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III

Kreyen lo guardò umettandosi le labbra. «Dobbiamo continuare ancora a lungo con questa pagliacciata?» Il sangue gli colava dal fianco, dove Wynn lo aveva ferito, eppure lui non ne sembrava turbato. Fra le capacità che i Vor del Fuoco donavano ai loro Dominatori c'era la resistenza a qualsiasi tipo di dolore: una condanna, a volte, che era costata la vita a diversi soldati che non avevano compreso la gravità delle loro ferite. In quel momento però non era altro che una delle armi migliori di Kreyen contro di loro. Senza il dolore, soltanto la morte l'avrebbe fermato.

Kal provò ancora ad affrontarlo a viso aperto. Ogni suo pugno arrangiato andò a segno, e sebbene il corpo del professore sussultasse a ogni colpo, il ghigno divertito non accennava ad andarsene da quel viso. Fu con una fiammata in piena faccia che lo respinse; il ragazzo crollò con la schiena sulla neve, urlando di dolore. Per sua fortuna, la pelle indurita dall'Unione lo salvò dall'ustione.

Wynn intanto si era rialzata. Sferzò un solo fendente traballante, che venne respinto dalla voracità delle fiamme che proteggevano il professore. La spada le scivolò dalle mani guantate, e volò via in una serie di piroette per conficcarsi in un cumulo di neve.

La mano di Kreyen le agguantò il braccio. Le avvicinò il volto al suo e nel sibilarle lei percepì l'odore del tabacco nel suo alito. «Ti do solo un'altra possibilità, Valyx.» Ringhiò con tanta rabbia che uno schizzo di saliva le imbrattò la guancia. «Dimmi il vostro stupido piano, e ti lascerò andare.»

Il dolore le ottenebrò la mente. Non esisteva più nulla se non il bruciore che si dilagava sul braccio. Il cappotto e la maglia al di sotto si disfecero, e la pelle nuda, a contatto diretto con le fiamme, moriva poco a poco.

Una voce distante gridava. Wynn comprese di essere lei la fonte di quella voce soltanto perché l'ugola le raschiava l'interno della gola.

Il mondo circostante era svanito. Nel bianco candore della neve, Wynn piangeva tutte le sue lacrime.

Era troppo. La pelle aveva lasciato scoperta la carne pulsante, e il fuoco stava consumando anche quella.

«Basta, ti prego!» urlò. Non era più lei a comandare la propria voce, era soltanto il bisogno disperato di liberarsi di quell'atroce sofferenza. «Ti dirò tutto, ma ti prego, basta!»

Le dita si staccarono all'istante. Kreyen teneva a bada Kal con una sola mano e un getto di fiamme continuo; con l'altra, ora libera, si riaggiustò uno dei bottoni del panciotto. «Dunque?» chiese, calmo.

Wynn strinse il braccio ferito a sé. Non aveva il coraggio di vedere ciò che ne era rimasto. In ginocchio e fra le lacrime, raccontò ogni cosa. «Rey-li ti sta aspettando fra due monti, poco oltre Er-lor, con dei rinforzi. Ti attaccheranno a vista. Non so come sperano di affrontarti, ha detto che avrebbe deciso con i suoi compagni.»

Aveva appena condannato Inees e Shirin. Aveva tradito la creatura che era cresciuta con lei, con cui condivideva il più forte dei Legami, soltanto per non soffrire ancora. Aveva creduto fino ad allora che sarebbe stata pronta a dare anche la propria vita per Inees, perfino per Shirin, nonostante il suo tradimento, invece le aveva sacrificate senza pensarci due volte.

Come avrebbe mai potuto guardarle ancora negli occhi?

«Molto bene,» annunciò Kreyen, incurante dei suoi singhiozzi. «Se provate a ostacolarmi o a seguirmi non sarò più così clemente, perciò vi invito a restarvene buoni qui.» Raccolse il cappotto da terra, ma non lo indossò e se lo appoggiò con cura sull'avambraccio. Senza scindere l'Unione, si allontanò, lasciando una scia di sangue dietro di sé.

Wynn non si mosse per delle ore. Era ancora in tempo a redimersi: poteva affrontarlo ancora nel tentativo di fermarlo. Ma non sarebbe servito a nulla, e la prospettiva di provare ancora quel dolore la terrorizzava.

Il Segreto dei VorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora