Una settimana prima.
Il giorno dopo Capodanno non c'era un solo studente al mondo che non girovagasse con la faccia da zombie in cerca dell'Infermeria della scuola.
Le pasticche anti-vomito erano finite già alle nove. I rimproveri di Madama Chips sul bere come degli imbecilli probabilmente sarebbero durate almeno fino a orario di cena.
Nessuno, e dico, nessuno osava mettere un piede fuori dal letto la mattina se non per cercare una cura alla sbornia. Qualcuno ogni tanto tentava con degli incantesimi ma finiva solamente per emettere bollicine colorate dal naso.
Insomma, il post Capodanno era quello che i professori chiamavano sadicamente: l'alba del giorno dopo. La McGranitt ogni tanto dava sfogo al suo sadismo decidendo di far ballare il valzer alle statue all'alba e facendo fare loro un casino infernale ma perlopiù la cosa veniva tollerata dagli insegnanti...grati per una volta di non dover correre dietro a gente come i Marauders e di avere pace almeno fino al primo pomeriggio!
Fu per quello che Madama Pince si stupì quando, quell'anno, non una ma ben due persone misero piede in biblioteca.
Due lunghe gambe fasciate da calde parigine marciavano decise verso un tavolo in particolare. Un berretto di lana, lunghi capelli ancora un po' spettinati dalla notte precedente che ondeggiavano contro i fianchi, due occhiaie sotto gli occhi brillanti.
Michael Aliaset inarcò un sopracciglio con un mezzo ghigno, svaccato sulla sedia.
Lily Evans aveva certamente passato la notte con qualcuno. Solo che non era lui.
"Sì?" frecciò sarcastico. "Hai cambiato idea per caso?"
Gli si fermò davanti, con le mani sui fianchi e l'aria battagliera.
"Nemmeno se mi paghi, a questo punto!" sibilò duramente.
"E allora che vuoi? Darmi un altro calcio dove non batte il sole? Dio, così è solo accanimento, è troppo crudele anche per te!"
Vederlo mettersi istintivamente una mano lì in mezzo le fece scappare un sorrisetto sadico.
"Male, eh?"
"Ho passato tutta la notte con il ghiaccio sui gioielli di famiglia, grazie per l'interessamento."
"Non che tu non te lo sia meritato..."
"E' per questo che sei qui? Per gongolare della vittoria?" lui si sollevò dallo schienale, con occhi freddi. "Beh, complimenti mezzosangue, non ho ottenuto quello che volevo e mi sono sorbito una sfuriata coi fiocchi! Sai, per quanto sa essere stronza quella gente ti sarebbe andata pure bene a stare con me per il resto dell'anno!"
"Oh certo, sarebbe stata una pacchia." ironizzò quella, sedendosi.
"Meglio di tante altre conclusioni. E invece i Serpeverde sono ancora lì a domandarsi cosa cavolo farne di te. Sicura che sia stata davvero una vittoria?"
"Devo dedurne che hai agito così solo per il mio bene?"
"Deduci ciò che vuoi, non mi interessa il parere di una mezzosangue." sbottò lui, duramente. "Sono un Verde-Argento, sono collerico, uno snob e anche un pezzo di merda. Brava, mi hai beccato, come se ci volesse tanto a capirlo! Vuoi un premio per essere stata la più grande tonta della scuola caso?"
Si zittì quando la vide trafficare nella borsa a tracolla, con aria tranquilla. Ma era scema o cosa?!
"Sai, ero veramente incavolata nera ieri." commentò la streghetta con un sorrisetto, piazzandogli davanti un piccolo oggetto scintillante. "Ma poi mi sono ricordata di una cosa."
Sul tavolo c'era un Verboscopio. Lui lo guardò con occhi neutri.
"E quindi?"
"Agisci come il più classico dei Serpeverde, mi chiami Mezzosangue, fingi di guardarmi dall'alto in basso perché sono nata da Babbani... ma a te non importa niente che io lo sia o meno."
"Cosa...?"
"Il giorno in cui ci siamo conosciuti hai detto, 'non mi importa che tu sia una mezzosangue' e il Verboscopio era diventato verde. Significa che avevi detto la verità. Non stavi fingendo!"
Michael sgranò gli occhi, prima di guardare altrove digrignando i denti.
"Sei veramente la più grande tonta della scuola." bofonchiò.
"Sarò anche tonta, ma ieri notte ci ho riflettuto un sacco." Lo squadrò con i suoi occhioni verdi sempre così puri e onesti e lui iniziò a sentirsi di nuovo a disagio. "E sono arrivata alla conclusione che tu non sei come loro. Quando mi parlavi dei libri, di come davvero volessi solo essere lasciato in pace...eri sincero!"
"E quindi? Mi piacciono i libri, tutto qui!"
Lei continuava a sorridergli. Perché? Perché lo trattava con gentilezza? Dopo quello che aveva fatto...dopo tutta quella rabbia. Dopo tutte quelle maschere...
"Tu hai solo paura."
"Io non...!"
"Sì, invece!" lei balzò in avanti, afferrandogli una mano. Michael sentì il cuore balzargli in gola e rimase lì, scioccato da tanta sfrontatezza. "Sei stato orribile Michael Aliaset, hai provato a fare una cosa orrenda e se ti azzardi ad avvicinarti ancora a me giuro che ti scaglio una maledizione addosso ma...tutto quello che hai fatto lo hai fatto perché avevi paura! Perché pensi che là sotto, dai Black, non ci sia alcuna via di fuga, perché ti sei sentito in trappola e solo, e non che questa sia una giustificazione – non lo è AFFATTO – ma d'ora in avanti potrai fare lo stronzo quanto ti pare, fare battutine acide e chiamarmi mezzosangue tutte le volte che vorrai ma sappi che io so che non sei come gli altri, e non c'è niente che tu possa fare per farmi cambiare idea e farmi perdere la speranza che qualcuno, in quello stupido Sotterraneo, prima o poi alzi la testa e decida di fare la cosa giusta! E magari quel qualcuno sarai proprio tu!"
Gli strinse ancora la mano, con forza, un'energia fiammeggiante che non le aveva mai sentito prima. Improvvisamente la vide per la Grifondoro che era: forte, determinata e impavida fino alla stoltezza, ma in qualche modo affascinante.
Rimase immobile, ghiacciato dalla sua presenza.
Lei si rimise in piedi senza fare una piega, ma con il suo solito sguardo fastidioso ed irritante, pieno di fiducia e ideali.
"C'è la tua guardia del corpo." le disse infine, fingendo disinteresse, mentre lei si voltava.
James Potter stava appoggiato allo stipite dell'entrata con occhi di fuoco e le mani incrociate al petto.
Fece per fare un passo in avanti – probabilmente con tutta l'intenzione di farlo fuori – ma lei gli si avvicinò lesta mettendogli una mano sul petto.
"Ho già fatto io." lo blandì, prima rivolgere al Grifondoro uno sguardo così intenso e un sorriso così radioso che Aliaset si rese conto istantaneamente che non avrebbe mai potuto neanche solo pensare di irretirla e farla sua.
Era innamorata persa, forse lei non lo sapeva ancora, ma era evidente che quei due erano destinati a stare insieme.
Gravitavano l'uno attorno all'altro da sette anni come due calamite ed ora sembrava che quel legame si stesse facendo così profondo che Narcissa era stata a dir poco folle a cercare un modo per separarli.
James Potter cercò di placare l'adrenalina, rivolgendogli un'occhiata omicida...prima di seguire docilmente Lily.
Non le chiese di cosa avessero parlato, né cercò di intromettersi, né accennò più a quella storia.
Si fidava di lei.
Oggi.
Gennaio... le cioccolate calde, le ultime colate di neve con cui giocare nei giardini, le dormite davanti al caminetto acceso, il romanticismo delle coppie che avevano superato assieme un altro inizio e che potevano godersi gli ultimi giorni di festa... ecco, niente di tutto questo c'era ad Hogwarts per quelli del Settimo anno.
Lily Evans sbatté la testa contro un enorme libro di mille pagine con tutta l'aria di voler morire.
"Dimmi che siamo a buon punto." pigolò disperata con la bocca pressata sulla carta.
"Nemmeno a metà." sospirò Cristhine, spuntando fuori da una valanga di pergamene con l'aria distrutta e una macchia di inchiostro sul naso. "Ho saputo che Diaphne di Tassorosso ha avuto una crisi isterica, qualche ora fa..."
"Sì...ha gettato tutti i libri dalla finestra... siamo riusciti a calmarla per miracolo..." la Grifoncina sospirò, prima di riprendere a capocciate il volume sperando di farselo entrare in testa.
Il motivo di tanto sconforto era molto semplice. C'erano gli esami preparatori dei M.A.G.O.
Una vera e propria via Crucis pensata per portare gli studenti sull'orlo del suicidio.
Non c'era studente del Settimo che non fosse sui libri!
Dettagli sull'argomento d'esame? Nessuno. Informazioni sulla data? Nemmeno. Sapevano solo che sarebbe stata a breve, su tutte le materie insieme e che sarebbe stata importante. Una vera e propria prima analisi della loro preparazione in vista dei M.A.G.O., verificata anche dai membri accademici del Ministero per farsi un'idea su di loro.
Insomma, i poveri maghetti vagavano con il cuore in gola e gli occhi stralunati immersi fino al collo in quello studio folle, dovevano affrontare talmente tanta roba in così breve tempo e così tanta pressione che c'era chi si svegliava nel cuore della notte urlando, chi cercava di dare fuoco agli appunti, chi semplicemente si metteva in un angolino a piangere!
Anche Lily se la stava passando malino, perché – oltre a dover studiare come una matta e a dover sostenere i suoi compagni in qualità di Prefetto – era anche in piena guerra con la burocrazia.
A breve i risultati dei questionari sui professori sarebbero stati resi pubblici e loro non avevano ancora l'ok dal Ministero per autorizzare la creazione del Consiglio studentesco!
Come leggendole nella mente, Cristhine la guardò sconfortata.
"Ancora nessun passo avanti con Minchum?"
"Ci sono i fondi, ci sono i documenti, le firme, c'è tutto! Ma quelli sembrano fare apposta a ritardare l'accettazione della richiesta!"
"Probabilmente è fatto apposta." sospirò la Corvoncina. "Credo che farebbe comodo a tanti politici riuscire a mettere i propri insegnanti al posto di quelli attuali..."
Un paio di risatine dall'altra parte della stanza fecero scattare i nervi alla tempia ad entrambe, ma stoicamente decisero di nuovo di ignorarle.
"Io non mi arrendo!" sussurrò ostinatamente Lily. "Non potranno fingere di non vedere ancora a lungo!"
"Sono con te! Anzi, potrei chiedere a mio zio di metterci una buona parola..."
"Eh? Tuo zio Gaius?" si stupì la rossa. "Ma non eravate in cattivi rapporti? Voglio dire...per la storia del ballo delle debuttanti..."
Cristhine sorrise teneramente, fissandosi le mani.
"In verità...ecco, diciamo che dalla vicenda nel Tribunale sembra essersi un po' ammorbidito. Forse anche da prima. Credo si sia sentito in colpa...ogni tanto ci scriviamo qualche lettera. Non mi ha propriamente chiesto scusa però...mi ha fatto gli auguri per lo studio e ha anche accennato a Sirius senza insultarlo. E' già qualcosa!"
Altre risatine sguaiate. Lily scosse il capo come per scacciare una mosca e ricambiò il sorriso della Corvonero.
"Sono contenta!"
"E, cosa più importante, ha promesso di non dire niente di lui a papà. E ha fatto in modo che anche zia Olivia tenga il becco chiuso sull'argomento. Credo le abbia regalato un gioiello costoso o cose del genere..."
"E' molto protettivo? Tuo padre, dico...il classico gelosone, eh?"
Negli occhi color miele della streghetta passò un lampo fugace, ed il sorriso tentennò sul suo viso.
"E'...complicato." sussurrò. Fece per chiudersi a riccio ma la cosa splendida di Lily era che capiva sempre quando non era il caso di chiedere oltre. Non era mai invadente, eppure riusciva ad essere lo stesso comprensiva.
Si sporse, prendendole la mano con dolcezza. Ma poi le risatine continuarono.
"Dio, avete visto com'era vestita Patricia?"
Cristhine gemette, alzando gli occhi al cielo.
"Così è impossibile studiare!"
Guardarono oltre uno scaffale, dove un gruppetto di ragazze ben assortito stava cinguettando fastidiosamente da almeno venti minuti.
Liu Chang, non si sapeva come, era riuscita ad ottenere informazioni sugli esami prima ancora che venissero resi noti e lei era l'unica strega del Settimo anno a non aver più bisogno di studiare, assieme al suo elitario gruppo di amiche.
Il ché significava che non aveva nulla di meglio da fare che cercare di rovinare l'intero ripasso di Lily. Anzi, probabilmente la sua stessa esistenza.
Dal Ballo di Capodanno aveva il dente ancora più avvelenato del solito e sembrava provare un sadico piacere nel tormentarla: ovunque la Grifoncina si sedeva con dei libri, lei e il suo corteo di oche erano lì, a fare chiasso. Un po' troppo spesso per pensare fosse solo una coincidenza!
L'unico posto sicuro sarebbe stata la torre di Grifondoro, ma quello era territorio di Monique, e quella francese squinternata sapeva diventare terrificantemente isterica se solo qualcuno osava respirare un po' troppo forte mentre lei ripassava il programma cercando di capirci qualcosa!
Digrignando i denti, la rossa si rimise con il naso sui libri cercando di chiudere fuori quel chiacchiericcio insopportabile.
"Quindi, come bacia Potter?"
Sarebbe stato più difficile del previsto.
Paige si era appoggiata in modo terrificantemente rumoroso ad uno scaffale, ridacchiando e facendo cadere qualche volume.
Ci fosse stata Madama Pince la situazione si sarebbe già risolta, pensò sconsolata la Grifoncina, adocchiando un tizio svogliatissimo dietro il bancone dei prestiti che masticava un chewingum leggendo un giornaletto.
Peccato che la loro dittatoriale Bibliotecaria si fosse presa una vacanza.
"Ma è vero che avete fatto cose nel bagno?" Elidora si sporse con un ghigno.
Liu Chang, seduta su una torretta di libroni di incantesimi come una regina, stirò un sorriso enigmatico.
"Forse."
"Non si può proprio fare niente?" ringhiò a denti stretti Lily, fissando per l'ennesima volta l'assistente. Quello fece scoppiare la cicca con uno schiocco secco prima di guardarla con la noia bene impressa sul viso da topo.
"Siamo in un luogo pubblico. Possono stare qui, finché parlano a voce bassa..."
"Quella le sembra voce bassa?!" esplose lei in un sussurro furioso, mentre Cristhine cercava di placarla e altre risatine si levavano acute dal tavolo.
"E si può sapere come hai fatto ad accalappiarti all'ultimo il Capitano della squadra di Grifondoro?"
"Che posso dirti?" Liu sorrise, lanciandole uno sguardo malevolo con tutta l'intenzione di provocarla fino alla nevrosi. "Potter sceglie solo il meglio."
"Adesso l'ammazzo!" sbottò la Grifoncina, infuocandosi.
"No, ti prego Lily, fai solo il suo gioco!" Supplicò Cristhine, trattenendola per un braccio mentre quella stava già per alzarsi.
"Lo sta facendo apposta! Non riesco a studiare così! Mi sta incollata da giorni!"
La Corvoncina, con i boccoli perfettamente curati ora tutti in disordine per lo stress, sospirò desolata.
"Lo so." mormorò, alzando gli occhi al cielo. "Ma sta cercando di scatenare una tua reazione per metterti nei guai prima degli esami. Non darle peso! Non ne vale la pena!"
Come parlare con il muro. L'amica ormai aveva le orecchie in modalità radar pur tenendo la testa così bassa che i capelli accarezzavano il legno del tavolo, e ad ogni frecciatina velenosa le sue vene si gonfiavano come zampogne.
"Ma quindi state insieme o no?"
Il Codice Internazionale di Segretezza Magica entra in vigore nel 1692....
"No. L'ho mollato."
...nel 1750 viene aggiunto un articolo al Codice Internazionale di Segretezza Magica dove diventa responsabilità del Ministero della mag...
"Coosa? Hai mollato James?" esplose una ragazzetta bionda con le treccine.
...Del Ministero della magia l'occultamento, la cura e il controllo di tutti gli animali, gli esseri e gli spiriti magici viventi entro i confini del suo territorio...
"Oh, sì..." mormorò Liu, con aria di sufficienza ma con un pericoloso scintillio negli occhi. "Era solo una storiella da Capodanno. Ci siamo divertiti un po' e basta."
"Ma sentila!" Si esasperò la Evans, risollevando il naso con occhi iniettati di sangue. "Lo sai, è stato James a piantarla in asso! Quella...bugiarda!"
"James?" Cristhine inarcò un sopracciglio con aria furba, facendola arrossire. "E cos'altro avrebbe fatto, il caro James?"
Non le era affatto sfuggito che in quell'ultima settimana, quei due si guardavano...in modo strano. Diverso. Cioè, si erano sempre fissati in quel modo, ma ora sembravano farlo molto più spontaneamente, come se fosse naturale sorridersi, essere complici.
"Che ti stai bevendo?" cambiò rapidamente discorso la Evans, rossa come i suoi capelli, alludendo ad una piccola bottiglietta che l'amica aveva in mano.
"Oh, un energizzante che mi ha dato Tonks! Ha detto che mi darà la grinta per lo studio!" Fece spallucce lei, scolandoselo in un sorso sotto lo sguardo agghiacciato della Grifoncina.
"Una pozione...che ha preparato Tonks?"
Anche Cristhine parve rendersi conto e sbiancò in viso, guardando la bottiglietta con occhi nuovi. Ovvero, come se potesse esplodere.
"Dici che è pericoloso?" balbettò.
"Ok, forse è il caso di farsi vedere da Madama Chips!" Ridacchiando nervosamente, Lily fece per alzarsi.
"Beh, comunque è stato un bel salto di qualità! Ultimamente non faceva altro che perdere tempo con mezzosangue..."
"Elidora, non dovresti parlare così!" la sgridò blandamente Liu. "Il fatto che certe mire di Potter siano insulse non dipende certo dal loro sangue."
Cristhine sospirò con fastidio, sfiorandole il braccio mentre lei si scuriva in volto.
"Non dovresti nemmeno arrabbiarti con gente del genere." stabilì, seccamente. "Fai come me: testa alta e FREGATENE."
Poi fece una specie di singhiozzo strano e avvampò in faccia, sgranando gli occhi.
"Oh." balbettò. "L'energia."
"Invece Lupin non fa altro che evitarmi!" si lamentò capricciosamente Paige. "Sembra che io abbia la peste, per lui!"
"Perché perdere tempo dietro a Lupin? Voglio dire, è senz'altro un bel vedere...ma non ha senso sprecare energie con uno che ha una tale cintura di castità." sbuffò Elidora, prima di sorridere maliziosamente. "Black invece...non c'era nemmeno bisogno di chiederglielo e si era già spogliato..."
Cristhine si era fermata di botto e le guance si erano imporporate. Le tremavano appena le mani e aveva l'aria un po' folle, mentre le punte dei boccoli avevano preso a levitare. Sembrava una piccola Medusa.
Uh oh.
Lily era troppo impegnata a osservarla agghiacciata per perdere altro tempo ad incazzarsi, benché quei commenti le facessero venire il voltastomaco.
"Certo, per stare con uno come Black bisogna avere quel certo non so che...non credo che tutte siano in grado di reggere una notte così. Non so se mi spiego..." L'altra continuava a ghignare, fregandosene ormai totalmente del tono di voce. "Non è certo uno che ci va leggero! Anzi, credo che sarà la mia prossima riconquista, visto che sicuramente negli ultimi tempi sembrerebbe averne un gran bisogno..."
"Hemm...testa alta e fregatene?" chiese Lily, iniziando a spaventarsi sul serio perché le spalle della Corvonero avevano preso a tremolare e aveva stretto i pugni così forte contro i fianchi da farsi sbiancare le nocche.
"Oh no, non credo proprio." ringhiò Cristhine, risollevando il viso e digrignando i denti come mai le avevano visto fare.
La ragazza che era sempre così mansueta, dolce e graziosa...ora faceva paura!
"Cos...! Hey, no, Mc...!" balbettò Lily, correndole dietro mentre quella si fiondava a passo di marcia verso il gruppo con la bacchetta sguainata. Accidenti a quell'energizzante, ma che ci aveva messo dentro Tonks?!
Cercò di afferrarla per un polso ma trattenerla fu impossibile, anche puntando i piedi Cristhine se la trascinava dietro senza sforzo! La pozione di Tonks le aveva messo in corpo la forza di un leone e a quanto pare, l'irritabilità di un chihuaua!
"Oh ciao, Mcranney." Liu sorrise con una punta di soddisfazione fino a quando non la vide bene in faccia e decise che era il caso di afferrare la bacchetta. Il sorriso le scivolò via e si alzò di scatto, in allerta.
"CHI SAREBBE LA TUA NUOVA CONQUISTA, EH?!" ruggì Cristhine, così forte che si girarono tutti, mentre Lily continuava inutilmente a puntellare i piedi e a strattonarla per il bordo della manica.
"Ma che accidenti le prende?!" scattò Liu, minacciosa, ma non era lei la persona a cui Cristhine voleva mettere le unghie in faccia.
"TU, STUPIDA PUTT...!" urlò - letteralmente lottando contro Lily che cercava di trattenerla come poteva e che pensò bene di tapparle pure la bocca – mentre Elidora sbiancava.
"COME OSI?!" Strillò, balzando in piedi.
La situazione stava degenerando così in fretta che la povera Evans si mise tra le due spalancando le braccia per tenerle separate, beccandosi in entrambe le orecchie delle urla che facevano tremare l'intero castello e anche un paio di artigli affilati che affondarono nelle sue povere braccia facendole vedere le stelle.
"PERCHE' NON LA SMETTI DI FARE LA GALLINA E GIRI A LARGO DAI RAGAZZI ALTRUI?!"
"GIRARE A LARGO DAI RAGAZZI ALTRUI? MI FAI RIDERE MCRANNEY! SE NON SAI TENERTI IL RAGAZZO NON VENIRE A FRIGNARMI ADDOSSO!"
"GIURO CHE SE TI AZZARDI A METTERGLI LE TUE ZAMPACCE ADDOSSO...!"
"NULLA CHE IO NON ABBIA GIA' FATTO IN OGNI CASO! SEI ARRIVATA TARDI DI QUALCHE ANNO, TESORO!"
Cristhine urlò come un'aquila quasi scavalcando Lily e cercando di cavarle gli occhi. Era assurdo! Sembrava un'altra persona!
"VUOI DARMI UNA MANO?!" Ululò la Grifoncina al culmine dell'esasperazione, voltandosi verso l'unica che aveva ancora la bacchetta in mano, ovvero Liu Chang.
"Cosa?!"
"E' sotto l'effetto di una pozione! AIUTAMI, ACCIDENTI!"
Quella, nonostante fosse ancora un po' sorpresa, non si fece scappare l'occasione di puntare la bacchetta sulla sua nemica giurata e con un sordido godimento mandò a gambe all'aria tutte e tre.
Poi se la ghignò per bene, fermando con una mano le altre e sistemandosi meglio sul tavolo.
"Che razza di pozione scadente le hai dato per ridurla così? E pensare che dovresti essere brava..." ghignò divertita, osservando quella piccola e odiosa Grifondoro cercare di rimettersi in piedi. Nemmeno una caviglia rotta? Che peccato!
"Va a quel paese, Chang!" sbottò lei, fissandola con odio. "Non l'ho fatta io!"
"Si può sapere che è preso a quella selvaggia?!" strillò Paige, sconvolta come una duchessa sebbene nessuno le avesse fatto nulla.
"Non è in sé!" la difese Lily, balzando in piedi mentre Cristhine si massaggiava la nuca con occhi confusi, ora finalmente tornata tranquilla.
"Ma che è successo...?"
"Dovrebbero espellerla." Frecciò Liu. "E' evidente che non è abituata a stare con le persone."
"Oh, e tu ne sei in grado, vero?" Lily strinse gli occhi, gelida e furiosa.
"Sicuramente più di una che usa le sue amiche come cavie per brodaglie di scarsa qualità. Tsk, roba da primini! Siamo al settimo anno, te lo ricordi Evans, sì?"
Dio, ora la strangolava! Digrignò i denti così forte che quasi se li spezzava, prima di ingoiare il rospo e voltarsi con un diavolo per capello verso Cristhine, i cui boccoli avevano smesso di sollevarsi per aria.
Anzi, ora sembrava assonnatissima!
"Sai cosa, ne ho abbastanza! Buona continuazione!"
"Non penserai di cavartela così!" ululò Elidora, con un graffio in faccia che le sfregiava tutta la guancia.
Fece per scagliarle una fattura addosso ma improvvisamente, quel covo di vipere venne investito da un'ondata di pozione violacea che le lasciò fradice e sconvolte.
Sobbalzarono tutte, scattando in piedi e lanciando gridolini.
"Oops!" Cinguettò Tonks, allegramente. "Scusatemi ragazze! Non vi avevo visto!"
"AAARGH!"
Quelle iniziarono a riempirsi di brufoli su tutta la faccia, strillando come mandragole e cercando di asciugarsi con le divise anche se oramai era tardi.
"Devo aver sbagliato qualcosa." constatò Ninfadora, vedendole filare via come dei razzi piene di acne dappertutto, urlando di chiamare la Chips e coprendosi come meglio potevano. "La pozione avrebbe dovuto riempire di pustole solo il naso..."
Guardò Lily.
Lily guardò lei.
Tonks fece spallucce.
"Ah beh, non sono mai stata bravissima in Pozioni."
Non sapendo se ridere o piangere, la Evans decise che era decisamente il caso di levare le tende. Il macello che avevano fatto era troppo perfino per l'assistente, che le stava puntando con sguardo omicida.
Agguantarono Cristhine che stava quasi per addormentarsi e si catapultarono fuori di lì, sotto lo sguardo allibito di tutti.
Venti minuti dopo, erano entrambe accanto alla poltrona in Sala Comune - dove Cristhine si era appena fatta un fior di pisolino - a sventolare fazzolettini contro il suo viso.
"Scusami, Cristy!" esclamò la ragazzina, congiungendo le mani come in preghiera con aria mortificata. "Devo aver sbagliato qualcosa quando ho girato il mestolo! Volevo solamente farti un energy drink in vista degli esami! Non pensavo ti rendesse la versione stregata de l'esorcista!"
"Non ti preoccupare..." mugolò la povera Corvonero con una risatina nervosa, ancora decisamente scossa. "...Sta passando... Ricordami solo di non accettare mai più niente da te, Tonks!"
Era da encomiare il fatto che riuscisse ad essere gentile nonostante tutto quello che le era appena capitato!
"Sei sicura?" chiese Lily, ancora preoccupata. "Non vuoi andare dalla Chips?"
"E beccarmi il gruppetto di prima? No grazie!" gemette quella. "Dio, ma cosa ho fatto? Mettermi a urlare in quel modo! Mi vergogno da morire!"
Improvvisamente il ricordo si fece così intenso che Lily scoppiò a ridere istericamente, battendo anche il piede per terra.
"Oddio, è stato fantastico!" ululò, con le lacrime agli occhi. Tempo pochi secondi e stavano ridendo tutte.
"E tu, razza di peste!" Lily indicò Tonks, cercando di tornare seria senza riuscirci. "Non puoi andare in giro a rovesciare pozioni sulle persone! Non davanti a me perlomeno, sono un Prefetto!"
"Sono inciampata! Ups!"
"Sì, come no..."
"Volevo aiutarvi!" saltò su quella, accoratamente. "Perché stavate litigando? Ho sentito che parlavano di Sirius...la Chang ha per caso cambiato mire?"
"Oh, dovrebbe solo provarci, quella stupida vacca..." sibilò Cristhine, prima di sbarrare gli occhi sorpresa dal suo stesso tono feroce. "Scusate! Credo siano gli ultimi residui della pozione! Mi rendono...violenta!"
"Che forza!"
"NON è forte, Tonks! E tu non preoccuparti. Come se ci fosse davvero il pericolo, poi! Se non ci è cascato James, che è il più grande casanova di Hogwarts...!"
"E' un complimento o un insulto?" sorrise quest'ultimo, comparendo dietro alla ragazza all'improvviso.
"Mah! Tu cosa dici?" lo rimbeccò Lily, torva, ma quello non la stava più ascoltando.
"No, dai, non ci credo!" esclamò meravigliato, osservando Cristhine ancora scombussolata sul divanetto. "Ma allora è vero! Hai fatto a botte!"
Lei gemette nascondendosi il viso fra le mani.
"Lo sanno già tutti?!"
"Non si parla d'altro in tutta la scuola!" Esultò Potter, che la fissava come se fosse arrivato un secondo Natale, letteralmente in adorazione. "Dio, McRanney, TU HAI FATTO A BOTTE! TU!"
"Piantala cretino!" si esasperò la Evans, visto che quello non pareva rendersi conto dello stato d'animo dell'amica. "Non c'è niente di divertente!"
"E tu, Lily, c'eri pure tu? Dio, dimmi di sì..."
"MA CHE RAZZA DI FILM TI FAI?! COS'E' QUELLO SGUARDO LIBIDINOSO?! VEDI DI CURARTI, RAZZA DI PERVERTITO!"
James scoppiò a ridere e si svaccò sul bracciolo, inarcando un sopracciglio con un ghigno che era tutto un programma.
"E allora, razza di criminali, come mai questo regolamento di conti alla babbana?"
"La Chang ha preso di mira Sirius." spiegò Tonks, che manco a dirlo era l'unica tranquilla e serena del gruppetto.
"Non ha preso di mira Sirius!" corresse Lily, sbattendosi una mano in faccia. "E' stata Elidora a..."
"Elidora?" la interruppe schifato Potter. "Dio, quella tizia era una vera rottura di palle! Non si scollava più da Felpato! Gli dirò di stare attento!"
"A cosa devo stare attento?!"
Esattamente come era comparso James, lo stesso fece Sirius dietro di lui. Era assieme a Remus e Peter e stava letteralmente ansimando dalla corsa che aveva fatto.
"Ho fatto prima che ho potuto! Allora, chi devo prendere a sberle?!" minacciò, facendosi largo fra di loro per arrivare a Cristhine.
"Ci ha già pensato la tua ragazza." ironizzò James, mentre lui ricambiava lo sguardo sorpreso.
"Come?!"
La Corvonero gemette di nuovo, nascondendosi dietro le mani con tutta l'intenzione di sotterrarsi.
"Lily, aiutami!" implorò pigolando come un pulcino, inducendo la Evans ad afferrare per un orecchio quel demonio prima che se ne uscisse con altre brillanti sparate.
"E' stato solo un malinteso!" spiegò. "Cristhine ha bevuto una pozione fatta male...tutto qui."
"Le ho dato davvero della...della...!" quella fece ricadere indietro la testa, passandosi le nocche sulle palpebre con disperazione.
"Ma a chi?" Black ci stava capendo poco e niente, ma quando la Evans spiegò il resto, la guardò stralunato, letteralmente senza parole.
"Oh." disse solo, come colpito da un bolide...e con la stessa identica espressione allupata di Potter.
"Si può sapere cosa ci trovate di tanto eccitante voi idioti in due ragazze che si prendono a sberle?!" si esasperò Lily, mentre Peter scoppiava a ridere e Remus alzava gli occhi al cielo.
"Lascia perdere...cose da maschi." sbuffò. "Voi state bene, piuttosto?"
"Graffi a parte..." borbottò la Evans.
Remus si voltò verso Tonks.
"E tu stai bene?"
La ragazzina si era fatta zitta e seria, e per una volta guardò altrove.
"Sì." mormorò... mentre Lupin le lanciava uno sguardo indecifrabile.
Quella strana tensione fra i due non sarebbe passata inosservata in altre occasioni, ma Cristhine era in piena crisi e nessuno ci fece caso più di tanto.
"Va bene, gente, il danno è fatto! Colazione? Paddy, visto che Elidora sta lisciando gli artigli ti conviene berti un filtro anti-piovra. Quella è capace di violentarti." frecciò Ramoso, sarcastico, mentre Black passava un braccio attorno alle spalle della sua ragazza con un sorrisetto.
"Non crederai che mi interessi di Elidora Blake." le disse, inarcando un sopracciglio.
"Certo che no... è solo che non faceva altro che parlare di..." arrossì di nuovo, sospirando. "...Ecco, è solo che non è da me reagire come una pazza isterica. Credo che non potrò più mettere piede in Biblioteca per almeno un mese!"
Lui ridacchiò, chissà perché ma sembrava che la cosa lo deliziasse parecchio.
"La mia piccola picchiatrice..."
Le scoccò un bacio a fior di labbra, ignorando le battutine dei suoi degni compari su quanto fossero diabetici. Cristhine si rilassò appena, sorridendogli sulla bocca.
Non sapeva che cosa accidenti le fosse preso...certo, la pozione l'aveva come posseduta, però...si era sentita così tanto arrabbiata.
