Peter Minus aveva visto James Potter infilarsi nelle situazioni più disparate.
Una volta il loro amato leader pensò fosse "divertente" rubare una chimera dai recinti di Kettleburn e infilarla nell'ufficio di Gazza. Un'altra, si era lanciato dalla Torre di Astronomia con indosso scarpette alate montate da Weasley.
Un'altra ancora si era messo a cavalcioni di un ramo del Platano Picchiatore fingendo che fosse un toro meccanico babbano, una diavoleria che aveva visto durante un viaggio in America.
James era fatto così.
Pazzo scellerato, un indomabile.
Mai un'inquietudine. Mai un brivido.
A volte Peter pensava che non fosse nemmeno umano, che non potesse geneticamente avere quella paura sordida che invece nella sua testa faceva capolino costantemente.
Era per questo che i suoi sentimenti verso di lui rasentavano quasi la venerazione.
E fu per questo che, quando lo vide così profondamente turbato da quanto detto, si domandò se non avesse fatto meglio a starsene zitto. Non che fosse mai stato una cima, ma Peter era un buon osservatore.
Doveva esserlo, per tirarsi fuori dai guai e sopravvivere in una scuola piena di bulli.
Stavano camminando in corridoio in silenzio da almeno cinque minuti. Cinque minuti di ondate mentali intrise di agitazione e ansia.
Stava seriamente pensando di rimangiarsi tutto fino a che una figura ben nota non comparve all'ingresso delle scalinate e quando James Potter vide Lily Evans, si iniziò a sfiorare la fibrillazione vera e propria... fino a quando lei si girò, incrociando i loro occhi.
Parve cristallizzare il tempo, allargando appena i suoi.
E James si paralizzò sul posto, sentendosi il cuore in gola, grosso quanto un macigno incastrato nella carotide.
Quel giorno Lily indossava un maglioncino color oceano che lasciava scoperte le spalle, rivelando clavicole appuntite, la pelle diafana come burro, la curva sinuosa del collo.
Un secondo. Due secondi. Tre.
E ora? Ora che le diceva? Come ci si dichiarava?
Anni di conquiste e poi...poi le parole non volevano saperne di uscire...
Ma stava davvero diventando il suo famiglio? Si chiese in una frazione di secondo, costernato. Davvero l'aveva ridotto a quel punto?
Eppure, a scivolare con lo sguardo su quella epidermide morbida, sulla linea del seno semi nascosto dalla lana, su quella bocca che si era preso in quel modo così disperato...sembrava che tutto ciò non importasse.
Dio, sentiva ancora il suo sapore tra i denti. Come se vi ci fosse rimasto incastrato.
Si fissarono in silenzio ancora per qualche istante e James si trattenne dal frizionarsi i capelli.
Ma cosa cazzo poteva dirle?! Hai vinto, mi hai fregato, sono sempre stato alla tua mercé e tu nemmeno te ne sei resa conto? Oppure che amava ogni cosa di lei, che amava ogni litigio da sette anni, che ogni sua sfida era una scarica elettrica a cui non sapeva rinunciare, che in quegli occhi così puri e verdi ci moriva ogni mattina e che quando i suoi capelli si infrangevano contro la sua spalla in tanti fili di seta rossa lo mandavano in ipnosi almeno per venti minuti?
Che amava il suo odore, il suo carattere odioso, che desiderava il suo corpo come mai aveva desiderato nient'altro?
Che voleva baciarla ancora e ancora e ancora...?
E come cazzo si faceva a dire delle cose del genere alla propria arcinemica?! Ne aveva sedotte a dozzine...perché con lei tutto diventava enormemente complicato?!
Fu così che James Potter l'incantatore per la disperazione sfoderò il suo sorriso smagliante, si frizionò i capelli, si stampò le solite stelline nelle palle degli occhietti e se ne uscì con un entusiastico e banalissimo "Hey, rossa!".
E dire che ottenne gelo è un eufemismo.
Lily rimase in silenzio. Arrossì di botto ed avvertì i battiti del proprio cuore accelerare all'improvviso, facendole quasi male contro il petto.
Cos'era? una sensazione angosciante che la faceva sudare freddo e tremare le gambe...
Perché James le faceva questo effetto?
Perché stava così male?
"E'...è Potter! Solo Potter!" si disse, cercando di starsene calma.
Ma fu impossibile.
Lo stomaco era finito in un frullatore, le gambe erano gelatina! E perché cavolo la stava fissando in quel modo?!
E quel diavolo di cuore...perché martellava così forte?!
Imbarazzo.
Lily...stava provando imbarazzo verso James!
La rivelazione peggiorò solo il suo stato d'animo.
"Ciao Evans!" cinguettò Minus, tanto per spezzare quella tensione che improvvisamente li aveva bloccati tutti e tre.
La grifoncina abbassò lo sguardo.
"Ciao Peter." Mormorò, avvicinandosi a passi veloci.
Fu un pensiero solo che balenò nel cervello di James quando lei fece per superarlo.
"Non farla andare via."
"Ciao, dolcezza!" ripeté, provocatoriamente allegro.
La ragazza non lo degnò di uno sguardo e lo oltrepassò a grandi passi, senza dire nulla. Fu come se qualcuno gli avesse rovesciato addosso una secchiata di acqua fredda.
E ora che accidenti le prendeva?!
"Questo sì che si chiama snobbare." Commentò Minus, fischiando e beccandosi un'occhiata di fuoco. "Che le hai fatto, stavolta?"
"Non lo so!" Mormorò James, fissando il punto in cui era sparita. "Non lo so..."
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M.A.R.A.U.D.E.R.S.
FanfictionNell'oscurità di una guerra incombente, le sfrenate e spensierate esistenze dei Malandrini si sfilacciano negli intrighi di una Hogwarts sempre più ricca di pericoli ed insidie. In un labirinto di incertezze, nell'ultimo anno l'amore sembra essere l...
