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Nelle terre di Yer-ran non era insolito che le tempeste di neve durassero giorni interi e, anche quando giungevano al termine, trascorreva poco prima che il cielo tornasse bianco. Per questo Wynn non si stupì affatto, quando quel pomeriggio le nuvole erano tornate a oscurare il sole.

Il clima era molto diverso da quello di Arilia, nonostante la distanza non fosse poi così grande. I monti che caratterizzavano Yer-ran vantavano però un'altitudine esagerata. Alcune delle montagne più alte, come la Kish-r, erano fra le più imponenti conosciute al mondo.

In diverse lezioni Wynn aveva imparato le nozioni basilari su quel luogo, e aveva saputo fin da subito che non avesse nulla a che fare con la realtà della città in cui era cresciuta. Ciononostante, ad avere a che fare con gente del posto, come Rey, e vedendo con i propri occhi tutte le differenze, si rese conto che quelli erano due mondi completamente opposti. A partire dai piccoli paesi, tutti vicini fra loro, alla mancanza quasi totale di Vor, fino ad arrivare perfino alla diversa corporatura delle persone – perfino una ragazza come Rey, considerata piccola e bassa a Yer-ran, risultava quasi un gigante in confronto a Wynn stessa, a Shirin o ad Aranis.

La gente del luogo si era dimostrata sempre gentile nei confronti di Wynn, in quei pochi paesi che aveva visitato e in cui aveva alloggiato, anche se spesso l'avevano messa a disagio utilizzando delle parole di cui non conosceva il significato, a volte riferite a lei. Nessuno le aveva rivolto la parola più di quanto fosse necessario, se si escludeva Rey, ma lei non si era aspettata nulla di diverso da una terra che i suoi stessi genitori avevano sconfitto in guerra.

Era piuttosto la mancanza di Vor e, di conseguenza, di Dominatori, a farla sentire davvero spaesata. Da sempre abituata a camminare fra le piccole creaturine che si aggiravano per le strade, faticava a credere possibile l'esistenza di un luogo dove trovarne anche soltanto una era una rara occasione. La causa era stata proprio Arilia, che diversi secoli prima aveva privato Yer-ran della maggior parte dei Vor.

Wynn si chiedeva come facessero a vivere, a lavorare o a fare qualsiasi cosa senza l'aiuto dei Vor. Addirittura i migliori guerrieri di sempre erano nati e vissuti a Yer-ran, eppure a lei sembrava assurdo anche solo pensare di prendere in mano un'arma, sapendo che non avrebbe mai avuto la possibilità di stringere alcun Legame. Combattere contro un Dominatore con le sue sole forze era impensabile: ci aveva provato con Kreyen, e il risultato era stato pessimo.

Era stata Rey a proporre di accamparsi. Tanto, aveva detto, presto sarebbe iniziata una tempesta di neve, e Kreyen sarebbe stato costretto a trovare un riparo. Lei invece era capace di destreggiarsi bene sulle montagne, e con il suo aiuto li avrebbero raggiunti in un battibaleno. Il problema sarebbe stato il combattimento che sarebbe seguito, ma a questo avrebbero pensato dopo.

I battiti del cuore di Wynn scandivano la distanza fra lei e Inees, che si era accorciata in poco tempo. Anche se non provava dolore finché l'Unione era attiva, Kreyen era ferito, e arrampicarsi sui monti non era certo facile per lui. Al contrario, i tre avevano proceduto spediti.

Quando Wynn non era concentrata a percepire il Legame, il dolore al braccio le ricordava della presenza di una brutta ustione. Spesso era un prurito insopportabile a farle agitare le dita, che avrebbero tanto desiderato grattare la pelle bruciata, ma alle volte le faceva tanto male che si addentava il labbro e chiudeva gli occhi finché non si calmava un poco. Si ritrovò a ringraziare Xer e tutte le percosse che le aveva dato durante gli allenamenti per insegnarle a sopportare il dolore.

Kal si teneva vicino al fuoco, i palmi che quasi sfioravano le lingue di fuoco che ogni tanto si alzavano, trasportate dal vento. Aveva preso in prestito una pelliccia dal padre di Rey, anche questa enorme quanto la camica. Gabranth, accanto a lui, muoveva le zampre anteriori in strani gesti, seguendo ogni movimento con lo sguardo. Quello, aveva capito Wynn dopo averlo osservato per alcuni minuti, era un suo modo di giocare.

Il Segreto dei VorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora