C'era un vecchio detto nella scuola di magia e stregoneria di Hogwarts: il Grifondoro ha sempre un motivo per festeggiare.
Che si trattasse di una partita di Quidditch, di qualche punto preso alla Coppa delle case o del fatto che la famiglia più odiata della storia avesse ricevuto l'ennesimo smacco nel sapere che un altro pupillo fosse nelle loro grinfie, quella gabbia di matti in quattro e quattr'otto tirava su qualche cassa di alcolici da contrabbando, erba, carte da poker e chi più ne ha più ne metta e metteva in piedi un party coi fiocchi.
O per meglio dire, uno in cui girava abbastanza Whisky incendiario da renderlo memorabile nella loro bacata testolina da alcolizzati.
Insomma, una vera pacchia per un ragazzo silenzioso e amante della tranquillità che era pure Prefetto, pensava Lupin, aggirandosi come un'ombra in mezzo ad una marmaglia di corpi danzanti, barcollanti, saltellanti o semplicemente sdraiati a terra mezzi collassati, dopo aver cacciato giù matricole che cercavano di imbucarsi, ritirato fuochi d'artificio che qualche genio pensava bene di accendere in un ambiente chiuso e deviato gentilmente temerarie proposte di sfide alcoliche che avrebbe vinto in ogni caso.
Non che mietere vittime in quel bordello non lo stuzzicasse, ma quella sera non si sentiva in vena di festeggiare.
O di perdere la concentrazione.
Si diresse verso un terrazzino in cerca di aria fresca senza nemmeno accorgersi che era già occupato.
La sua mano si fermò appena qualche istante sulla lunga tenda di seta sottile prima che la causa di tutto quel trambusto si accorgesse di lui.
"Heylà!" salutò Tonks, che per quell'occasione aveva i capelli di tutti i colori, come un arcobaleno impiastricciato. Le ciocche sfioravano le spalle strette e magre, mentre un top color pesca allacciato al collo con su scritto "make it happens" le lasciava nuda la schiena.
Una strana visione nel bel mezzo di dicembre, ma qualcuno doveva aver incantato i poggioli per tenerli caldi esattamente come dentro la sala.
"Hey." Disse, cauto, affacciandosi assieme a lei. "Come mai, qui fuori da sola? La dentro c'è una festa in tuo onore, dovresti essere a scatenarti."
Lei ridacchiò, osservando qualche ciuffo di neve staccarsi dalla testa dei gargoyle che si scrollavano nella notte e precipitare come polvere diamantina verso terra.
"Volevo godermi questa bella visione!" Disse semplicemente, indicando il cielo con un gran sorrisone. "Guarda, si vede la luna! Dovrebbe essere nel suo primo quarto..."
"No, è crescente." Rispose Remus, senza riuscire a trattenersi.
"Un esperto, eh? Beh, è sempre splendida." Tonks le diede le spalle, appoggiando i fianchi sul parapetto. "Soprattutto questa sera!"
La pelle era leggermente sudata e riluceva sotto i suoi raggi freddi. Remus provò un leggero brivido, uno di quei brividi che non andavano bene. Scosse la testa come per scacciare una mosca.
"A proposito, grazie per oggi!" la ragazzina gli si avvicinò senza accorgersi di nulla, dandogli un leggero colpetto sul braccio.
"Per cosa?"
"Beh, ti sei buttato sotto quel lampadario gigantesco senza pensarci su. Oddio, forse non è stata proprio una mossa geniale ma sei stato grande!"
Tutta quell'euforia lo fece sorridere prima di sentire di nuovo le ombre. Quando James era entrato nella sala aveva incantato il lampadario qualche istante dopo aver saputo cos'era successo, senza farsi vedere. Le orme della sua mano, che aveva deformato il ferro laddove l'aveva afferrato, erano state cancellate.
Nessuna prova. Nessun pericolo.
Allora perché si sentiva quasi turbato? Forse perché quel sorriso riconoscente non lo meritava.
Forse perché la prima cosa a cui aveva pensato quando quella cosa gli era franata in testa era che lo avrebbero scoperto e non alla salute di quella ragazza.
Forse perché non si sentiva così tanto grande, in fondo.
"Ecco... ho agito di istinto..."
"Beh, compagno di casata, sono in debito." Proclamò solennemente lei, con una buffa espressione. "Ho un favore da renderti! Spara. Cosa posso fare per te?"
"Davvero, non c'è bisogno..."
"Questo te lo sei fatto oggi, eh? Quindi anche tu tendi a riempirti di lividi!" lei gli si avvicinò, indicando un ematoma sopra il polso, laddove una manica della camicia si era tirata su.
Non fece in tempo a sfiorarlo perché Remus la riabbassò con uno scatto.
"Si è fatto tardi. Sono da solo a gestire tutto, per cui, sarà meglio che vada."
La frase uscì più tagliente e gelida di quanto non volesse. Un simile atteggiamento avrebbe spaventato qualunque ragazza ma Tonks parve incuriosirsi, come di fronte ad un esemplare strano ma interessante.
Quegli occhioni giganti e limpidi erano destabilizzanti a dir poco... passò qualche istante di silenzio, mentre il vento continuava a scompigliare i loro capelli.
"Hey, Black! Dove ti sei cacciata? Ci hai promesso di farci l'imitazione di Malfoy con le tette!" gridò qualcuno sopra la musica, dietro di loro.
"Arrivo!" Tonks fece per superarlo quando parve ricordarsi di una cosa. "Da solo, hai detto? Quindi Lily non si è vista? Sta bene?"
Se prima aveva voluto solo fuggire da quella sua brutale innocenza, ora quella frase parve trattenerlo.
"No, non si è ancora vista. Ma...posso farti una domanda che mi tormenta da tutto il giorno? In che rapporti sei con lei? Mi è parso di capire che vi conosciate, però... perché tutti sembrano averti incontrato solo ora?"
Ed eccolo lì. Di nuovo, quello strano lampo nei suoi occhi. Una sfumatura triste, quasi come un repentino cambio di colore. Sì, ci era passato letteralmente del grigio, in quegli occhi verde acqua.
Fu un istante solo, ma lo vide ben chiaro.
"Sì, siamo amiche. In un certo senso. Forse avrai notato che io tendo a farmi male spesso..."
"Hemm...sì, ne ho avuto una vaga idea..."
"L'anno scorso, stavo sistemando alcune ceste per Kettleburn, quando sono inciampata in una radice e...beh, sfortunatamente per me un'asse del recinto dei Porlock era marcio, l'ho sfondato e sono finita dritta in mezzo a loro. Di solito scappano alla vista degli umani, ma c'era una cavalla incinta a cui facevano la guardia e stavano iniziando a diventare particolarmente aggressivi..."
"Accidenti!"
"Lily mi ha salvato." Concluse lei, sorridendo con ammirazione. "Oh, dovevi vederla, è stata grande! E' lì che ci siamo conosciute! Da quel momento non sono più riuscita a separarmici..."
"Un attimo!" saltò su Lupin, aggrottando le sopracciglia. "Io...ora mi ricordo vagamente di qualcuno che le stava sempre appresso un anno fa...però...il suo viso è confuso... non riesco a metterlo a fuoco..."
"Non puoi." Lei alzò le spalle. "Nemmeno Lily può. Ogni anno, tutti gli studenti di Grifondoro sono stati confusi da Silente. Io non volevo, e nemmeno lui a dirla proprio tutta, però sono state le direttive di mia madre. Per via dei Black, sai..."
"No, ferma, alt! Stai dicendo che tu e Lily siete state amiche e che ora..."
"...Ora non se lo ricorda più." Finì per lui, con un'alzata di spalle.
Fu qualcosa di amaro che colò dentro Remus quando la sentii dire quella frase, in modo così tranquillo, come se stessero parlando del più e del meno.
Ripensò a quella grinta, a quell'entusiasmo, a quei sorrisi un po' svampiti, alla sua parlantina senza freni e a quella sua allegria quasi fastidiosa. Al modo in cui stava per abbracciare la Evans e poi si era fermata, in Sala Grande.
Lei dovette leggere qualcosa sul suo viso ma al posto di mortificarsi per quella pietà, parve rinvigorirsi e rafforzarsi, saltellando come un coniglietto e illuminandosi.
"Su col morale, Remus! Non è così grave! Ci sono abituata e comunque, ora non capiterà più!" rise, battendogli un debole pugno sulla spalla che a malapena sentì. "Ora si comincia a vivere, non è fantastico? Niente più segreti, niente più maschere! Riconquisterò Lily! Non mi abbatto certo davanti a cose così facili! Ossì, sappi che ritorneremo amiche, è una promessa!"
"Sono...sono sicuro che ce la farai." Riuscì a sorridere lui, vedendola battersi la mano sul muscolo del braccio in una imitazione bizzarra di Braccio di ferro, un po' sorpreso da quel modo di affrontare la vita. Poi si ricordò di una cosa e arrossì appena, guardando altrove. "Senti, Tonks..."
"Sì?"
L'aria si era fatta più calda? Com'è che ora si sentiva bollente?
"Ecco...volevo scusarmi per...beh, per quello che è capitato tra di noi. Ora che ci penso, non ne ho avuto ancora occasione..." si grattò la nuca, sentendo le parole uscire fuori dalla gola come dei macigni.
"Oh, parli del bacio?" chiese lei, tranquilla da fare schifo. Quello lo mandò letteralmente in fumo.
"Io...beh, vorrei poterti raccontare i motivi dietro a quel gesto ma...ecco, la verità è che sarebbe davvero lunga da spiegare e...beh...forse anche folle, sotto un certo punto di vista..."
"Oh, non ce n'è bisogno. Anzi a dire il vero, ne vorrei un altro."
Era talmente in tilt tutto d'un tratto che all'inizio non capì bene cosa gli avesse risposto lei. Né colse il suo avvicinarsi lentamente e il mutamento della sua espressione, d'un tratto birichina, furba e maliziosa.
Poi quelle parole lo colpirono come un pugno in faccia e sgranò gli occhi.
Stava appoggiando la mano sulla balaustra ma quella gli slittò contro il ghiaccio e non si sa bene come, scivolò a terra come un sacco di patate.
Rimase lì, a guardarla come se fosse un alieno e a boccheggiare.
"Co...cosa?!"
Com'era carino, pensò Tonks, inginocchiandosi lentamente davanti a lui e mettendogli una mano sulla spalla come ad un vecchio amico. Passava dall'essere distante e freddo all'essere imbranato e buffo.
Cercò di rendergli chiaro il suo pensiero con tutta la calma possibile, mentre lui deglutiva sentendola improvvisamente troppo vicina.
"Non ho mai avuto un ragazzo, a differenza delle mie coetanee... Sai, sempre per via dei Black, del dovermi nascondere eccetera... " Gli spiegò con vocetta stucchevole, come ad un bambino un po' tardo. "E visto che il mio primo bacio l'ho dato a te, tanto vale che il mio primo fidanzato sia tu!"
C'erano talmente tante cose sbagliate in quella semplice affermazione che Remus avrebbe potuto parlare per una nottata intera.
Ma tutto quello che riuscì a fare fu fissarla allucinato mentre Tonks gli sbatteva in faccia un ghigno improvvisamente da demone tentatore che decisamente poco si addiceva alla sua età.
O forse erano le ragazzine ad essere cambiate e Remus non ci aveva fatto caso. Dov'erano finite le bimbette tutte giornaletti e pupazzi?
Dov'erano i suoi cazzo di pupazzi?!
"Lily non sarà l'unica che conquisterò quest'anno." Gli cinguettò quella, angelica, prima di alzarsi e spazzolarsi la gonna. "Malfoy con le tette, dicevano?"
