23 - I

89 13 23
                                    

I

L'operazione Scippa-Prove – Lynna adorava dare dei nomi a tutto – era iniziata poche ore dopo la ritirata del sole.

L'accademia aveva un aspetto del tutto diverso, di notte. Il bianco che di giorno appariva luminoso, acquisiva una sfumatura tetra, quasi malinconica, sotto la luce della luna. Il giardino che precedeva l'entrata assumeva delle nuove spoglie nel silenzio, senza che né ragazzi né professori se ne andassero in giro, chiacchierando o urlando. All'interno dell'edificio non c'erano molte luci accese, nessuna torcia che proiettasse un bagliore al di fuori.

Il piano era stato ideato interamente da Lynna, ed era piuttosto semplice: sarebbero entrate, avrebbero rubato il diario di Xer e sarebbero uscite. Facile e veloce. Eludere le guardie che si aggiravano per i corridoi, aveva affermato, era un gioco da ragazzi. Tutte quelle belle parole cozzavano però con l'atteggiamento della ragazzina quando si incontrarono davanti ai cancelli.

Aranis l'aveva trovata tutta rattrappita, intenta a sfregare le mani guantate con fin troppa foga, mentre Phinia le sussurrava qualcosa nell'orecchio. Il cappotto che indossava era di almeno due taglie più grande, e Aranis sospettava che Lynna lo usasse per nascondere i suoi "assi nella manica", modo in cui chiamava le armi che lei stessa creava.

Anche dopo aver superato il primo ostacolo, il cancello chiuso, che avevano scavalcato entrambe senza nemmeno dover ricorrere all'Unione, Lynna non accennò a calmarsi.

«E ora come entriamo?» le chiese Aranis, adocchiando le finestre dei piani più bassi, tutte chiuse.

Lynna fece una risatina isterica. «Ho lasciato aperta quella del mio studio.» Si lisciò i capelli con un movimento meccanico. Si ostinava a chiamare studio la stanzetta claustrofobica che Kreyen le aveva affibbiato.

L'idea in sé era anche buona: essendo considerata una stanza abbandonata, nessuno entrava e, di conseguenza, nessuno avrebbe notato che la finestra non era chiusa a dovere. C'erano però diversi problemi a preoccupare la ragazza più grande, ma decise di esternarne uno alla volta.

«Il tuo studio è al terzo piano,» le fece notare.

«Sì, lo so, non sono mica scema.»

«E come speri di salirci?» Immaginò che l'altra avesse portato con sé una corda, o che magari avesse un altro piano di qualche tipo.

«Ti arrampichi,» le rispose, tirando su col naso.

Aranis arcuò un sopracciglio. «Come, scusa?»

«Firris è un Vor della Tempesta, giusto?» Lynna indicò la creatura appollaiata sulla spalla della Dominatrice. «Quindi dovresti essere abbastanza agile da arrampicarti senza troppo problemi.»

Il ragionamento non faceva una piega, in effetti. Aranis sospettava che, facendo attenzione, se avesse trovato i giusti appigli, anche senza l'aiuto di Firris avrebbe raggiunto la finestra del terzo piano. Conosceva il proprio corpo abbastanza da sapere di essere abbastanza allenata per riuscirci. Durante l'Unione, la sua agilità aumentava a dismisura, e le sarebbero bastati una serie di salti per arrivare a destinazione.

Questa strategia lasciava però aperto un quesito.

«E tu come farai?»

Phinia si esibì in una serie di giravolte traballanti, prima di fondersi con Lynna. «Io posso rendermi leggerissima. Mi porterai in spalla.»

Aranis doveva ammettere che la piccoletta fosse davvero un piccolo genietto: aveva trovato il modo di sfruttare ogni loro capacità unendo le abilità dei due Vor. In quanto artista marziale, l'addestramento ricevuto da Aranis le aveva insegnato principalmente a calcolare il modo migliore per contrastare le caratteristiche degli altri Vor. Aveva molto da imparare da quella ragazzina.

Il Segreto dei VorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora