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Wynn si slanciò in avanti nel momento esatto in cui il corpo di Shirin, tornato alla normalità, iniziò la sua discesa verso il terreno. Non riuscì a prenderla in tempo, e l'amica batté la testa sull'acqua sporca. La rossa si inginocchiò di fronte a lei, la afferrò per le spalle e la girò verso di sé, tenendole il busto un poco sollevato.

Inees aveva sciolto l'Unione per sedersi sullo stomaco di Shirin. Le ali erano chiuse su se stesse, e negli occhi grandi le lacrime lottavano per uscire.

Rey era ancora troppo sconvolta da tutto per capire cosa stesse succedendo. Areth si era allontanato da lei per raggiungere Shirin, e lo stesso aveva fatto Gabranth, lasciando Kal da solo, in ginocchio. Negli occhi del ragazzo, Rey riconobbe la sua stessa confusione.

La creatura che aveva sconfitto Kreyen era davvero Shirin? Aveva avuto il suo volto, e il corpo era lo stesso, ma la sicurezza con cui si era mossa, con cui aveva richiamato a sé i Vor e con cui aveva lanciato quel colpo non avevano nulla a che fare con il carattere pacato di Shirin. L'aura stessa che aveva emanato era stata incredibile, una forza che Rey non aveva mai nemmeno immaginato potesse esistere.

Quando l'aveva vista trasmutare, aveva subito pensato a un Vor. Però quella creatura era molto di più di un semplice Vor, aveva la potenza e la fierezza di un essere divino.

Mentre Wynn scuoteva Shirin per convincerla ad aprire gli occhi, Rey andò a controllare il corpo di Kreyen. L'uomo giaceva immobile, i capelli e i vestiti intrisi di sangue e sporco. Il buco che gli decorava il petto era tanto profondo da avergli squarciato anche la schiena. La ragazza non ebbe alcun bisogno di abbassarsi a controllare che respirasse: nessuno sarebbe potuto sopravvivere a un colpo del genere. Gli diede comunque un colpetto con la punta del piede, tanto per essere sicura.

Non le dispiaceva affatto per la fine orribile che aveva fatto, l'aveva meritata, ma le si strinse il cuore al pensiero che Flasko ormai non esistesse più. I Vor si dileguavano alla morte dei loro Dominatori, un processo che nessuno aveva ancora compreso appieno.

Kal si trascinò fino al cadavere dell'uomo. Rimase a osservarlo, come se non riuscisse a capacitarsi della sua morte.

Rey gli diede una pacca sulla spalla per fargli capire che era lì, e soltanto allora Kal la mise a fuoco. Il ragazzo annuì, deglutendo, ma non disse nulla.

«Wynn?»

La voce di Shirin era debole e appena udibile sopra il sibilo costante del vento, eppure catalizzò l'attenzione di tutti i presenti. Aveva aperto gli occhi, e una mano si era sollevata per raggiungere la guancia bagnata della rossa che ancora la reggeva fra le braccia.

«Shin!» La disperazione di Wynn era palpabile, un'entità grande e maestosa tanto quanto quella che aveva sconfitto Kreyen.

«Mi dispiace... di averti tolto Nees...» Ogni parola usciva in un rantolo soffocato.

«Non fa niente, Shin.» Wynn prese la mano sollevata dell'altra fra le dita. «Non sono arrabbiata. Ma ti prego, non sforzarti di parlare.»

Ogni singolo Vor presente volava sulla scena, osservando con interesse, ma senza osare intromettersi.

«Avevo... paura... di rivederti... scusami se sono... scappata.»

«Ti ho detto che non fa niente!»

Il groppo che si formò nella gola di Rey fu il risultato dell'angoscia che animava la voce di Wynn. Era stata così forte da contagiarla e, sebbene conoscesse appena entrambe le ragazze, avrebbe dato qualsiasi cosa pur di guarire Shirin. Non sopportava quella vista.

«Tu e Nees... siete davvero incredibili...» Il volto, deturpato dalla smorfia di dolore puro, si addolcì di un sorriso.

Wynn strinse con più forza le dita attorno a quella mano e scosse la testa. «Shin, sei tu quella incredibile,» rispose con un filo di voce.

Dal punto di vista di Rey, lo erano entrambe. Shirin era qualcosa che trascendeva il mondo terreno, qualcosa che ancora non erano in grado di comprendere. Wynn e Inees condividevano però un Legame indivisibile, le loro anime si erano intrecciate talmente bene che ormai erano diventate una sola.

Kal le si avvicinò fino a sfiorarle la spalla con la propria. Aveva i capelli bagnati dal sudore e dall'acqua sciolta della neve, e gli occhi erano cerchiati di nero. Si passò una mano sul volto sconvolto, senza però mai distogliere l'attenzione da Shirin.

Vicini com'erano, Rey lo sentiva tremare. Piccolo com'era dentro il cappotto di Tairan, le sembrò tanto fragile che perfino il vento avrebbe potuto spezzarlo. Gli si appoggiò, la testa sulla spalla di lui, e il tremore sembrò cessare per un attimo.

Gli occhi di Shirin si erano richiusi, la mano era scivolata dalla presa di Wynn, che però aveva l'aveva riafferrata con forza. «Shin!» la scosse finché le palpebre non si sollevarono di nuovo, pigre. «Shin, ti prego! Non lasciarmi. Adesso è finita, possiamo tornare a casa. Ti prego...» La voce le si strozzò in gola.

«Va tutto... bene... Wynn.» Shirin sorrise ancora, alimentando le lacrime della rossa. «Sono contenta... che tu e Nees siete... di nuovo insieme...» Gli occhi si chiusero ancora, ma per quante volte l'altra potesse scuoterla, ormai non si sarebbero riaperti.

L'ultimo respiro di Shirin accese il bagliore di tutti i Vor che la circondavano. Inees era quella dalla luce più abbagliante, neanche Areth riusciva a eguagliarla. Perfino le loro lacrime, che si riversavano sul corpo ormai inerte della ragazza, brillavano.

Sui monti innevati, tante altre piccole luci comparvero fra gli alberi bianchi. Perfino oltre le nuvole si intravedevano dei barlumi flebili, degli stormi in movimento.

Il mondo intero brillava.

Wynn toccò la fronte di Shirin con la propria, sfogando tutta l'angoscia in un grido. Perfino la sua voce pareva splendere in quel panorama incredibile e fiabesco.

Rey ammirava il pianto della natura da dietro il velo delle proprie lacrime. Provò ad asciugarle, ma gli occhi restavano umidi e in poco tempo il volto tornava a bagnarsi.

«È stato tutto inutile,» biascicò Kal. I muscoli gli si erano irrigiditi.

Rey sollevò la testa e cacciò un profondo sospiro. Avrebbe voluto rispondergli che non era vero, che almeno Wynn aveva ritrovato Inees e Kreyen non avrebbe più fatto del male a nessuno, ma le labbra le restarono serrate. Lo scopo del ragazzo era sempre stato solo e soltanto quello di salvare Shirin dalle grinfie del professore che lui stesso aveva appoggiato per anni, e aveva miseramente fallito.

Non esistevano parole con cui avrebbe potuto consolarlo. Il dolore della sconfitta lo avrebbe inseguito per il resto della sua vita, e soltanto lui avrebbe potuto trovare il modo di conviverci.

Tutto quello che poteva fare lei era restargli accanto in quel momento, e condividere quel dolore che lo minacciava di schiacciargli il petto.

Il tempo si congelò in quel momento di luce totale.

Il tempo si congelò in quel momento di luce totale

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Note:

E' molto probabile che in questo momento mi stiate odiando. E' normale. Mi sono odiata anche io.  E ho pianto tantissimo, tanto che a volte non leggevo neanche le parole. Ormai, manca solo l'epilogo.

Vi ringrazio tutti per essere arrivati fin qui! ^^

Il Segreto dei VorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora