Lily Evans non aveva mai condiviso il letto con nessuno.
Mai, nemmeno con sua sorella quando erano bambine, o con sua madre quando faceva un brutto sogno. Preferiva rimanere sotto le coperte a tremare, piuttosto che infilarsi nel matrimoniale dei suoi genitori.
L'orgoglio che da sempre era stato suo compagno le impediva di accettare qualcuno fra le lenzuola, qualcuno con cui condividere il sonno, l'unico luogo in cui era totalmente vulnerabile, inerme.
Il sonno era la sua culla sacra, lo spazio dove poter essere fragile.
Eppure, quella presenza calda...non la vide come un'intrusione. Era come se ci fosse sempre stata. Come se...fosse naturale.
Fu per questo che non si svegliò mai durante la notte, nonostante quel corpo liscio che l'abbracciava non faceva altro che agitarsi, scattare, come un vero uragano.
Socchiuse gli occhi, mugugnando appena, stringendosi attorno a quella cosa estranea senza inizialmente stupirsene più di tanto. Le ciglia si schiusero come fiori sugli occhi smeraldini, che faticarono a mettere a fuoco.
Dove si trovava?
Non ricordava di essere andata a dormire.
Beh, in ogni caso, stava infinitamente bene. C'era un bel calduccio ed era comodo...
Solo che...solo che effettivamente c'era...
Sbarrò improvvisamente gli occhi, sentendo sotto le dita e sotto la guancia qualcosa che decisamente non era un cuscino.
"Ma che cos..."
Balzò a sedere, stropicciandosi gli occhi, prendendo coscienza lentamente di...una presenza. Qualcosa che si muoveva, mugugnando.
Improvvisamente, un braccio uscì dalle lenzuola e finì sulle sue gambe, artigliandole dolcemente un fianco.
Sobbalzò violentemente, abbassando gli occhi su quella mano che le massaggiava la vita, cercando piano di tirarsela vicina.
Un altro mugolio.
James Potter schiuse gli occhi d'oro con una sensazione di benessere...e un urletto nelle orecchie.
Dannati Malandrini...facevano sempre un baccano bestiale di mattina. I soliti casinari!
Balzò a sedere massaggiandosi i capelli, percependo solo vagamente il sentore...come di un calore, sulla pelle. Il ricordo di qualcosa di estremamente morbido appoggiato fino a poco fa su di lui.
Fu assurda la sincronia con la quale i due si svegliarono, su questo i Malandrini potevano giurarci. Si girarono l'uno verso l'altro con una simultaneità perfetta.
Si misero a fuoco, strabuzzando gli occhi come se si fossero messi d'accordo. E, sempre assieme, sbiancarono.
Un urlo disumano scosse le fondamenta di Hogwarts.
Tremarono i quadri.
Si ruppero i bicchieri.
Disperati studenti con la fissa delle leggende balzarono per aria con la certezza di una non meglio identificata fine del mondo.
Weasley si versò il caffè addosso, Alice scivolò dalle ginocchia di Paciock, Monique cadde per terra ed i gufi se ne volarono via in massa con un tubare stridulo.
Le due fonti di quei versi da baritono si puntarono l'indice contro a vicenda, con gli occhi fuori dalle orbite. Poi, come se il letto fosse stato improvvisamente pervaso da scariche elettriche, scattarono all'indietro, cadendo di sedere sul pavimento con un tonfo sordo.
Si fissarono sconvolti per ancora qualche secondo, sempre continuando ad indicarsi con il ditino.
Le loro bocce si spalancarono in contemporanea.
"CHE DIAVOLO CI FAI TU NEL MIO LETTO?!"
Un bianco raggio di sole filtrò la coltre di nebbia squisitamente inglese di quella mattina per accarezzare i petali carnosi di un'aspidistra appoggiata su un tavolino di ceramica.
Nonostante lo Yorkshire fosse tra le regioni più limpide dell'Inghilterra, quell'anno la coltre argentata bagnava il suolo di quelle campagne e delle sue antiche rovine sparse qua e là da più di due settimane, incurante delle fitte piogge novembrine.
Essa si faceva più spessa proprio attorno ad una casetta bifamiliare immersa in un complesso di stagni e campi, come una corona setosa a suggellarne l'isolamento dal resto del mondo.
Sotto il portico, una donna alta e snella osservava con occhi persi il giardino, il rigoglio dei fiori nonostante l'assenza di sole, la vegetazione sempre più selvaggia e meno curata oltre il recinto in pietra, le polpose giunchiglie selvatiche avvinghiate al canneto, gli scatti ronzanti delle libellule e delle ranocchie nello stagno.
Aveva lunghi capelli di un morbido castano chiaro che finivano appena sopra i fianchi azzardando qualche boccolo sulle punte, occhi grandi e delicati che tuttavia venivano mitigati dall'altezzosità dei suoi lineamenti. Un viso candido e affilato, un'ombra di regalità che non riusciva del tutto a nascondere.
Troppo simile alla sua famiglia.
Fissava lo stagno in quella posa inconsapevolmente impettita da almeno un'ora, senza rendersi conto di quanto lo fosse.
Nulla di quella pacifica visione riusciva a tranquillizzare il suo cuore e fu con un gesto nervoso che afferrò la bacchetta, portandosela alle labbra.
La bocca carnosa si schiuse appena nell'emettere un soffio sopra la sua punta, che scintillò alla parola "Nevolus", appena sussurrata.
La cintura di nebbia magica si fece ancora più fitta.
"Davvero un peccato ombreggiare fiori così belli, non trovi, mia cara?"
Albus Silente uscì giusto in tempo con il rumore di un piatto rotto e un'imprecazione maschile. Ridacchiò, accostandosi alla strega.
"Tuo marito invece gestisce l'agitazione in modo particolare, ovvero inciampando dappertutto. Credo che dovrai ricomprare il servizio di argenteria!"
"Tra lui e mia figlia, ho smesso di sperare di averne uno intatto."
A quelle parole, alzò gli occhi al piano di sopra. La cameretta aveva le tende tirate.
Il mago sorrise di nuovo. In quel tempo grigio, il biancore argenteo dei suoi capelli risplendeva contro le rughe sottili.
"Andrà tutto per il meglio."
"Lo so."
Un altro piatto rotto. Suo marito decise che forse avrebbe fatto meno danni fuori da casa e si unì a loro.
Era un uomo biondo e panciuto, un grande naso a patata e occhi teneri. Inciampò proprio sull'uscio ma sua moglie, senza nemmeno guardare, aveva già steso il braccio per sostenerlo.
Se qualcuno, in un modo un po' perfido, si fosse chiesto che cosa ci faceva quella bellezza di donna accanto ad un imbranato del genere, si sarebbe ricreduto notando lo sguardo di puro amore che i due si scoccarono una volta abbracciati.
Si guardavano sempre come ragazzini, nonostante tutto. Nonostante quell'angoscia, quel nervosismo e quella eccitazione.
"Spero che non prenda il mio naso." Confessò lui, con un risolino, tanto per dire qualcosa. "Ma sicuramente avrà in tutto e per tutto i tuoi lineamenti eleganti e la tua faccetta seria seria."
Lei scosse il viso, con una strana smorfia.
"Non dire così."
No, doveva essere quanto più distante possibile dal suo aspetto, nessuno doveva capire la sua provenienza. Così sarebbe stata più al sicuro.
L'uomo fraintese il suo improvviso tremore e la strinse più forte.
"Non è un processo doloroso, lo sai? E' solo un po' lungo."
"Lo so. Non è questo." Lei si appoggiò alle sue spalle, improvvisamente stanca. "E' che...tutti gli altri lo hanno fatto quando avevano cinque anni. Noi invece...l'abbiamo snaturata, abbiamo fatto sì che tutto questo tardasse fino ad ora. E se...se lo shock fosse troppo grande?"
"Mi sembrava tutto tranne che scioccata." Ridacchiò Albus. "Non vedeva l'ora di vedersi con il suo vero aspetto. Ma era importante che fosse da sola."
"Abbiamo preparato nostra figlia a tutto questo." La consolò il marito, alzando lo sguardo bonariamente verso il piano di sopra. "Da sempre. E' più forte degli altri suoi simili. Se la caverà."
"Un buon bicchierino di brandy dovrebbe allentare la tensione." Propose allora Silente, allegro e pacato come al solito.
Avevano appena finito il secondo giro quando la porta della cameretta si schiuse sopra le scale.
"Credo...credo sia finito! Potete salire!" urlò una ragazza, prima di sbattere la testa da qualche parte. "Ahi!"
"Che cavolo, ho tolto tutte le mensole!" si lasciò sfuggire sua madre, nel salire. "Dove diamine ha picchiato adesso?!"
La ragazza in questione aveva appena picchiato, di fatto, contro lo stipite. Ma era troppo eccitata per preoccuparsi del bernoccolo.
Non stava nella pelle, non riusciva a stare ferma un solo secondo...il che era problematico perché fin da quando era bambina aveva ereditato da suo padre la tendenza a sbattere ovunque e a farsi male nei modi più impensabili.
Ma ora...ora anche quel cerotto sulla fronte le parve magico. Perché era il primo!
Il primo cerotto su...sulla sua pelle! Sulla sua...sua faccia!
Non riusciva a crederci di aver finalmente ottenuto il suo vero aspetto...ed inoltre si piaceva!
Incredibilmente, si trovava così...se stessa. Tutto il suo corpo, tutti i suoi colori, rispecchiavano perfettamente la sua personalità!
Mai più nascondersi, mai più nomi falsi...mai più da sola. Avrebbe finalmente iniziato a vivere, a farsi degli amici veri...ad essere...beh, ad essere lei!
Sentii i passi dei suoi sugli scalini, le loro voci...e l'emozione raggiunse il culmine.
"Capelli neri, quotati due a zero."
"La vuoi piantare?! E' una faccenda seria!"
"E gli occhi azzurri, forse? Non me la vedo troppo con lo sguardo di ghiaccio, ad esser sincero. Sarebbe strano!"
"Suvvia, amico mio, sono sicuro che sarà deliziosa."
"Beh, non è che si ponga troppo il problema, sa Silente? La fortuna di quelle come lei è che l'aspetto è davvero l'ultimo dei pensieri. E sicuramente sarà identica a sua madre! Ti prego non il mio nasone, ti prego, ti prego, ti prego...!"
La porta si aprì lentamente, e quello fu un momento che mai avrebbe scordato.
La ragazza si alzò in piedi, barcollò appena ma riuscì miracolosamente a non cadere.
"Allora?" esclamò, fiera come non mai, mentre suo padre sgranava gli occhi e sputava fuori tutto il brandy. "Come vi sembro?"
Silenzio attonito.
"Incantevole." Rispose prontamente Albus, che, al contrario dei suoi genitori, non aveva fatto una piega alla vista del suo aspetto così...insolito.
"Questo sì che farà incazzare i miei suoceri." Fischiò dopo qualche istante il suo adorabile papino, con un mezzo ghigno.
Non aveva il naso a patata, pensò invece confusamente la padrona di casa. Ma...di certo non era uguale a lei.
Oh no, pensò, iniziando a ridere istericamente. Di certo non lo era.
L'abbracciò di slancio, sempre continuando a ridere e a piangere allo stesso tempo.
Tutte le madri vedono il viso del loro bambino al momento del parto...beh, lei lo aveva fatto un po' più tardi.
Aveva atteso, atteso e atteso di sentire quell'incredibile sensazione, quella di cui tutte le altre mamme parlavano. Quella potenza, quella consapevolezza...la certezza che quel viso l'avrebbero amato in ogni dettaglio per il resto della propria vita.
L'amore prima di quel giorno non era di certo mancato, tuttavia...tuttavia era ora che lo sentiva finalmente completo.
Talmente forte da traboccare.
"Sei bellissima." Singhiozzò, stringendosela contro.
Non importava che non le somigliasse molto. Alcune donne ci tenevano parecchio...non lei.
Lei voleva solo...solo vederla. Per la prima volta.
Per com'era davvero.
Ed era perfetta.
Il fiore più colorato del suo giardino.
"Bellissima." Ripeté, mentre sua figlia ricambiava la stretta ed il padre si univa a loro.
Albus attese educatamente qualche secondo, prima di avvicinarsi a sua volta.
Torreggiò su quella famiglia concedendosi di non pensare al futuro di quelle persone. Non era il momento...nonostante lui sapesse.
Vedesse.
Ma era un istante troppo bello per pensare ad altro.
"Allora." Sorrise infine, ed i suoi occhiali a mezzaluna scintillarono. "Sei pronta per tornare ad Hogwarts?"
Quella era la fottuta fine del mondo.
Sirius Black ne era certo.
Sarebbe scoppiato un uragano, lo sapeva, e loro erano proprio nel mezzo!
Dopo aver praticamente perso un orecchio per colpa di quel barrito da isterici, iniziò vagamente a sudare freddo.
Questa volta quella scimmia li ammazzava davvero.
"Tu...tu...!" La Evans, infagottata in un involtino di lenzuola – le usciva solo una gamba nuda - si guardò attorno così infuriata da non riuscire a parlare.
Poi la rivelazione colse la sua testolina e la videro tutti sbiancare.
"OH MIO DIO!" gemette in preda al panico voltandosi da tutte le parti.
Poster di band rock e metal attaccati alle pareti, boccini, scope appese alle pareti, trofei, disordine ovunque.
Non era James ad essere nel suo letto...era lei nel letto di James!
Tutto, nella sua mente, girava come una trottola. La camera di Potter. Il letto di Potter.
Poi ebbe la malaugurata idea di guardare il suo corpo.
Per poco non svenne.
Era nuda...
"AAAARGH!"
Afferrò i primi pantaloni che vide infilandosi sotto quel bozzolo di coperte più che poteva, con il cuore a palla e le corde vocali in fiamme. Una maglietta...doveva trovare una maglietta!!!
Potter si tappò le orecchie, altrettanto sconvolto. Vide la Evans rivestirsi urlando come una iena sotto una montagna di plaid vari e notò a malapena i Malandrini squadrarlo come un alieno.
Cosa CAZZO era successo?
La Grifoncina riemerse il tempo necessario per guardarsi attorno...e notare, avvampando fino a diventare del colore dei suoi capelli, che non era l'unica ad essere...in abbigliamento non consono...
Black, in mutande, stirò un ghigno appoggiandosi al muro senza vergognarsi di striscio. Minus aveva la decenza di avere perlomeno dei pantaloni...di Potter non voleva nemmeno parlare, visto che a quanto si capiva dalle lenzuola aggrovigliate sui suoi fianchi era come mamma l'aveva fatto e ci era stata appiccicata fino a due minuti prima!
E poi, girandosi, la stoccata finale.
Remus...oh dio, Remus! Non anche lui!
Emise un versetto simile allo squittio di un topo e finalmente il biondino si rese conto della...hem...situazione.
Le sue gote si tinsero di un delizioso rosso fuoco mentre afferrò in tutta furia dei pantaloni e due magliette, una delle quali le venne praticamente lanciata in faccia.
Nello stupore generale, fu James a riprendere la parola.
"Lily...ma che diav...?!"
Ma mentre infilava la maglietta di due taglie più grande, la poveretta non ascoltava niente. Nuda...i Malandrini...
E, improvvisamente, si bloccò di botto. E fece due più due.
La stanza iniziò a tremare per davvero e Black si passò una mano sulla faccia. Eccola, l'apocalisse!
"BRUTTI MANIACI PERVERTITI!"
Il primo vaso si infranse proprio sotto la testolina arruffata di quel maledetto di Potter...seguita da un'altra valanga di oggetti, tra quelli lanciati dalla magia a quelli direttamente scagliati a mano!
"No ferma! Li...Lily non capisci! Non abbiamo fa...fatto nulla...LILY BASTA!"
"NON OSARE AVVICINARTI, BRUTTO MANIACO SCHIFOSO! STAMMI LONTANO!"
Qualsiasi cosa poteva essere usata come arma iniziò a levitare in un vortice di furia omicida e potere magico...e il povero Lupin fu costretto a gattonare vicino a Black che si stava riparando dietro un comodino schivando tomi di magia e candelabri vari.
"Sirius! Tu ne sai qualcosa?!"
"No! Mi sono svegliato e l'ho trovata nel letto di James!" gridò di rimando lui, aumentando il tono di voce per sopraffare quel frastuono.
"Come diavolo è possibile?! CHE LE HA FATTO JAMES?!" tuonò Remus, imporporandosi.
"Ma che vuoi che ne sappia!" strillò l'altro, mentre il povero Minus veniva lanciato di peso assieme ad un vaso.
"VOLETE-DARMI-UNA-MANO?!" ruggì Ramoso, voltandosi verso i due con i capelli sparati in aria.
"E va bene! Levicorpus!" esclamò Lunastorta, balzando in piedi.
Mossa stupidissima perchè...
"AAAH!"
La maglietta extralarge non era abbastanza aderente e le si sollevò fino al naso.
"METTIMI-SUBITO-GIU!" tuonò, coprendosi con le mani e praticamente con la testa che andava a fuoco.
Remus, diventato anche lui scarlatto, si affrettò a lasciarla andare, biascicando un: "Oddio Lily, scusascusascusa!"
La ragazza cadde di schianto sul loro Leader ed entrambi ruzzolarono sul pavimento come sacchi di patate.
Sfiniti, si limitarono a spostarsi, ansimando sul pavimento gelido.
Il silenzio, finalmente, regnò sovrano, anche se per poco.
"Ooohi..." Lily si tenne la testa, senza più energie.
"Hai...anf...finito?" boccheggiò James alla sua destra.
"Aspetta...che dica...alla Mcgranitt...cosa hai fatto e..."
"Eh no!" quello si alzò su un gomito, piazzandole un dito davanti al naso. "Io non ho fatto proprio un bel nulla! Sei tu che ti sei infilata nel mio letto, bella mia!"
"Ma non dire assurdità!" abbaiò lei, spettinandolo con la sola forza della gola. "Il tuo è l'ultimo letto in cui mi infilerei! E poi...dio, copriti!"
"Cos...? Oh, sì, certo!" e rimediò una coperta così in fretta che sembrava aver usato l'incantesimo di appello.
Non che si dispiacesse o che provasse imbarazzo, ma voleva evitare altre crisi isteriche da quella prefetto psicopatica. Gli aveva letteralmente sfondato i timpani e aveva lividi ovunque!
Davvero, come diavolo erano finiti in quel letto? O meglio, lui se lo ricordava eccome.
Si era coricato a sera tardi, gli altri già dormivano. Quel cavolo di gatto era letteralmente bollente, come avere una borsa d'acqua calda vera e propria sotto le lenzuola, tanto da costringerlo a togliersi i vestiti per respirare un po'. Fine della questione.
Come ci era piombata una Evans nuda sul suo cuscino?!
Dio, il suo letto aveva il profumo della Prefetto in ogni centimetro. E lui non ricordava niente.
Qualcuno doveva avergli lanciato il malocchio, ne era certo!
Ben altri pensieri aveva la rossa, che iniziava a desiderare che una voragine si aprisse sotto i suoi piedi e la inghiottisse per sempre.
E se le fosse venuto un colpo e fosse veramente andata lei nel letto di Potter?
Se era così si sarebbe seppellita viva...era troppo da sopportare!
E a suggellare quella considerazione, gli lanciò un cuscino in faccia.
"Ti detesto!" gli gridò disperata, balzando a sedere. "Potter, io ti detesto!"
"Strano modo per dimostrarlo, visto che sei sul MIO materasso!" gli rinfacciò lui di rimando, rigettandogli il cuscino addosso...e finì che iniziarono a prendersi a cuscinate come due dodicenni.
"Va bene, stop!" Remus si lanciò coraggiosamente nel mezzo con un braccio teso, interrompendo l'inizio dell'ennesimo uragano. "Chi di voi ha bevuto?"
"Non io di certo!"
"Non guardare me!"
"Ok." Il biondino si guardò attorno. "Cosa ricordate di preciso?"
"Litigio con Evans. Fatto due voli con la scopa. Letto. Il gatto mi ha fatto venir caldo. Svestito."
"Ah proposito, dov'è andato?" borbottò Minus, stringendosi nelle spalle.
"Ma ti pare il momento di pensare a quella bestiaccia?" saltò su Black. "Questi qui hanno probabilmente fatto..."
"NON AZZARDARTI NEMMENO A FINIRE LA FRASE!" Sfasò la Evans, quasi strangolandolo. "VOI razza di beoti mi avete sicuramente fatto qualche sortilegio!"
"Hey!" sbottò Ramoso, offesissimo. "Per chi mi hai preso?! Io gioco pulito! Voglio che tu venga a letto con me spontaneamente!!"
"BEH, NON ACCADRA' MAI!"
"E tu, Lily, cosa ricordi?" la interruppe Lupin, sempre più stranito, raccogliendo qua e là cocci di vasi.
La ragazza si bloccò di colpo.
"Avevo...un gran mal di testa." Mormorò, improvvisamente incerta. "Ma onestamente, dopo la discussione con questo beota...Io..."
Lupin alzò il viso di scatto, stringendo le palpebre.
"Non ti ricordi nulla di come sei andata a dormire?"
"E così la nostra adorabile Prefetto, così ligia al dovere...si sbronza al punto da scordarsi con chi va a letto, eh?" se la ghignò Black, avvicinandosi.
Lei arrossì, un po' indignata e un po' perché...beh, era ancora in mutande.
"Che assurdità vai dicendo?! Io non ho bevuto! Avevo a malapena la forza di cenare!"
"Seh, vallo a dire a questa povera creatura violata!" e si attaccò a Potter iniziando un dramma greco.
"Sì, Evans, razza di mangia-uomini!"
"Volete altri calderoni in testa o cosa?! E tu ti vuoi mettere qualcosa addosso?!"
"Scordatelo, scimmia!" il ghigno di Felpato divenne ancora più ampio e con il pollice si indicò i pettorali. "Guarda qua! La bellezza va esibita!"
"Hmmm..." Remus Lupin si massaggiò il mento, riflettendo, mentre quelli riprendevano a bisticciare. Non ricordava come era andata a dormire...e nemmeno nelle sue sbronze più colossali la Evans avrebbe fatto quello, quindi la prima opzione era da evitare. Che avesse a che fare con la pozione di Malfoy?
"Remus..."
"Non rompere, sto pensando."
"Remus!"
Strano improvviso silenzio. Alzò lo sguardo e per poco non cadde dal letto.
Lily Evans ricambiò lo sguardo di quei quattro, improvvisamente attoniti.
"Beh, che vi prende ora?!"
"Lily..." fece James, con cautela "Ti sono cresciute le orecchie da gatto."
"Che diavolo vai dicendo, Potter?!" sbottò lei, brusca. "E' inutile che cerchi scuse deficienti per non farmi andare dalla Mcgranitt perché..."
Poi si bloccò.
Di nuovo quella sensazione di dolore, quella stanchezza colossale.
Più veloce e piena, nelle sue viscere.
Barcollò talmente forte che cadde in ginocchio. Dio, la testa! Qualcuno le stava spaccando la testa!
"Lily!"
James l'afferrò per le spalle, pronto a sorreggerla ma si lasciò scappare un urlo di sorpresa.
La ragazza si stava trasformando sotto le sue mani, rimpicciolendosi...e ricoprendosi di pelo nero. Un folto, lucente pelo.
Tempo pochi istanti, e lunghi baffi vibranti gli sfiorarono il collo.
Al posto della Grifoncina, si ritrovò in braccio il gatto del giorno prima.
"Non...non è possibile..." mormorò Peter, completamente sbalordito.
James la squadrò a bocca aperta. Si chinarono in quattro su di essa, senza riuscire a crederci.
"Lily?" disse James, incerto.
La gatta si alzò sulle zampine e gli leccò la guancia, in un gorgoglio di fusa.
"Non ci riconosce." Sentenziò Remus, serio.
"E'...un gatto?! Lily Evans è un gatto?! QUEL gatto?!" balzò su Sirius.
"Mi sembrava di sentire un odore familiare, in effetti." Borbottò Peter, grattandosi il mento. "Di certo mi fa la stessa paura in entrambe le versioni! Com'è successo?"
"La pozione..." mormorò Lupin, serio. "La pozione di Malfoy. Era trasfigurante. Ma è stata fatta male, probabilmente da uno studente. Ha avuto un effetto ritardato."
"Ma che cavolo di strategia sarebbe? Non facciamo questi scherzi scemi da quando avevamo tredici anni." Si schifò Black, con una smorfia. "Mi aspettavo di peggio, sinceramente."
"A chi lo dici..." mormorò James, passandosi una mano fra i capelli. "Quando mi ha detto della pozione, ho davvero creduto che le potesse succedere qualcosa di grave."
"E' per questo che la pedinavi ovunque and...?" iniziò a chiedere Remus, ma poi si bloccò di colpo.
I suoi tre amici furono scossi da un profondo brivido comune. Rabbia.
"Wuoh, Lunastorta. Che ti prende?" sorrise perplesso Sirius, stringendosi nelle spalle.
Il ragazzo non rispose, ed i suoi occhi si adombrarono.
"...vuole far tornare di moda le pellicce. Tra lei e McNair non so chi dei due me le abbia frantumate di più."
"McNair?"
"Già, blaterava sul fatto che gli sarebbe arrivato un nuovo pezzo esclusivo..."
Un pezzo esclusivo...la pelliccia di un Famiglio!
Remus Lupin serrò i pugni contro i fianchi e serrò le mandibole.
I McNair erano stati maledetti...lo sapevano tutti. Da quando la madre, una stilista famosa, aveva ucciso il Famiglio di una Megera per farne una pelliccia, essa li aveva stregati. Non avrebbero più potuto toccare nessun gatto, gufo o topo per farne dei vestiti o dei corredi.
Certamente, avrebbero potuto comprarne da chiunque altro...ma i McNair non indossavano mai pellicce realizzate da altri. Era una sorta di disonore.
Ma Lily non era un Famiglio...non era un vero gatto...
Un pezzo esclusivo...
L'orrore e l'odio di quella considerazione lo riempirono ad ondate. Era questo, quello che avevano avuto in mente?
Lily...
Alzò il viso cercando di calmarsi ma qualcosa scintillò come un rubino nel riflesso della finestra, attirando la sua attenzione. Fu solo un istante, ma gli serrò i polmoni in una morsa.
Il suo riflesso...due occhi rossi...
Il gatto balzò sul letto, interrompendo quella sorta di paralisi. Scosse il capo, stralunato.
Per un attimo gli era come sembrato...ma aveva visto male. Senza dubbio.
"Stai bene? Sei sbiancato di colpo!" Peter gli mise una mano sulla spalla, facendolo sobbalzare.
Ricambiò lo sguardo preoccupato dell'amico, serrando i suoi pensieri dietro un solido muro.
"Pensavo al da farsi." Mentii, con un sorriso.
Non dovevano sapere. Soprattutto James. O...o questa volta, avrebbe davvero fatto esplodere l'intera scuola.
Era davvero troppo, anche per dei Serpeverde. Fin dove diavolo si erano voluti spingere? Era questa la vera considerazione che avevano dei Mezzosangue?
Potter li sottovalutava davvero. Quella gente era fuori di testa. Pericolosa.
"Bisogna agire subito. La prima volta aveva ancora addosso i vestiti, ma con l'ultima trasformazione si è ritrovata...hem...nuda. Significa che sta progredendo, va fermata prima che diventi troppo grave."
"Beh, ritrasfiguriamola!" propose Sirius, già armato di bacchetta.
"No!" gridò improvvisamente Lupin, bloccandogli il braccio. "Ma non l'hai ascoltata la McGranitt?"
"Scusa, Remy, ero troppo impegnato a non essere te!"
"Le leonidi!" Spiegò quello. "I nostri poteri di Trasfigurazione non funzionano! Rischi di farla saltare in aria!"
"Che palle, Madama Chips non sarà contenta di rivederci!"
"Già, ma è l'unica soluzione...Onestamente non mi fido di nessun altro per fare questo incantesimo." Sospirò James, prendendo Lily-gatto di nuovo in braccio. "Vediamo se riesce a fare qualcosa."
Si avviarono verso l'Infermeria, aggirandosi furtivi per non farsi vedere da nessuno.
Comportamento normalissimo per quattro ragazzi che avevano sempre qualcosa da nascondere, che fosse uno scherzo o una sveltina con qualche prosperosa streghetta, quindi nessuno ci badò più di tanto.
Purtroppo, avevano scordato un piccolissimo dettaglio.
"Anche io sono Grifondoro!" abbaiò la Chips, piazzandosi le mani sui fianchi.
"Cos...! E adesso?!"
L'infermiera sospirò, facendogli segno di entrare.
"Posso solo sentire Lumacorno. Dovrebbe avere delle pozioni De-trasfiguranti, da qualche parte...solo che ci vorrà un po' di tempo!"
"Quanto tempo per l'esattezza?" chiese Remus.
"Le orecchie e la coda da gatto le scompariranno dopo tre, massimo quattro giorni...ma prenderà forma umana questa sera! Coraggio, passami il gatt...cioè la signorina Evans, Potter."
"Sapete, mi mancherà quel felino." se ne uscì Sirius, con un gesto teatralmente melodrammatico.
I tre lo guardarono alzando un sopracciglio, con espressioni vagamente scettiche.
Il Malandrino fece le spallucce.
"Beh, è la versione della Evans che preferisco. Quella in cui sta zitta."
"Ah, ovviamente la responsabilità di quanto accaduto ricade su di voi." Se la ghignò l'infermiera.
Fantastico, di bene in meglio! Praticamente dovevano farle i compiti fino a quando non si fosse ripresa!
Si trascinarono esausti in Sala Grande, accapigliandosi per avere meno oneri possibili da quel casino e schivando alcuni foglietti volanti.
"La relazione sulla Rivolta delle cornucopie io non gliela faccio, sia chiaro."
"Minus?"
"Volete che prenda la prima E della sua vita?"
"E' palese che tocchi a Potter."
"Eh?! E perché proprio io?!"
"Perché era nel tuo letto." Risposero in coro quei tre infami e solo l'arrivo dell'angelica figura di Cristhine evitò l'arrivo di una caterva di insulti.
Avvolta in un morbido maglioncino blu notte dal collo alto, si lasciò abbracciare da Sirius che le sfiorò le labbra con le proprie.
"Caffè?" propose, per poi ridacchiare quando il Malandrino non diede segno di volerla lasciare andare via.
"Potete evitare di fare i piccioncini di prima mattina?" Potter fece una smorfia.
"Tutta invidia." Chiosò quello, perfido. "Cos'altro aspettarsi da uno che ha una Prefetto nuda nel letto e dorme?"
All'educata inarcata di sopracciglio della Corvoncina, James ebbe perlomeno la decenza di arrossire. Prima di ricevere un pesante tomo di incantesimi dritto sulla nuca.
"AHIA!"
"POOOOOTTER!"
Rumore di tanti piedini in corsa, stile mandria impazzita. E il loro amabile capo si ritrovò circondato da ragazzine.
Erano almeno una decina, tutte dei primi anni e vestite con i colori di tutte le Casate (Eccezion fatta per Serpeverde) e li squadrarono con aria un tantino...combattiva.
Quella in testa, una mocciosetta Tassorosso con una marea di lentiggini ed i codini, gli si fece sotto alzando lo sguardo e gli tirò un altro libro addosso, questa volta prontamente evitato.
"Ma che diavolo vi prende?!" ululò James, lacrime agli occhi per il dolore.
"Sappiamo che Lily Evans è in infermeria!" abbaiò quella, lanciando saette.
Ma come cavolo facevano già a saperlo?! In quella scuola c'era un serio problema di privacy!
Il ragazzo le fissò stralunato.
"Che cosa hai fatto alla Marauder Evans?!"
"Io...COSA?!"
Marauder Evans?!
"Non è così che si gestisce il proprio gruppo! Abbiamo seri dubbi sulla tua capacità di Leadership!"
Ok, quello era assurdo. Ma che diavolo gli prendeva ora a queste spostate?!
"Ma si può sapere chi cavolo siete?!" abbaiò allora, sconvolto.
Sorrisoni a trentadue denti.
"Siamo il vostro fanclub." Tubarono in coro, ora improvvisamente angeliche. "Per la precisione, abbiamo tutte molto a cuore la Malandrina Lily Evans!"
"Oh sì, è la mia preferita!" ridacchiò una dalle retrovie.
"Finalmente un po' di donne in questo gruppo!"
"Lily è fortissima!"
"Evans...una Malandrina?" chiese Remus, altrettanto sorpreso, mentre le bambine iniziavano a cinguettare come passerotti.
Black iniziò a sghignazzare. No dai, non poteva crederci!
"Scusate...ma sapete almeno cosa sono i Marauders?"
"Certo!" rinfacciò la capogruppo. "E' un gruppo elitario ad Hogwarts. Quello che detiene il potere!"
"Beh...sì, ma..."
"Ho saputo che avete fatto secchi i Serpeverde!"
"Non li hanno fatti secchi, scema! Sono solo andati a casa per un po'!"
"Forse è per questo che Lily è in Infermeria..."
"Ferme, FERME!" Potter si mise in mezzo, con gli occhi a palla. "Lily Evans non è una Marauder!"
Coro di proteste da far cadere i quadri sul soffitto.
"Non diciamo assurdità!" lo rimproverò la Tassorosso coi codini. "Sta sempre con voi o sbaglio?"
"Cos..."
"Sì, torna tutto! Settimo anno, detiene il potere visto che è una Prefetto molto temuta, vi copre le spalle...vi gira attorno da un sacco! E quest'anno ancor di più! Ne sono successe di tutti i colori e lei era sempre con voi! Questo fa di lei una elitaria! Un capo!"
Forse quelle piccole pesti non avevano bene in mente che cos'erano davvero i Marauders...a sentirle parlare, sembrava una specie di setta! E poi erano pure inquietanti, li fissavano come delle maniache!
"E poi, non è per lei che hai fatto fuoco e fiamme giù nei sotterranei?" una ragazzina saltellò maliziosa attorno a James, che, senza più parole, deglutì imbarazzato e fece un passo indietro. "Tutti sanno che la proteggi dal primo anno. E' praticamente intoccabile!"
"OHHH, la Marauder McRanney!" saltò su una, e fu solo quel fatto a impedire ad un Potter paralizzato sul posto di arrossire come un moccioso. Le bambinette circondarono la Corvonero emettendo versetti striduli, mentre quella le fissava quantomeno perplessa, indicandosi col dito con un punto di domanda sul capo.
"Siamo felici che finalmente ai vertici ci siano delle donne! Questa scuola era troppo maschilista! Tu e Lily siete la nostra ispirazione!"
"Mi sai dire la marca di queste scarpe? Voglio comprarle anche io!"
"Eh?!"
"La Marauder Cristhine è sempre vestita così bene..." sospirò una ragazzina con aria sognante ma fortunatamente la risata leggera di Remus la salvò dall'adorazione pubblica, cosa di cui lei non andava propriamente entusiasta.
"La Marauder Evans sta bene." Rispose, attirandosi addosso gli sguardi impietriti dei compagni. "Non dovete preoccuparvi. Sarà di ritorno in poco tempo."
"Remus!" soffiò Black, scattando verso di lui. "Non dovresti dare credito a queste dicerie!"
Lui continuò a sorridere, mentre la mandria impazzita si allontanava vociferando vari "Anche io un giorno sarò una Marauder!", "Ti teniamo d'occhio Potter!" e "Potere alle donne!".
"Beh." Rispose, con un'alzata di spalle. "E' vero che sta sempre con noi."
"Questa è bella!" esclamò Peter. "Cristhine può anche andare, ma non penso proprio che Lily accetti di essere definita tale. E' la persona che ci ama meno di tutti qui dentro!"
"Però ci ama..." fu la saggia risposta, e gli occhietti di quei maledetti puntarono su Ramoso, che era ancora rimasto impalato al centro della sala.
"Ma tu guarda, la logica sferzante delle undicenni l'ha steso."
"I-io...vado ad allenarmi." Balbettò quest'ultimo, defilandosi con l'aria di uno che avesse preso una cantonata.
Sulla scopa, da dietro i spessi occhialoni da Cercatore indossati per proteggere le cornee ed il vento tra i capelli, la giornata passò come in un sogno.
"Tu la proteggi sempre!"
"Sta sempre con voi!"
Accidenti, era vero. Davvero non si era accorto di quanto si fossero avvicinati ultimamente? Si erano anche...baciati...più o meno. Perfino la scuola se n'era resa conto...
Lo stava incastrando!
Schivò un bolide per un pelo, troppo distratto da quella rivelazione.
Quella maledetta lo stava incastrando! Stava vincendo la sfida!
Si stava facendo fregare come un pivellino da quei suoi occhioni verdi!
Ci aveva dormito assieme, porca miseria! DORMITO ASSIEME!
Chi cavolo ci dormiva più assieme alle ragazze?! Nemmeno avesse avuto tredici anni!
Aveva sempre pensato che sarebbe stata lei a cadergli ai piedi come una pera matura...ma era lui che stava invece cuocendo a puntino.
No,no, no, non doveva accadere! Lui era un Marauder!
"Beh, a quanto pare lo è anche lei." Frecciò una vocina perfida nella sua testa.
La scopa si fermò all'altezza di due tribune, più lenta che mai, il boccino praticamente aveva alzato le mani stufo di essere ignorato e se n'era andato a farsi un giro.
Da non credersi.
Non solo se lo stava rigirando come uno spiedino sul fuoco, ma gli stava pure fregando il posto!
Quando tornò in Sala Comune, trovò i suoi compari a giocarsi una partita di Poker che venne prontamente interrotta quando sbatté entrambi i palmi sul tavolo con aria indemoniata.
"Ora le facciamo uno scherzo."
Silenzio annoiato.
"Che cazzo, stavo vincendo."
"Veramente stava vincendo Remus, come sempre."
"Solo perché ha pagato Cristhine per distrarmi."
La Corvoncina ridacchiò, battendo un cinque con Lunastorta che nemmeno si era voltato verso James.
"Mi state a sentire?!" sfasò lui. "Scherzo! ORA!"
"Che vi dicevo?" mormorò Lupin, sbadigliando. "Reazione classica."
"Beh, che vuoi fare?" mugugnò Black, risistemando il mazzo. "E' in Infermeria, genio. Non sarà ancora del tutto umana."
"Per l'appunto!" ghignò quello sadicamente e con una strana venuzza sulla tempia, sventolando la macchina fotografica di Peter. "Andiamo a trovarla e facciamole una bella foto ricordo da appendere per i corridoi! Eh? Quasi banale nella sua perfidia! Muovere il culo, forza!"
"Culo in arrivo." Sbuffò Black, baciando Cristhine e alzandosi. "Scusa."
Quella alzò le spalle, per nulla preoccupata.
"Tanto vi farà le scarpe come sempre." Fu la deliziosa risposta.
"Aspettaci James!" disse Peter, perché quello era già in corsa verso il Castello.
"Divertitevi." Sbottò invece Remus, senza nessuna intenzione di muoversi.
Osservando che non si schiodava di striscio e non dava l'impressione di voler partecipare a quella cattiveria, Sirius ghignò diabolicamente e iniziò ad avvicinarsi.
"Che fai?!" fece allarmato il povero Malandrino, spalancando gli occhioni celesti.
Senza proferire parola, sempre con quel ghigno spaventoso, Black lo afferrò per la vita e se lo caricò sulle spalle come se fosse stata una principessa in pericolo.
Le guance di Remus arrossirono sconvolte per quel gesto e il Mannaro iniziò a scalciare e strepitare come un forsennato.
"FELPATO METTIMI GIU'! IMMEDIATAMENTE!!!"
"Coraggio Rem..." sorrise Black, divertito. "...I Malandrini devono stare assieme durante gli atti di bullismo, è la prassi!"
Riuscì in seguito, non con poca fatica, a raggiungere gli altri due.
James spalancò gli occhi sorpreso e scoppiò in una fragorosa risata.
"Ma che bella coppia!" sghignazzò. "Sembrate due sposini in luna di miele!"
Inutile dire le reazioni: Sirius alzò il dito medio in un gesto poco educato e Remus diventò del colore di un pomodoro maturo per l'imbarazzo.
Fu facile entrare in Infermeria: non era l'orario delle visite, ma Madama Chips era nell'ufficio di Silente e la porta era aperta.
"Non fate rumore. Non so se Madama Chips ci vuole qui..."
"Certo che non ci vuole qui! E nemmeno Lily!" gridò sottovoce Remus, furioso. "Potter sei veramente un gran..."
"Shht!" lo interruppe il ragazzo, indicando un letto coperto interamente da tende bianche di seta.
Stagliata contro le tendine, un'ombra umana rimaneva immobile, seduta in ginocchio sul materasso come in preghiera.
L'ombra che languiva la candida seta era un bel profilo, snello, sinuoso come una serpe.
Una ragazza.
Lei.
Non riuscì ad impedirsi di far scivolare lo sguardo su quelle curve, la schiena appena inarcata, la punta del seno, il nasino...senza provare un sospetto balzo al cuore e senza sentire il proprio respiro appesantirsi.
Dannata, dannata Lily Evans...
Accidenti, probabilmente era già tornata come prima ma forse le era rimasto qualche pelo!
Si avvicinò brandendo la macchina fotografica ma quando la tendina fu scostata di scatto con un rumore frusciante, fece un balzo indietro e tutti i Malandrini percepirono il suo cuore in gola.
Il sole baciava la sua pelle bianca, il corpo fasciato da una sottile sottoveste di cotone estiva, nonostante fuori dovevano esserci almeno meno cinque gradi.
Fu subito svelato perché era vestita così leggera: una lunga coda usciva dalla gonna, avvolta attorno al corpo come una cintura, il pelo che lentamente variava verso il rosso. Due grandi orecchie da gatto, anch'esse quasi dello stesso colore dei capelli, si raddrizzarono appena sopra la sua testolina e la ragazza lo fissò imperturbabile esibendo due pupille perfettamente verticali.
Di certo non era coperta di peli, non aveva baffi e nemmeno uno straccio di dente appuntito.
Al contrario, era sexy in maniera così strana e sconvolgente che James smise di respirare.
Oddio, con quelle pupille appariva quasi pericolosa, eppure una Lily Evans così barbaramente animalesca, seduta così mollemente, con la chioma così in disordine, era qualcosa che non si vedeva certo tutti i giorni.
Aveva del...fascino...
All'improvviso la Grifoncina inclinò la testa di lato, guardandoli curiosa, rompendo quella strana magia che l'avvolgeva.
James rimase immobile, la macchina fotografica ancora tra le dita.
Beccato in pieno.
"Ciao Lily." Sospirò Remus, scocciato. "Scusaci ma James voleva farti uno scherzo cretino..."
Lei non rispose subito. Ma poi...
"Meow."
"Eh?"
L'azione durò tre secondi esatti. Con un'agilità che non aveva nulla di umano, la Prefetto spiccò un balzo su Potter.
Peccato però che non pesava più tre chili.
Preso alla sprovvista, il ragazzo cadde all'indietro come un salame, vedendo le stelle quando il coccige calò sulle piastrelle fredde.
"Maccheccavolofai...!"
Lily gli franò sopra, piantandogli le mani sulle spalle e inchiodandolo a terreno.
Un istante. Ma a ripensarci, era come se avesse visto tutto a rallentatore.
La caduta, Lily a cavalcioni sopra il suo stomaco, il suo chinarsi...il fruscio dei suoi capelli contro il viso, lo schiudersi della sua bocca e...
La ragazza gli leccò la guancia. Precisamente lo zigomo.
E dalla sua gola iniziò un gorgoglio di fusa da spaccare i timpani.
Silenzio di tomba nella sala.
Poi, come una bomba, i Marauders si piegarono in due – cristo, questo era anche meglio del cervo stupratore - mentre Potter, imbarazzato, rosso fino alla punta dei capelli, cercava di togliersi di dosso la ragazza che continuava a leccargli la pelle riempiendolo di strani brividi che di lì a tarda serata ancora avrebbe dovuto spiegarsi.
"FINITELA DI RIDERE! NO, LILY, STA FERMA...BUONA! A CUCCIA!"
Ingaggiò una strana lotta combattuto tra lo staccarla conscio che ad ogni secondo in più che passava così sarebbero conseguite ore di prese per il culo e il saltarle addosso e iniziare a baciarla e affanculo il fatto che avesse in quel momento il cervello di un felino scemo.
Cristo santo, era pur sempre un uomo! Quello era troppo, troppo!
"Lily! Non costringermi a spararti un incantesimo." Soffiò, afferrandola per le spalle quando quella decise di passare dalla guancia al suo collo in uno struscio paraculo tipico dei gatti più ruffiani.
Mentre rivedeva un attimino tutta la sua intera relazione con la zoofilia, alle spalle dei ragazzi arrivò come una corrente d'aria fredda a precedere il barrito da elefante di Madama Chips.
"SCREANZATI! CHE COSA DIAVOLO STATE FACENDO ALLA MIA PAZIENTE?!"
Uno schiantesimo colpì i quattro in pieno petto in barba alle leggi sulle punizioni corporali tra professori-studenti.
Lily rimase immobile per qualche secondo, a malapena turbata, e iniziò a leccarsi il dorso della mano per poi passarselo sulla faccia.
"E' ancora nella psicosi felina, razza di pervertiti!" ruggì l'Infermiera, che tra l'altro era armata di palline ricoperte di piume, ciotole per l'acqua e tiragraffi.
Fu difficile spiegare, tra un singhiozzo isterico e l'altro, l'intera faccenda e quando presero fiato erano già fuori dall'Infermeria.
Inutile dire che per due giorni interi Potter non osò nemmeno più avvicinarsi a quella porta.
STAI LEGGENDO
M.A.R.A.U.D.E.R.S.
FanfictionNell'oscurità di una guerra incombente, le sfrenate e spensierate esistenze dei Malandrini si sfilacciano negli intrighi di una Hogwarts sempre più ricca di pericoli ed insidie. In un labirinto di incertezze, nell'ultimo anno l'amore sembra essere l...
