagna. Ma poi ecco che accadde: girò la testa verso la rossa e vide lo stesso identico sguardo da pazza, solo che nelle palline dei suoi occhi c'erano le pupille a forma di dollaro americano, mentre in quelle della Harpies...beh, meglio non dirlo. "...Evans, è una pagliacciata...!"
"Lo so!" la ragazza balzò in piedi, quasi gridando. "Ma è l'unica soluzione! Può funzionare!"
Silenzio in aula. Una colata di freddo arrivò dalla McGranitt che la fissò con due occhi da rapace.
"Sì, Signorina Evans?" sibilò tra i denti, facendola sbiancare.
"N-niente. Scusi..." si risedette lentamente, avvampando. "Sentite, lo so che è scandaloso..."
"Scandaloso è dire poco. Ma voi non eravate il Comitato per la Morale pubblica?!" frecciò Molly. "E io che stavo pensando pure di inserirmi..."
La biondina agitò la mano, già pregustando carne fresca. Dall'altro lato del tavolo, Potter sentì come un brividino.
"Hey, com'è che ho l'impressione che stia per succedere un disastro?"
"...ma è l'unico modo che abbiamo per riuscire a creare un corso decente. Non lo vedete? Siamo totalmente indifesi ed in più, non abbiamo mai voce in capitolo su niente! Se riusciamo ad essere più attivi, forse il Ministero ci darà una chance quando chiederemo di essere tenuti in considerazione riguardo la scuola!"
Sì, lo pensava davvero. Bastava solo trovare la cavia giusta! Qualcuno dei Marauders magari...o qualche ragazza...
Ci pensava talmente tanto che quando si recò in Biblioteca, appoggiando l'ennesimo tomo giuridico, quasi si dimenticò del suo solito appuntamento.
Perché ormai era diventato un appuntamento, con quel tizio. Si sedette al suo solito tavolo, pensierosa, ma questa volta non c'erano fiori.
Strano... forse l'aveva finalmente lasciata in pace...
"Buongiorno."
"AAAAARGH!"
Fece un balzo di tre metri, alzando finalmente il viso e trovandoci Michael Aliaset seduto con espressione neutra all'altro lato del tavolo.
"C-che diavolo ci fai seduto qui?!"
"Studio qui da mezz'ora. Non mi hai visto? Ero letteralmente davanti a te."
"Q-questo è il mio tavolo!" si sentì scema non appena finì di dire la frase.
Il ragazzo inclinò la testa, appoggiando la guancia sulla mano.
"Ah sì? Credevo fosse di tutti." Ironizzò.
"No...è che...voglio dire..." presa nel pallone, la ragazza si schiantò sulla sedia, scoccandogli un'occhiataccia. "Si può sapere che vuoi?!"
Lui scoppiò a ridere.
"Leggere, in realtà." Rispose. "Ti do fastidio?"
Non parve prendersela più di tanto all'espressione dura che si dipinse sul viso di Lily.
"Mi hai mandato fiori per una settimana." Disse, improvvisamente tagliente, quasi gelida.
"Scusa, oggi li avevo finiti. Ne vuoi un altro? E' di Sir Malagus quel tomo?"
"Voglio che tu mi dica che cosa vuoi."
Il sorriso scivolò lentamente dal viso di Aliset, mentre sul tavolo cadeva uno strano gelo.
"Ti vedo spesso in libreria." Disse, piano. "Mi piacciono i titoli che scegli. Tutto qui."
La vide tesa come la corda di un violino, gli occhi puntati sulla sua sciarpa. Allargò appena gli occhi chiari, sorpreso.
"Oh." Disse, capendo al volo. "Oh."
La Grifoncina non rispose, ma l'occhio del ragazzo cadde inevitabilmente sulle sue mani. Stringeva la bacchetta, sotto il tavolo.
Lui chiuse appena gli occhi, massaggiandosi le palpebre.
"Cavolo." Sospirò. "Ed io che pensavo che solo i Serpeverde fossero razzisti."
Quella frase parve colpire parecchio a fondo, perché un nervo saettò sulla tempia della ragazza, che si chinò in avanti senza premurarsi di nascondere il rossore.
"Lo sai, cosa volevano farmi?" sibilò, freddamente. "Mi hanno gettato addosso una pozione, mi stavano trasformando in un animale da vendere sottoforma di cappello...o...guanti..." gli occhi le si fecero lucidi di rabbia.
"Mi dispiace."
"Risparmiatelo. Pensi davvero che possa credere che tu sia qui per caso?"
"Senti, io sono qui solo per leggere."
Mosse un braccio e quella saltò peggio di una lepre, come se l'avesse trapassata con la corrente.
"Accidenti!" Mormorò, stupito. "Devono averti proprio fatto paura." Sospirò, quasi esasperato. "Ok, facciamo così. Posso?"
Le sfiorò la borsa a tracolla, tirandone fuori una piccola pallina di vetro con intarsi in metallo a formare un occhio.
"E' un verboscopio, no?" le sorrise, cercando di mostrarsi gentile. Se la portò alla bocca, quasi a darle un bacio, senza smettere di staccare gli occhi dai suoi. "Non mi importa niente che tu sia una mezzosangue."
La polverina vorticante dentro la sfera diventò verde quasi subito. Lily allargò gli occhi, sorpresa.
Si fissarono per qualche minuto, lui sempre tranquillo, lei sempre più bordeaux.
Ed improvvisamente, tutta la tensione e il gelo parvero svanire. La ragazza batté le mani come in preghiera e abbassò il capo esattamente come un manga, quasi strillando.
"OMMIODDIO! Scusami! Scusa, mi dispiace!"
Madama Pince fu fulminea, schiantandole sulla nuca ancora abbassata un giornale arrotolato.
"Waaah!"
"NON SI URLA!"
Il Serpeverde rimase basito per qualche istante, prima di scoppiare letteralmente a ridere.
"Certo che sei strana forte!" si spanciò, tenendosi lo stomaco, mentre lei avvampava fino a diventare un tutt'uno coi capelli. "Allora, convinta che io non voglia polverizzarti o...che ne so, mangiarti con le patate per cena?"
"Mi dispiace..." Lily si sentì veramente desolata. "...E' solo che..."
"Tranquilla. Capisco." Lui continuò a sorridere. "Alcuni miei compagni non piacciono nemmeno a me."
"Non avrei dovuto giudicarti solo perché vesti di verde...dio, sono diventata come loro..."
La mortificazione in persona!
"Hey, ho detto di non preoccuparti! Ripartiamo da capo. Io sono Michael." Le allungò la mano. Lei la strinse, quasi coi lacrimoni.
"Lily."
"Giurisdizione scolastica? Una materia difficile da digerire."
"Già...mi sta massacrando..." piano piano, si accasciò contro il tavolo. "Cavilli legali ad ogni capitolo..."
"Beh, sei passata da filosofia degli elfi a questo..." La ragazza inarcò un sopracciglio. Lui tossicchiò. "Scusa. E' che non vengono tante persone qui dentro, ho dato un'occhiata ad un libro che stavi leggendo e...beh, era il mio preferito. Quindi mi incuriosiva sapere i tuoi gusti e ho cominciato ad osservarti."
"Quale libro?"
"Lo stregone dal cuore peloso."
"Ho adorato quella fiaba!" abbassò di nuovo la voce, conscia del bernoccolo di prima, ma aveva le stelline negli occhi.
"Eh già. 'Il loro cuore dev'essere come un guscio vuoto', disse lo stregone osservando le persone che cadevano innamorate. Ma poi sentì due servitori parlare di lui e della sua solitudine."
"Uno lo derideva, l'altro lo compativa..."
"E così cercò di corteggiare una dama per dimostrare a tutti quanto l'amore fosse sciocco. Ma poi si innamorò davvero." Aspettò che Lily continuasse.
"Peccato che la dama gli disse che lo avrebbe ricambiato solo se avesse dimostrato di avere un cuore. Così lui scese nelle segrete del castello e ne prese uno orrido e animalesco, impregnato di magia nera ma lei, piena di orrore, gli disse di rimetterselo nel petto perché non riusciva a tollerarne la vista."
"E lui, ormai soggiogato da quel cuore mostruoso, le strappò dal petto il suo cercandone uno puro, facendola morire. Pazzo di dolore, lo stregone si uccise." Finì Aliaset, sempre più rapito. "E' affascinante notare come una fiaba così macabra sia sopravvissuta. Penso che non sia stata censurata perché parla degli abissi più oscuri di tutti noi, la ricerca dell'invulnerabilità.  L'eroe di questa storia avrebbe potuto ricreare un banale filtro d'amore però non è interessato a un simulacro. Egli desidera rimanere per sempre immune da quella che considera una specie di malattia, per questo imprigiona il proprio cuore. Ma poi si ammala davvero."
"E alla fine si è ridotto a un animale violento che prende ciò che vuole con la forza e muore nel tentativo di riconquistare ciò che ormai è per sempre al di fuori della sua portata: un cuore umano." Lily Evans si adagiò allo schienale. "Provo pena per lui."
"Non è propriamente una fiaba che si addice ad una ragazza. Per questo mi incuriosivi. Eri così triste, mentre lo leggevi..." Aliset si spinse in avanti. "Scusa per l'insistenza. Ma ti trovo interessante, Lily Evans."
Lei arrossì di nuovo sotto quello sguardo così profondo. Che strano ragazzo...le sembrava quasi triste...
Aliaset si alzò, massaggiandosi le spalle.
"Vengo spesso qui per sfuggire alle stesse persone che volevano farti del male. Non voglio avere un cuore peloso come il loro." Ammise, guardando lontano. "Ma a volte, è difficile uscire da un cerchio che ti si stringe addosso."
Lily Evans si alzò con lui.
"Non credo tu abbia un cuore peloso." Disse, con sincerità. Lui la guardò quasi sorpreso, poi improvvisamente parve a disagio. Si fissò le mani, prima di rialzare la testa.
"La mia famiglia possiede alcuni libri rari. Se vuoi, posso portarteli la prossima volta."
"Sì, mi farebbe piacere." Sorrise lei. "Sempre meglio che sradicare l'intera serra della Sprite!"
"Oh, chi lo sa..." lui ghignò, di nuovo enigmatico, raccogliendo le sue cose. La campanella stava suonando da qualche minuto. Era ora di tornare a lezione.  "...Ci sono cose per cui ne può valere la pena."
Tirò fuori dalla tasca un cucchiaino e, con un abile movimento di bacchetta, lo trasfigurò. Posò la magnolia tra le sue mani, sorridendo nel vederla ammutolita.
"Come vedi, le cose non sembrano mai quello che sono." Le disse, uscendo e sollevando in aria la mano. "Ci si vede, Lily Evans..."




Rumore metallico. Qualcosa che cozzava sprigionando scintille. Brusio indistinto.
"Dio, quanto vorrei potergli asciugare la fronte..."
"Vorresti fargli solo quello? Ragazze, che spettacolo...ora le capisco quelle del medioevo e i loro venti figli..."
"Quasi quasi gli rubo l'asciugamano..."
Il profilo della spada saettò nell'aria, tagliandola in una scia argentata.
"Ahia!"
Sirius Black si portò un dito alla bocca, scoccando un'occhiata oltraggiata. "Ramoso, mi hai tagliato!"
James Potter riabbassò le spalle, ansimando piano. Una lunga spada sottile gli penzolava al fianco snello, scivolando sulla moquette della pedana.
"Scusa." Disse. "E' che...per un attimo ho avuto una brutta sensazione."
"Sì, quella che mi stavi per mozzare una falange!" Ironizzò Sirius, asciugandosi la fronte con una manica della maglia.
"Certo che sei una lagna! E' solo un taglietto!"
"Mi stavi portando via un dito!"
"Se ti lancio un bastone te ne vai?"
"Ok! Ok! Pausa!" ridacchiò Barrie Walsh, salendo le scale. Quel giorno, indossava un panciotto a scacchi con sotto una t-shirt con la scritta "Bloomsday is my life", ma a parte quello, appariva meno irlandese del solito.
Dovevano ammettere che quel corso iniziava a dare risultati inaspettati. Iniziato semplicemente come un fuori programma, aveva attirato sempre più gente e il professore di Babbanologia si era visto costretto a chiedere in prestito un'aula più grossa.
La stanza era circolare, ampia, con alcune piccole pedane di legno e addirittura una mini armeria che aveva fatto letteralmente sbarellare qualsiasi studente di sesso maschile.
Messe assieme un po' di spade, qualche lancia e perfino un arco con frecce, sembrava diventare sempre più una vera lezione di Difesa, più che un corso nato tanto per.
E tutto in meno di una settimana.
Non era solo la presenza dei Marauders ad avere attirato gente (anche se nei vari fanclub appostati sulle panche qualcuna si era rotta di sbavare e basta e aveva deciso di prendere in mano qualche arma), ma era la vera e propria sensazione che Difesa contro le arti Oscure non fosse per niente esaustivo e utile.
Nessuna pratica, solo teoria! Barrie non poteva certo mettergli in mano delle bacchette e fare esercitazioni su Mollicci, non essendo abilitato a quella mansione, ma perlomeno lì avrebbero imparato a fare qualcosina in più!
James si schiantò a terra, cercando un panno. In meno di due minuti gliene arrivarono sotto al naso almeno venti. Ne prese uno a caso da una brunetta niente male.
"Hey, grazie."
Sorriso stanco, capigliatura più scarmigliata che mai, una maglietta leggera tagliata a v sul collo in modo ampio e irregolare - come se fosse stato usato un coltello sul tessuto – che rivelava le clavicole quando si sporgeva in avanti, un sottile velo di sudore sull'epidermide bronzea.
Una visione.
La brunetta cacciò un versetto a metà tra Banshee e faina e tornò dalle amiche ancora in estasi, mentre quelle iniziavano a cinguettarle attorno eccitate come bambine.
"Sai, Ramoso, credo di aver scoperto un nuovo modo di far eccitare le donne." Ghignò Black, sedendosi al suo fianco e succhiandosi il graffio schivando cuoricini volanti che arrivavano da ogni lato. "Chi l'avrebbe mai detto che bastava prendere una spada in mano..."
"Secondo te perché sono qui, eh?" sghignazzò l'altro, buttando uno sguardo sulla stanza. "Anche Remus non se la cava male."
Il sibilo di una freccia saettò nella stanza. Precisa e letale, si conficcò perfettamente al centro del bersaglio, sollevando un coro di "ohhh".
Lupin sorrise, poggiando l'arco a terra e massaggiandosi le spalle.
"Incredibile, Remus!" saltò su Arthur, con gli occhi a palla. "Sei un vero asso nel tiro con l'arco! Dove hai imparato?"
"Beh, ecco..." lui si grattò la nuca, a disagio. E come glielo diceva che i suoi occhi ci vedevano meglio di quelli di un umano normale? "Sono andato spesso a caccia quando ero bambino..."
"Sei fantastico, Lupin!" trillò Paige, sbattendogli le tette in faccia per la ventesima volta e facendolo diventare scarlatto. "Insegnami, ti prego!"
A salvarlo dagli ormoni fu Minus, che scelse proprio quel momento per schiantarsi in mezzo a loro inciampando in una mazza chiodata.
"Hey, tutto ok?"
Negli ultimi giorni, Peter si comportava in modo strano...sapevano che l'ultimo periodo aveva messo a dura prova i suoi nervi, ma da quando erano comparsi i genitori di Sirius percepivano da lui un'angoscia costante.
"No! Questo posto è un covo di morte!" pigolò quest'ultimo, decisamente meno a suo agio di tutti. "Sarà il decimo livido che mi faccio in due giorni!"
"Bah, un po' di attività fisica non può farti che bene..."
"Grazie, Paddy! Sei veramente carino!"
"Piuttosto." Remus si sedette a sua volta, sollevandosi con un colpo di reni. "Notizie dai tuoi, Ramoso?"
Lui si stiracchiò, sapendo che stava per sganciare l'ennesima bomba.
"Sì. Il ministero ha temporaneamente Accecato mia madre."
"Cosa?!" saltò su Peter, sconvolto. "Le hanno tolto la preveggenza?!"
"A quanto pare il processo sarà a breve e a detta della legge, 'non è legale prevedere le parole dell'avvocato della controparte'! Puah."
Black si alzò di scatto, raccogliendo la grossa spada a due mani dal pomolo in ferro annerito.
"Paciock, facciamo due tiri." Esclamò a voce alta, allontanandosi.
"Sì, Paciock, fai due tiri con Black!" gridò da qualche parte Alice, che gli aveva appena fatto letteralmente il sedere a strisce. "Magari stavolta riesci a non farti disarmare come un moccioso!"
"Sparati, amore! Non è colpa mia se sei un mostro in gonnella!"
"Così impari a deridermi! Potere alle donne, stronzo!"
"Ti amo anche io, tesoro!"
Sirius alzò gli occhi al cielo a quell'amorevole scambio, soppesando la lama tra le mani.
"Barrie, mi dai una mano ad affilarla?"
Peter sospirò, scrutando con la coda dell'occhio il suo profilo rigido mentre allisciava la spada contro la mola.
"Si sente in colpa."
"Idiota." Potter scosse la testa. "Gliel'avranno detto mille volte che non è colpa sua. Anzi, a detta di mia madre forse è la volta buona che la questione venga risolta una volta per tutte. Punta all'adozione legale."
"Come sta il funzionario che si è occupato dell'Accecamento?" sorrise sotto i baffi Remus.
"Ne hanno dovuti cambiare due. Si è trattenuta per amor di Sirius, altrimenti mi sa che mio padre l'avrebbe dovuta ripescare ancora dalla prigione. A proposito, è da un po' che la guardia non ci manda dei cioccolatini...ormai quei due sono diventati amici..."
"James, ti voglio un gran bene ma lasciatelo dire: la tua famiglia è fuori di testa!" Rise Minus.
"Bah, sai com'è fatta! Se le pesti i piedi, lei te li mette in faccia. Per questo non sono minimamente preoccupato..."
"Hey, a proposito di svitati, com'è che Black e il Professor Walsh sono così affiatati ultimamente?"
"In che senso?"
"Beh, li vedo sempre assieme in questi giorni. E Black lo guarda come se fosse un mentore..."
"Perché Barrie è favoloso!" strillò Weasley, captando il discorso e schiantandosi in mezzo a loro. "Sul serio, quel tizio è un genio!"
"Ah sì?" Remus inarcò un sopracciglio. "Mi era sempre parso un tizio piuttosto comune..."
"Bah, le apparenze ingannano!" frecciò il rossino, tornando a fissarlo con pura venerazione.
"Con te e Sirius tra i piedi, ci credo che abbia iniziato a bere..." frecciò James, fissandolo mentre si attaccava alla fiaschetta che ultimamente si portava sempre appresso.
"Nah, secondo me è per la fidanzata misteriosa...mi sa che l'ha piantato. Comunque lo adoro! Mi ha insegnato di tutto e di più sulla tecnologia! Hey prof, quando facciamo il week end babbano, a proposito?"
Occhiatacce e maledizioni da praticamente tutti quanti ma l'irlandese veleggiò su di loro senza accorgersi di nulla mentre Weasley salterellava peggio di un coniglietto.
"Prima di Natale! Tranquilli, non voglio farvi saltare le feste..." tubò, angelico, riavvitando con cura la fiaschetta di whisky. "Silente mi ha dato i permessi l'altro ieri! Sarà divertente!"
"Sì, come tagliarsi le palle..." masticò tra i denti qualcuno alle sue spalle ma anche stavolta, parve non accorgersene.
"Non dovrete temere nulla, in ogni caso! Vi lascerò carta bianca per la maggior parte del tempo ma sarò comunque lì presente con la bacchetta, nel caso ci fossero problemi! Vedrete, questa esperienza vi lascerà estasiati! E poi è giusto che impariate ad affrontare le difficoltà senza aiuto della magia..."
"Sono d'accordissimo!" cinguettò Arthur elettrizzato. "Per Ardua Ardens, non è così, Prof?"
Quello inarcò un sopracciglio, interdetto.
"Eh?"
Weasley parve confuso.
"Ma..."
Improvvisamente, il pavimento si mise a  tremare. I quadri traballarono dai cardini, gli uccellini sui rami fuori dalle finestre volarono via e Remus Lupin ebbe quella sensazione ancor prima che un'ombra gigantesca calò su di lui. La sensazione che era un cattivo presagio...
Si ritrovò improvvisamente al buio, come se una specie di montagna gli fosse piombata davanti.
Alzò lo sguardo e sbiancò nel vedere che non era una montagnetta, bensì una...ragazza...?!
Rimase completamente a bocca aperta.
E che cavolo era, la figlia di Hagrid quella?!
Se la ritrovò davanti in un attimo, capelli bruni e spessi legati in due codini bassi, lo sguardo di uno squalo, il grugno imbronciato e un'altezza che senza esagerare superava i due metri. Per non parlare dell'ampiezza delle sue spalle e dei bicipiti grossi come palle da bowling che mettevano a serio repentaglio la camicetta...
Quella specie di mezzogigante rimase impalata per qualche istante, analizzandolo con occhio clinico.
Fottutamente inquietante.
"Remus Lupin, vero?" abbaiò, facendoli saltare sul posto.
"S-sì..."
Remus, anima buona, si ricompose subito e si sforzò di assumere un'espressione neutra. Era nato e cresciuto con un'educazione ferrea e sapeva essere gentiluomo con qualsiasi tipo di...hem...creatura.
La stessa cosa non si poteva dire di quegli altri tre cretini che, con molto poco tatto, la fissavano con occhi a palla e la bocca spalancata a formare una "O" perfetta.
Lanciò loro un'occhiataccia ma la ragazza parve non interessarsi al silenzio appena calato nella sala. Si piegò su Remus con le manone sui fianchi, fissandolo in un modo che lo fece leggermente sudare freddo.
"Mi chiamo Pamela Sgrunt." Dichiarò, con pesante accento rumeno. "Il comitato della Morale Pubblica di questa scuola ha contattato mio padre per l'allestimento del Ballo di Fine anno e visto che ci siamo trasferiti qui fino a quella data, alcune rappresentanti mi hanno chiesto di partecipare. Beh, voglio che tu ci venga con me."
Così. Autoritaria a dirla gentile.
Silenzio agghiacciato da parte di..., beh, di tutti. Lupin, ancora con il delicato nasino all'insù, ebbe giusto un istante di smarrimento.
La fissò sbalordito, incapace di proferire parola. La ragazza sembrava aver l'aria di mandarlo K.O. se avesse rifiutato...
"Ok, ok, Pamela, scusa ma dobbiamo andare, ti darà la risposta al più presto!"
Ah, la cavalleria degli amici!
Potter lo afferrò per un braccio stampandosi in faccia il più finto sorrisone di circostanza che riuscisse a riprodurre, Peter fece altrettanto schiacciandosi alla sua sinistra e Black gli si schiantò sulla schiena iniziando a spingere per metterlo in salvo.
Come quattro saette furono ben presto fuori dall'aula, trascinandosi dietro un Lupin tramortito come se l'avessero preso a sberle.
Tre, due, uno...
"Non ce nulla da ridere!" il povero Prefetto li spettinò con la sola forza dell'ugola, mentre quei tre si accasciavano sul pavimento.
"Oddio...ma l'avete vista?"
"Remus...sei spacciato, amico!"
Quello si trascinò con loro fino in Sala Grande con l'aria di un condannato a morte.
Ci mancava solo quella!  E adesso, come gli avrebbe risposto senza finire steso?!
Poteva sempre dirglielo quando arrivava la luna piena...magari così aveva una chance...
"La piantate?" abbaiò, piazzandosi le mani nei capelli. "Sono veramente spacciato! Se rifiuto quella mi ammazza!"
"Beh, vedila così: finalmente perderai la verginità." Miagolò Sirius, iniziando un vero e proprio battibecco dei loro, in cui né Potter né Minus si intromisero, troppo impegnati a squadrare il ben di dio che c'era sui tavoli per pranzo.
Sotto Natale gli elfi davano davvero il meglio di sé. Anche se mancava ancora abbastanza alla venuta del ciccione vestito di rosso, Hogwarts era già stata in parte addobbata: dal soffitto pendeva vischio, la tappezzeria era ricoperta di pregiate stoffe rosse e bianche e il primo albero di Natale veleggiava sotto gli incantesimi di Vitious cercando una posizione libera tra gli scatoloni di luminarie.
E poi i piatti...dio, che delizia! C'erano zuppe e stufati guarniti di una grande varietà di tuberi, cacciagione arrosto tra cui un enorme cinghiale lucente di sugo, lunghi filoni di pane lievitati, crostate di patate e schiere di torte grondanti di marmellata di lamponi.
"Buongiorno." Salutò Lily, affiancandoli. "Remus, domani in mattinata dobbiamo organizzare alcuni stand...hey, tutto bene?"
"No, è a rischio stupro. Ma una bella mangiata e gli passa!" Le strizzò l'occhio Minus, fiondandosi a tavola. "Dio, e pensare che a Natale sarà ancora più buono!"
"Eh?" Black parve cadere dalle nuvole. "Starai qui, a Natale?"
"Staremo tutti qui a Natale, testone!" sorrise James, strizzandogli l'occhio. "Si mangia meglio, d'altronde!"
Certo, come no...Sirius sorrise mesto. Lo facevano per lui. Per rimanere tutti assieme e proteggerlo...la minaccia dei suoi non era stata dimenticata.
"Mi fermerò anche io, quest'anno." Disse la Evans, squadrando in malomodo Potter che si stava letteralmente abbuffando con poca decenza. "A sapere che c'era tutta questa bella roba, l'avrei fatto più spesso!"
"Già ti devo sopportare tutto l'anno..." bofonchiò James perfidamente, le guance piene come quelle di un criceto.
Lily lo guardò con fare omicida e in risposta gli tirò in faccia un grosso pezzo di mollica.
"Hey!" esclamò James, inghiottendo a forza e lanciandone un altro a sua volta.
"Cafone!" si scandalizzò Lily e un terzo pezzo di pane volò nell'aria.
"Vipera!" Ribatté James, lanciandole il quarto.
"Piccioncini!" disse a tradimento Sirius, ma fu una mossa errata, perché si beccò in faccia due pagnotte intere.
Un colpo di tosse deciso e severo precisò che la Mcgranitt li avrebbe scannati vivi se avessero continuato quella battaglia di cibo, ma furono graziati da Silente che improvvisamente si alzò in piedi.
"Un attimo di silenzio, prego! Vorrei annunciarvi che domani gli studenti potranno andare ad Hosgmeade a comprare i regali di natale. Quindi ora intendo avvisarvi..." si fece improvvisamente serio. "Date le attuali circostanze, prego tutti voi di prestare attenzione alle persone che incontrate e a non accettare nulla da chi non conoscete. Inutile rimarcare l'obbligo di rimanere su strade frequentate, di rispettare il coprifuoco e di allertare Auror o Professori qualora vediate qualcosa di strano."
Un silenzio teso calò nella Sala.
"E' per via di Voi-Sapete-Chi!" bisbigliò un ragazzo ricciuto di Grifondoro al suo compagno. "Dicono che stia diventando ancora più potente e che stia tornando a Londra..."
Subito l'insegnante tornò a sorridere, tacendo con un morbido movimento di mano il vespaio di bisbigli che aveva generato.
"Vi prego ora di non stare a preoccuparvi! Domani sarà un'incantevole giornata e scommetto che non vedete l'ora di proseguire questo splendido banchetto, quindi buon appetito!"
A riempirsi le pance furono lesti e alla fine, ciondolarono gonfi e felici su piatti tirati a lucido. Finita la cena sì sentì il solito grattare assordante delle panche e gli studenti si apprestarono ad andare nei rispettivi dormitori, tutta Grifondoro accertandosi di perculare per bene Remus che a quanto si diceva sarebbe stato violato a breve.
Urlando insulti ed improperi, il biondino si schiantò contro Weasley, ma lui quasi se ne accorse. Il loro amato portiere aveva uno sguardo assorto e corrucciato.
"Hey rosso, ma stai bene?"
Quello parve risvegliarsi, guardandolo con aria quasi triste.
"Sì." Rispose, abbassando la voce. "E' solo che..."


"Hey, scimmia."
Ok, vedere Sirius Black arrossire era un evento, su questo non c'erano dubbi.
Fu per questo che Lily sorpassò sull'appellativo e si fermò, sorpresa, vedendolo raggiungerla in quattro grandi falcate con l'aria imbarazzata e a disagio.
"Sì?"
"Beh, ecco...avrei b-bisogno di un consiglio."
E ora che gli prendeva, a quello spostato?! Da quando balbettava in sua presenza?!
Lo vide inspirare a fondo, prendere coraggio, artigliare l'aria con le dita un paio di volte.
"Ok." Sbottò infine. "Natale. Compere."
La Grifoncina lo fissò senza capire.
"Ma ti si è annodata la bacchetta o cosa?"
"Aaah..." quello si mise le mani tra i capelli. "Cristo, se la rendi difficile!"
"Insomma! Si può sapere che vuoi?!"
"Volevo fare un regalo!" esplose infine lui. "A...A Cristhine!"
Appena un istante di sorpresa, poi finalmente afferrò l'antifona.
"Ohhh..." mormorò, già iniziando a sorridere. "Mi stai chiedendo un consiglio sul regalo da farle?"
"Beh, sei una donna no?!" sbottò quello, guardando altrove mentre lei lo investiva con un'ondata di tenerezza. "Va bene, puoi anche ridere!"
"Non voglio ridere! E' una cosa normale!"
"Sì beh...James avrebbe riso..." borbottò Sirius.
"Perché James è un idiota." sbuffò lei, con una smorfia. "E comunque le donne non hanno gli stessi gusti."
"Argh! E ora come faccio?" Lui si morse il labbro, letteralmente disperato. "Non ho mai fatto cose del genere! Cioè, ok, ho sempre regalato fiori alle ragazze, prima di portarmele a letto! Ma non posso farlo anche con lei! Non adesso! Che cavolo di messaggio le manderei?!"
"Un pessimo messaggio. Sì." Acconsentì Lily, indicandolo come se fosse un animale raro.
"Guarda che non mi stai aiutando!"
"Ok." Lily sorrise, cercando di rimanere seria per non imbarazzarlo ulteriormente. "Come ti ho già detto, le donne non sono tutte uguali. E poi sei il suo ragazzo, il suo primo ragazzo a dirla tutta! Non puoi farle il regalo che le farebbe un'amica."
"Cioè, devo fare qualcosa di speciale? Niente calzettoni di lana o cose così?"
"Certo, ma che cavolo, questo è scontato! Come fai a non arrivarci! Ma mi spieghi come facevi a portarti a letto le ragazze?!"
"Svestendomi." Fu la sincerissima risposta, e stavolta fu lei a portarsi le mani nei capelli.
"Va bene, va bene!" si portò indice e pollice alla base del naso, massaggiando piano. "Lezione principale, Sirius Black. Il regalo perfetto è quello fatto dal cuore. Non è importante che sia costoso ma che abbia un significato per quella persona. Scopri ciò che è importante per Cristhine e avrai il tuo regalo."
"Insomma, mi dici di indagare. Tipo Detective."
"Più o meno..."
Lo vide letteralmente illuminarsi.
"Grazie Lily! Sei un'amica! Non ti farò più neanche uno scherzo!"
"Sappiamo entrambi che non sarà così ma...prego."
"Niente calzettoni, quindi."
"Niente calzettoni. Ti saluto!"
"Hem, Lily..."
"Sì?"
La ragazza si voltò, vedendolo di nuovo disperato e con le mani giunte in preghiera.
"Per favore, non dirlo a James!"






Quella mattina Remus Lupin era particolarmente allegro.
Lo era sempre quando andava ad Hogsmeade...in via ufficiale, diciamo.
Provava un inquietante senso d'appagamento nel vedere quelle vie strette e tortuose, che lui percorreva una notte al mese, rischiarate dalla luce del sole, colorate e frizzanti di magia. Camminarci in modo normale, come un ragazzo normale...
Sveglio da tanto, ordinato e pulito, osservò con un sorriso conciliante tre ragazzi avvinghiati nelle coperte dei loro letti.
"Forza pelandroni!"
Sirius bofonchiò qualcosa, irritato.
"Rem, non rompere..."
"Oh andiamo! E' tardi! Oggi si va ad Hogsmeade!"
"Capirai...ci andia-a-aaamo una notte al mese per tutto l'anno!" sbadigliò Peter, alzandosi goffamente.
Si vestirono in fretta, caotici come sempre, procedendo con i soliti rituali di routine: Sirius e James che mettevano in disordine e Remus che risistemava con la bacchetta, come una perfetta casalinga. Peter che ci metteva mezz'ora in bagno, litigate per il predominio del cesso e spazzolini che volavano da una parte all'altra come pugnali.
Tutto nella norma. Tutto...normale.
Amata, sottovalutata normalità.
Remus accolse il sole pallido del mattino come un bacio sulla pelle, dirigendosi in fila indiana verso le carrozze.
I Thestral, che lui vedeva bene, sbuffavano docili scrollando le ali squamose. Amava anche loro.
Amava tutto di quelle giornate. Qualsiasi cosa.
Lily Evans sorrise nel vederlo così incredibilmente sereno – era raro vedere Remus senza quel velo di malinconia negli occhi chiari-  e lo superò dopo avergli baciato la guancia, sistemando meglio le scartoffie che si era portata dietro dalla riunione coi Prefetti per gli stand del Ballo di fine anno.
Svegliarsi all'alba era stata dura ma a quanto pareva, l'idea dello stand dei baci aveva preso piede! Non che la entusiasmasse venire associata a una cosa così scema, però era perlomeno un passo avanti nel lungo e tortuoso cammino dei diritti sociali...
Cacciò i fogli in borsa, decidendo di preoccuparsi solo delle cose futili. Sì, quel giorno sarebbe stato piacevole e sereno, ne era certa!
"Dunque." Borbottò a voce alta, elencando alla PrendiAppunti fluttuante davanti al suo naso vari voci della lista dello shopping che avrebbe fatto quel giorno. "Segna: regalo a Cristy, quelli per mamma e papà al negozio 'Magie per Babbani', Petunia se lo scorda questa volta e..."
"...e a me!" finì James al posto suo, affiancandola. Afferrò la biro per la piuma, facendola tremolare impaurita sotto al suo ghigno. "...Aggiungi, regalo per Potter."
Lei lo squadrò come un insetto, liberando la povera biro dalle sue grinfie.
"Cosa hai fatto di bello per meritarti un regalo?" chiese, simpaticamente acida.
"Esistere."
Alcune ragazze di Tassorosso lo sorpassarono ridacchiando alla battuta e quando James sorrise loro, lanciarono gridolini deliziati.
Lily non si perse nemmeno una scena, disgustata.
"Sempre a fare il cascamorto..."
"Le ragazze mi adorano! Che ci posso fare?"
"Guarda che se vai avanti di questo passo il regalo te lo sogni!"
"Ah, quindi l'hai presa in considerazione come idea!"
"E-Eh?! Io...io...!"
"Va bene, va bene..." il ragazzo alzò le mani in segno di resa prima di scompigliarle i capelli. "Comunque fammelo. Io te lo farò. Raggiungo gli altri, ciao ciao!"
"Hey...aspetta! Io non te lo faccio, hai capito?! Non..."
Bam, via come un fulmine. La prendiAppunti le accarezzò lo zigomo, consolatoria.
Dio, come avrebbe voluto strozzarlo!




"Hai di nuovo infastidito Lily? Sembra di nuovo sull'orlo di una crisi di nervi." Cristhine alzò lo sguardo verso James, masticando un chupa chups tranquilla da fare schifo.
"Beh, sì...a proposito di questo..."
La ragazza, che era stata raggiunta da Ramoso e trascinata lontana dalla calca, rizzò le orecchie.
Ok, vedere James Potter arrossire era un evento, su questo non c'erano dubbi.
"Sì?"
Annaspamenti. Disagio. Avrebbe anche notato che aveva lo stesso strano tic del suo fidanzato se solo l'avesse visto la sera prima mentre artigliava l'aria come un pesce fuor d'acqua.
