17. Discorde.

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La Foresta Proibita sembrò tornare a respirare dopo lunghi giorni.
Il male era stato sconfitto.
Ma solo per il momento. Perché fuori, Lui avanzava.
Seminando odio, seminando violenza. Circondandosi di seguaci.
Il mago oscuro più potente del mondo aveva alzato il capo...e anche le stelle, quell'anno, sembrarono in gabbia.







Il cervo era immobile, come se attendesse una sua mossa. Doveva sembrargli incredibilmente ridicola con quel maglione di halloween tutto infangato, il sangue tra i capelli e due occhi verdi, sgranati verso le tenebre e verso di lui, come a volerci parlare.
La luna illanguidiva tutto...e lo sguardo di quell'animale scintillava.
"Che strana creatura." Mormorò, con occhi persi, sfiorandogli il muso con lentezza. "Hagrid si prenderà cura di te, vedrai. Se solo sapessi da che parte andare..."
Il cervo sembrò capire le sue parole: le voltò le spalle e camminò verso gli alberi, poi si fermò e la guardò, aspettando che lei lo seguisse.
Ma tu guarda...no, non poteva essere...
Sentendosi una perfetta idiota, lo affiancò, lasciandosi guidare.
Camminarono fianco a fianco per un po' ed incredibilmente, arrivarono a sentire la vociona di Hagrid che la chiamava.
"Hey! Ce...ce l'abbiamo fatta!"
Assurdo! L'aveva veramente tratta in salvo!
Le sembrò per un istante che le avesse fatto l'occhiolino e si strofinò gli occhi. Doveva aver battuto la testa più forte di quanto pensasse...
"LILY!"
La ragazza si voltò.
Remus, Hagrid e Peter le stavano venendo incontro, annaspando.
"Per l'amor di dio piccola, stai bene?!" Hagrid la scosse così tanto come se volesse sentire l'anima traballare contro il corpo.
"Io...sì...il Corno è scomparso di colpo, Hagrid..."
"Lo sappiamo." Fece Remus, prendendole le mani ed esaminandole la ferita. "Abbiamo incontrato i centauri, poco fa. A quanto pare, qualcuno o qualcosa ha chiuso la Stella del Diaspro."
"Credevamo fossi spacciata, Lily." Esclamò Peter con molta delicatezza. "Non riuscivamo più a trovarti, i centauri ci hanno circondati ed erano tutti in allarme. Tra poco questo posto brulicherà di Auror!"
"Ti sei allontanata parecchio." Notò Lupin, più pacato. "Come hai fatto ad orientarti e a tornare?"
"Mi ha aiutata..." disse Lily, voltandosi...ma il cervo non c'era più. Sparito nel nulla.
"Cosa?"
"Io...niente. " mormorò, perplessa. "Ho avuto fortuna. Hey! Dov'è James?!"
Il ragazzo non era con loro.
"Oh, lui, ecco..."
"Sono qui."
Lily si voltò per la seconda volta.
James era appoggiato ad un albero e la guardava, sorridendo in modo strano. Si avvicinò e le sfiorò la fronte, dove il sangue si stava seccando.
"Ti cercavo. Te l'ho detto, che eri una testona." Mormorò. La streghetta si scostò appena, continuando ad osservare alle sue spalle.
"Per caso...hai...hai visto mica un cervo bianco mentre venivi?"
"Un cervo bianco? Che ti salta in mente, Evans?" ghignò lui.
"Lascia perdere." Borbottò, arrossendo. "Dobbiamo recuperare Sirius e Cristhine. Tra poco gli Auror..."
"Non c'è bisogno." La interruppe il Malandrino, tornando serio. "E' già qui."
E dalle ombre, lentamente, uscì Sirius Black e tra le sue braccia, Cristhine, che sembrava addormentata. Aveva il viso pallido...e di colpo, tutti i ragazzi rabbrividirono.
Insieme.
Lo avevano fatto anche altre volte, ora che ci pensava. Rabbrividivano tutti insieme all'improvviso, oppure si guardavano come se l'altro avesse parlato, senza che invece si fosse proferita parola. Alzavano il viso verso le porte ancor prima che uno di loro entrasse e si lanciavano lunghe occhiate come se dialogassero in un modo tutto loro.
C'erano momenti in cui si comportavano in modo assurdo...ma accantonò quei pensieri. Cristhine sembrava stare male.
La Grifoncina corse dalla Corvonero, spaventata nel vederla così cadaverica. Black la teneva così forte che le stava lasciando dei segni, sulle braccia bianche.
"Sta bene?" chiese solo, mentre lui annuiva. Alzò la faccia su quel ragazzo...e ci ritrovò uno sguardo perso. Cosa gli era capitato? Sembrava sconvolto. "E tu?"
Lui guardò altrove, incamminandosi con gli altri verso l'uscita. Hagrid dovette insistere un bel po' per farsi lasciare Cristhine in braccio.
"E' stata una lunga notte." Le rispose solamente, con le spalle basse. Non disse più nulla ma, improvvisamente, James gli si fece vicino. Si scambiarono un'occhiata difficile da interpretare. Uniti da un legame più forte di ogni altra cosa.
Il Malandrino gli passò un braccio attorno al collo e gli sussurrò qualcosa all'orecchio...parlarono, parlarono a bassa voce per tutto il tragitto. Remus e Peter stretti attorno a loro, come a proteggerli.
Amici. Fratelli.
In quel breve istante, capì cosa li rendeva così uniti.
James...James ci sarebbe stato per loro. E loro ci sarebbero stati per lui.
Sempre.
Non si erano detti nulla ma...sembravano capirsi lo stesso. Sembravano percepirsi in un modo che a lei era sconosciuto.
Li osservò per tutto il tempo, quasi incantata. Quel legame...in quel legame c'era qualcosa di diverso.
Onestamente non aveva mai creduto che James fosse capace di avere rapporti tanto profondi con qualcosa che non fosse la scopa da Quidditch e ricordava bene le parole che gli aveva sputato in faccia con sprezzo, la seconda notte di quell'anno.
"Amore? Tu non conosci questa parola, non farmi ridere."
Lo credeva davvero. Ma ora, guardandoli bene e ricordando gli anni passati, doveva ammettere che tra quei quattro...tra quei quattro non era solo un'amicizia basata sul fare scherzi di dubbio gusto al prossimo. Non erano un banale gruppo di bulli, che stavano assieme solo per sentirsi più forti.
C'era quasi qualcosa di sinistro.
Di ambiguo, in loro.
Camminarono a capo chino per un po'...ma all'uscita, finalmente, Sirius sembrava stare un po' meglio.
Sembrò che il cielo avesse improvvisamente cambiato colore. Non più nero e lontano, freddo e crudele sulle loro teste.
Nell'aria c'era un alone bluastro, sembrava di essere immersi nell'oceano. E le stelle...le stelle erano più vive che mai.
Brillavano sopra di loro così nitide che si riusciva a scorgere anche la via lattea. Uno spettacolo.
Rimase indietro, osservando  la volta celeste, sentendosi quasi calma sotto quella meraviglia. Quasi...protetta.
James le si fece accanto, e si accese una sigaretta mentre alzò il viso, contemplandolo con lei.
"Tu non fumi." Le sfuggì di bocca, adocchiandolo.
"Stasera sì." Sussurrò lui, prima di tossire come un dannato. "Cristo se fa schifo."
Rimasero in silenzio per un po'.
"E' sempre una visione, eh?" sorrise poi lui, quasi amaro. "Hogwarts nella notte. Solo a quest'ora c'è questa luce blu."
"A quest'ora dovresti essere a letto."
"A quest'ora accadono tante altre cose."
"Non ci riesci proprio, eh? A non seguire le regole."
"Perché dovrei?" lui continuava a sorridere. "Seguire le regole, trovare un lavoro stabile e noioso, attendere il week end per vedere la luce del sole al di fuori di un ufficio...riusciresti davvero a vivere così?"
"No, non ci riuscirei. Ma non è sempre così male." Rispose mesta la Grifondoro. "Ci sono anche dei lati positivi."
"Già...ma non fanno per me. E nemmeno per te. O non mi avresti seguito questa notte."
Il fumo della sigaretta creava vorticosi volumi, attorno a loro.
"Il caos." Disse lui ad un tratto, a voce bassa ma come esaltato. "Il caos è perfezione. E' ribellione. Continuare a volare e bruciare, non spegnersi mai, non atterrare mai, diventare un'esplosione che distrugge ogni cosa. L'hai mai provata davvero? La libertà. La libertà pura, selvaggia, senza freni. E' così che voglio crepare. Immerso nei guai. In mezzo al delirio. Libero."
"Il caos genera anche del dolore." Insinuò la Grifoncina, alludendo a Sirius. "Qualcosa oggi lo ha fatto stare male."
"Sono maghi inquieti. Tutti loro." James chiuse gli occhi...improvvisamente stanco. "E non durerebbero un giorno senza tutto questo. Ce l'abbiamo nel sangue. Nonostante sia complicato. Nonostante sia faticoso. Nonostante... nonostante faccia un male cane, alle volte. Non avremo mai un'esistenza normale ma non ci importa. Non ci è mai importato. Ed è bene che tu lo sappia, Lily, anche se avrei dovuto dirtelo sette anni fa. Starmi vicino provoca dolore."
"Correrò il rischio." Sorrise lei, sfiorandogli il braccio...e facendogli battere il cuore come un tamburo. "C'è una sfida tra di noi. L'hai detto tu. E non sono una persona che si tira indietro."
"No." Concesse Potter, con uno strano sorriso. "Non lo fai."
Lei dette un'ultima occhiata al cielo, poi lo superò, raggiungendo gli altri. Il giardino stava iniziando a brulicare di Auror e professori. Qualcuno iniziò a strillare ordini...e la notte perse la sua magia.
Il suo silenzio. Il suo significato.
Il ragazzo sospirò, passandosi una mano tra i capelli che gli sfioravano la fronte.
Quella notte non sapeva cosa gli fosse preso.
Non voleva più aspettare. Voleva dimostrarle qualcosa...e dimostrarlo a sé stesso.
Anche se... sorrise. Anche se era trasformato.
Forse era meglio così. In quel modo aveva potuto farlo. Senza sentirsi un bastardo. Senza sentirsi uno schifoso egoista.

M.A.R.A.U.D.E.R.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora