Madama Chips gli sbatté senza tante cerimonie un intruglio disgustoso davanti al naso.
"Ha picchiato più volte la testa, in questi ultimi giorni, signor Potter?"
La nottata con Remus sotto il platano.
I pugni di Severus.
L'attentato in bagno.
La rissa con Nott.
"Non ricordo con precisione, Madama Chips."
"Beh, lei ha avuto una parvenza di commozione cerebrale quindi suggerirei di tenere la testa a posto. In tutti i sensi."
L'infermeria era stata stranamente tranquilla ma a quanto pareva James Fleamont Potter non aveva proprio intenzione di lasciarla in pace. Fissava lo schifo che gli aveva rifilato in mano con un'espressione che la diceva lunga.
"Devo berla?"
"Fino all'ultima goccia. E' un insieme di ossofast, valeriana e sciroppo di cavolo mordente. Oh, e sì, è disgustoso." E se la ghignò da bella bastarda mentre il teppista che le creava sempre qualche guaio finalmente forse ci avrebbe pensato due volte prima di venirla a trovare di nuovo.
Nel frattempo davanti alla porta si era formata una vera e propria folla di ragazze con il complesso da crocerossina e Lily Evans, passando per puro caso di lì, fu sorpresa di beccarci in mezzo Arthur Weasley e Molly Prewett.
"Oh, Lily." La ragazza, piccola, rotondetta e dal sorriso dolce, praticamente promessa sposa di Weasley fin da quando, da bambini, pomiciavano sotto i meli, le sorrise calorosamente. "Cara, sei venuta per James?"
"Potter è in infermeria?" chiese lei. "Ancora?!"
"Ma come!" si stupì Arthur, scuotendo la zazzera pel di carota. "Non lo sai? Qualcuno gli ha tirato un cazzotto."
"Davvero? Chi è? Vorrei avere un suo autografo!" sogghignò Lily, ma vedendo lo sguardo scandalizzato del compagno, assunse una espressione sorpresa.
"Un momento, ma parli sul serio?"
"Certo che sì, Lily!" Weasley ridacchiò, dolce come sempre. "Ma dove hai la testa? A Storia della magia è entrato con un occhio pesto!"
"E ti è svenuto dietro." Continuò Molly, scuotendo i boccoli rosso rame ed alzando gli occhi al cielo. "Questa volta letteralmente."
La Evans aveva tanto d'occhi. Non si era accorta di nulla, perché la lezione di Ruf l'aveva trasportata su di un altro pianeta. Le battaglie del passato l'affascinavano e lei era l'unica studentessa della scuola a prestare veramente attenzione alle parole del fantasma.
Ma forse doveva rivisitare un attimo la sua dedizione allo studio perché iniziava a pensare non fosse mica normale.
"Io...non me ne sono proprio accorta. Ero un po' distratta."
"Dovresti distrarti un po' più spesso." Molly le accarezzò la mano e se al contatto fisico solitamente Lily si irrigidiva come una statua, quello fu piacevole e materno. Dormivano assieme da sette anni e Molly era sempre stata affettuosa e premurosa nei suoi confronti. Avrebbero potuto essere molto più amiche ma il problema fondamentale era che la ragazza era la fidanzata storica di Arthur e anche se il rossino le andava a genio, purtroppo frequentava quasi sempre Potter, da cui la Evans si era sempre tenuta ben alla larga, o almeno ci aveva provato. "Alla nostra età farebbe bene un po' di svago."
Fece per rispondere ma furono interrotti dalla creatura più malefica della scuola, al cui passaggio si creò un baratro e quasi percepirono il freddo che portava nel cuore.
"Una fila di sceme urlanti e Lily Evans. Ci scommetto che è Potterino!"
E Bellatrix Black scoppiò in una risata sguaiata che fece rabbrividire praticamente chiunque. Al suo fianco spiccavano come al solito Nott, Avery, quella orribile creatura femminea che era Alecto Carrow e niente di meno che il principe Serpeverde, Lucius Malfoy, il quale si appoggiò ad una colonna sorridendo in modo sinistro.
Nott, che aveva il volto a dir poco pesto e non sembrava particolarmente felice, riuscì a stirare un ghigno. "Devo averlo colpito più forte del previsto."
Se ci fosse stato chiunque altro, al posto di Arthur Weasley, gli avrebbe risposto di guardarsi in uno specchio e di sparire a nascondersi per l'umiliazione.
Avrebbe estratto fuori la bacchetta e non se ne sarebbe lasciata sfuggire una.
Ma Weasley non era il tipo.
"Andiamocene, Lily."
E poi Malfoy parlò. Non c'erano molti Grifondoro in giro e di certo non si sarebbe lasciato sfuggire l'occasione. E poi...guardò Lily Evans, il giocattolino di James Potter e decise che glielo avrebbe rotto. Ci avrebbe giocato e poi glielo avrebbe spezzato sotto i piedi. E già pregustava il suo rompersi.
"Scappi a fare colletta, Weasley?" sussurrò, malefico e freddo. "Gli stracci che indosserete al matrimonio non si pagano certo da soli."
Lily Evans ebbe il buon senso di afferrargli il gomito, mentre la Carrow scoppiava a ridere in modo stridulo.
"Falla finita, Malfoy!" Sibilò, stringendo gli occhi verdi. "Forse devo ricordarti per l'ennesima volta che sono una Prefetto."
Quello si staccò dalla parete. Lentamente. Si arrotolò le maniche bombate della sua firmatissima camicia in seta e come una serpe strisciante le arrivò ad un palmo dal naso.
Odore di freddo. Occhi che ricordavano la pioggia, una di quelle pestilenziali dove i fiori muoiono.
"E forse io dovrei ricordarti con quale rango stai parlando, Evans." Glielo disse in modo così gentile da risultare inquietante. "E' la seconda volta che mi guardi in quel modo e per quanto mi riguarda, puoi anche togliermi mille punti e spedirmi a pulire cacca di troll ma ti avverto. Fuori dalla scuola le spille servono a poco."
E, per quanto detestasse quel lato del suo carattere che la metteva sempre in guai seri, Lily Evans tenne testa. Continuò a fissarlo negli occhi, senza retrocedere. Una Grifondoro indomita, anche se le tremavano le gambe.
"Fuori dalla scuola non mi servirà nessuna spilla per metterti al tuo posto, Malfoy!"
Il biondo era sorpreso, ma in modo piacevole. Non sarebbe stato divertente se il giocattolo fosse rimasto inanimato. Ed era tempo di ricordare ai mezzosangue dove dovevano rimanere.
"Forse conta sul sostegno del suo fidanzato." Ridacchiò Alecto, piccola e tarchiata, con il viso schiacciato. "Pensa che sbattersi Potter abbia dei vantaggi."
"Potter non è...!" scattò quella, avvampando, ma Malfoy le tagliò la strada.
"Allora dev'essere decisamente disperata per contare sull'aiuto di Potter, il cui esercito si forma di pezzenti, babbanofili e purosangue disonorati. Ma si sa che tra perdenti ci si va in coppia, lo confermi, vero Weasley?"
Lily guardò Molly, che tremava indignata, con gli occhi rossi e i denti che si sentivano a tre metri di distanza da quanto sfrigolavano.
Erano troppi, e nessuno delle altre casate li avrebbe aiutati. Erano troppi e avrebbero dovuto andarsene. Ma quegli occhi rossi...non li poteva sopportare.
"Che strano..." disse, gelidamente. "Mi pare che il ... 'perdente' ti abbia sempre battuto, Malfoy."
Il biondo smise di sorridere e nei suoi occhi scattò una scintilla. Gli aveva appena servito ciò di cui aveva bisogno e se ne accorse quando sentì la sensazione che sentono i topi nelle zampe del gatto.
"Ti credi furba, non è vero, sporca Mezzosangue?"
"Non chiamarmi così!" la voce le salì di due ottave. Lo odiava, lo detestava. Le aveva portato via Severus. Il dolce, gentile e premuroso Severus...ridotto ad un fantoccio vuoto, corrotto dal torbidume. Lucius distruggeva ogni cosa che toccava. Lo faceva...marcire. "Credi di essere migliore di me solo perché hai il sangue puro? Non chinerò mai la testa davanti ad uno come te, Malfoy, mai nemmeno per un istante penserò di esserti inferiore! Il modo in cui tratti le persone e in cui ti fai proteggere dalla tua scorta...sei disgustoso! Potter almeno non ha bisogno di circondarsi di persone quando deve affrontare qualcuno! Quindi chiudi la bocca e cogli l'esempio, perché Potter è senza dubbio migliore di te!"
Si stupì perfino lei delle sue stesse parole e capì di avere osato troppo quando i candelabri tremolarono. Il sorriso ammaliatore di Bellatrix Black si ampliò. I Serpeverde si zittirono. Gli occhi di Malfoy persero la freddezza e un lampo sembrò folgorarli.
"Piccola... insolente... Mezzosangue..." sussurrò a denti stretti ma fece appena in tempo a muovere i muscoli delle braccia, che la bacchetta di Weasley gli si piazzò in mezzo alla gola.
"Lasciala in pace, Malfoy." Ringhiò Arthur, "Non azzardarti a toccarla o giuro che ti polverizzo la testa."
"Quello schifo che chiami bacchetta è talmente scadente che rischia di esploderti in mano, spiantato. Sei la vergogna di tutta la razza magica."
"Stai zitto! Stai zitto Lucius o...!"
"Sta zitto tu." E Bellatrix, splendida, gli si appoggiò alla spalla, puntandogli la bacchetta alla tempia. Silenziosa e velenosa come una vipera, gli era strisciata al fianco. "O mi divertirò io. O forse..." e la puntò su Molly, passandosi la lingua sulla bocca. "...Potrei divertirmi con lei."
"Infilatela dove dico io e vedrai che divertimento!" esplose la Prewett, con i capelli crespi dalla rabbia. "Giù le mani da Arthur, vipera!"
Ma finì che rimasero tutti immobili, le bacchette puntate le une contro le altre. In stallo.
La tensione era insopportabile e soprattutto, Arthur la stava letteralmente schiacciando contro il Principe Serpeverde. Sentiva l'odore della sua colonia, intenso, soffocante.
"Ecco una cosa in cui potresti essere brava." Sibilò quello, perfido. "Quello per cui dovrebbero essere nate le persone come te."
"Preferirei finire a letto con un vero serpente." rimbeccò la Evans a voce bassa, e la punta della sua bacchetta gli creò una bruciatura nella camicia da tanto scintillava. "Sarebbe meno schifoso."
Malfoy le strinse l'avambraccio. Arthur gli infilò ancora di più la bacchetta nelle clavicole ma quello non mollò la presa.
"Ti ho detto che non devi toccarla!"
"Evans, tu non hai potere, e faresti bene ad accorgetene, lo dico per la tua salvezza. Io potrei sbatterti dentro la camera di Potter e lui nemmeno se ne accorgerebbe."
"MALFOY IO TI...!"
Una voce annoiata interruppe il grido furioso del rossino, comparendo alle spalle della "allegra" combriccola.
"Tsk. Expelliarmus."
E in un istante, Malfoy venne scaraventato all'indietro. Finì addosso a Nott, probabilmente spaccandogli il naso appena riparato perché quello lanciò un ululato degno di un mannaro.
Come un principe ribelle, le ciocche disordinate che gli cadevano distrattamente davanti al viso, Sirius Black scoppiò in una risata leggera.
"Sirius! Tu..." alla sua vista la Black sembrò perdere letteralmente la testa e gli sparò contro uno schiantesimo, che venne prontamente deviato. Lo fissava con occhi pieni di odio, e le sue unghie perfettamente curate le si piantarono nei palmi quando strinse i pugni contro i bei fianchi.
"Ma tu guarda." Ghignò lui. "La mia adorabile cuginetta."
"Verme..." ringhiò lei di rimando. "Come osi chiamarmi in quel modo? Il solo sapere di essere imparentata con te mi disgusta..." gli si avvicinò e, senza tante cerimonie, gli sputò sul viso. "Sporco traditore del tuo stesso sangue!"
Sirius non parve darci troppo peso. La squadrò come si guarderebbe un insetto e se prima Bellatrix rappresentava una dea dalla troppa bellezza, ora il suo viso si era trasformato, arrivando a diventare quasi brutto da quanto era grottesca e macabra la sua espressione.
Erano così vicini che avrebbero potuto darsi un bacio ma l'espressione di entrambi non presagiva nulla di così romantico.
"Stai attenta, strega. Non me ne importa un cazzo che sei una donna."
"Pensi di potermi sfiorare con un dito?" lei improvvisamente attaccò a ridere. "Sei nelle nostre mani, cane. Mi divertirò a sbudellarti io stessa se commetterai un solo passo falso."
"Fallo adesso." Sirius Black fece tremare l'intero corridoio senza muovere la bacchetta. I suoi occhi diventarono due pozzi neri e profondi. "Non aspettiamo oltre. Attacca, Bellatrix, e spera di ammazzarmi perché quando ti pianterò le mani addosso io non sarà così veloce."
"Ma sì, perché no?" le sue unghie salirono sul collo del ragazzo e graffiarono piano. Lui non si mosse ma, si percepiva elettricità. E lei era talmente folle che addirittura Malfoy ebbe il buon senso di intervenire.
"Bellatrix, ricordati quello che ti è stato detto di fare. Ricordati DOVE lo stai facendo."
"Me ne sbatto. Finiamola adesso, qui, sentiamo che odore ha il sangue Black una volta versato sulle piastrelle."
Si sarebbero ammazzati sul serio se, improvvisamente, la Chips non avesse messo fuori il naso dalla porta.
"Ma si può sapere cos'è questo fracasso?" abbaiò, raggiungendoli e tutti quanti parvero risvegliarsi come da un sogno. "ALLORA?!"
Bellatrix e Sirius erano ancora vicini ma la ragazza parve recuperare il controllo e gli sorrise in modo angelico. Qualsiasi uomo avrebbe tremato sotto al suo fascino ma Black sembrava avere la nausea.
Si scostò con l'aria di uno a cui viene il vomito e cercò di sorridere affabilmente fissando l'infermiera con tutta la malia di cui era capace.
"Non succede assolutamente nulla." disse, tranquillo. "Stavo solo andando a trovare Potter."
"E allora vacci!" gracchiò quella, troppo esasperata e sfinita per sgridarli ancora. "E voi schiodatevi da qua! TUTTI voi!"
E fu incredibile accorgersi solo in quel momento che tutta la folla davanti all'infermeria aveva creato un cerchio attorno a loro e li scrutava con gli occhi a palla. Malfoy ridacchiò come uno stronzo e, mentre Nott quasi scaraventava via una primina che gli bloccava la strada, sparì dietro il corridoio insieme a tutta la cricca.
Molly Prewett tirò un sospiro grande come una casa e si piazzò la mano sul cuore. Dopo, si incollò alle labbra di Arthur come una piovra.
"TU! STUPIDO SCEMO!" ululò. "Non fare mai più l'eroe. Mai più!"
"Guarda che avevi la bacchetta alzata anche tu." Borbottò il rosso, ancora mezzo sconvolto per quel bacio appassionato. "Ma se questo è il ringraziamento..." e mentre quelli iniziarono a montare su un mezzo porno, il giovane rampollo dei Black si girò verso Lily, e, incredibilmente, le sorrise. Ok, ora il mondo stava veramente impazzendo. Da quando Sirius Black le sorrideva?!
"Vieni Lily?" disse quest'ultimo e lei cadde dalle nuvole.
"Prego?!"
"A trovare James. Vieni?"
Ed ecco un'immagine dentro la sua testa, nitida, chiara e precisa. Liu Chang che baciava James sulla guancia.
Lei era in guerra coi Malandrini. E poi lei era... accidenti, se era imbarazzata! E quando lo era iniziava a parlare a sproposito.
"E perchè dovrei venire io da Potter?" attaccò su. "Portaci la sua amichetta Corvonero! Quella Chang! A quella lì sicuramente farà piacere, a me no di certo! Io ho cose più importanti da fare e senza dubbio...!"
Sirius interruppe quel fiume di parole prendendole il polso con gentilezza e quel contatto fu così sfrontato che finalmente la rossina chiuse il becco.
"A James farebbe molto piacere che venissi TU."
E tanto era sorpresa che si lasciò guidare, docile come un cucciolo, addossandosi parecchie occhiate infuocate dalle crocerossine disperse dalla Chips.
Ma prima di sorpassare tutte, si voltò verso Arthur, sorridendogli dolcemente.
Portò una mano alla bocca e gli sussurrò parole flebili e riconoscenti.
"Grazie..."
Nell'altro gruppo non ci fu la stessa riconoscenza. Bellatrix Black schiantò Malfoy contro una colonnata, afferrandogli il bavero e arrivandogli ad un palmo dal naso.
Furiosa. Lei lo era sempre. La principessa dei Black covava dentro di sé un animale feroce, pronto a sbranare.
"Cosa accidenti credevi di fare?" ringhiò, scuotendo la chioma.
Malfoy strinse lo sguardo di metallo e dalle sue labbra uscì un fischio sommesso.
"Lasciami." Sibilò, gelido. "Ti ha dato di volta il cervello?"
"L'ho visto, come la guardavi." Continuò lei, rossa in viso. "Ti è saltato in testa di dare spettacolo, Malfoy? Dev'essere estremamente allettante per te mettere le grinfie sulla puttanella di Potter, ma non credevo arrivassi addirittura a ingolosirti per una sporca Mezzosangue."
Quello le staccò le mani senza tanti complimenti.
"Sei gelosa, Bellatrix?"
"Vaffanculo." Glielo sputò addosso come veleno, quell'insulto. La sua rabbia sembrava crescere a dismisura ogni giorno che passava. Una rabbia senza logica, senza sentimento. "Puoi sbatterti chi ti pare e quando ti pare per quel che mi riguarda, puoi incatenarla al tuo letto e divertirti a torturarla fino a farla implorare, ma ti avverto. Non tirare la corda, Malfoy."
"Black, tu fai le moine praticamente a mezza scuola pur di ottenere quello che vuoi e a volte, nemmeno per uno scopo preciso. Lo fai e basta, perché sei una insaziabile egocentrica. O devo ricordarti come ti sei incollata addosso a Weasley?" Malfoy era stizzito. Si controllò le maniche della camicia, sistemandosele in modo rapido. "Quindi, esattamente, che diavolo vuoi?"
"Voglio ricordarti solamente la tua posizione." Lei miagolò, viscidamente. "In questa scuola sei un principe, Malfoy, ma fuori sei un vassallo. La tua famiglia ha potere, e ne otterrà ancora di più grazie a chi ti porterai sull'altare ma sei davvero un pazzo se pensi che io rimarrò in silenzio a guardarti disonorare mia sorella. Non siete così indispensabili, faresti bene a ricordartelo. E io, a differenza tua, posso fare ciò che mi pare e lo posso fare pubblicamente."
"Crepa, Bellatrix." Le ringhiò, scollandosela di dosso. "Sei una cretina se pensi che metterei Narcissa su un livello così basso ed indegno. Il suo onore è ciò che più conta al mondo."
"Molto romantico, Lucius, per uno che si sbatte mezza scuola."
"Oh, come siete diverse, voi due." Lui stirò un sorriso a trentadue denti.
"Diverse?"
"A differenza tua, Narcissa ha un cervello. Pensi che non sappia di chi mi porto a letto? Ma lei lo sa che la mia anima è sua e a che livello arriva la mia devozione nei suoi confronti. Per cui vai a fare la sorellina protettiva altrove."
Bellatrix scosse i capelli, neri, pura seta contro la schiena alabastrina. Boccoli perfetti e una bocca fatta per baciare. Ma gli occhi erano duri e freddi e folli.
"Oh, no, no, no, non hai centrato il punto. Sono consapevole che mia sorella sappia della natura dei tuoi divertimenti, lo sa da molto tempo e la cosa non turba proprio nessuno. Quello che non ti è chiaro che la tolleranza di mia sorella verso certi atteggiamenti pubblici ha un limite." Sibilò, divertita. "Pensi che il suo silenzio basti a farti fare ciò che vuoi ma ti informo di una cosa. Stai dando troppo spettacolo, Malfoy, e la cosa non è gradita a nessuno, tantomeno a lei. E se io sono qui a farti la cortesia di dirti queste cose, lei non avrà la stessa premura. Per Narcissa, l'onore non ha prezzo. Tu invece ce l'hai eccome."
"Sarebbe una minaccia?"
"Sarebbe un consiglio." Lei gli voltò le spalle, facendo rintoccare i tacchi contro la pietra. "Fai quello che ti pare con chi ti pare ma fallo in segreto. Non creare imbarazzo a mia sorella. Non fare incazzare me. Cose terribili succedono a chi infastidisce un Black. Anche ad un Malfoy."
Sparì dietro l'angolo, una venera nera e l'eco della sua voce incantevole. Lucius rimase in silenzio, si accese una sigaretta con lo sguardo fisso nel vuoto.
Subito dopo, la spense nella sua stessa mano, digrignando i denti per l'odore della carne bruciata, per il suono del mozzicone che gli sfrigolava sulla pelle. La gettò a terra con uno scatto e la calpestò con il tacco della scarpa, con tutta la forza che aveva. Sulla mano, una macchiolina rossa iniziò a sanguinare.
Aveva ancora il polso racchiuso nella mano di Sirius Black. Arrossì, sentendosi tesa come la corda di un violino. Che accidenti stava facendo...
Stavano in silenzio, camminando piano attraverso la calca di persone davanti all'ingresso. Poi Black la guardò, insolitamente serio.
"Che cosa vogliono da te i Serpeverde, Evans? E' da tanto che Malfoy ed i Black ti stanno dando fastidio?"
"Io...oh, non mi importa di loro."
"Me lo fai un favore? Chiamami, se ricapita. Fai in modo che io sia avvertito. Fa un incantesimo o un allarme di qualche tipo... ed io arriverò."
Ok, quello le fece veramente spalancare gli occhi. Incredula, si rese conto che diceva sul serio. Sirius Black le stava offrendo...protezione?!
"Ecco...non...non c'è bisogno che ti disturbi!" mormorò, avvampando.
"Figurati, Evans!" lui ghignò, tornando strafottente come sempre ma c'era qualcosa di strano nella sua espressione e, notò Lily, le mani gli tremavano un poco. "Mi serve solo l'occasione per dare una bella lezione ai Black."
Lily annuì, imbarazzata. Non sapeva bene cosa rispondere.
Ora che ci pensava, non conosceva per niente Sirius Black.
Tanti anni a urlargli dietro, tanti anni passati a litigarci....e solo ora si rendeva conto che l'aveva sempre visto come l'amico dongiovanni di Potter, mai nulla di più. Non sapeva che possedeva un lato nascosto, sotto la sua maschera da ribelle ma ora era lampante che Sirius Black aveva un volto segreto.
Anche James...ne possedeva uno?
I suoi pensieri furono interrotti poiché entrarono finalmente nella Infermeria.
Il Malandrino in questione guardò Lily Evans, a dir poco estasiato.
"Rossa!" ululò, alzando il pugno in aria in segno di vittoria. "Sei venuta a trovarmi!"
Lily sbuffò in risposta e si sedette accanto al suo letto.
"Allora, si può sapere come stai?" mugugnò, infastidita.
"Benone!" disse lui, ignorando i suoi toni taglienti.
La porta si aprì di nuovo e Remus Lupin e Peter Minus fecero ingresso nella stanza: il primo preoccupato, l'altro praticamente nel panico più puro.
"JAMES! Come stai?!" squittì disperato Minus, e appena lo ebbe individuato si fiondò sul letto dello sfortunato Malandrino e iniziò a scuoterlo violentemente come se volesse sentire l'anima sbatacchiare dentro al corpo.
"Ahi! Hey...hey hey! Sto bene Peter, finiscila!" esclamò Ramoso, confuso, iniziando ad avere forti giramenti di testa per via di quello strapazzamento fin troppo affettuoso.
"Puoi smetterla di rischiare ogni volta la vita, James Potter? Sto avendo a che fare con la Chips più che con i miei parenti." Sospirò Lupin. "...ciao Lily" disse poi, accorgendosi solo in quell'istante di lei. I suoi occhi dolci brillarono nel vederla.
"Ci-ciao.."
Quella era veramente la situazione più assurda che le fosse capitata da qualche anno a quella parte. Lei, seduta accanto al letto di James Potter, circondata dai Malandrini.
Non si era mai trovata sola con loro. O almeno, non senza che partissero schiantesimi.
Una normale chiacchierata coi MALANDRINI?! Le sembrava ancora impossibile, eppure era quello che stava accadendo.
All'improvviso, le labbra di James si trovarono a pochi centimetri dalle sue.
"Se mi dessi un bacio mi sentirei meglio..."
Lily Evans strillò, levandoselo di dosso.
"Potter, razza di pervertito!"
James fece il suo solito sorriso sghembo che nessuno riusciva ad imitare. La fissò soddisfatto e Lily si accorse che quella sensazione di disagio era completamente scomparsa.
Che James...l'avesse fatto apposta?
"Potter, io un giorno di questi ti..." Iniziò arrabbiata, ma poi gli venne in mente una idea. "Dei Serpeverde sicuro!"
"Eh?"
"Hai fatto a pugni con dei Serpeverde."
"Che acume, Evans, e dire che non era mai capitato in sette anni."
"Non capisci." La Grifoncina gli sfiorò la fronte con un dito e Potter perse un attimino l'uso della parola. "Domani hai la partita, no? Non è stata una rissa casuale, anzi, scommetto che hanno iniziato loro. Volevano metterti K.O.!"
"Veramente l'ho iniziata io...ma devo ammettere che i pretesti li avevo tutti e...un momento, che hai detto?!"
"Che...domani hai la partita...?"
"Accidenti!" saltò su James, e tutti trasalirono. "Me ne ero completamente dimenticato! Cazzo, cazzo, CAZZO!"
"Di cosa ti preoccupi Ramoso? Sei il miglior cercatore della scuola." disse Peter, e quei gongolamenti parvero rimetterlo tranquillo.
Arrogante, cafone, borioso, idiota...
Eppure...
"Potter è molto migliore di te, Malfoy..."
Le sue ultime parole le comparvero alla mente. Aveva davvero avuto il coraggio di fare un complimento a Potter?!
"A proposito, ho sentito baccano...cos'è successo là fuori?" chiese James incuriosito, prima di cambiare totalmente espressione e puntare i suoi occhi d'oro su Lily e Sirius, trucidandoli con lo sguardo. "E che ci facevate voi due là fuori INSIEME?"
"Ma cosa te ne importa?!" scattò la rossa, mentre Felpato sorrideva.
"Nulla, Ramoso. Abbiamo dato una lezione a delle Serpi. Vero, Lily?"
Lily sorrise di rimando. Lo fece senza pensarci. Sirius aveva un sorriso bello, non si vedeva spesso sul suo viso. E la sua gentilezza...era strana, ma piacevole. L'aveva colpita.
Era evidente che la situazione della sua famiglia aveva il potere di cambiarlo radicalmente. Di...fargli perdere la maschera. Perfino lei era a conoscenza dei Black, della loro nomea, e di come Sirius Black fosse fuggito da loro. L'unico Black Grifondoro. Un rinnegato.
Provò una fitta di pietà per il ragazzo: anche lei sapeva cosa voleva dire non essere apprezzati da un componente della famiglia. Da qualcuno che dovrebbe amarti e proteggerti. Ma la vita con sua sorella non doveva essere così male, in confronto a quella vissuta da Sirius.
"Chissà quanto deve avere sofferto..."
James, visibilmente più tranquillo, si stese di nuovo sul letto.
"Malfoy, immagino."
"E mia cugina." Completò Sirius, con una smorfia.
"Ah!" cinguettò James. "Le simpaticone, vero? Bellatrix è segretamente innamorata di me. Le piacciono talmente tanto i miei occhi che vorrebbe strapparmeli dalla faccia."
"Gli hai soffiato via il principino qui presente come se fosse un boccino." Disse Peter, non senza una punta d'orgoglio. "James Potter, quello che ha messo in imbarazzo i Black."
Ramoso gli sorrise, divertito come il demonio.
Il sorriso di Sirius era leggermente più tirato.
La cosa a James non importava, ma era ovvio che a Felpato pesava moltissimo. Lily vide il suo volto oscurarsi.
"Meglio che dormi." disse il moro, alzandosi. "Domani abbiamo la partita e voglio vedere la nostra Casa stravincere."
"Tsé, Felpato, sarà un giochetto!"
"Posso...chiedervi una cosa?" disse ad un tratto Lily, curiosa. "I vostri nomi...cioè, oltre ad essere un po' stupidi..." - (James e Sirius lanciarono un verso offeso) - "...sono molto particolari. Ma ve li siete dati a caso?"
Con stupore di Lily, un fremito percorse i quattro ragazzi, come una ventata d'aria gelida.
"Per fantasia...ovvio." esclamò James, distogliendo lo sguardo. La voce gli si era fatta altissima.
"Non c'è bisogno di scaldarti! Hey, ma stai per vomitare?" Potter era diventato pallidino.
"Sto benissimo!"
Anche gli altri avevano occhi allarmati e sembravano enormemente a disagio, ma nessuno come Lupin. L'amico aveva abbassato lo sguardo, e il suo viso si era adombrato inquietantemente. Aveva toccato un tasto scoperto, si rese conto, ma non riusciva a capire che cosa potesse aver detto di tanto impanicante.
"Hey! Ma che sta..." saltò su, insospettita, ma Sirius le prese il polso per la seconda volta nella giornata e la trascinò verso la porta.
"Meglio andare Evans!"esclamò frettoloso. "James non sta bene e ha bisogno di riposare!".
Ma quando fece per aprire la porta, questa si spalancò di scatto e sulla soglia comparve una graziosa ragazza dai capelli lucenti e neri, occhi scuri e penetranti.
Liu Chang si trovò faccia a faccia con Lily Evans e se prima aveva un sorriso ammaliante, questo le scivolò giù dalla faccia come un rossetto bagnato.
"La Prefetto di Grifondoro?" le scappò di bocca, in tono ben poco amichevole. "E tu che ci fai qui?"
Che sguardo fastidioso. Lily Evans si sentì i suoi occhi piantati addosso, indagatori, ostili.
La stava esaminando quasi come...una rivale. Era abituata alle occhiatacce delle galline di Potter ma quello sembrava essere diverso. Provocante, freddo.
"Ecco...ero venuta a trovare James." Borbottò, troppo orgogliosa per abbassare lo sguardo.
La cinese la fissò ancora per un istante, poi decise di non calcolarla. Cosa che la mandò in bestia.
"Oh!"
Lo sguardo della ragazza scorse su James e si fece all'istante più dolce.
"James!" esclamò, sorridente come la primavera, e si sedette senza tanti complimenti ai piedi del suo letto. "Scusa per questa improvvisata, ma quando ho saputo che ti eri fatto male...non importa. Stai bene, è questo che conta. Credevo di aver perso per sempre il mio futuro maestro!"
Ridacchiò, chinandosi su di lui.
"Ti infastidisce che sia venuta?"
Quello fissò entrambe abbastanza spaesato. C'era una strana tensione...
"No, Liu, anzi, sei stata molto carina, grazie. Il maestro è ancora tutto intero."
E poi si zittì perché quella gli passò le braccia intorno al collo. No, decisamente non era più la ragazzina timida che aveva conosciuto all'inizio.
"Ora stai meglio, vero Jam? Non ti hanno..." lo sguardo di lei si posò su Lily, spudorato. "...disturbato?"
"Sto...sto meglio, Liu. Nessun disturbo."
"Meglio che vada." disse sempre più fredda Lily, voltando lo sguardo alla compagnia. Qualcosa le aveva appena fatto saltare la mosca al naso e non si capacitava di ciò. Non si aspettava di essere difesa, e poi difesa da cosa?
Ma...oh, non sapeva nemmeno lei cosa si aspettava da James.
Di nascosto, fece ruotare la punta della bacchetta, formulando un incantesimo nella mente.
"AHI!"
Una vespa era entrata nella stanza e aveva punto il Malandrino proprio sul collo.
Il ragazzo si voltò di scatto verso Lily, che lo guardò a sua volta, diabolicamente divertita.
Poi la Grifondoro uscì sbattendo la porta.
"E adesso che accidenti le è preso?!" Pensò Ramoso, massaggiandosi la zona dolorante dove la Vespa l'aveva punto, ora misteriosamente scomparsa. Chi capiva quella ragazza meritava veramente un premio.
Hagrid sembrava essere sempre più grande ogni giorno che passava. Lily Evans si sedette sulla solita poltrona ricoperta di pelo di castoro, mentre nel calderone bolliva qualcosa dal profumino delizioso.
"Ti ringrazio." Gli sorrise in modo dolce, mentre il giovane guardiacaccia fuori taglia le passava un calice abbozzato nel legno con dentro una tisana alle rose.
Capitava spesso che Lily Evans si rifugiasse da lui. Un paio di volte ci aveva beccato anche Potter, e altre volte Remus, Sirius, addirittura Peter. Hagrid sembrava trovare in tutti loro qualcosa di bello e passare i pomeriggi dentro la sua casa era piacevole.
Thor le mordicchiava la punta delle scarpe, un cucciolo nero fuori misura come il suo padrone, con un grosso e vaporoso fiocco blu attorno al collo.
"Di nulla, principessa. Prima o poi gli metterò un collare borchiato, a questo cosino." Affermò il mezzogigante, in modo premuroso, sollevando il cagnolino per la collottola. "Ma ora...guardalo! Non fa paura nemmeno ad una mosca."
Lily rise, prendendoselo in braccio. Da quando aveva preso quel batuffolo pieno di rughette, stare lì era ancora più bello. Thor portava allegria e in un istante, l'incazzatura verso la Chang e il modo in cui aveva fatto la oca le passò. Anzi, le sembrò quasi una cosa stupida.
Non ci pensava proprio a mettersi in competizione, per Potter poi, figuriamoci. Già le bastava il corteo di adulanti streghette che la voleva sbranare viva. Ma...quello sguardo era stato veramente sgradevole.
Aveva visto negli occhi di Liu una strana cattiveria.
"Non devi prendertela per come ti ha trattata Malfoy. A quelli lì passa sempre il marcio in testa." Disse Hagrid, mescolando il calderone di tanto in tanto. "Non permettere a certa gentaglia di farti credere il contrario. I Malfoy sono una brutta razza. Corre voce che vogliano unirsi con i Black e diventare ancora più schifosamente ricchi. Matrimoni combinati, puah! Roba da medioevo."
"Non ha importanza ciò che dice Lucius." Mormorò lei. "Anche se a volte è difficile chiudere le orecchie di fronte alla verità."
"La verità?" lui le passò una manona sulla spalla. "La verità è che questa storia dei mezzosangue sta facendo impazzire tutti quanti. La fuori qualcosa sta andando in malora, da retta a me. Ci sono brutte storie in ballo. Ma tu rimarrai sempre una strega maledettamente in gamba, è questa l'unica verità che conosco io."
La Evans sorrise, mestamente.
"Grazie, Hagrid."
"E invece, delle spasimanti di Potter, che mi dici? Ti danno ancora noia?"
"A dire il vero, oggi c'è stato un avvenimento fastidioso ma preferisco non parlarne. A volte mi sembrano tutti matti."
"Il mondo intero è matto." Hagrid stirò una risata leggera. "Devi prenderlo per come viene! Camminare dritto anche se gira al contrario! E con la testa alta, sempre!"
"Oh, su quello non c'è dubbio!"
Sorseggiava la sua tisana fissando fuori dalla finestra, dove il cielo dava qualche raggio di sole. Thor aveva preso a giocare con alcuni rospi blu, grandi come cestini, i quali non sembravano gradire molto le attenzioni del cane. Il guardiacaccia le parlò del più e del meno e solo più tardi si accorse che qualcosa non quadrava.
Era decisamente inquieto e squadrava sempre fuori dalla finestra.
"Hagrid, va tutto bene?"
Lui parve risvegliarsi come da un sogno, lasciando cadere il piatto di larve che stava per dare ai rospi, messi prontamente al sicuro dai dentacci di Thor.
"Scusami, Lily. E' che nella Foresta Proibita ultimamente sta accadendo qualcosa di strano."
"Qualcosa di strano?"
"Già. I Centauri sono inquieti e ho come la sensazione che qualcosa mi osservi mentre faccio la ronda. E' come se tutto ciò che c'è di oscuro stesse alzando il muso, capisci cosa intendo?"
La ragazza si strinse nelle spalle, rabbrividendo.
"Ultimamente nel mondo magico stanno accadendo tanti incidenti strani. Forse la Foresta Proibita risente del clima degli ultimi tempi."
"Ci puoi scommettere la scopa." Borbottò lui, pensieroso. "E' come se le forze oscure stessero cercando di allearsi in qualche modo, dopo anni passati qui dentro riesco quasi a sentirlo sulla pellaccia. Ne sono accadute di cose brutte in passato, Lily, ed ogni volta ho avuto questa sensazione. Ma non voglio spaventarti." La guardò allarmato nel notare di averla turbata. "Qui siete al sicuro e ti assicuro che sotto al mio naso non passerà nulla. Oh, guarda un po' chi c'è!"
James Potter balzò sull'ingresso come un grillo, sfoderando un sorrisone a trentadue denti.
"Heylà!"
"Oh, ma è una persecuzione!" sbottò la rossa, alzando gli occhi al cielo. "Si può sapere cosa ci fai, qua?"
"Ecco, da quello che ho sentito dovresti essere in Infermeria!" Hagrid incrociò le braccia al petto, sorridendo in modo bonario. "Ti crescerà qualche corno con tutte le botte che ti prendi."
"Pausa, pausa." James rise. "Tornerò presto dalle amorevoli cure della Chips, che tra l'altro non sa che sono qui e gradirei non lo sapesse. Ti cercavo, Lily."
"Mi cercavi? E come mai sei venuto proprio qui?"
Era assurdo ma ogni volta che James la cercava, sembrava sapere sempre dove trovarla. Sembrava avere un sinistro sesto senso.
"Ho seguito l'odore incantevole che emana la tua acidità." Tubò lui, prima di frugarsi nel mantello. "Ah, e ho una richiesta da farti."
"E sarebbe?" Lily non riuscì a trattenere un sorriso ironico.
"Vieni a vedermi alla partita. Tifa per me."
Ecco, ora le aveva sentite proprio tutte. Lily Evans era forse l'unica strega a detestare il Quidditch. Le lezioni con Madama Bump l'avevano traumatizzata, da bambina. Le scope sembravano odiarla e, soprattutto, non appena si alzava di solo qualche metro le vertigini arrivavano come delle bombe e le scombinavano lo stomaco ed il respiro.
No, l'aria non faceva proprio per lei.
Quindi si alzò, gli andò sotto il naso e lo sfidò con lo occhi.
"E mi spieghi, di grazia, perché mai dovrei farlo?"
Lui sorrise, e le sventolò sotto il naso...Lily Evans sbarrò gli occhi. La lettera.
La sua lettera.
Tutto quanto sembrò scomparire e nel cervellino della rossina iniziarono ad ingranare i primi passaggi.
L'occhio nero del Malandrino, l'aria vendicativa dei Serpeverde, Nott con la faccia pesta.
James...James aveva fatto a botte per recuperare la sua lettera?
Ed eccola di nuovo. Quella maledetta sensazione, un tepore dentro al petto che l'aveva tenuta sveglia per notti intere da quando James l'aveva consolata, crucciando i suoi pensieri e scardinando certezze.
Le sorrideva ancora quando le sue mani si chiusero finalmente sulla lettera di sua sorella. Forse nemmeno lo sapeva che significato avesse per lei. Non lo sapeva quando gliel'aveva presa e non lo sapeva quando gliel'aveva restituita. Ma ora era lì, tra le sue mani. Finalmente a casa.
E le parole le uscirono di bocca senza nemmeno pensarci, in un mormorio confuso.
"Affare fatto, James. Verrò alla partita."
Si guardarono in silenzio, con qualcosa dentro che non sapevano decifrare. Una...carezza, dentro al petto.
Fino a quando Hagrid, con un ghigno tanto, non tossicchiò, riportandoli alla realtà.
"Credo che ci sia una sola cosa da fare, alla luce di quanto mi hai raccontato in questi giorni." Annunciò solennemente. "Se quella è veramente un'altra lettera di tua sorella, come penso che sia, sai già cosa ti ho consigliato di fare. Te lo sto raccomandando da tanto tempo, piccola."
Lily Evans tornò decisa e sicura di sé. Afferrò la bacchetta e fissò solennemente quel pezzo di carta.
Non era nient'altro, decise dentro, con un moto di selvaggia euforia. Non era nient'altro che inutile carta.
"Incendio."
Non le avrebbe mai più permesso di dirle chi era davvero.

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M.A.R.A.U.D.E.R.S.
Fiksi PenggemarNell'oscurità di una guerra incombente, le sfrenate e spensierate esistenze dei Malandrini si sfilacciano negli intrighi di una Hogwarts sempre più ricca di pericoli ed insidie. In un labirinto di incertezze, nell'ultimo anno l'amore sembra essere l...