Le venne da ridere.
E adesso, che cavolo gli prendeva a quello spostato?
"Ok! Senti...cheodregalpiacrebbeLily?"
La Corvonero inarcò educatamente un sopracciglio.
"Scusa?"
"Regalo...compere...regalpiacebbeLily..."
"Ma ti si è annodata la bacchetta o cosa?"
James trasse un sospiro...com'era difficile parlare alle volte!
"Che tipo di regalo piacerebbe a Lily?"
Eccolo. Eccolo il ghignetto alla Cristhine, il dannato sorriso sornione alla "Sono una Corvonero e ho sempre fottutamente ragione"!
"Ok, devi andare avanti a godertela ancora a lungo?!"
"Sì, ancora un po'..." lei ridacchiò, effettivamente godendosi quel momento come non mai. Ah, avere sempre ragione a volte era una vera pacchia!
"Eddai, Cristhine..."
"Ok, scusa." Raddrizzò le spalle, facendogli pat pat sulla spalla mentre quello pigolava come un cucciolo bastonato, quasi supplicandola di porre fine al supplizio. "Ma un regalo da spasimante o da amico?"
"Insomma!"
"Ok! Era solo per chiedere! Da amico, da amico." Lei alzò gli occhi al cielo. "Mi ricordo che una volta aveva menzionato che desiderava avere una collana. Sua sorella le ha rotto la sua...non so perché. Litigano spesso, a quanto mi racconta."
"Sì, lei è una stronza. Una collana, hai detto?"
"Posso darti un consiglio?"
"No, ti prego..."
"Comprale qualcosa di speciale. Di importante. Qualcosa che le faccia capire che tieni a lei, che la conosci bene."
"Cristhine." James cercò di placare i battiti del suo cuore. "Per l'ultima volta. Non sono innamorato di Lily Evans."
Sorriso accondiscende come risposta.
"Ti odio. Sappi che non verrò al tuo matrimonio con Sirius."
Lei sospirò, divertita e lo guardo quasi con compassione.
"Prendi almeno una collana che assomigli al suo stile. Lo sai, una..."
Non riuscì a trattenersi e finì la frase al posto suo.
"...una semplice. Niente di elaborato, costoso. Una collana sottile, splendida ma poco sfarzosa."
"...Esatto. Esattamente come l'hai descritta tu."
Con la vaga impressione che si era appena fregato da solo, le voltò le spalle prima di ripensarci.
"Ah. Cristhine..."
"Sì?"
"Per favore non dirlo a Sirius!"








Le carrozze ondeggiavano dolcemente, calde e comode, verso il ripido pendio che le avrebbe portate a Hogsmeade. Ognuna stipata di studenti, ognuno con i propri pensieri. Regali da acquistare, leccornie da gustarsi sotto la neve, le mani ben infilate in guanti di lana e i nasini rossi immersi nei libri per qualche ripasso, o nelle ultime riviste di MagiVogue.
Troppo immersi nei piccoli problemi quotidiani per accorgersi...del destino.
Poco oltre un colle, il destino parve palesarsi in alcune nuvole dalla forma strana, arricciate e compatte come l'occhio di un ciclone. Fu solo un istante, un piccolo lampo di cui nessuno si accorse e...il destino cadde sul carretto di un mago che ciondolava docile lungo la collina.
L'uomo che lo guidava era una persona assolutamente normale. Un burbero proprietario di un negozio di paccottiglia.
Il Thestral che trainava il suo carretto, pieno di chincaglieria comprata a poco prezzo da un mercatino orientale e che avrebbe venduto quella mattina, parve avere molto più acume di lui perché quando quell'oggetto cadde dal cielo, si inchiodò di botto e nitrì allarmato.
"Bestia della malora!" ringhiò il mago, scendendo a controllare che le ruote non si fossero bucate. "Ma che t'è preso?!"
I suoi stivali in pelle di castoro furono avvolti dalla neve, bagnandosi e intirizzendolo di freddo.
Niente. Tutto normale.
Chi li va a capire, i Thestral...
Si bloccò di colpo, vedendo come un luccichio per terra con la coda dell'occhio. Ecco, gli aveva pure fatto cadere il carico!
Ma quando si chinò, notando una sottile catenella immersa nel ghiaccio annacquato, scosse la testa.
Era un semplice sasso. Uno stupido sassolino legato ad una cordicella. Di certo quella schifezza non faceva parte del suo materiale.
Decise di lasciarlo dov'era, giudicandolo decisamente invendibile anche per clienti come i suoi, che credevano che le mani rinsecchite di scimmia portassero davvero fortuna.
Rialzò lo sguardo, attendendo che la fila di carrozze da Hogwarts lo superasse. Si sfregò pure le mani, sapendo che sarebbe riuscito a fregare qualche studentello o due.
Come onde nere, le carrozze ben presto svanirono alla sua vista.
Sull'ultima di esse, Lily Evans fissava il cielo. Che strano.
Per un attimo, le nuvole avevano assunto una forma bizzarra. Ma forse era solo una sua impressione.
Sì, pensò, ritornando a scervellarsi su regali improbabili e stand discutibili. Quella sarebbe stata una bellissima giornata.

M.A.R.A.U.D.E.R.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora