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Quel giorno la neve aveva finalmente smesso di cadere. Dopo una settimana intera di nevicate ininterrotte il terreno era diventato ormai una gigantesca distesa bianca in cui Rey affondava fino alle ginocchia. Imbacuccata com'era nella propria pelliccia di orso, era arrivata a fatica nel luogo dell'appuntamento con Kirr: un solco in cui due montagne rocciose si incontravano, un luogo grande ma intimo al tempo stesso. Lì Rey si era sempre sentita protetta, con i monti a fare da barriera; per lei quel luogo era diventato come una seconda casa. Una seconda casa bellissima, immersa nel candore, luminosa sotto i raggi del sole riflessi dal biancore della neve, quasi come se fosse il terreno stesso a brillare di luce propria.

Kirr era già lì quando Rey arrivò, intenta a giocare con la propria lancia, di dimensioni ridotte rispetto a quella di un adulto, dando sfoggio della maestria di chi è nato con un'arma fra le mani. Era talmente concentrata a sferzare l'aria con la punta della lancia, nei suoi mille affondi, uno più preciso dell'altro, che neanche si accorse della bambina che le si era avvicinata. Nell'andarle incontro, Rey sentì Areth agitarsi contro il petto, nascosto nel cappotto. Gli diede un colpetto per calmarlo e aggiunse con un sussurro: «Ancora un attimo.»

La mano destra si chiuse attorno all'elsa di uno dei due pugnali che suo padre le aveva regalato solo poche settimane prima. Lo estrasse un istante prima di scagliarsi sulla lancia di Kirr e ne deviò la punta con la lama. Il cappuccio che le copriva la testa e le nascondeva il volto le ricadde sulle spalle, e Rey si esibì in un ghigno, senza spostarsi da dove si trovava. Una breve folata di vento le fece volare i capelli biondi davanti al viso, e questi le si infilarono fra le labbra, costringendola a sputacchiarli.

Kirr-lin, più alta di Rey di almeno mezza testa nonostante fosse solo di un anno più grande, abbassò la punta della lancia, il sopracciglio destro sollevato. Gli occhi, di un azzurro intenso, avevano concentrato l'attenzione sui capelli di Rey ma, quando parlò, Kirr non li menzionò nemmeno. «Sei fortunata che ti ho riconosciuta,» disse soltanto con voce atona.

Rey rinfilò il pugnale nella fodera allacciata alla cintola dei pantaloni, sotto al cappotto. «Non farti tanto la grossa. Sono molto più forte di prima, sai?»

«L'ultima volta che ci siamo viste è stato una settimana fa.»

«Sì, ma sono successe un sacco di cose.» In realtà, più che un sacco di cose, ne era accaduta una sola, sebbene fosse la più importante della sua breve vita. Una settimana era stato il tempo necessario perché Areth guarisse e, di fatto, Rey aveva avuto modo di provare l'Unione una volta sola il giorno prima. I risultati erano stati quanto meno catastrofici, a detta di Tairan, ma alla bambina non era importato. Quel momento aveva segnato per lei l'inizio della sua nuova esistenza con Areth, un Vor tutto suo; in quel momento era diventata una Dominatrice al cento per cento. L'abilità nell'utilizzare i suoi poteri nuovi sarebbe venuta con la pratica, perciò non se ne era affatto preoccupata.

«Sì, ho notato,» rispose Kirr. Affondò la punta della lancia nella neve accanto a sé. «Che hai fatto ai capelli?»

I capelli biondi di Rey erano cambiati dopo aver stipulato il legame con Areth, alcune ciocche avevano cambiato colore, scurendosi fino ad assumere una tinta blu, quasi violacea. La bambina aveva scoperto il mutamento solo dopo essersi risvegliata a casa, avvolta nel tepore delle coperte del proprio letto.

«Guarda qui,» disse e, anziché risponderle a parole, preferì mostrarle il motivo di tale cambiamento. Sbottonò i primi due bottoni del cappotto per lasciare lo spazio sufficiente ad Areth di sgattaiolare fuori; il Vor dal manto azzurro non tardò a cogliere l'occasione e volò all'aria aperta, volteggiando e ridendo.

Kirr trattenne il respiro, le dita attorno all'arma si strinsero con maggior forza. Rimase a bocca aperta per un po', poi si passò la mano libera fra i capelli castani, forzando un sorriso. «Un Vor dei Cristalli?» disse alla fine. «Non dirmi che è tuo!»

Il Segreto dei VorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora