III
Tris aveva ragione: il freddo le si insinuò nelle ossa, mozzandole il fiato. Dovette concentrarsi per ricordarsi di respirare mentre avanzava nella neve. Ancora erano visibili le tracce che lei e Lairal avevano lasciato il giorno precedente: delle scie e delle orme di diverse dimensioni. Per qualche oscuro motivo, Shirin si ritrovò a fissarle per diversi secondi, immobile, diventata ormai una parte del paesaggio stesso. Ripensò ancora una volta al Vor del Fuoco, alla sua proposta, al modo in cui lei l'aveva rifiutata. Quella mattina era sicura di aver commesso un grosso errore e sperò di rincontrare quel Vor per instaurare un Legame. Avrebbe sentito la mancanza di suo padre e, forse, in minima parte perfino di Tris, ma sarebbe stato un sacrificio necessario.
Fu il brontolio del suo stomaco a ricordarle che avrebbe fatto meglio ad allontanarsi prima che Lairal si svegliasse e la trovasse lì. Si rimise in marcia.
I Vor cominciarono ad accerchiarla a metà strada dal vicolo in cui si era rintanata il giorno prima. Neanche lei sapeva bene cosa la spingesse a recarsi in quel luogo sporco e puzzolente, non avrebbe trovato di certo del cibo lì. Furono i piedi a condurla in quel vicolo e, prima che lei potesse anche solo rendersene conto, svoltò l'angolo e il fetore la investì in pieno.
Ciò che la sorprese davvero, però, fu la visione di una figura minuta quanto lei, sebbene più in forze. La riconobbe subito dai capelli rossi, così come non poté non riconoscere la Vor verde che le stava appollaiata sulla spalla; non appena vide Shirin, la creatura si alzò in volo per finirle fra le braccia.
«Sei tornata!»
Shirin la strinse, confortata da quel calore. Non poté fare a meno di sorridere: aveva visto molti Vor nel corso della propria vita, eppure non gliene era mai capitato uno così pieno di energie.
Wynn rimase dov'era, la testa inclinata da un lato. «Quando ti ha sentita arrivare, mi ha costretta a venire,» spiegò con le labbra tirate in quello che, in teoria, sarebbe dovuto essere un sorriso, sebbene le donasse un aspetto più perplesso che allegro. Sollevò un braccio a cui teneva appeso un cestino coperto con una tovaglia a quadri blu e che Shirin notò solo in quel momento. Senza volerlo, sbarrò le palpebre, la saliva le riempiva la bocca costringendola a deglutire di continuo per non sbavare come un cane rabbioso.
«Visto che dovevo ancora fare colazione, ho pensato di portare qualcosa da mangiare. C'è abbastanza anche per te, se hai fame.» Tolse la tovaglia, e subito il profumo dei dolcetti appena sfornati inebriò Shirin, che si ritrovò a inspirare a fondo, come se dovesse nutrirsi solo dell'odore. Era un aroma diverso da quello della cucina di Lairal, si poteva quasi sentire il sapore del cacao solo annusando; sebbene Shirin amasse la cucina della madre, questa utilizzava di rado il cacao e, anche quando lo faceva, si trattava sempre di porzioni parsimoniose, per via della sua convinzione che facesse male alla salute. Quei dolci erano perciò qualcosa di magnifico, di proibito, e Shirin dovette resistere alla tentazione di assalire il cestino.
Incrociò lo sguardo di Wynn, ora illuminato da un sorriso sincero, quasi divertito: doveva aver notato la reazione dell'altra. Mentre la rossa si sedeva per terra, con Inees che le svolazzava attorno alla testa in preda a una forte agitazione, Shirin si chiese se la sua gentilezza non fosse il miracolo che aveva chiesto ai Divini la sera prima. Ricordava bene di aver pregato affinché qualcuno le portasse del cibo commestibile, dato che altrimenti avrebbe rischiato di svenire dalla fame. Forse Wynn e Inees erano la risposta dei Divini.
Wynn prese due biscotti dal cestino, erano entrambi grandi quanto il palmo della mano di un adulto e tondi. Se ne ficcò uno in bocca, reggendolo fra i denti, e l'altro lo porse a una Shirin ancora imbambolata a fissarla incredula. Shirin accettò il biscotto, ma non lo assaggiò finché non si fu seduta accanto all'altra bambina, soltanto quando fu comoda sul pavimento gelido ne staccò un morso. La consistenza era molto friabile e il sapore forte, non delicato come la cucina di Lairal; il cacao era il gusto prevalente, mischiato a un po' di vaniglia. In quel momento le sembrava la cosa più buona che avesse mai mangiato e, nel giro di pochi secondi, l'aveva già terminato. Senza neanche chiedere il permesso alla proprietaria, ne afferrò un altro dal cestino, e poi un altro ancora, finché non toccò il fondo.
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Il Segreto dei Vor
Fantasy[Storia vincitrice dei Wattys19 nella categoria Fantasia] Nata nelle terre di Yer-ran, fin da piccola Rey desidera recarsi nella famosa Città dell'Acqua per studiare le creature più affascinanti che popolano il mondo: i Vor. Lei è l'unica del suo vi...