Epilogo

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La neve aveva raggiunto anche le strade di Arilia. Il freddo si faceva strada oltre il cappotto che copriva Wynn e le gelava le ossa, eppure non era nulla in confronto al ghiaccio che aveva nel cuore. Inees, nella sua nuova forma da Vor adulta, era troppo grande per appollaiarsi sulla sua spalla come un tempo, perciò le volava accanto. Nel silenzio di quella strada di periferia, Wynn bussò alla porta che aveva di fronte e che aveva fissato per minuti interi.

Una voce femminile dall'interno le disse di aspettare, e lei se ne restò immobile a deglutire. Ad aprirle la porta fu una ragazza di qualche anno più grande di lei, che la fissò con la testa inclinata da un lato.

Wynn dovette deglutire ancora per trovare il coraggio di parlare. «Tu devi essere Tris,» disse con voce strozzata.

Quella annuì. «Sì. E tu saresti?»

«Sono Herewynn Valyx.»

«Ah, l'amica di Shirin.»

Udire quel nome riaccese il dolore che le attanagliava il petto. Quasi le si mozzò il fiato, e una mano si mosse istintivamente verso il cuore. «Sì,» mormorò appena.

Shirin le aveva parlato spesso della sua situazione familiare, di come la madre, che lei chiamava per nome, la maltrattasse in favore di un fratello stupido e antipatico. Le aveva parlato di Tris, la sorella, con un tono più dolce e delle parole meno amare. Quando aveva deciso di recarsi a casa sua, Wynn aveva pregato i Divini che fosse lei a risponderle, e di non ritrovarsi davanti il viso arcigno di Lairal. Anche perché, sapeva che se l'avesse avuta davanti a sé, la donna che si era alleata con Kreyen, portando così alla serie di eventi che aveva distrutto la vita di Shirin, l'avrebbe riempita di pugni.

«Come sta?» fu la domanda che le rivolse subito Tris. Manteneva un aspetto glaciale, tanto quando l'inverno sui monti di Yer-ran, eppure nella voce c'era un calore che Wynn non poté fare a meno di percepire.

Si umettò le labbra per prendere tempo. Aveva deciso, di comune accordo con Inees, di avvertire la famiglia di ciò che era accaduto. Adesso che era di fronte alla sorella di Shirin, però, non sapeva davvero come dirlo. Esistevano forse delle parole che avrebbero reso la notizia più leggera? Tris sarebbe scoppiata a piangere? E Wynn sarebbe mai riuscita a pronunciare l'esito del loro viaggio senza crollare in uno stato di disperazione pura?

Non aveva altra scelta che provare, e l'avrebbe scoperto.

«Mi dispiace,» disse soltanto, lo sguardo rivolto al terreno innevato.

«Lo sapevo.» Tris strinse la maniglia della porta con tanta forza che il volto stesso le sbiancò. O forse era impallidita a causa della notizia. «È stato in quel momento, vero? Nessuno capiva perché tutti i Vor si fossero messi a brillare tutti insieme, ma io lo sapevo che aveva a che fare con Shirin. Che altro poteva essere?»

«Mi dispiace,» ripeté Wynn, incapace di aggiungere altro. Aveva pensato di raccontarle ogni cosa, dal modo in cui l'aveva seguita fin nelle terre di Yer-ran alla battaglia contro Kreyen. Aveva cercato, nella sua testa, il modo giusto di raccontare della sua trasformazione, e non aveva mai trovato i giusti termini per descrivere ciò che aveva visto quel giorno.

Adesso che aveva Tris davanti a sé, capì però che non ce ne fosse alcun bisogno. Lei sapeva dell'accordo di Lairal, sapeva di Kreyen, e non le sarebbe stato difficile capire cosa fosse accaduto.

«Grazie per avermi avvisata,» disse Tris, attenta a non incrociare il suo sguardo. «Ci penso io a dirlo agli altri.» Le chiuse la porta in faccia, senza neanche salutare.

Wynn esitò in quel punto ancora per un po'. Aveva cercato di pensare a Shirin il meno possibile durante il tragitto per tornare ad Arilia. La prima cosa che aveva fatto quando aveva rimesso piede nella sua città natale era stata, ovviamente, andare a casa dai suoi genitori. Era così che aveva scoperto che avevano fatto arrestare Xairon Xer. Le avevano detto che erano state una ragazzina dall'aspetto poco femminile e Aranis a incastrarlo.

Ciò che aveva provato in quel momento non l'avrebbe mai potuto esprimere a parole. Aveva abbracciato i genitori e li aveva ringraziati di tutto. Si era scusata per essere sparita, ma loro non erano affatto arrabbiati.

Poi aveva pensato ad Aranis, e aveva desiderato tanto rivederla. A lei avrebbe trovato il coraggio di raccontare ogni cosa, dal principio; e poi doveva ringraziarla.

«Wynn?» Inees le sfiorò la guancia con la propria: nonostante l'aspetto ricordasse più quello di una persona, le sue movenze erano ancora quelle di un animale.

«Sto bene,» mentì la ragazza. Si voltò nella direzione da cui era arrivata, e si ritrovò davanti una figura alta e slanciata.

«Avresti dovuto mandare me,» le disse Rey, le mani affondate nelle tasche del cappotto. Areth non era con lei, forse era rimasto a casa dei nonni.

«Era una cosa che dovevo fare,» replicò Wynn, superandola.

«Non è colpa tua, Wynn.»

Le aveva letto fin troppo bene nel pensiero.

Dopo la morte di Kreyen, le due ragazze e Kal avevano seppellito Shirin con l'aiuto dei Vor in quello stesso tratto di montagna. Rey aveva proposto di accompagnarla a casa per salutare i genitori e, dato che c'erano, fare il pieno di provviste per affrontare il lungo viaggio che li attendeva. Erano tornati ad Arilia tutti insieme, e anche se nessuno aveva mai osato parlare di Shirin, la sua morte li legava.

«Non prendertela troppo con te stessa, abbiamo tutti fatto il possibile.»

Wynn rifletté su quelle parole. Razionalmente parlando, sapeva che erano vere, eppure il suo cuore non riusciva ad accettarle. Poteva solo sperare che un giorno avrebbe imparato a convivere con tutto quel dolore.

Senza neanche risponderle, si allontanò.

FINE

Note:

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Note:

Ed eccoci alla fine. So che ci sono molte domande che non hanno ancora una risposta, e tutto questo è perché... be'... ho in progetto un altro, ultimo volume.

Ma non è ancora del tutto finita. Mancano ancora i ringraziamenti. 

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