I
La piazza che precedeva l'Accademia era gremita di studenti. Gli allievi più anziani erano concentrati attorno alla grande fontana posta al centro, seduti sul bordo o, addirittura, alcuni con i piedi nell'acqua, intenti a mandare schizzi a quelli di passaggio. Le matricole, invece, se ne restavano per lo più in disparte, appena più in là del cancello d'entrata, ammassati l'uno contro l'altro fra i due canali d'acqua che cingevano l'intero paesaggio, seguendo le curve del piazzale e separandolo dal piccolo giardinetto pieno di alberi. Si riconoscevano dal colore delle uniformi, di un verde spento, che poco donava ai capelli scarlatti di Wynn. Quelle degli allievi del secondo anno fino al terzo erano invece blu; gli studenti del quarto anno indossavano invece il rosso, mentre i più anziani sfoggiavano un'elegante uniforme nera.
Wynn era sola in mezzo alla bolgia delle matricole, o meglio, sola con Inees, che se ne stava composta sulla sua spalla. I capelli dell'animale si mimetizzavano con fin troppa facilità con i colori dell'uniforme della Domatrice. Fra un sospiro e l'altro, in attesa che venissero immessi all'interno dell'Accademia, Wynn si issava sulle punte dei piedi per sbirciare oltre le teste dei ragazzi più alti davanti a sé. Tutto quello che ci guadagnava, tuttavia, era la vista di altre teste anonime.
Da dove si trovava doveva rassegnarsi alla visione del palazzo in cui presto avrebbe messo piede, talmente immenso e imponente che riuscivano a vederlo persino dalle zone di periferia. Era un edificio altissimo, che terminava in una punta che sembrava perforare le nuvole. I muri erano prevalentemente di marmo azzurro con qualche spruzzata di bianco qua e là, proprio come tutte le costruzioni di Arilia. Ogni piano possedeva una vasta quantità di finestre.
Wynn aveva osservato da lontano l'Accademia per tutti quegli anni. Sua madre le aveva ripetuto spesso quanto fosse dura la vita per gli studenti, ma le aveva anche assicurato che, se fosse riuscita a superare tutti e cinque gli anni, sarebbe diventata un vero soldato pronto ad affrontare qualsiasi combattimento. Avrebbe difeso Arilia al fianco dei genitori.
«E tu che mi hai fatto svegliare all'alba per stare qui ad aspettare dieci ore?» le borbottò Inees nell'orecchio.
Wynn scacciò le sue parole con un gesto della mano, come se si trattasse di una mosca fastidiosa. Il gesto fece sollevare la mantella verde che le ricadeva sulla spalla destra.
«Ma che bisogno c'è di venire ad aspettare dieci ore prima?»
«Lo sai che a un certo orario chiudono il cancello, no? La mamma ce l'ha detto un miliardo di volte,» le rispose Wynn, seccata. Era dalla sera precedente, quando le aveva comunicato l'orario in cui si sarebbe svegliata, che Inees non faceva altro che lamentarsi. Ormai aveva superato il limite della sua sopportazione già da tempo.
La Vor si sollevò in volo, osservò oltre le decine di teste dietro di loro e le ricadde sulla spalla. «Ancora non l'hanno chiuso. E noi siamo qui da almeno un'ora.»
«Sei sempre la solita esagerata. Sarà al massimo mezz'ora.»
Wynn in realtà comprendeva il suo stato d'animo. Neanche lei ce la faceva più di aspettare in piedi in mezzo alla folla che qualcuno si degnasse di comunicare la disposizione delle classi e li facesse entrare. A differenza di Inees, però, non avrebbe potuto restare a letto a riposare una mezz'ora in più neanche se lo avesse voluto: non aveva chiuso occhio tutta la notte per via dell'ansia. Di fatto quella mattina, guardandosi allo specchio, aveva scoperto due grosse occhiaie nere.
Qualcuno le urtò la spalla. Wynn si voltò alla propria sinistra in tempo per cogliere il sorriso tirato di un ragazzo poco più alto di lei.
«Scusami, non volevo,» bofonchiò. In mezzo alle urla di tutta quella gente accalcata, Wynn lo sentì appena.
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Il Segreto dei Vor
Fantasy[Storia vincitrice dei Wattys19 nella categoria Fantasia] Nata nelle terre di Yer-ran, fin da piccola Rey desidera recarsi nella famosa Città dell'Acqua per studiare le creature più affascinanti che popolano il mondo: i Vor. Lei è l'unica del suo vi...