Fece per allontanarsi lasciandolo steso come se fosse stato preso da un tir. I fiocchi di neve caddero sui suoi capelli multicolor. Colorati...
Non seppe nemmeno dire da dove tirò fuori il fegato di alzarsi e richiamarla.
"Tonks!"
"Sì?" gorgogliò lei perfidamente, girandosi e piantandogli addosso uno sguardo da cane da caccia che lo fece vagamente sudare freddo per qualche altro istante.
Decise per il momento di accantonare quella vera e propria dichiarazione di guerra – che avrebbe fatto la felicità di qualsiasi altro maschietto presente tra l'altro – e respirò a fondo.
Ci avrebbe fatto i conti a giochi finiti. Ora doveva pensare all'obbiettivo principale.
"A dire il vero, ci sarebbe qualcosa che potresti fare per me."
C'erano momenti in cui l'imbrunire pareva incedere con esasperante lentezza, mentre in altri sembrava cavalcare il cielo con troppa velocità.
Come un ghigno, che si prende gioco del tempo. La notte era scesa vorace sul fuoco del tramonto senza che gli occhi da gufo di un mago si staccassero dal cielo.
Non aveva voglia di volare, però. Stranamente, si sentiva come svuotato.
Pesante.
Di sotto la festa continuava, gente che urlava, danzava e cantava senza freni, mentre Tonks rompeva cose e faceva imitazioni che piegavano in due tutti quanti.
Lui invece preferiva rimanere sul retro, dopo aver fatto passare Burrobirre e elfi domestici di soppiatto, a godersi un terrazzo isolato senza la pressione delle domande altrui.
Ma Sirius Black non era uno che mollava l'osso facilmente. Anche se aveva uno strano modo per consolare il prossimo.
Arrivò lì dietro calciando via una confezione di patatine aperta e scavalcando un cassettone di lattine.
"Tieni." Gli passò una canna, sbattendosi di fianco a lui. "Così magari hai un motivo valido per fare quella faccia da fesso."
"Sparati." Borbottò Potter, afferrando però la cartina.
"Dopo di te. E sappi che me la paghi, eh, che quella roba costa un casino."
"Dio, per essere figlio di papà sei tirchio come non so che cosa!"
"Spiacente, bello, ho un fondo limitato da quando ho allegramente mandato a fanculo mammina e papino."
"Eh già, non fosse che la mia, di mammina, ti passa più soldi di quanti non ne passa a me!"
"Perché prevede come li spenderesti." Tubò l'altro, perfidamente. " Scope da Quidditch e tisanine salutari da sportivo psicopatico! Almeno la mia erba se la può fumare anche lei."
James si massaggiò le tempie decidendo su due piedi che era una battaglia persa. Stupido cane.
Black accese il suo accendino intarsiato e il suo click rimbombò nell'aria, unico suono per qualche tempo.
"Devi averla fatta incazzare di brutto, Ramoso."
"Di che parli, Felpato?"
"Dai, piantala. Sono un cane, posso dirti cosa hai mangiato due settimane fa semplicemente annusandoti il culo."
"Immagine interessante, grazie..."
"...E tu puzzi di rimorso da almeno due chilometri. Quindi? Le hai ucciso il gufo? Le hai fatto prendere un brutto voto? Hai dato fuoco al suo armadio?"
James si appoggiò al parapetto affondando il naso nelle braccia con espressione da cucciolo ferito, quindi non si capì bene il borbottio che gli uscì di bocca.
"L'ho...ciata..."
"Eh?" Sirius tirò una boccata, apparentemente noncurante.
"L'ho baciata!!!" sbottò infine quello, disperato.
L'amico prima strabuzzò gli occhi, poi passò i successivi dieci minuti a sputare fuori i polmoni a suon di tosse perché il fumo gli era appena andato di traverso.
"Tu...CHE COSA?!" balbettò, con gli occhi lacrimanti.
"Che vuoi che ti dica? E' capitato per sbaglio..."
"No, no, fermo bello! Uno non inciampa in un tombino e finisce a limonarsi Lily Evans! Com'è che hai ancora le palle attaccate al corpo?!"
Silenzio.
Felpato sbiancò.
"No, aspetta un attimo...non mi dire che...oddio santissimo, l'ha voluto anche lei?!"
"E' questo il punto..." pigolò James, ma quello era già partito per la corrente.
"...LA SCARICA DI ORMONI! Ti è partita per questo motivo! Cristo, ma sei scemo o cosa?! Tu sei fuori di testa Ramoso! Ci hai quasi fatto diventare dei maniaci sessuali, Peter STAVA PER FARSI UN TOPO e solo perché l'hai baciata?! Quando lo farete che cazzo ci succederà?! Andremo a..."
"LA PIANTI?!" Esplose il Marauders, tappandogli la bocca prima che potesse dire altre eresie. "Non era consenziente!"
"Eh?"
"...Cioè... forse sì...o non esattamente..." balbettò lui, vergognandosi come un ladro. Poi sospirò, passandosi una mano sugli occhi. "Senti, non lo so che è successo, ok? Stava per ammazzarmi, letteralmente...e in quel momento, non lo so che mi è preso...l'ho afferrata e l'ho baciata di istinto...e poi quella strana possessione è svanita..."
"L'hai baciata...mentre era posseduta."
"Sì."
"Sotto imperius."
"Sì."
"E ora, lei..."
"E ora lei penso se ne sia ricordata." Una gelatina avrebbe avuto più consistenza del suo migliore amico, pensò Black, mettendosi le mani nei capelli.
"James, ora ti spiego due cosine, ok? Forse mammina ti ha istruito su come lo si usa, ma non sul perché..."
"...Non c'è bisogno della lezioncina, Felpato. Lo so, ok? Forse avevate ragione. Forse...esiste la remota possibilità che io ne sia..."
Non finì la frase perché il suo migliore amico gli tirò una manata dietro la testa da far cader le stelle.
"E ALLORA DIGLIELO, ACCIDENTI A TE!" Tuonò, esasperato. "Ci hai rotto le palle per sette anni Potter, sette maledetti anni a far finta di volertela portare solo a letto, a far finta di trovarla odiosa..."
"Io la trovo davvero odiosa!"
"...E ora che finalmente hai baciato quella che –hey, notizia del giorno- è la fottuta donna dei tuoi sogni da quando avevi la bellezza di undici anni, te ne stai qui con la faccia da cucciolo a frignare guardando le fottute stelle come una dodicenne! Ma che cazzo ti prende quest'anno, si può sapere?!"
"Non si piegherà mai."
Il tono con cui lo disse bastò a calmare la parte animalesca che voleva mettergli le mani al collo e Black rimase in silenzio, a fissarlo.
"Come?"
"Lei non si piegherà mai."
E faceva anche bene. Dio, si rendeva almeno conto di che razza di pezzo di merda lui era stato? L'aveva presa e baciata e aveva passato la dannata giornata a farsi domande su come procedere con quella follia, aveva persino terrorizzato a morte il prete babbano della sua città d'infanzia in cerca di risposte ma quello che non gli era mai passato per la testa è farsi due domandine su che cosa cazzo volesse lei!
Aveva dato per scontato ancora una volta tutto quanto, come il dannato egoista egocentrico che era, il solito stupido James Potter che prende ciò che vuole senza chiedere mai un cazzo, senza rendere mai conto a niente e nessuno.
L'aveva strappata a Piton come un bambino capriccioso, aveva impedito a qualunque idiota di sesso maschile di avvicinarsi a lei ma hey, forse era lei a volere che degli idioti di sesso maschile si avvicinassero, forse era a lei che avrebbe dovuto chiedere prima di baciarla, prima di organizzare il fidanzamento dell'anno con una che con tutta probabilità non l'avrebbe mai perdonato per averle reso la vita degli ultimi sette anni un inferno!
Insomma, voleva davvero una risposta?!
"Beh, eccotela qua la risposta!" esplose ad alta voce, sbattendogli sotto il naso la mano che Lily aveva schiaffeggiato. "Avrebbe dovuto prendermi a calci nelle palle, dio! Mi ero ripromesso di cambiare ed invece sono partito in quarta come al solito, senza pensare minimamente ad altri che non sia io! Sono un verme, okay, e anzi fammi un favore Sirius, pestami!"
E Black gli tappò la bocca con un pugno in faccia. Un vero e proprio cazzotto sui denti che lo mandò a gambe all'aria.
Si rialzò con gli occhi a palla scoccandogli un'occhiata sconvolta.
"Ma che cazzo fai?!"
"Me l'hai chiesto tu." Tubò quello, facendo spallucce e riaccendendosi la canna.
"Sì ma...NON INTENDEVO PER DAVVERO!"
"Problemi tuoi. E poi sei insopportabile quando ti autocommiseri. Davvero, amico, non ti si addice per un cazzo."
Era indeciso se ammazzarlo lì su due piedi o vendicarsi in qualche modo più contorto, ma alla fine diede forfait alzando gli occhi al cielo e riacciuffandosi il fumo.
"Fai schifo come confidente, lo sai?!"
"Ti passo anche della Burrobirra, più tardi."
"Quella buona che conservi nel sottoscala al secondo piano."
"Andata."
Strana cosa, l'amicizia. Sirius gli scoccò un'occhiata compassionevole che disse tutto ciò che non aveva fatto uscire dalla bocca e gli frizionò i capelli.
Tra loro non c'era bisogno di parole.
"Stai crescendo, bimbo mio."
"Che palle."
Black si rialzò, scrocchiandosi le spalle con un ghigno sadico.
"Torno di sotto! D'altronde non puoi ubriacarti senza il mio aiuto e tra qualche giorno ci sarà quello schifo di gita dove sarà impossibile rimediare da bere, per cui. Magari laggiù riesci ad aggiustarti il cervello, sempre che Lily non ti faccia fuori."
"Sirius." Fece James, serio, ancora affacciato al balcone. Fissava un punto nel vuoto. "Sei sicuro di volerlo fare?"
Non parlavano più della ragazza. Il ghigno di Black si fece amaro.
"Remus è sicuro, no?"
"Sì, ma..."
"Che palle, eh? In fondo mi piaceva."
"Già. Quegli stronzi sanno bene come farsi amare in poco tempo."
"Dei veri esperti della manipolazione. Sono stato stupido io a farmi fregare, dopo averne passate di cotte e di crude. Bah, poco male. Inutile piangere sul latte versato."
James lo guardò da sopra la spalla.
"Stai attento."
Sirius sorrise.
"Anche tu."
La mattina del ventun dicembre si presentò fredda, tetra e impregnata di un vago sentore di omicidio.
Barrie Walsh si sistemò il capello di lana sul ciuffo color carota e scoccò uno sguardo felice alle carrozze che stavano capeggiando in fila davanti all'ingresso di Hogwarts.
Poi guardò i suoi amati studenti con un sorrisone angelico.
"Non sono adorabili?" trillò, dando una gomitata a Gazza che gli scoccò un'occhiataccia. "Sprizzano felicità da tutti i pori!"
Il vecchiaccio analizzò appena un secondo le faccette di quei piccoli ingrati prima di rivolgersi in tono monocorde a quel cretino.
"Ti odiano, Barrie. Ti odiano dalla base degli zoccoli alla punta del forcone."
E in effetti, solo una persona straordinariamente ingenua non poteva non accorgersi delle occhiate al vetriolo che quella decina di studenti gli stava candidamente lanciando addosso.
Forse privare dei poteri per due giorni dei giovani maghi adolescenti ed incazzosi e rinchiuderli in una bettola ai piedi di un noioso paesello babbano non era propriamente il modo migliore per farsi amare.
E infatti, tra denti digrignati e nocche scrocchiate, gli insulti e le maledizioni arrivavano a pioggia nemmeno troppo velatamente ma l'irlandese non sembrava farci caso e veleggiava con serafico candore tra Thestral e sterco di cavallo come una ballerina in procinto di entrare in scena.
Lily Evans sospirò, armeggiando con la bacchetta senza ottenere alcun risultato.
Innocua, spenta. Come un semplice bastoncino.
E così, si ritornava ad essere babbani...una sensazione decisamente disturbante anche per una Mezzosangue.
"Spero che almeno ci sia un pub, in quel paesino." Sbottò Paciock, infilandosi le mani nei guanti. "Cazzo, senza incantesimi riscaldanti sui tessuti qui fuori si gela!"
"Non cominciare a lagnarti, eh!" sbottò Alice, affiancandoli. "Non sono passati nemmeno dieci minuti!"
"Già, tesoro, incredibile che nessuno abbia ancora detto al nostro caro Prof che questa è una stronzata bella e buona!" replicò acidamente lui.
"Io invece trovo che sia una figata!" cinguettò Weasley, beccandosi un dito medio dritto in faccia praticamente da tutti. "Oh andiamo, un po' di spirito d'avventura!"
"Com'è che Black non ti ha ancora fucilato sul posto? Ah, già, non è ancora arrivato..."
"Stava salutando Cristhine..."
A proposito di saluti, pensò Lily Evans sorridendo. Accarezzò la sciarpa orribile che le cingeva il collo, un vero orrore multicolor che una certa ragazzina aveva cercato di incantare per diventare fluo senza riuscirci.
Qualche giorno fa, Ninfadora Tonks le si era avvicinata all'improvviso, sbattendo le mani sul tavolo e sbalordendola con un "Salve, Evans. Noi due diventeremo amiche."
E da quel momento, quella stramboide non l'aveva mollata un secondo. L'abbracciava quando la vedeva, saltandole letteralmente al collo, sembrava sapere ogni cosa sui suoi gusti in fatto di letteratura e la trascinava a fare assurde gite per tutta la scuola a caccia di dolci e oggetti smarriti.
Se all'inizio Lily si era trovata a dir poco sbalordita da quella strana manifestazione d'affetto nata all'improvviso da quella perfetta estranea, erano bastate poche giornate per farla cedere a quei sorrisoni pieni di ammirazione e piano piano, aveva iniziato ad accettarla accanto a sé senza chiedersi più che cosa diavolo frullasse in testa a quella pazza e senza strabuzzare gli occhietti.
Prima della partenza, la ragazzina le aveva regalato quella brutta sciarpa che però la teneva calda.
Che cosa da matti. Chissà perché era così interessata a lei.
E poi...che cosa bizzarra...aveva spesso avuto la sensazione di conoscerla da tempo...
Però, doveva ammettere che l'aveva aiutata parecchio a non pensare e a far passare il tempo tra bisbigli, occhiatine e...l'indifferenza gelida di un certo maghetto con gli occhi d'oro per il quale lei sembrava essere diventata un fantasma.
Che poi, non sembrava nemmeno così arrabbiato.
Ed era quello, il problema! Si comportava in modo assolutamente normale con lei!
Non la prendeva in giro, non la guardava in cagnesco, non le faceva degli scherzi scemi!
Buffo...Lily non avrebbe mai creduto di sentirne la mancanza e ora si ritrovava quasi a sperare di esserne vittima...
Il giorno prima le era caduto un coltello e quello aveva pure fatto la gentilezza di raccoglierglielo!
"Tieni, Evans." Aveva detto, tranquillissimo.
Educato, composto, cortese...ma quello non era James!
Il James di sempre le avrebbe rinfacciato la sua imbranataggine...e lei gli avrebbe lanciato un pezzo di pane in faccia, per farlo stare zitto...
"...Speriamo che la Corvonero riesca ad ammansirlo, perché un Black senza poteri magici...brr, non riesco ad immaginare quanto possa essere incazzato!"
"Toh, eccolo lì." Fece Geky, ghignando sadica, mentre tutti si giravano appena in tempo per vederlo inciampare e cadere di faccia lungo la neve.
Lily seguì la linea del loro sguardo, fino a vedere James, al suo fianco.
Serrò le mani sulla bacchetta, decidendo sul momento di tornare indietro nel tempo e non accettare di frequentare Babbanologia!
Dio, due interi giorni chiusi nella stessa casa, era un dannato incubo!
"Ok, Lily, calma! Non succederà nulla di grave, concentrati sulle prove e basta!"
Quanto avrebbe voluto Cristhine con sé! O anche Tonks, ma a quella gita avrebbero partecipato solo i Grifoni del settimo!
Cercò speranzosa perlomeno Remus, ma lo vide parecchio impegnato a tirare su Sirius da terra e a prenderlo sottobraccio, parlottando a bassa voce.
E ora che cavolo gli prendeva?!
"Buongiorno." Salutò il lupetto, che sembrava già esausto.
"Buongiorno una sega." soffiò Giuly, accendendosi una sigaretta con l'allegria di un cadavere. "Vediamo di darci una mossa perché..."
Non finì la frase perché Black, con un sorriso un po' perso che di certo non gli si addiceva, si appicciò a Lily sbattendole un braccio attorno alle spalle.
"Ciao tesoro!" cinguettò, mentre quella gli lanciava un'occhiata stralunata e nella compagine calava il silenzio. Meccanicamente tutte le testoline scattarono all'unisono verso Potter ma il maghetto non fece fuoco e fiamme come si aspettavano tutti, anzi.
Si sistemò con un'occhiata serena la sciarpa sul collo, andando a salutare il professore con un cinque senza proferire una sola parola.
Fu a Peter che toccò il compito staccare il malandrino dalla rossa, con un risolino nervoso.
"Scusalo, Lily! E' che ha fumato...parecchio." Precisò, riprendendolo dalla collottola come un cucciolo. "Non si sente a suo agio senza poteri...cioè, più di tutti gli altri... sarà un po' sballato questo week end."
"Accidenti, deve aver fumato roba bella pesante." Rise Alice. "Poteva passarne un po', l'egoista!"
"Sono pur sempre un Prefetto, vi ricordo. E ci sono controlli di Auror per tutta la strada, per cui sarebbe meglio evitare."
La voce le uscì di bocca più freddamente di quanto non volesse. Lily afferrò la tracolla e si piazzò sulla prima carrozza disponibile, sentendosi improvvisamente irritata.
L'occhio continuava a scivolarle sulla schiena di quel maledetto, mentre rideva con Walsh...
Non aveva fatto una piega...
"Oh, ma cosa te ne importa?!" pensò, pasticciandosi i capelli. "Che vada al diavolo! Non passerò un solo secondo di più a preoccuparmi per lui!"
Aprì la sua valigetta decisa a concentrarsi unicamente sulle scartoffie per l'organizzazione del Ballo di fine anno, che tra l'altro si stava rivelando più impegnativo del previsto, e fortunatamente sulla sua carrozza salirono solo le ragazze.
Geky, Giuly, Alice e Molly balzarono su con una smorfia mentre Monique blaterava qualcosa sul fatto che senza magia non riusciva a portare i bagagli – cosa che aveva tra l'altro delegato alle sue compagne di classe perché 'le faceva male una caviglia'.
"Devi stare via solo due giorni, mi spieghi il senso di trascinarsi dietro tre valigie?"
Quella, coi riccioli stranamente scomposti e sudata, le scoccò un'occhiata quasi trascendentale e disse qualcosa in francese che non sembrava propriamente il massimo dell'eleganza. L'isterismo della francesina riguardo il suo aspetto era noto in mezza scuola per cui decisero saggiamente di chiudere il becco.
Caricati i bagagli, la gravità del problema dell'essere senza poteri si presentò con tutta la sua forza quando si ritrovarono schiacciate come sardine ed impossibilitate ad allargare lo scomparto a suon di bacchette, ma a Lily andava bene così.
Pressata tra il finestrino e un baule a tre piani, si perse nel chiasso infernale delle studentesse che superava i limiti umani della decenza, tra le lagne della Leclerq sull'impossibilità di poter aggiustarsi la chioma con la magia alle litigate furibonde delle cacciatrici su un certo battitore famoso che era stato recentemente soggetto di uno scandalo...
"E se non c'è il riscaldamento?! Se mi prendo un raffreddore come mi curo?!"
"Anche i babbani sanno curarsi..."
"Sì, con medicine che fanno schifo e impiegano giorni a funzionare!"
"Secondo voi come sarà la casa dove andremo?"
"Conoscendo il prof, una catapecchia! Quanto ci fate che davvero mancheranno i termosifoni?"
Il viaggio andò avanti su quelle frequenze per parecchio tempo. Ad un certo punto, Lily si addormentò pure, cullata dai dolci movimenti dei Thestral e quando si risvegliò, le strade fumose e arzigogolate di Londra avevano lasciato spazio a dolci colline ricoperte di neve fresca, ruscelli grigi e sottili come fili di ragno e ciuffi di boscaglia scura tra un agglomerato di casette e l'altro.
"Dove siamo?" mormorò, stropicciandosi gli occhi.
"Credo che abbiamo appena superato Oxfordshire." Rispose Geky, sfogliando un Magivogue. "Babbani, babbani e nient'altro che babbani per chilometri! Una pacchia..."
"Non mancherà molto..." Sbadigliò Molly, stiracchiandosi. "Dio, è stato infernale! Ho le ossa disarticolate!"
"Non date ancora la colpa ai miei bagagli! La bellezza ha un costo!" celiò Monique scuotendo una manina fresca di manicure, prima di accendersi guardando fuori dal finestrino. "Oh, mi sa che siamo arrivati!"
Erano le nove del mattino quando le carrozze atterrarono in quello che aveva tutta l'aria di essere un campo da croquet.
Abbotts Grange era un maniero medievale a due piani, basso e largo, riconvertito in bed&breakfast a conduzione familiare, con una certa storia...eppure, pensò la proprietaria che li attendeva all'ingresso, non era riuscita a dire di no a quello strano individuo che gliel'aveva affittato per due notti ad un prezzo stracciato.
Quella mattina poi si sentiva abbastanza stralunata e non fece troppo caso al fatto che quegli strani ragazzi uscirono letteralmente dal prato boscoso – che circondava per tre ettari la struttura – come se fossero sbucati dal nulla.
Niente macchine, vestiti strani, animali che in un qualsiasi altro giorno non avrebbe mai accettato...gufi, rospi, c'era pure un topo! Eppure...che strano...quella mattina non si sentiva proprio di protestare...
Nemmeno quando un ragazzino con gli occhi d'oro le balzò davanti al naso con un ghigno sardonico fece una piega, e non riuscì a smettere di sorridere cordialmente.
"Animo, Signora Babbana!" rise quello, battendogli le mani davanti al naso. "Mi sembra un po' confusa!"
"Lascia in pace la proprietaria, Potter! Coraggio, tutti dentro voi altri!" abbaiò un uomo, leggermente più grande ma con un viso da bambino, capelli rossi e orrende basette da fine ottocento.
Mentre i suoi studenti affollavano la sala da pranzo con un chiacchiericcio da spaccare i timpani, quello si fermò con lei sull'ingresso sbattendole in mano fasci di banconote.
"Dovrebbero essere giusti...ma li conti, per sicurezza! Con i vostri soldi non riesco mai a capire..."
"S-sì... lei è straniero?"
"Non proprio." Ghignò quello, alzando lo sguardo sul maniero e facendo scintillare gli occhi.
Oh, non era certo un hilton, era vecchio e freddo, ma aveva il suo fascino, la proprietaria lo sapeva bene.
Nelle sue stanze un tempo avevano dormito Oscar Wilde e Claude Monet, Edwin Abbey e Edward Elgar. Romantico e ricercato, aveva un salotto in cui trascorrere le serate davanti al camino sorseggiando del whisky, prima di farsi cullare tra le braccia di Morfeo nei grandi letti a baldacchino. Unica pecca, il bagno in comune e l'area circostante, che per dei ragazzini di quell'età doveva essere fin troppo monotona...colline, alberi e ancora alberi per miglia. C'era un solo villaggio a Nord, ma con pochi locali.
In effetti, era strano che una scolaresca decidesse di passare di lì...
"Non avrete molte cose da vedere." Disse, sempre trasognata, infilandosi i soldi nel grembiule.
"Non importa. A noi piace la tranquillità! Anzi, mi raccomando..." ora gli occhi dell'uomo scintillavano in modo proprio strano. Quasi furbo... "Non deve passare nessuno. Non voglio giardinieri, padroni, camerieri né cuochi. Nessuno per due giorni. Lo tenga bene a mente."
La sua voce si era fatta bassa e si interruppe quando si accorse che una ragazza snella e dai lunghissimi capelli rossi li stava fissando.
"Tutto bene, Lily?"
La ragazza si corrucciò appena, incerta.
"S-sì..." mormorò, scoccando un'occhiata alla proprietaria.
Era chiaramente sotto incantesimo... non che fosse la prima volta che vedeva un babbano sotto Confundus, ma...
I suoi pensieri furono interrotti perché Black aveva appena fatto cadere un vaso, distruggendolo.
Barrie Walsh si batté una mano sulla fronte.
"Essere senza poteri l'ha reso davvero impedito!" Borbottò, accompagnando la proprietaria alla sua macchina.
In effetti, Sirius era quello che più di tutti stava risentendo dell'assenza di magia.
Scoccò un'occhiata a Potter, che sghignazzava sbattendosi sul divano mentre Lupin afferrava Black in preda ad una crisi isterica.
Chissà se anche a lui stava facendo quell'effetto...un Purosangue viziato improvvisamente diventato babbano...
Lo stava fissando da qualche secondo quando, come se fosse stato richiamato dal suo sguardo, lui si girò verso di lei.
Aveva ancora l'ombra di un sorriso, che si allargò appena quando la vide arrossire sotto i la sua intensa occhiata d'oro fuso.
Sì, ne era certa, stava sogghignando! Che fosse dannato!
Non voleva passare un solo istante di più vicino a quell'essere! Voleva ignorarla? Fantastico! Non chiedeva di meglio! Gli sarebbe stata alla larga il più possibile!
"Su! Su!" gridò Monique al suo baule, senza risultati. "Davvero?! Non si muoverà per davvero?! Cioè devo davvero portarlo sulle scale da sola?!"
"Nessuna magia, niente bauli incantati!" tubò il professore, entrando a sbattendosi la porta alle spalle.
"Ci staremo tutti in questa catapecchia?"
"Se non ci sono cuochi, chi dovrà cucinare?"
"Ma ha stregato la babbana, prof?"
"Non è illegale?"
"Non statevi a preoccupare di questo." Minimizzò lui, agitando le mani. "E' tutto in regola. Bene! Benvenuti alla nostra fantastica gita!"
"Fantastica un corno..." mormorò Minus a mezza bocca.
"Lasciate che vi spieghi in breve che cosa capiterà qui..." continuò quello con un ghigno da sadico. "Innanzitutto, verrete divisi a coppie. Dopodiché, le vostre giornate si divideranno in due contesti diversi. Io non sarò con voi per gran parte del tempo, ma sappiate che finché sarete dentro le sale, vi vedrò...e valuterò le vostre capacità di adattamento alla più basilare vita domestica babbana, traendone i miei punteggi. Il secondo contesto si baserà su dei test veri e propri...oh, vedrete, vi piacerà..."
"Non mi piace il modo in cui si sta sfregando le mani..." Bisbigliò preoccupata Molly al suo ragazzo, ma quello quasi sbavava dalla venerazione.
"Il punteggio intermedio si terrà questa sera, la coppia con il minor numero di punti subirà...hemm...alcune piccole conseguenze. Alla seconda sera, ci sarà il test finale, sulla quale stabilirò il mio voto. Sappiate che sarà un voto che avrà un gran peso, per cui, impegnatevi!" il mago si batté le mani sulle cosce, alzandosi in piedi. "Bene, gente, vi lascio il tempo di ambientarvi! Potete fare anche un giro nel villaggio vicino, ma ovviamente essendo un posto di babbani vi pregherei di usare la testa e dosare bene ciò che dite. Anzi, fatemi il piacere, non date troppa confidenza! Non ho voglia di passare la sera a confondere altre persone!"
I ragazzi ridacchiarono, pensando alla faccia ebete che aveva la proprietaria.
"Bene, iniziamo con l'assegnazione delle coppie! Weasley e Minus!"
Peter sorrise mesto, battendo il cinque sulla spalla del rosso.
"Spiacente, amico! Ti è andata di sfiga."
"Un po' di autostima, Peter!" trillò quello, con un gran sorriso. "Sarà più facile del previsto, vedrai!"
"Paciock e Morgan."
"Peccato." Ghignò Alice, rivolta al suo ragazzo. "Avrei tanto voluto farti mangiare la polvere anche stavolta!"
"E invece corriamo insieme, dolcezza." Tubò l'altro, passandole una mano sul fianco. "Vedi di non farmi perdere!"
A mano a mano che il professore li elencava, una piccola manina fredda iniziò a scivolare sulla schiena di Lily.
La ragazza si strinse nel suo piumino, sbiancando.
Sta a vedere che...
"Geky Bell e Molly Prewett, Giuly Spinnet e Monique Laclarq..."
No, non poteva essere!
"...Ed infine, Sirius Black con Remus Lupin, e James Potter con Lily Evans."
ERA UN INCUBO!
Lily sgranò gli occhi, mettendosi le mani nei capelli con la vaga intenzione di buttarsi dalla finestra.
No, non poteva essere così sfortunata! Come accidenti faceva ad ignorarlo se dovevano gareggiare assieme?! Non le rivolgeva la parola da giorni!
"Dannazione! Questo è..."
"Mi scusi, professore. Avevo promesso a Black di stare in coppia con lui."
Il fastidio cessò. Di colpo. E anche tutto il resto.
La grifoncina si tolse le mani dai capelli, lentamente, mentre James si fece avanti con aria tranquilla, senza guardarla in faccia.
"Spiacente. Essendo due Purosangue senza una minima conoscenza dei babbani, le coppie sarebbero troppo squilibrate. Remus Lupin ha un punteggio alto e Lily ha una famiglia composta da Babbani. Vi straccerebbero." Sospirò Barrie, riguardando i fogli. "Ho stabilito le coppie cercando di creare più equilibrio possibile. I voti più bassi con quelli più alti. Ricordate che lo scopo di questo week end consiste anche nell'aiutarsi a vicenda!"
Fregato.
James Potter sospirò, grattandosi la nuca. Accidenti...
Rendendosi conto di non poterla più ignorare, si girò verso di lei cercando di essere il più diplomatico possibile.
"Beh, mettiamocela tutta allora." Buttò lì, ma le parole morirono in gola.
Lily gli rivolse uno sguardo di fuoco ed un viso che era di pietra.
"Non ci sarà bisogno di molto impegno da parte tua, non preoccuparti!" Tagliò corto con voce gelida, afferrando il suo zaino e salendo al piano di sopra. "Posso cavarmela per entrambi!"
"Tsk." La voce gli uscì di bocca senza che riuscisse a fermarla. "La solita arroganza alla Lily Evans, eh?"
Non sapeva il motivo, ma si sentiva improvvisamente arrabbiato. Serrò i pugni contro i jeans, pronto ad una vera e propria litigata ma la sua Grifoncina preferita non proferì parola.
Lo guardò un istante solo in silenzio, facendogli nascere una smorfia di disagio, poi gli voltò le spalle e chiuse la porta.
C'era rimasta male.
Aveva gli occhi lucidi.
Cazzo...
Black Manor si svegliò quella mattina animata da un fervore animato. Walburga Black si versò del the nero con una punta di disappunto, stretta in una morbida vestaglia di velluto blu.
"Detesto il chiasso di primo mattino." Borbottò, aggiustandosi la chioma ribelle con un piccolo pettine in madreperla. All'altro capo del tavolo, una donna già vestita e non inferiore per pericolosità.
"I mocciosi sono già arrivati?" sibilò Nartrix Rosier, che era già alla seconda sigaretta nel giro di pochi minuti.
"Ah-a." ghignò la Black, accogliendo il marito che entrò nella stanza senza guardarlo ma semplicemente alzando la mano per permettergli di baciarle il dorso liscio e candido.
"Sapete, continuo a non capire quest'ansia di rivolere a casa il vostro pupillo."
"E continuerai a non capirlo." Tagliò corto Orion, che a differenza della sua viziata mogliettina era una persona mattiniera e aveva già intrapreso parecchi accordi con almeno tre avvocati. "So che tu preferisci ignorare i primogeniti che ti scappano via dalle mani, ma non hai dato alla luce un maschio, in fondo."
La bionda accolse la stoccata con un sorrisetto.
"I bambini che scappano vanno lasciati dove stanno. Che siano femmine o maschi. Sirius è un moccioso spaventato, esattamente come lo era Andromeda. Serve gente con le palle, qui."
"A Black's Manor servono i Black." Puntualizzò Orion, malignamente, riservandole l'ennesima frecciatina. "E comunque, il piano filerà liscio come olio."
"Oh, che si godano quella stupida gita!" Rise la moglie, scuotendo i boccoli neri che aveva lasciato ricadere morbidi sulle spalle aguzze. "Non sanno di essersi messi tutti in una trappola! E per il giorno della sentenza, il nostro piccolo Sirius sarà pronto a stare dalla parte giusta!"
"E gli altri mocciosi?" chiese la Rosier, tirando un'altra boccata annoiata alla sigaretta. "Che hai intenzione di farne?"
La bruna si mosse sul tavolo, appoggiando i gomiti ed il mento sulle dita incrociate.
"Non andranno da nessuna parte. E una volta che il Tribunale avrà stabilito che il mio bambino è soltanto mio e che l'incantesimo sulla casa esaurirà il suo potere...beh, bisognerà ricompensare la nostra gentile ospite, no? Dopo tutto quello sbattimento, sarà sicuramente affamata...potrà fare ritorno ad Abbots Grange e godere di un ottimo pranzetto."
"Purché lasci in vita Potter." Sorrise Orion, con sguardo crudele. "Mettere le mani su quel ragazzino è un onore che dovrebbe spettare solo a noi."
Oh sì, pensò Walburga, sentendosi golosa ed eccitata. Aveva già alcune idee su come divertirsi con quel piccolo bastardo...
"Sirius sarà contento! Avrà il suo migliore amico a casa...per sempre!"
E la risata le sgorgò dalle labbra gonfie, espandendosi nella sala come un veleno.
Come un oscuro e fosco presagio.
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M.A.R.A.U.D.E.R.S.
Fiksi PenggemarNell'oscurità di una guerra incombente, le sfrenate e spensierate esistenze dei Malandrini si sfilacciano negli intrighi di una Hogwarts sempre più ricca di pericoli ed insidie. In un labirinto di incertezze, nell'ultimo anno l'amore sembra essere l...
