Peter Minus crollò esattamente alle 16.30. Cadde svenuto, con la febbre a quaranta ed il battito lento come la morte.
Stavano uscendo dall'aula, sotto gli sguardi di tutti. Il litigio di James e Sirius aveva fatto il giro della scuola e non c'è nulla di più appetitoso di vedere due fratelli dividersi...soprattutto se davano spettacolo.
Fuori dalla classe, l'ingorgo era così denso che l'unico modo che aveva Sirius per passare era far spostare James... cosa che ovviamente non fece.
"Levati."
"No."
Ed eccoli lì, i due polletti che arruffavano le piume, uno di fronte all'altro senza l'intenzione di cedere. Figuriamoci, c'era anche il pubblico...nulla di più esaltante per quei due, che si fissarono con un inquietante luccichio negli occhi.
"Fatela finita, dio!" gemette Remus, mentre l'area si riempiva di un brusio eccitato.
"Avete visto?"
"Dieci galeoni che si pestano."
"Potter quando ghigna così fa paura. Punto su di lui."
"Perché, glieli vedi gli occhi a Black? Sembrano buchi neri...per non parlare del fatto che viene da quella famiglia lì...chissà se ha già ammazzato qualcuno..."
"Sì, ma quello è un Potter. Praticamente è cresciuto con gli sterminatori di Mangiamorte!"
Lily Evans passò tra i due con una spallata, aggiustandosi la tracolla stracarica di libri e facendo cessare quel baccano.
"Va bene, va bene, siete entrambi due maschi alpha. Ora vi spostate entrambi o volete farci rimanere qui fino a stanotte?"
Repentino, Black le passò un braccio attorno al collo. Un gesto del tutto casuale.
E Potter perse il ghigno. La sua mascella si contrasse fino a diventare di marmo.
"Mi accompagni in camera, Lily?" tubò quello, stringendosela contro. "Mi fa ancora male la caviglia."
"Ma non puoi farti portare da Remus?! Guarda che pesi!" protestò quella, guardandolo di traverso.
"Ma lo vedi com'è conciato? Vorrei evitare di infettarmi, grazie!"
La rossina cacciò un'imprecazione, passandogli nuovamente il braccio attorno alla vita.
"Siete messi male in tanti, eh? Peter sembra che non stia in piedi."
"Visto, Potter?" ghignò Black, sadicamente...e iniziò a giocherellare distrattamente con una ciocca della sua rossa chioma. La prese tra due dita, in modo così delicato che lei nemmeno se ne accorse...ed iniziò ad accarezzare nel modo più perverso in cui fosse possibile toccare dei capelli. "Si preoccupa per me. Non è dolce?"
A lui non aveva mai permesso di toccarla in quel modo...
Fu uno schianto a impedire a James di sfoderare la bacchetta. Si girarono tutti, osservando Minus per terra come un sacco di patate.
E siccome a Peter volevano ancora entrambi bene, fecero per precipitarsi e tirarlo su...con il risultato che il primo prese un braccio e il secondo prese l'altro.
Si scoccarono un'occhiata in cagnesco.
"Molla." Frecciò James, tirandoselo verso di sé.
"Ma molla tu!" berciò Black, rifacendo lo stesso gesto.
E iniziarono a tirare il povero Peter per le braccia come se fosse una fune e fu una fortuna che quel poverino fosse svenuto, anche se al suo risveglio le braccia gli avrebbero fatto parecchio male, per non parlare dei lividi in testa che sbattacchiava sul pavimento di qua e di là!
"E' mio amico, mollagli il braccio e fammelo soccorrere!"
"E' il MIO amico, quindi schiodati!"
"PIANTATELA!" Ululò la Evans, schiantando entrambi al muro, e si riuscì a portarlo dalla Chips.
"Un febbrone da cavallo. Eppure gli avevo dato le erbe!"
La medistrega non sapeva capacitarsi. Non guariva. Dovevano aver già fatto effetto le sue erbe medicinali ma la febbre lo stava ancora divorando.
Li spedì tutti via, tirandosi su le maniche e cercando una soluzione. Non esisteva che in casa sua non si guarisse!
Lupin tossì, portandosi un fazzoletto alla bocca e sperando in bene. Era in camera ora, in posizione semiseduta, una mano mollemente abbandonata lungo il materasso. La pelle lucida, le labbra e gli occhi umidi, le gote leggermente arrossate...più bello e più debole come ogni volta che si ammalava.
Ma quella non era una malattia comune. Era il branco. Per questo non guarivano!
Il branco si stava spezzando... e ora, anche James e Sirius iniziavano a patirne gli effetti. Potter aveva iniziato a starnutire pochi minuti fa, Black tossiva ed era certo che entro sera sarebbero stati ridotti a due stracci esattamente come lui e Codaliscia.
Scoccò uno sguardo astioso ai due dementi.
"Ok, ora avete rotto." Sibilò, agitando la bacchetta pigramente.
Potter incollato ad un letto e Black all'altro da un incantesimo luminoso.
Black aveva avuto la brillante idea di salire in camera...con la camicia slacciata. Rossi segni sull'epidermide bronzea. E la cintura sciolta sulla vita.
E ora scoccava ghigni pieni di malizia a Potter, lasciando intendere chissà che rapporto con la Evans e quel cretino ci credeva pure. Come se Lily Evans fosse il tipo da fargli succhiotti sul collo. Era tutto il pomeriggio che Black ci provava con lei in ogni modo possibile, ma la loro Prefetto sembrava non afferrare. E dire che era una ragazza tanto sveglia, di solito...
"Non avrai energie tanto a lungo, sai?" sbottò quest'ultimo, adocchiando il suo stato pietoso. "Non riuscirai a tenerci separati ancora per tanto. Stai uno schifo."
"Già, e di chi è la colpa, eh?!"
"Se ci lasciaste ammazzare, sarebbe già tutto risolto." Sbuffò James, tranquillo.
"Non dirmelo due volte..." borbottò Lupin cupamente, sfogliando un manuale di Erbologia.
Perché l'effetto non accennava a sparire? Che ci fosse del vero rancore tra quei due?
No, non poteva essere. Eppure...quella era una spiegazione plausibile al prolungarsi dell'incantesimo.
Li guardò a lungo, pensieroso. La febbre lo stava confondendo...non riusciva a riflettere.
E se ci fosse stato qualcosa, sotto quell'amicizia così salda? Qualcosa di oscuro, di torbido, della sottile polvere dopo aver sollevato il tappeto. Tutti avevano dei segreti, in fondo.
E Sirius era tornato dalla Foresta Proibita...come se fosse lontano.
Lontano da loro.
Non avevano capito perfettamente cosa fosse successo...ma qualcosa doveva averlo spezzato in un modo inspiegabile. Il contatto con lui si era fatto quasi labile, tremante.
E per la prima volta, dal suo cuore non avevano percepito solo un caldo affetto. Ma anche...della diffidenza. Una sorta di freddezza sorda, paralizzante, come quella di un cane randagio che cerca di capire se la mano tesa è davvero quella di un amico.
Le sue considerazioni furono interrotte da un urlo isterico che fece traballare i vetri.
"BLAAAACK!!!"
Lily Evans si affacciò alla stanza con occhi spiritati...e alcuni fiori nei capelli scompigliati.
"GIU'. ADESSO." Tuonò, mentre lui ridacchiava.
La Sala Comune era calda come sempre. Tendaggi rossi e oro, caminetti accesi, un calore che le altre Casate si sognavano. Peccato che la faccia un pelino folle di Lily bastò a far scappare praticamente tutti, fino a quando non rimasero solamente loro due.
La Grifoncina, con una vena pericolosamente gonfia sul collo, sbatté sul tavolo un pregiato mazzo di fiori.
"COSA DIAVOLO SONO QUESTI?!" Ululò, al limite di una crisi di nervi...perché, salendo in camera, aveva trovato la sua stanza immersa di rose rosse. Montagne di mazzi dappertutto...legati assieme da un inconfondibile nastro nero.