Non era per gelosia... ma sentirle parlare in quel modo di Sirius...come se fosse un giocattolo...le aveva fatto ribollire il sangue. Chissà com'era prima, rifletté, guardandolo.
Chissà se si trascinava tizie come Elidora a letto solo per mero piacere...o piuttosto per dimenticare il dolore...per scordare sé stesso.
In ogni caso, ora c'era mezza scuola che l'avrebbe fissata, tanto per cambiare!
Dovettero letteralmente trascinarla a mangiare, visto che non aveva affatto intenzione di sopportare tutte le occhiate e soprattutto i Grifondoro, che in quelle occasioni davano il meglio di sé.
"McRanney, mi passi la salsa?"
"Sei pazza, Alice? Devi chiediglielo per favore! Vuoi che ti faccia un occhio nero?!"
"Sì, Spinnett, non ti conviene mica farla incazzare!"
"Certo che poteva almeno avvisarci! Avremmo piazzato giù qualche scommessa!"
"O un po' di fango..."
"Va bene, imbecilli, dovete continuare ancora a lungo?" sbuffò Black, cingendo la Corvonero con fare protettivo e alzando gli occhi al cielo, mentre quella affondava il naso nella sua giacca desiderando scomparire.
Fortunatamente, con tutte quelle crisi da studio, una banale rissa fra donne passò più inosservata di quanto sperassero e ben presto presero tutti a sfottere un certo Horace di Tassorosso che aveva vomitato sulle scarpe della professoressa Sinistra.
Le reginette della scuola erano ancora a spalmarsi creme antiacne sulla faccia dalla Chips, il che era un bel sollievo, pensò Lupin sedendosi silenziosamente al tavolo.
Ultimamente la fissazione mal riposta di Paige era diventata ancora più asfissiante... se la ritrovava ovunque che cinguettava come un canarino, a momenti lo pedinava perfino in bagno!
Al contrario di un'altra ragazza, non riuscì a trattenersi dal pensare. Tonks era stata strana, dopo Capodanno. Scostante...meno presente del solito. E ogni tanto la beccava a fissarlo in modo ambiguo, concentrata e quasi triste.
Cercò di cacciare fuori quei pensieri dalla sua mente, ma con un brivido intenso ricordò quella serata.
La sensazione del calore trasmesso dal suo corpo, il sangue che improvvisamente le imporporava le guance, il suo sapore sulle labbra quando l'aveva baciata...latte. Fragola.
Dio.
"Perché ti arrapi guardando un'arancia?" lo fissò improvvisamente Peter, parlando con ancora in bocca la cannuccia del suo bicchiere in polistirolo stracolmo di caffè freddo.
"Non mi sto...!"
"In effetti sembra una tetta." se ne uscì brillantemente fuori James, alla sua destra. "Cioè...guardandola molto attentamente. Remus, seriamente, tu hai davvero bisogno di sc..."
"Non finire nemmeno la frase." sibilò lui sepolcrale, prima di bloccarsi quando anche Sirius provò ad interpretare le sensazioni che aveva inviato al branco senza volerlo.
E quello che disse lo paralizzò.
"Scemi. Non è arrapato. Ha solo fame." borbottò. "Come avete fatto a confondere le due cose?"
"E' vero, ora che ci penso è più affamato che allupato!" ridacchiò Codaliscia. "Però con un'arancia...almeno guarda una ciambella!"
Continuarono a dire quelle stupidate senza notare il suo repentino cambiamento d'umore. Il suo ghiacciare.
Li aveva chiusi di nuovo fuori...sforzandosi di non lasciar sfuggire il senso di angoscia e di vergogna attraverso le loro menti.
Fame.
Aveva pensato al bacio di Tonks...e...loro avevano sentito in lui la fame.
I suoi pugni si chiusero contro i jeans, talmente forte da evidenziare i tendini.
Paige non si rendeva conto quanto fosse fortunata ad essere respinta da uno come lui, rifletté con amarezza. E che Tonks si allontanasse...quale che fosse il motivo, quello era solo un bene.
Un fruscio improvviso parve riscuoterlo da quella sorta di gelido torpore, e come tanti, istintivamente alzò gli occhi sul soffitto incantato di Hogwarts.
Erano arrivati appena in tempo per la Posta.
Un frullar d'ali e piume invase il silenzio tranquillo della Sala e una moltitudine ben nutrita di gufi fece il suo ingresso. Tra questi spiccava Vento, l'enorme bestione dorato dei Potter, con i suoi occhi rossi come il sangue.
La Gazzetta Del Profeta cadde proprio in grembo a James, che pagò l'animale con due bocconcini di bacon e vi ci si tuffò dentro.
Il mormorio che si divulgò dopo qualche istante avrebbe dovuto far intuire a Lupin che qualcosa non andava ancor prima di leggerlo, ma quando aveva teso la mano verso Ramoso – di solito condividevano il quotidiano - quello lo aveva ripiegato in fretta e gli aveva rivolto un sorriso piatto.
"Niente di rilevante."
"Una palla." confermò Black con tranquillità, ma non gli sfuggì il suo impercettibile guardare a sinistra prima di fissare James negli occhi un secondo di troppo.
Stavano mentendo, capì all'istante. Ma perché?
"Oh, è terribile!" Alitò Lily all'improvviso.
Il resto lo capì tramite sprazzi di conversazioni che scoppiarono tutte assieme nello stesso momento, come tanti piccoli incendi.
"Una ragazza sui venti anni."
"E' morta..."
"...Dissanguata?! Che fine orribile!"
"E' stata assalita da un lupo mannaro..."
"Vicino Sheffield..."
"C'entreranno i Mangiamorte?"
E poi, quel nome. Ripetuto all'infinito, sulla bocca di tutti, ovunque.
"Greyback! Ancora lui!"
"Il lupo Mannaro si chiama Greyback..."
"Greyback!"
"Era Fenrir Greyback!"
"Greyback!"
"Greyback!"
"GREYBACK!"
Remus Lupin posò la tazza sul tavolo, incapace di tenerla ancora in mano per molto. Le sue unghie affondarono nella carne dei palmi, fino a farsi male, fino al sangue.
"Dio, sono anni che commette stragi! Perchè diavolo non riescono a catturarlo?!" si indignò da qualche parte Alice, furente.
"E' bravo a nascondersi." sibilò Paciock, scostando i riccioli dal viso. "E il Registro sui Lupi Mannari del Ministero è pieno di falle, una vera porcheria! Ci credo che continua a scappare!"
In tutto quel fracasso, nessuno si accorse di una sedia che veniva violentemente sospinta all'indietro. Nessuno vide Remus alzarsi di scatto, nessuno notò il suo sguardo.
Nessuno, tranne Tonks.
La ragazzina stava tornando a sedere quando se lo ritrovò improvvisamente davanti.
Lui la schivò per un pelo ma la streghetta lo trattenne istintivamente per un braccio, fissando confusa quel viso ora pallido come gesso, la mandibola contratta, le labbra serrate. I capelli spettinati ricadevano sugli occhi nascondendoli un po', ma percepiva comunque il suo tremare.
"Remus, stai bene?"
Il ragazzo si girò di scatto verso di lei, verso quell'impedimento che lo tratteneva dal fuggire.
E Tonks si scontrò contro due occhi gelidi, lividi. Letali. Lontani mille anni luce da lì.
La fissava...quasi con odio. L'intensità di quello sguardo buio e affilato come una spada la sopraffece, e meccanicamente si tirò appena un po' più indietro.
Senza dire una parola, lui si liberò dalla sua presa con uno strattone e rigidamente si diresse verso l'uscita.
James Potter fece per alzarsi a sua volta ma venne trattenuto da Sirius.
"Lascia. Faccio io."
Lui gli scoccò un'occhiata critica, esasperato.
"Non puoi sempre risolverla nel tuo modo, Paddy!"
L'amico fece spallucce con aria indifferente.
"Tu sei per i discorsi motivazionali, io per lo sballarsi fino al punto di dimenticarsi il proprio nome. E dubito proprio che Lunastorta sia in vena di discorsetti, ora come ora, quindi le opzioni rimangono poche!"
"Aspetta." li interruppe Minus, piazzandogli un mano delle ciambelle ricoperte di glassa cremosa. "Io sono per i dolcetti. Con la pancia piena di zucchero si sta sempre meglio, per cui... tieni!"
Lui li mise con cura in un fazzolettino, prima di guardare James, che alzava gli occhi al cielo.
"Fin'ora il mio metodo ha sempre funzionato, no?"
"Sì, ma lui non si ubriaca." gli ricordò Potter.
"Vero, però ho scoperto che con il fumo è più sensibile. E dire che volevo tenermela per stasera..." sospirò quello, già facendo per rollare una canna e scandalizzando Molly.
"Black! Ma dove ce l'hai la decenza?! Sono le nove di mattina!"
"Scusa, mamma! Ma serve per lo studio!" ghignò lui, piantandola in asso ancora che lo rimproverava e filando dietro a Lunastorta con il chiaro intento di mandarlo in orbita.
James si risedette con un sospiro, prima di accorgersi di essere fissato. Ricambiò lo sguardo intenso di Lily con un brivido. Non aveva certo sentito o capito qualcosa, ma quella ragazza aveva il magico potere di farlo sentire sempre sul punto di essere scoperto... e quando la vide alzarsi, con fastidio si accorse di averne quasi timore.
Lei invece gli si sedette vicina con aria preoccupata, alludendo a Remus.
"Tutto bene?"
Accidenti, non le sfuggiva davvero nulla.
"Sta poco bene." mentì, sperando di apparire convincente. La vide poco persuasa, e rimasero a fissarsi per qualche secondo con una strana sensazione addosso. Quando lei si corrucciava, le spuntava una sottile ruga fra le sopracciglia.
Per un istante il mondo parve spegnersi appena, e mancarono qualche pezzo di conversazione, che comunque non si era spostata di molto. Tutti gli studenti delle diverse Casate si erano mescolati fra di loro a parlottare vivacemente. Solo i Serpeverde rimasero al loro posto, guardando come dei nobili l'allarme scatenato nel resto della plebe, con una sorta di perfida pigrizia che la diceva lunga sulla loro posizione sulla vicenda.
"Dicono che ci sia questo mago..." stava dicendo qualcuno. "Questo tizio, nessuno sa con esattezza dove si trovi, però dietro i Mangiamorte c'è lui."
"E sta attirando a sé tutte le creature Oscure, Lupi Mannari compresi... Sembra che in qualche modo stia riuscendo a unirle..."
"Sì, Vold..." fece per dire Arthur, prima che Calton gli tappasse la bocca con la mano.
"Shht!" sbottò. "Ma come, non lo sai?"
"Sapere cosa?"
"Non devi pronunciare il suo nome. E' la regola!" sussurrò una ragazzina del quinto anno, spalancando gli occhi.
"Vero!" confermò Leavy di Tassorosso, venuta al loro tavolo a chiacchierare assieme ad altri. "Dicono ci siano strane coincidenze..."
"Già. Tra il fatto che il nome venga pronunciato e la sua apparizione." Mandy Harpies rabbrividì. "Inquietante, eh?"
Si erano tutti chinati verso il centro del tavolo, ed ora sembravano tanti bambini che si raccontavano storie dell'orrore al campeggio. Anche Lily istintivamente si era avvicinata.
"Insomma, tra le sparizioni degli ultimi tempi ed il fatto di aver pronunciato quel nome c'è una correlazione?"
"Esatto, è stato confermato anche dalla Gazzetta!"
"Come se fosse maledetto!"
"Nel senso che se lo pronunci muori?"
"Ma è davvero possibile maledire il proprio nome?"
"Boh! Io non me la rischierei!"
"Tutti hanno preso a chiamarlo Tu-sai-chi, è strano, vero? Anche sui giornali viene citato così!"
Erano ormai tutti piegati e vicini, pieni di brividi e con la voce si era ridotta ad un sussurro. La paura ora si stava levando in ogni angolo della sala, e ognuno di loro contribuiva ad aumentarla aggiungendo un dettaglio o una storiella in più sulla vicenda.
Continuarono a cospirare fra di loro fino a che...
"Voldemort."
Quelli saltarono sul posto come colpiti da un fulmine e si girarono in massa con gli occhi sbarrati.
James stava ad un passo di distanza da loro, seduto pigramente a spiluccare uva, con lo sguardo fisso davanti a sé. Sembrava incuriosito, più che allarmato.
"Voldemort." ripeté a voce alta e chiara, facendo loro tremare le vene ai polsi e sbarrare gli occhi. "Voldemort, Voldemort, Voldemort..."
Ad ogni sillaba, gli altri sbiancavano un po' di più, facendo istintivamente un passetto indietro.
"Voldemort, Voldemort, VOOOOOLDEMOOOOORT...!"
"FALLA FINITA!"
Molly, al culmine dell'esasperazione, gli lanciò una padella in testa, mandandolo steso per terra.
"Sei fuori di zucca, Potter?!" ululò Mandy, additandolo. "Non li hai sentiti i discorsi?!"
Lui si massaggiò la testa con irritazione.
"E quindi? Volevo provare!"
"VOLEVI PROVARE?! MA SEI SCEMO?!"
"E' solo un nome! Crescete!" esplose quello, rialzandosi con uno scatto esasperato e fronteggiando spavaldo un numero ben consistente di occhietti ridotti a fessure pronti a farlo fuori. "Mi rifiuto di avere paura di un nome!"
"E tu quindi...lo pronunci senza problemi? L'hai sempre fatto?" sussurrò Arthur, colpito.
"Sì. Tutti noi lo pronunciamo." Disse James tranquillo, alludendo ai suoi amici. "E dovreste farlo anche voi."
"Possiamo parlare di altro?!" esclamò Molly, rabbrividendo. "Solo sentir nominare Tu-Sai-Chi mi prende un colpo...se tu ti senti sicuro ad usarlo, affari tuoi!"
"Non è questione di sentirsi sicuri, è questione di non aver paura di quattro sillabe!" Rimbeccò il Grifondoro, convinto.
"Certo che sei testone!"
"VOLDEMORT!"
"PIANTALA!"
Eppure, con l'incazzatura verso quella testa di rapa, la paura...era come se fosse scomparsa. Tutta la tensione che stava salendo lentamente mentre annoveravano i fatti degli ultimi tempi, chi diffondendo notizie false, chi vere, chi solo sentite da amici... come se piano piano si stesse gonfiando una bolla soffocante, un peso sullo stomaco che diventava sempre più opprimente.
Ora... quella bolla, quel peso, non c'erano più. C'era solo la voglia di strangolare James – ed era meravigliosamente normale - qualche insulto che volò nemmeno tanto velatamente assieme a qualche mela e un paio di libri incantati appositamente per mordergli il naso.
Una ritorsione di massa che però lasciò tutti stranamente divertiti e di nuovo rilassati.
"Sei sempre il solito, Potter!" urlò qualcuno dall'altro tavolo, scuotendo la testa, però ora tutti sorridevano di nuovo.
Lui rise, schivando un altro paio di mele e risedendosi accanto alla Evans, che lo guardava con un sopracciglio inarcato.
"E allora? Niente da dirmi, tu? Sul fatto che sia incredibilmente figo, e coraggioso..."
"Non fare il gradasso." ghignò lei, zittendolo. "Non ho scordato la nottata dentro la Foresta Proibita a Natale! Sbaglio o qualcuno aveva talmente paura di dormire da solo da avere le occhiaie la mattina dopo?"
"Senti che ingrata!" Pensò quello, indignato.
"E comunque mi spiace deluderti, ma nemmeno io ho paura di un nome!" continuò la ragazza, con orgoglio. James ricambiò il sorriso.
"Non avevo dubbi..."
Anche qualcun altro stava sorridendo, con occhi azzurri brillanti come diamanti dietro due occhiali a forma di luna.
Albus Silente si lisciò la barba, fissando con discrezione quella marmaglia di monelli.
A volte erano così impegnati a dire la loro che non si rendevano più conto che c'erano anche i professori in Sala, i quali dall'alto dei loro scranni non si perdevano mezza parola.
"Coraggioso o incosciente?" Borbottò Lumacorno, alla sua sinistra.
"Grifondoro." Rispose semplicemente il Preside, guardando James. "Mi somiglia, sai? Caratterialmente, intendo."
"Una fortuna, o una sfortuna, da diversi punti di vista." Borbottò ancora il professore di Pozioni, affondando il naso nella sua colazione. "Peccato che non saremo ancora a lungo qui a goderci certe discussioni, eh?"
"Paura dei questionari, Horace?"
"Li hai visti, i sondaggi...se le votazioni rimangono invariate, verremo licenziati tutti. Inutile continuare a far finta di no."
Il preside non si mostrò turbato.
"Non perdere così la speranza, amico mio. La vita è imprevedibile."
"Razza di esibizionista screanzato! Tutto sua madre!" sbottò improvvisamente Minerva alla sua destra, anche se non riusciva a non mostrarsi vagamente soddisfatta e fiera guardando il suo pupillo. "Chissà da quando i giovani sono diventati così..."
Albus sorrise, sereno come l'oceano senza onde.
Grandi cose sarebbero successe, si ritrovò a pensare.
Grandi eventi.
Già...chissà da quando, nei giovani c'era quel fuoco.
Niente più paura, niente più silenzi.
Qualcosa, nell'aria, stava cambiando come una ventata d'aria fresca.
Preparare una tintura di celidonia era un'operazione piuttosto complicata. Il problema non stava tanto nel metodo, quanto nel misurare le dosi con precisione.
Lumacorno aveva insegnato loro a realizzarla usando le foglie secche, mentre le sue mani grosse ed esperte facevano da esempio, riducendole in polvere con un mortaio e un pestello.
Lily Evans imparava in fretta.
Sminuzzava già le foglie appena raccolte, ponendole in una ciotola e ricoprendole con uno strano infuso, senza badare al professore, basandosi solo sul suo libro e...sull'istinto.
Era imbattibile in pozioni. Solo Piton pareggiava con lei.
Entrambi modellavano, tagliavano, sminuzzavano e spuntavano con precisione millimetrica.
James Potter la fissava ormai da qualche lungo minuto, segretamente ammaliato dalla sua bravura. E poi, era uno splendore.
Concentrata all'inverosimile, coi capelli raccolti in una treccia scompigliata, la fronte sudata e la pelle illuminata dal fuoco.
Come accortasi del suo sguardo, la ragazza si voltò verso di lui, corrucciando le sopracciglia. Di nuovo quella rughetta sulla fronte.
James le sorrise, spudorato come suo solito, e lei alzò gli occhi al cielo, anche se...c'era una lieve increspatura nelle sue labbra morbide, come un sorriso.
La vide aggiungere alla Pozione un pizzico di cannella e lasciarsi ricadere sulla sedia, stanca ma soddisfatta.
E soprattutto, grata di non essere tra coloro a cui la lavorazione di quelle particolari erbe provocava un doloroso gonfiore alla pelle.
Era sempre la prima a finire, ma le sue mani "di fata", come le chiamava Lumacorno facendola imbarazzare come non mai, non si rovinavano facilmente come quelle delle altre ragazze. Era resistente, nonostante quell'aria delicata e mingherlina.
E curiosa. E una buona osservatrice.
Però Remus era tranquillo, ora. Certo, le erbe di Sirius – che di solito stendevano un elefante – su di lui avevano avuto un effetto blandissimo, però erano servite allo scopo. La sua mente era calma, ammorbidita.
Gli diede un'occhiata. Sembrava quasi sonnecchiare, più che controllare la pozione, ma anche senza il suo aiuto da secchione non stava riuscendo male.
Però non aveva niente a che vedere con quelle della Evans e soprattutto di Mocciosus, che erano perfette. La cosa lo irritava sempre tantissimo.
"Bene." Asserì il professore, una volta terminata la lezione. "Voglio che impariate a prepararla come si conviene e ad adoperarla nel modo giusto. Questa tintura è in grado di alleviare gran parte delle malattie dello stomaco, ma è molto potente. Dovete usarla solo UNA volta, è essenziale. Ora copritela con la pezza di mussola, e riponetela con attenzione nell'armadietto. Lasciatela riposare per venti notti, poi filtratela e conservatela al buio con un tappo che tenga bene per un paio d'ore. Questo serve solo per potenziarla...ma può essere utilizzata anche subito, in caso di emergenza. Domande?"
La mano di Malfoy scattò in aria.
"Sì, Lucius?"
"Perché dovremmo studiare questi metodi babbani?" chiese lui, con voce dura. "Un po' di Sidro di Mandragola, mischiato a Olio Notturno, e il gioco è fatto."
"Perché sono metodi utili, signor Malfoy, anche se...babbani." Spiegò Lumacorno, pazientemente. "Il Sidro di Mandragola viene estratto con un procedimento lungo e tedioso. E l'Olio Notturno non si trova che in Scozia, centellinato per il resto del mondo da alcune tribù naniche. Se foste attaccati da un mal di stomaco durante una missione, invece, potete trovare queste piante in una qualsiasi foresta e preparare il rimedio in un'ora o due. Si può realizzare anche se foste temporaneamente privati delle bacchette. E' più sbrigativo e più semplice."
Lucius aveva occhi gelidi.
"E' primitivo." corresse, quasi sdegnato.
"Cose da mezzosangue..." sbuffò Nott al suo fianco, con una smorfia. "Piuttosto crepo di mal di stomaco." sibilò il biondo mentre osservava il loro grasso professore rimettere a posto le cose con disgusto.
"Non vediamo tutti l'ora, Malf..." frecciò dall'altro capo della stanza James, annoiato.
"Fottiti, Potter." sussurrò Nott, ferocemente. "Scommetto che tu la useresti subito anche a costo di andare in una Farmacia Babbana e mischiarti a quelle bestie senza magia."
"E scommetto che tu invece, idiota ignorante, ti lasceresti tranquillamente morire per qualcosa di così terribilmente stupido."
I Malandrini si voltarono tutti verso Lily, madre di quell'ultima frase. Calò un silenzio stupito. Di solito il Prefetto di Grifondoro tendeva semplicemente a ignorarli, o tuttalpiù le risse le sedava. Anche i Serpeverde furono un po' sorpresi.
"Ma guarda, 'manine di fata' è scesa in campo. Quale onore, Evans." Sorrise Malfoy, divertito da quella strana presa di posizione.
"Oh, non annodarti la bacchetta. Non ho la minima intenzione di proseguire." sbottò lei freddamente, mentre il rumore di sedie grattate riusciva a farli parlare a voce più alta, ora, senza che Lumacorno sentisse.
"Fossi meno attaccata alle tue radici, Evans, capiresti che non ha senso studiare quelle idiozie babbane ad un corso per maghi veri."
"Fossi meno imbecille, Malfoy, capiresti che tutte le pozioni dei maghi discendono da antichi metodi babbani. Chiamasi fitoterapia! Forse, prima di spacciarti per l'unico essere degno di tenere in mano una bacchetta, dovresti prima studiarla, la magia!"
E con suo perfido godimento, quello finalmente chiuse il becco.
Inutile dire che fu portata in palmo di mano dai suoi compagni Grifondoro per tutto il corridoio, che la circondarono creando una vera barriera protettiva per tutto il tragitto, con tanto di fischi e cori da stadio.
"Non magnifica...di più!" James la guardava con le stelline negli occhi. Il modo in cui sorrideva era contagioso e la ragazza ricambiò, arrivando addirittura a battergli il cinque.
Quella sorta di complicità tuttavia non era passata inosservata e dall'altro lato del corridoio, ci fu come una corrente d'aria fredda.
Si voltò, rimanendo più indietro, sentendosi come osservata... e si accorse che quella bora assassina proveniva da Liu Chang, di nuovo con il viso pulito e la pelle perfetta.
Era incazzata come una biscia, anche se si sforzava di mascherare il suo odio con un ghigno sferzante.
"Lily Evans, la nuova eroina di Grifondoro..." mormorò con freddezza.
L'allegria scese di botto.
Cercò di superarla, entrare in classe...ma sentiva il suo sguardo cattivo sulle spalle.
"E pensare che dovresti essere una Prefetto." commentò di nuovo la bella bruna, guardandola con superiorità. "Chissà cosa ne penserebbero i professori, sapendo che non hai punito Ninfadora Tonks per quello che ha fatto!"
Lily sentì di averne abbastanza.
Così, all'improvviso.
Complice forse l'aver zittito Malfoy e la sensazione immensa di potere che ne era scaturita, complice il fatto che era stanca, stressata dallo studio, dai suoi doveri, dal Ministero che non le dava retta, dai commentini di Malfoy, dagli articoli orrendi sui giornali, complice il fatto che quella maledetta l'aveva esasperata per tutta la settimana e...sì, complice il fatto che per sette dannate notti non aveva fatto altro che sognarla mentre baciava James Potter sotto al vischio di Capodanno.
Girò i tacchi di scatto, avvicinandosi e rivolgendole uno sguardo di fuoco.
"Ok, si può sapere che razza di problema hai?!" ringhiò, furente.
Lei balzò giù dal comò sul quale era seduta, fronteggiandola. Lily era più alta, e doveva alzare il viso per guardarla negli occhi.
"E così santa Evans è scesa dal suo piedistallo per camminare tra noi comuni mortali!" disse sofficemente, socchiudendo le ciglia da bambola. "Mi chiedevo in effetti quando ti saresti tolta la maschera della ragazza perfetta, a quanto pare prima del previsto."
"Non so di cosa parli." soffiò la Grifondoro, gelidamente.
Improvvisamente sentiva di detestarla, di odiarla. Le sue labbra contro quelle di James...di nuovo. Era una sensazione che inspiegabilmente le faceva ribollire il sangue.
Fosse stata meno orgogliosa avrebbe semplicemente detto a sé stessa la verità. Ovvero, che era gelosa marcia. Ma preferiva pensare di volerle cavare gli occhi solo perché la Corvonero ce la stava mettendo davvero tutta per darle sui nervi – il ché non era propriamente così falso.
"Avresti dovuto punire Ninfadora Tonks, sai? In qualità di Prefetto. Eppure non l'hai fatto, dio, è divertente vedere come proteggi a spada tratta i tuoi amici mentre indossi la maschera della giustiziera quando si tratta degli altri!"
"Ninfadora Tonks è caduta! E' stato un incidente."
Bugia.
"Raccontalo a qualcun altro. Ci ha aggredite. Esattamente come la McRanney!"
"So meglio di te che cosa significhi essere Prefetto, ti ringrazio." sibilò. "Sai, è davvero incantevole come tutti qui pretendano di dirmi come adempiere ai miei compiti quando metà di questa scuola, Prefetto compresi, violi le regole senza nessuna decenza! Vuoi andare dalla McGranitt a lamentarti di come lavoro? Bene, fallo! Fatelo tutti, io ne ho piene le tasche!"
"Lo fai per lui, non è così?" la sua voce si fece minacciosa. "Lo fai per sentirti parte del suo mondo, finalmente! Proprio non ci riesci, eh? Proprio non ci riesci a vederlo nelle mani di qualcun altra..."
"Non so di cosa tu stia parlando." replicò sdegnosamente Lily, ma improvvisamente non riuscì più a guardarla negli occhi.
"Lo sai, invece! Sai che starebbe meglio con me!" gli occhi della Chang si fecero bui, esattamente come quelli di Lily. "Eppure lo tieni legato a te! Anche se ce la metti tutta per dimostrare il contrario tu lo vuoi per te! Non affannarti a contraddirmi, ho visto come mi hai guardata per tutto il tempo!"
Le diede le spalle, serrando le mandibole.
"Stai farneticando. Lui può stare con chi vuole."
Liu rise con disprezzo, incrociando le braccia al seno.
"Oh, eccola qui, di nuovo la perfetta ragazza della scuola. Quella superiore, quella sdegnosa, quella che sta zitta quando qualcuno cerca di provocarla. Non ti stanchi mai, Evans? Di portare la maschera della brava bambina?"
Ora basta.
Si voltò di nuovo, sentendo il cuore battere di adrenalina...e una rabbia senza pari si impadronì di lei.
"Vuoi che tolga la maschera? Bene, ti accontento subito!" sbottò, sovrastandola. "Sai perché ti guardo così da Capodanno, Liu? E' perché tu mi disgusti!"
L'altra fece per ribattere, sgranando gli occhi, ma Lily la zittì alzando la voce.
"Mi disgusta come cerchi di conquistare qualcuno solo attraverso l'inganno, mi disgusta il modo in cui sbatti i piedi e fai i capricci quando non ottieni quello che vuoi, mi disgusta il fatto che cerchi di attribuire A ME il senso dei tuoi fallimenti perché non hai il fegato di guardare in faccia la realtà, come se avessi dodici anni invece che diciassette! E la realtà è James Potter non ti vuole né ti vorrà mai, ed è solo colpa tua! E non perché hai qualche inabilità, non perché sei poco attraente o poco interessante, ma è perché TU di amore non sai NULLA, tu pensi di amare ma non puoi neanche capire cosa significhi farlo! Quello che brami davvero è il possesso ed il tuo è solo il lungo e petulante capriccio di un bambino! E sai una cosa? Io, quella debole, quella ipocrita, quella inetta, ci sono passata per davvero, so cosa significhi quando qualcuno vuole averti con tutto il suo egoismo, so cosa significa essere amati ma senza amore, ed è una sensazione orribile! Ecco perchè mi disgusti così tanto! E forse non sarò la persona più adatta al mondo per parlare di come si dovrebbe amare qualcuno ma una cosa è certa, non così! E ti assicuro che mi contraddirò di nuovo, sbaglierò, ancora, ancora e ancora, perché è questo che fanno le persone quando si legano a qualcuno, sbagliano e cambiano idea! Quindi non chiederò scusa solo perché ho difeso i miei amici, non mi farai sentire in colpa per questo! TU quante amiche vere puoi dire di avere? Quante, che non siano solo delle squallide imitazioni, delle servette su cui troneggiare? Lo sai, l'unica cosa a cui penso quando vado a dormire la notte dopo aver passato un'intera giornata senza averti degnata di uno sguardo è che mi dispiace per te, è che sono felice di non essere te! Perché sei patetica!"
Rimase immobile, ansimante. Non si era nemmeno resa conto di essersi messa ad urlare fino a quando non sentì la propria voce rimbombare nel corridoio ormai vuoto.
Liu Chang era rimasta in silenzio, livida, pallida. Si squadrarono ma improvvisamente, nei suoi occhi non ci vide più così tanta rabbia, bensì...come una sorta di tristezza. L'aveva ferita?
"Voi due, che ci fate qua fuori? Sta iniziando la lezione!" tuonò all'improvviso la McGranitt, facendo capolino dalla porta.
Entrambe sussultarono, raddrizzandosi.
Entrando in classe, Lily Evans si sentiva strana. Cristhine aveva bevuto la pozione, ma ultimamente era lei, quella che stava cambiando...si sentiva come un coniglio, che sbatteva ferocemente contro le sbarre di una gabbia, pazzo di frustrazione.
Che accidenti le era preso, prima? E prima ancora, con Nott e Malfoy? E per tutto l'intero anno... da quando era così...così come?
Così Marauder, disse una voce dentro. Era come se si stesse ribellando alla sua stessa personalità. Si sentiva indisponente, arrabbiata e disubbidiente, non più così attratta dalle regole, anzi, infrangerle sembrava darle una specie di scarica di adrenalina che la faceva sentire...viva.
E parlare così schiettamente, dire quello che pensava davvero, per una volta, l'aveva fatta sentire libera e forte.
Però, anche in colpa...Liu Chang camminava a capo chino tra i banchi senza proferire parole e guardare nessuno.
Sfortunatamente, essendo le ultime ad entrare in classe, c'era un solo banco disponibile.
Avrebbero dovuto mettersi vicine!
Con la smorfia di chi mangia un limone, si sedette con cautela. Lei tirò fuori le sue cose dalla borsa senza guardarla, quasi con tranquillità.
"Oh, giù quelle bacchette signori." Ordinò brusca la professoressa. "Oggi faremo il test preparatorio dei M.A.G.O."
Inutile dire che la notizia, un vero fulmine a ciel sereno, lasciò tutti allibiti. E poco dopo ci fu una specie di insurrezione.
"Una verifica a sorpresa...oggi!" sbottò James. "E' una vera ingiustizia!"
"Pensavamo che sarebbe stato più avanti!"
"Non ci avete avvisati!"
"Nessuno sapeva niente! Non abbiamo avuto abbastanza tempo per prepararci!"
"BUUU!" tuonò Sirius.
"SILENZIO!" ruggì la Mcgranitt con la sua proverbiale finezza, e la classe si zittì, anche se tanti occhietti arrabbiati le puntavano contro.
"Sono cose che dovreste già sapere, per cui piantatela! Il tempo era più che sufficiente! Ora distribuirò i fogli, e ovviamente le regole sono le stesse di sempre! Non si copia, non si imbroglia, non si parla! Questi non sono i M.A.G.O., ovviamente, ma saranno utili non solo a noi per capire come presentarvi al meglio alla fine dell'anno, ma anche a voi per farvi un'idea sugli esami finali e su come affrontarli! Quindi basta lagne inutili! Consideratela una base di appoggio su cui costruire."
"Io costruisco una bara per il caprone che ha inventato questa stronzata!" soffiò Potter tra i denti, ma il discorsetto e le occhiatacce della strega bastarono a sedare la rivoluzione studentesca a sufficienza.
Lily Evans sospirò, sbattendo la testa contro il tavolo e rialzandola solo quando il foglio con le domande comparve davanti a lei. Sapeva che la data di quell'esame sarebbe rimasta nascosta fino all'ultimo, ma si aspettava come tutti di avere più tempo! Sarebbe stata in grado?
Gettò una occhiata alle domande con aria timorosa.
"Descrivi la Trasfigurazione Avanzata di un oggetto di grande proporzione, il movimento tecnico della bacchetta e l'incantesimo da pronunciare compresi gli accenti."
Quella non era difficile. L'aveva visto fare a James qualche tempo prima, quando aveva trasfigurato il banco in un maiale. Il movimento della bacchetta doveva essere fluido e girare in cerchi ampi.
Decisamente sollevata, iniziò a scrivere.
Il resto delle domande erano alquanto difficili, però stava riuscendo a cavarsela.
Credeva di aver sbagliato la numero cinque, ma per il resto si sentiva sicura. Forse sarebbe anche riuscita ad ottenere il massimo dei voti!
Dopo circa mezz'ora, una lieta euforia si impossessò di lei, tanto da renderla serena e di farle pensare di poter staccare un po'.
Si fermò, si stiracchiò, si mise la punta della piuma in bocca e fissò come se la cavavano gli altri. Remus non sembrava avere particolari problemi, scriveva calmo, anzi a dirla tutta sembrava un po'... rallentato. James pareva invece annoiato, si stiracchiava e poi iniziava a scrivere veloce, come se non vedesse l'ora di sbrigarsela. Anche Sirius sbadigliava vistosamente, per nulla in ansia, mentre Peter era l'esatto contrario: si guardava intorno nervoso e si mordicchiava le unghie. Cristhine era china sul suo, con l'aria seria e concentrata, sembrava ancora più minuta così raggomitolata sulla sedia ed era assurdo pensare a come si fosse rivoltata come una furia quella mattina!
E successivamente... la sua attenzione si spostò su Liu Chang, che picchiettava insistentemente sul suo foglio con la punta della penna e le dava gomitate.
Accadde tutto in un attimo.
Inizialmente la ragazza pensò stupefatta che volesse mostrarle il proprio compito, poi vide che sulla sua pergamena, proprio al centro, c'era un biglietto.
Liu Chang lo indicò di nuovo con occhi eloquenti e Lily si sporse per leggerlo, sbalordita.
"Mi rendo conto di avere esagerato. Le tue parole avrebbero dovuto infastidirmi, in realtà...ecco, mi hanno fatto riflettere. Sei forte Evans, devo dire che non me l'aspettavo proprio da te! La verità è che James mi piace davvero, e a volte la gelosia sa rendere le donne terribili. Non sono molto brava con le scuse, ma...spero davvero che mi perdonerai.
Amiche?
Liu."
Lily spalancò la bocca senza riuscire ad emettere un suono. Ma era seria?!
Non si aspettava proprio una cosa del genere... allora non era stata un'allucinazione, le erano davvero venuti gli occhi lucidi, prima!
Ed ecco che il senso di colpa ora si faceva più bruciante...forse aveva esagerato a parlarle in quel modo feroce.
Ok, lei era stata una vera carogna, però aveva chiesto scusa...e ci voleva del fegato per farlo. E d'altronde sua madre le aveva sempre insegnato a dare delle seconde occasioni...
Scrutando ancora il bigliettino senza credere ai propri occhi, fece per voltarsi e accennare perlomeno ad un sorriso di cortesia, ma...
"Professoressa, Lily Evans sta copiando dal mio compito."
La voce chiara e netta della Chang sovrastò il silenzio.
In un attimo tutti si voltarono verso Lily, chinata vistosamente sul foglio di Liu.
Lei si immobilizzò come una lepre colpita dai fari di un'auto.
Batté le palpebre.
Una, due volte.
"Eh?!"
E il resto della scena si presentò davanti ai suoi occhi allibiti come un film mandato avanti in fast forward.
Le occhiatine sorprese e perfidamente divertite dei compagni, Minerva McGranitt che spalancava la bocca, cercando il suo volto tra quello di tutti gli altri...il verso scandalizzato che le uscì dalle labbra, il suo fiondarsi su di loro, il foglio ritirato con un movimento brusco.
E lei, che si ritrovò in meno di due secondi sbattuta fuori dalla classe.
"Che questo ti serva da lezione, Evans! Sono delusa, non lo nego. Sulla base del fatto che sei sempre stata irreprensibile, non annullerò il tuo esame...ma ritirerò il tuo foglio adesso, con tutto quello che hai scritto. Non avrai la possibilità di finire. Spero tu sappia il significato di presentare incompleto un esame così importante! Ma che cosa ti è venuto in mente?"
Ancora sotto shock, la ragazza guardò la professoressa senza spiccicare parola. Lei scuoteva il capo con amarezza, diceva qualcosa, eppure lei non riusciva a collegare.
No, dai. Non poteva essere davvero...no!
"M-ma...ma io..." balbettò, sbiancando.
"Arrivederci!" Chiosò la donna, dura, e le sbatté la porta in faccia.
Rimase a guardarla per cinque minuti buoni, come inebetita. Si dice che quando il cervello subisce un trauma improvviso, ci metta un po' a somatizzarlo...a elaborare...una sorta di tecnica di autodifesa.
E per lei quello era un trauma. Per lei quello era IL trauma.
Corni corazzati, Mangiamorte, mostri vari...niente l'avrebbe messa sotto shock come quanto era appena successo.
Quando lentamente iniziò a realizzare, in pratica prese fuoco.
Quella...quella brutta...!
"E' STATO TUTTO UN TRANELLO! MI HA INGANNATO!" urlò stridula al legno, ora piena di inorridita consapevolezza. "MA...MA IO LA ROMPO!"
E la rabbia divenne implacabile.
Si ritrovò a girare per i corridoi con occhi assatanati e iniettati di sangue senza sapere il motivo. Sapeva solo che doveva muoversi o sarebbe implosa!
Il suo test! Il suo meraviglioso, perfetto, dettagliatissimo test!
Ben presto gli studenti si defilarono, spaventati dai suoi capelli sparati per aria e dal fumo che le usciva dalle orecchie, e lei si ritrovò sola a vagare con occhi alienati, come uno spirito dannato.
Non riusciva a credere che si potesse tirare un colpo tanto basso!
Come aveva potuto farsi fregare così?! Come?!
"Maledetta Chang! Razza di stupida oca senza cervello! Dio! Come la odio! LA ODIOO!" si mise le mani sul viso per reprimere il nervoso, ma poi esplose e cominciò a urlare da sola, dicendo definitivamente addio all'ultimo briciolo di salute mentale rimasta. "MUORI CHANG, MUORI!"
Iniziò a tirare calci ad un portaombrelli di marmo immaginandosi di prendere a calci la sua faccia e ci mancò poco che si fratturasse un alluce, che esplose di dolore.
"AHI!"
Finì per saltellare su una gamba sola e tenersi il piede con una smorfia, lanciando imprecazioni al ritmo dei saltelli e diventando degna di un film comico di serie b.
E poiché Gazza aveva lucidato il pavimento di marmo con la cera, scivolò, cadde all'indietro e...
"Attenta!"
Due braccia forti l'afferrarono al volo, tenendola salda. Si sentiva il cuore esplodere nel petto dalla rabbia e cercò di calmarsi, rendendosi conto di quanto apparisse folle. Ora che c'era qualcun altro in quel corridoio, non poteva perdere la testa così...o l'avrebbero fatta internare!
Respira Lily...respira...
"Grazie mille..." bofonchiò, alzando il viso.
"Di nulla Evans!" Ghignò James Potter dall'alto.
"MA CHE CAVOLO!"
Non si era accorta che la campanella era suonata! Ma almeno un po' di tregua, dannazione!
Ci mise qualche secondo a notare che le mani del ragazzo erano andate a parare - guarda che strano - proprio sul suo seno. Il suono di uno schiaffo riempì l'aria.
"PORCO SCHIFOSO!"
"Anche io sono contento di vederti. Non ti mostrare troppo felice, altrimenti penserò che sei innamorata di me rossa!" Esclamò il poveretto, massaggiandosi con una smorfia la guancia.
Era rimasto a guardare quello sfogo di nervi in silenzio, come se fosse un'opera d'arte, cosa che in effetti era.
Si ripassò nella mente tutta la sequenza: aveva camminato su e giù borbottando con se stessa per almeno dieci minuti, poi aveva urlato all'improvviso, preso a calci un portaombrelli, saltato su un piede solo imprecando come un marinaio ubriaco ed infine era caduta all'indietro...
"Sai, a volte sono davvero felice di vivere ad Hogwarts."
"James, non è proprio aria!"
"Aallooora..." cantilenò quello, divertito come il demonio. "Alloraa..."
"Allora cosa?!"
"Vedo che stai prendendo la via dei Malandrini. Copiare un compito! Non me lo sarei mai aspettato da te. Finalmente stai imparando!"
"Non ho copiato nessun compito!" Strillò la Grifoncina, spettinandolo con la sola forza dell'ugola. Aveva un non so ché d'isterico, di psicotico. Più del solito, almeno. "E' stata la Chang! Chang, Chang, Chang, Chang! Quella maledettissima vipera mi ha incastrato!!!"
Ma con sua sorpresa... James sorrideva senza più schernirla.
"Lo so, stupida, ti prendevo in giro. Ho sentito Liu parlarne alle amiche, fuori dalla classe."
Purtroppo questo non rallegrò minimamente la streghetta, che passò da una cieca rabbia... allo sconforto più totale, diventando della stessa consistenza di una gelatina.
"Perché, Potter? Che cosa ho fatto di male al mondo?" si lagnò con occhioni lucidi, facendolo alzare gli occhi al cielo per la seconda volta nella giornata.
"Ci tieni tanto a quel compito?"
"Ma certo che sì! E ora me lo sono perso...ho fatto a malapena la metà...non basta nemmeno per la sufficienza!"
"Se ci tieni tanto, posso fartelo rifare." Disse James con una alzata di spalle.
Cadde finalmente il silenzio. Lily alzò il viso di scatto, fissandolo con occhi a palla.
"E come faresti?"
"Evans, hai tralasciato una cosa importante di me."
"E cioè?"
"Io sono il capo dei Marauders." disse solo quello, piegandosi verso di lei e guardandola come se ciò bastasse a spiegare ogni cosa. Poi, come se niente fosse, tirò fuori un mazzo di chiavi arrugginite dalla tasca.
"Cosa sono?"
"Chiavi. Sai, quelle cose che aprono le porte."
"James, vuoi che ti ammazzi sul serio oggi, sì?"
Lui ridacchiò sotto la sua espressione seria.
"Sono di Gazza, le chiavi della Stanza-Archivio dei prof."
"Coosa?! E dove diamine le hai prese?!"
"Sgraffignate..." fu la distratta risposta. "Senti, adesso noi abbiamo un'ora buca e gli insegnanti sono tutti a lezione, quindi possiamo intrufolarci di nascosto e modificare il tuo esame, se vuoi."
Lily lo fissò, incerta.
"Non so..."
"Devi decidere tu."
Ed eccola lì, di nuovo pronta a rimodellare i confini della propria moralità. La spilla con la "P" le bruciò contro la divisa, incandescente.
In effetti non avevano tutti i torti a criticarla. Un Prefetto non andava a fare scampagnate nella Foresta Proibita e non si intrufolava nella sala dei Test per rifare il proprio...però era anche vero che la stessa Liu l'aveva incastrata. Insomma, lei non stava copiando, era innocente!
"E va bene." Acconsentì, sospirando. "Andiamoci, ma col mantello dell'Invisibilità."
"Ma certo!" sorrise il mago, tirando fuori dalla borsa il suo fedele indumento. Si sorprese di nuovo nel vedere quanto fosse bello, scintillante ed impalpabile.
E...ed era pieno del suo profumo. Quell'odore indefinibile di vento, di bosco...odiosamente piacevole.
"Hey rossa, perché ti tappi il naso?"
"Lascia perdere..."
Camminarono facendo bene attenzione a non scontrarsi con nessuno, dato che i corridoi si erano riempiti di nuovo degli studenti.
E anche quando alcuni Primini li circondarono senza lasciare loro possibilità di manovre, James fece: "BU!" e quelli scapparono a gambe levate urlando qualcosa sui fantasmi dispettosi.
Quando finalmente arrivarono alla stanza, James si guardò attorno con attenzione, poi sfilò le chiavi, le fece girare nella porta a vetro e furono dentro giusto un istante prima che Lily diventasse blu, tanto a lungo aveva trattenuto il respiro.
"Questa sì che è magia!" sorrise lui, sornione come un gatto.
Dentro non c'era nessuno. Alti cassetti pieni di fogli e documenti si stagliavano minacciosi fino al soffitto, sovrastando ogni cosa.
"Dunque...i documenti recenti dovrebbero essere qui." Bofonchiò James, aprendo un'anta e trafficando tra i fascicoli e fogli vari. Un po' troppo sicuro di sé per non destare sospetti!
"Dì un po', quante volte ci sei venuto qui dentro?!"
"Abbastanza. Ma mai per me stesso, se è questo che ti chiedi. Ah ecco: Lily Evans, Grifondoro." Allegramente, sfilò il suo tema fuori da una pila di fogli e nonostante tutto, Lily non riuscì a non sciogliersi in un sorriso raggiante.
"Sei...sei stato formidabile!" le sfuggì di bocca, al settimo cielo, prima di rimettersi a lavoro e riprendere da dove aveva lasciato.
E mentre la Grifoncina scriveva freneticamente, lui rimase di nuovo a guardarla.
Non le era nemmeno passato per l'anticamera del cervello di copiare per davvero...che tipa assurdamente onesta. Cercò di non starle troppo addosso e cominciò a gironzolare tra le pile di documenti, dando ogni tanto un'occhiata distratta a qualche nota particolarmente interessante e alle fatture per i rifornimenti di Quidditch. Poi, una teca in particolare catturò la sua attenzione. Era di vetro, sigillata da numerosi incantesimi e conteneva solo un paio di fogli. Prima non c'era.
E da come era tenuta sotto custodia, sembrava essere importante. Una vera fortuna avere il mazzo di chiavi di Gazza.
"Finito!" Trillò Lily dopo una ventina di minuti, portando alla luce il foglio. "Sono sicura di averle scritte giuste tutte...meglio non dire nulla per scaramanzia. Avevo dei dubbi sulla cinque però...sicuramente l'ho sbagliata. Vabbé, non importa." Si voltò verso James e sorrise ancora. Rischiava di abituarcisi.
Lui stava leggendo un foglio con aria corrucciata.
"Che stai facendo?"
"A che punto siete con la questione del rappresentante degli studenti?" chiese quello senza staccare gli occhi.
"Per ora navighiamo in alto mare. Perchè?"
Lui sospirò, mostrandole la sua scoperta.
"Sono le percentuali dei questionari sui professori. Serpeverde sta votando in massa a favore del licenziamento. C'è ancora qualche astenuto, ma per ora siamo al cento per cento."
La notizia non giungeva così tanto inaspettata, però Lily si sentì comunque come se il mondo stesse cadendo. Scivolò con la schiena contro il muro, sedendosi per terra e cingendosi le ginocchia.
"Dici che...stiamo fallendo?" chiese, in un mormorio. "Che non c'è speranza?"
"Hey!" sbottò lui, sedendosi accanto a lei. "C'è sempre speranza!"
Guardò il suo viso, la sua espressione triste. Impacciato, le mise una mano sulla spalla.
"E' che più ci provo, più le cose sembrano sfuggirmi di mano." mormorò lei. "E' come se la vecchia me, quella che fa sempre le cose giuste, quella che segue le regole e che crede nella giustizia, stia venendo schiacciata sempre di più. Mi sento una razza in via d'estinzione, ormai. Qualcosa di superato, di sciocco perfino. Come se non ci fosse più spazio per le vecchie Lily Evans nel mondo. Capisci quello che dico?"
"E allora, vorrà dire che le nuove Lily Evans sgomiteranno per riprenderselo."
"Sì..." sospirò lei, guardando il soffitto. "E' solo che...e se diventassi peggiore di quello che sono?"
Lui sorrise, passandole un braccio dietro le spalle. Lei lo lasciò fare, anzi, sembro farle piacere. Quasi faceva le fusa.
"Senti, Lily. Mi parli di razze in estinzione, ma sai chi si estingue davvero? Chi non cambia mai! Cambiare fa paura ma è necessario, sempre! E non sto parlando di adeguarsi, dio, quello mai, ma di evolversi. Di lottare con le unghie e con i denti per portare avanti i propri ideali, a qualunque costo! Sarebbe fantastica una realtà dove seguire le regole sia la soluzione per risolvere tutto, ma purtroppo non è così che gira il mondo. E se non vuoi diventare peggiore, semplicemente non lo diventare! Gli amici sono lì per quello, per aiutarti quando da sola non ce la fai, per indicarti la via giusta!"
"Gli amici?"
"Già."
"Intendi...tu?" lei sollevò gli occhi, guardandolo seria ma quasi sorpresa. Lui sorrise di nuovo.
"Già."
Amici. Erano amici. Non riuscivano più nemmeno a negarlo, ormai.
Si volevano bene...
"E sai una cosa? Se non riusciremo a proteggere i professori con le buone, allora lo faremo con le cattive! Protesteremo, faremo occupazione, ci rifiuteremo di studiare!"
"Ah, rifiutarsi di studiare!" fece finta di singhiozzare lei, con aria drammaticamente spaventata, facendolo ridere.
"E se anche così non basterà...ci penserò io personalmente! Romperò talmente tanto le palle che porterò all'esasperazione qualsiasi nuovo professore ci rifileranno! E sai che posso riuscirci! La mia ex baby sitter va ancora in clinica! Per non parlare del mio prete babbano!"
"Prete? TU vai da un prete?!"
"Sì, è un tipo strano...anche se devo dire che il carcere l'ha reso più simpatico."
Lei scoppiò a ridere, portandosi una mano davanti alla bocca.
"Ok, ok, mi hai convinta." balbettò, asciugandosi le lacrime. "Se mai dovesse succedere, ci ribelleremo come solo noi sappiamo fare. Anche se...mi sarebbe piaciuto davvero risolverla alla mia maniera. Sai, con la speranza e tutto il resto..."
James le diede un buffetto affettuoso.
"Chi lo sa? Non è ancora finita d'altronde. La vita è piena di sorprese, no?"
"Giusto." annuì lei, prima di alzarsi. "Andiamo?"
Alcuni professori stavano entrando, ignari della loro presenza. Indossarono il mantello e scivolarono accanto a Ruf e Vitious (beh, il braccio di Lily passò attraverso Ruf, dato che era un fantasma ma lui non sentì nulla).
Quando finalmente si sentirono sicuri, uscirono allo scoperto e ripresero a camminare come due normali studenti del Settimo anno.
"Allora, è andato bene l'esame?" chiese lui, sforzandosi di non sembrare eccessivamente gongolante e di non fissarsi troppo sul modo in cui i suoi occhi brillavano, mentre lo guardava. Avevano brillato così per tutta la settimana. Guardando lui.
La Lily Evans di cui chiunque si sarebbe potuto innamorare facilmente...
"Oh sì, meravigliosamente...e tutto grazie a te! Allora sei buono a qualcosa!"
"Hey, ma che piccola ingrata!" Le arruffò i capelli con un ghigno, facendola ridere.
"E' tanto brutto se spero che la Chang abbia sbagliato qualsiasi cosa nel suo?"
"Oh beh..." ghignò James. "Diciamo che non ci vai lontano, ecco."
"Che? Non avrai mica..."
Lui alzò le mani, poi con la bacchetta si trasfigurò un'aureola svolazzante sulla testa.
Lily scoppiò a ridere senza ritegno. Poi gli piazzò le mani sulle spalle e lo guardò dritto negli occhi con aria maestosa.
"James Potter, mi hai ufficialmente salvato la vita."
"Dimmi qualcosa che non sento tutti i giorni!" minimizzò lui, prima di zittirsi quando la ragazza si alzò alzò in punta di piedi e, lentamente, si avvicinò. Le sue labbra si posarono sulla sua guancia lasciandoci un segno incandescente.
"Grazie..." mormorò, radiosa. "Questo non lo senti tutti i giorni da me. Ma te lo sei meritato."
E se ne andò, salutando con la mano.
La Lily Evans di cui chiunque si sarebbe potuto innamorare facilmente...
James si sfiorò il punto della faccia in cui lei, proprio lei, l'aveva baciato di sua spontanea volontà.
In effetti, quello non gli accadeva tutti i giorni.
Però... ora aveva bisogno di una doccia fredda...
La mattina dopo, Lily Evans ebbe modo di gustarsi una divertentissima scenetta.
La Mcgranitt assegnò loro i risultati e Lily aveva ottenuto il massimo dei voti,( "Che sfortuna sfacciata, Evans!" aveva detto, sorpresa. "E' un bene che tu sappia scrivere cosi veloce!") mentre Liu Chang si era sorbita una sfuriata coi fiocchi ("PERCHE' DIAVOLO HAI SCRITTO 'SONO STUPIDA' IN TUTTE LE DOMANDE?!!! E COME SAREBBE A DIRE: 'TROVO CHE QUESTI ESAMI SIANO INUTILI COME TUTTI QUELLI CHE LAVORANO AL MINISTERO?!").
E godendosi la professoressa che urlava come un'ossessa, la Prefetto di Grifondoro non riuscì a trattenersi dal guardare James... che aveva un'aria felicemente colpevole.
No, non importava più se a Serpeverde avrebbero votato all'unanimità.
Non l'avrebbe più visto come un problema.
Perché se fosse successo, lo avrebbero affrontato a testa alta. Si sarebbero ribellati.
Insieme.
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M.A.R.A.U.D.E.R.S.
Fiksi PenggemarNell'oscurità di una guerra incombente, le sfrenate e spensierate esistenze dei Malandrini si sfilacciano negli intrighi di una Hogwarts sempre più ricca di pericoli ed insidie. In un labirinto di incertezze, nell'ultimo anno l'amore sembra essere l...