Sirius Black continuò a ridacchiare.
"E' il mio modo per dirti grazie." Tubò dolcemente.
"Questo è il tuo modo per dire ad una ragazza che vuoi portartela a letto!" strillò la rossina, sventolandoglieli in faccia. Totalmente nel panico. "Ma che cosa diavolo ti è saltato in testa?!"
Ma tu guarda. E dire che c'era chi faceva carte false per averle sul proprio cuscino.
"Esattamente quello che hai detto, Evans." Continuò lui, con un sorriso beffardo. "Voglio portarti a letto."
Così. Tranquillo da far schifo. Come se stessero discutendo di compiti di Trasfigurazione. Oh no, no, no...non stava accedendo davvero!
"Tu...tu...guarda che lo so cosa stai facendo..." questa volta fu un sibilo quello che le uscì dalle labbra tremolanti.
"Oh, andiamo." Lui sorrise, scuotendo i capelli sul bel viso. "Non ti sto proponendo un matrimonio. Tu sei libera, io sono libero...da quant'è che non baci un uomo, Evans?"
Evitò accuratamente di fargli sapere che non aveva mai baciato nessuno, un'umiliazione di cui avrebbe fatto volentieri a meno visto il tipo che aveva davanti, e si massaggiò delicatamente le tempie, chiudendo gli occhi.
"Ora stammi a sentire bene..." cercò di dire con calma, ma non ebbe il tempo di finire la frase.
Black si avvicinò velocemente, schiacciandosela contro. Le prese delicatamente un polso, mentre con l'altro braccio la cinse alla vita, premendo appena i fianchi contro i suoi.
Profumo. Un profumo di fiori freddi le invase il naso...mentre il cuore le balzò in gola.
"No, ora stammi a sentire bene tu." Le sussurrò sulla pelle, chinandosi su di lei. "Io non sono Potter, sai? Non ti rincorrerò come uno zerbino. Ma ti assicuro, scimmietta, che alla fine sarai tu a cedere. Sarai tu che verrai da me."
C'era una piccola differenza, nella stretta sua e in quella di James, notò confusamente la povera Prefetto. James era avvolgente. Caldo.
Nonostante l'avesse sempre vissuta come una trappola, la sua...era sempre una presa morbida. Se ne accorse solo in quel momento, mentre il suo degno compare la teneva tra le braccia. Sirius aveva una presa forte, di granito. Quasi più brutale, fredda, implacabile.
Quando James l'abbracciava...sembrava...che ci tenesse, in qualche modo.
La mano dell'erede dei Black salì lentamente per la sua schiena, sfiorandole la colonna vertebrale. Niente male la Prefetto di Grifondoro, pensò divertito, sentendo quanto stretta fosse la sua vita e torniti i suoi fianchi, nascosti dalla tunica.
Non aveva mai provato del vero interesse verso di lei ma ora era contento di sentire ciò che sentiva.
Sapeva che era bella, ce li aveva gli occhi, ma anni di avventure gli avevano fatto capire una cosa: una donna si conosce solo toccandola. La sua mano proseguì, superò le scapole, il collo...ed infine le accarezzò la guancia. Accuratamente, come se stesse tastando il terreno, le sue dita fredde scivolarono oltre lobo dell'orecchio, agguantando una ciocca di capelli.
Senza tirare, se la portò alla bocca.
"Hai un buon odore." Mormorò, gli occhi grandi come pozzi. " Non credevo, visto che sei sempre chiusa in biblioteca."
"Black. Ti do tre secondi per togliermi le mani di dosso."
Fredda, imperiosa. Gli occhi verdi ridotti a due fessure lucenti. A breve l'avrebbe picchiato...o forse no. Ora la capiva, la smania di James verso una donna che non gli cadeva subito ai piedi. Era piacevole correre dei rischi.
"A Potter quanti ne dai?" ridacchiò, scendendo sul suo collo con il viso.
Oh, chissà quanto si sarebbe incazzato. Quello era quasi più eccitante dell'idea di portarsela a letto.
Non le sfiorò la pelle con la bocca, ma ora era abbastanza vicino da vedere degli impercettibili brividi. La mano che le teneva il suo polso destro iniziò a farle una lenta carezza sulle vene. "Scommetto che non ti ha mai stretta così a lungo."
"Staccati subito o giuro che..."
Non ebbero modo di scoprirlo, perché una mano calò come una morsa sul suo, di polso, staccandogli bruscamente il braccio da lei.
James Potter aveva occhi ridotti a specchi, due specchi che come braci ribollivano di un oro talmente brillante da affogarci dentro. E la stanza iniziò a tremare.
"Guastafeste." Sorrise Black, appoggiando la fronte contro la guancia della ragazza e guardandolo di traverso, il collo terribilmente scoperto al nemico.
"Hai superato un limite che non andava superato." Sorrise di rimando James, inquietantemente educato. "Toglile le mani di dosso."
"Sai, questa cosa che su di lei ci sia la tua firma è terribilmente sessista. Lasciamola decidere."
La Evans, ora intrappolata tra i due, sgranò gli occhi. Allibita.
"Hey, voi due...!"
James si avvicinò con uno scatto, cingendole l'altra spalla in maniera possessiva ma anche quasi...protettiva.
"No, non credo che potrà mai accadere. Lei è mia."
Calmo. Inconfutabile. Come se avesse appena detto che il cielo fosse azzurro.
Ci furono due reazioni, in lei, dopo qualche istante da quella frase. Fastidio. Orgoglio che aizzava il capo, scuotendola dentro...seguito però da una specie di scarica elettrica che la fece vibrare come la corda di una chitarra.
Finalmente quei due si degnarono di guardarla. E improvvisamente, si accorse di quanto fossero alti.
Lei era alta, ma quei due beoti la superavano di almeno cinque centimetri. Che fastidio, dover sollevare il capo per fissarli in faccia.
"Sei diventata stranamente silenziosa." Ghignò Black. "Allora, ce lo vuoi dire o no, con chi preferiresti finire a letto?"
Ok.
Qualsiasi altra ragazza in quella scuola avrebbe sentito le gambe cedere e diciamocelo, tutte quante provano un sottile moto di piacere quando vengono contese da due ragazzi. Così come gli uomini hanno sogni che travalicano il buon senso e a volte, anche il realistico, tutte le donne almeno una volta nella vita sognano di sentirsi rimpolpare l'ego dal litigio di due pretendenti.
E se i due pretendenti erano Ramoso e Felpato, ci si poteva scommettere che tutte avrebbero voluto vendersi la mamma pur di passare un momento come quello.
Tutte quante.
Ma non lei.
C'era un limite che quei due avevano superato senza accorgersene mentre giocavano a fare i galli nel pollaio e quel limite...beh, era il suo.
Perché venire corteggiata sia da Black che da Potter aveva segnato la svolta, il punto di non ritorno nella sua già labile psiche.
Non ci fu nemmeno bisogno di usare la bacchetta.
I due ragazzi si sentirono agguantare improvvisamente da una forza invisibile, sollevare per aria a testa in giù e lei non aveva mosso nemmeno un muscolo.
Si limitò a fissarli, occhi sgranati e segnati di rosso, i denti stretti, la mandibola più dura del marmo e la chioma che iniziava a sollevarsi attorno al suo viso.
Ecco, ora sì che sembrava pazza davvero.
"Adesso bassa..." masticò tra i denti, godendo nel vederli sbiancare. "Mi avete rotto per davvero."
"H-hey Evans..."
"Zitto Potter. Sta solo zitto."
Aveva passato due giorni, due fottuti giorni a stargli dietro. Per non parlare della settimana prima. E di quella prima ancora.
Non aveva avuto un secondo di pace dall'inizio dell'anno.
E ORA QUEI DUE VOLEVANO CORTEGGIARLA INSIEME?!
Remus scese dalla camera proprio quando i lampadari esplosero e notò una Lily Evans sul principio di un crollo nervoso e due idioti appesi come salami che la fissavano un pelino preoccupati. La stanza intera era pervasa da un'energia magica incommensurabile, poteva quasi sentire i peli sulle braccia rizzarsi.
"Lily..." balbettò, sconvolto. "Ma cos..."
"Ora si fa come dico io!" tuonò la ragazza, aprendo il passaggio della sala Comune con la sola forza del pensiero e trascinandosi dietro i Malandrini.
"Volete ammazzarvi?! Volete cavarvi gli occhi?! BEH, FATELO PURE!" Ululò per i corridoi, piazzandosi poi davanti ad una porta e ficcando i due ragazzi senza tante cerimonie dentro un ripostiglio a cui serrò la porta. "ACCOMODATEVI! AMMAZZATEVI, PESTATEVI, NON ME NE FREGA PIU' NULLA! IO MI SONO STUFATA!"
"Hem, Lily..." ridacchiò Lupin dietro di lei, un pelino preoccupato. "Che fai...?"
"Ora so ESATTAMENTE cosa fare, sai Remus?!" ringhiò istericamente quella, armeggiando in modo molto pericoloso con la bacchetta. "Sono due bambini e vanno trattati come tali!"
"HEY EVANS! FACCI USCIRE!" sbraitarono quelli, tempestando la porta di pugni. "Ma che cavolo ti è preso?!"
"Mi è preso che da adesso in poi si usa il pugno di ferro." Ribatté quella con un ghigno omicida, perfida come non si era mai vista. "Potete picchiarvi, insultarvi, cercare di strangolarvi...non ve lo impedirò più. Ma ad ogni gesto violento da parte vostra, la permanenza qui dentro durerà un'ora in più. L'incantesimo si scioglierà solo quando avrete ricordato che cosa lega due imbecilli come voi, la vostra stupida amicizia e tutti i vostri stupidi ricordi felici! Fino ad allora godetevi il soggiorno!"
"Hey...un attimo." Attaccò a ridere James, sudando freddo. "Qua dentro non c'è neanche un cesso. Non dirai sul serio."
"Allora ti conviene sbrigarti prima che la vescica ti scoppi..." ringhiò sommessamente lei. "...perché per quanto mi riguarda, potete anche soffrire di claustrofobia ma da lì dentro non uscirete fino a quando non vi sarà tornato sano quel vostro dannatissimo cervello!"
"Ma Evans! Tu sei una prefetto!"
"NON PUOI FARCI QUESTO!"
"Cazzo, ma che è questa roba?! Che cazzo ci mette Gazza dentro i ripostigli?! C'è un odore disgustoso!"
"Evans QUI DENTRO C'E' UN UCCELLO MORTO, PER DIO!"
Inutile. Per quanto prendessero a pugni e calci quella porta, l'incantesimo continuava a fare il suo sporco lavoro. E quello fu il giorno in cui impararono una regola fondamentale.
Ci sono donne a cui fa piacere essere l'oggetto di un duello. Lily non era tra queste.
Mai anche solo provare a contendersela. Mai, per nessun motivo al mondo.
"Hem. Sei certa che sia la mossa giusta?"
La ragazza, ansimante, si girò piano verso Remus...che rabbrividì giusto un po'. Ok, forse era meglio non farla incazzare ulteriormente. Era spaventosa!
Alzò le mani, in segno di resa e una gocciolona sulla fronte stile cartone animato.
"Eheh. Come vuoi."
"E ora vado a ripassare Aritmanzia." Dichiarò, superandolo a grandi passi con i capelli indemoniati e le saette che le sfuggivano dalla testa. "Tanto il peggio che può accadere è che si ammazzino... e sono disposta a correre il rischio!"
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M.A.R.A.U.D.E.R.S.
FanfictionNell'oscurità di una guerra incombente, le sfrenate e spensierate esistenze dei Malandrini si sfilacciano negli intrighi di una Hogwarts sempre più ricca di pericoli ed insidie. In un labirinto di incertezze, nell'ultimo anno l'amore sembra essere l...
