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Il calore delle fiamme le bruciava il volto. La neve, fuori, continuava a ricoprire il mondo con il suo candore, e Shirin si perdeva in quell'immensità. Rannicchiata su una sedia traballante, teneva le mani allungate verso il camino. I palmi ormai le si erano arrossati e avevano iniziato a pruderle.

Erano due giorni che sostava in casa di Raiys-em. Il ragazzo, aveva scoperto, viveva ancora con i genitori, tuttavia questi si erano allontanati dal villaggio e non sarebbero tornati presto. Raiys-em, invece, non aveva la possibilità di lasciare Or-son così a lungo per via del suo ruolo di Guida, una forma di gestione dei villaggi di Yer-ran che Shirin ancora non aveva compreso appieno.

Il ragazzo si era preso cura di lei e di Inees nel migliore dei modi: si era assicurato che entrambe fossero sempre al caldo e aveva fatto in modo che non mancasse nulla, dagli abiti puliti al cibo in tavola. Shirin aveva toccato a stento le pietanze – perlopiù si trattava di brodo di verdure o formaggi di vario tipo – non tanto per il gusto, come il ragazzo pensava, quanto per via di una spirale nello stomaco che sembrava risucchiare ogni organo a sé. Inees, dal canto suo, aveva ingurgitato molto più di quanto avrebbe dovuto da quando si era risvegliata, e almeno lei aveva rasserenato il cuore di Raiys-em.

Di Rey-li, la ragazza che l'aveva portata fin lì, non aveva avuto più notizie dopo il primo giorno. Il Vor di Kal aveva bussato per avvisare Raiys-em che la bionda non sarebbe potuta tornare a fargli visita per un po', e che avrebbe alloggiato in locanda.

Shirin era sul divano a vegliare Inees, che allora aveva smesso di delirare e si era tranquillizzata, e aveva visto chiaramente il corpo solido di Raiys-em afflosciarsi su se stesso. Il ragazzo aveva ringraziato riaccompagnando il Vor alla porta di ingresso, ma aveva perso l'energia di prima.

Inees le sedeva sulle gambe, raggomitolata come un piccolo gattino in miniatura. La febbre le era passata e la ferita sul petto si stava pian piano richiudendo. Shirin le aveva tolto la fasciatura per lasciar respirare la pelle. Di tanto in tanto la coda batteva uno o due colpi, un riflesso involontario dei sogni che le invadevano la mente.

Il caldo nella stanza stava diventando insopportabile. Shirin aveva il viso in fiamme e la pelle sotto i vestiti aveva iniziato a sudare, tuttavia non aveva il cuore di alzarsi e svegliare la Vor. Piuttosto la carezzò sul dorso e sorrise in risposta al suo mugugno.

Raiys-em entrò nel soggiorno con un carico di legna fra le braccia. La neve gli ricopriva tutti i vestiti e gli stivali lasciarono delle scie bagnate lungo la via. Scrollandosi la neve di dosso, il ragazzo fece cadere a terra i ciocchi e si tolse la pelliccia. Aveva un cipiglio tormentato, a cui Shirin aveva fatto l'abitudine in quei due giorni passati insieme.

«Tutto bene?» le chiese, sollevando la testa mentre si abbassava per afferrare uno dei pezzi di legno.

Il fuoco nel camino aveva perso il suo vigore, e la fiamma era diventata sempre più piccola e tremolante. Shirin affondò le dita nella pelliccia di Inees. «Sì.»

«Hai fame?» Raiys-em gettò il ciocco nel camino, che venne risucchiato all'interno della vampa.

Shirin scosse la testa.

«Posso prepararti qualcosa di più simile a quello che mangiate voi del sud, se mi dai qualche indicazione.»

Si sentì quasi in colpa a dover rifiutare ancora. Se soltanto non avesse avuto quel problema con lo stomaco, avrebbe divorato tutte le pietanze che lui le aveva offerto in quei giorni. Il gusto era molto meno speziato rispetto al cibo a cui era abituata, risultava più semplice e delicato, e Shirin non dubitava che, in circostanze diverse, se ne sarebbe innamorata. Avrebbe potuto parlargliene, ammettere di avere un problema che non riguardava i piatti in sé, ma si limitò a scuotere ancora la testa.

«Non serve, grazie, non ho fame,» disse soltanto. Non se la sentiva di condividere uno stato d'animo tanto intimo con un ragazzo che conosceva appena.

Raiys-em annuì senza convinzione, il suo cipiglio caratteristico ancora più evidente.

«State parlando di cibo?» Inees sollevò la testolina e, con gli occhi socchiusi e le palpebre che tremavano nel tentativo di aprirsi, guardò Raiys-em allontanarsi dal camino a grandi passi. Spalancò la bocca in uno sbadiglio, poi si alzò in volo e andò a sedersi sul divano.

Da un lato, Shirin sentì subito la mancanza di quel corpicino caldo contro le gambe, ma dall'altro fu sollevata di potersi finalmente allontanare dal fuoco. Restò in piedi, sventolandosi con la mano per raffreddarsi il volto.

Raiys-em fece un sorriso. «Vuoi qualcosa per colazione, dormigliona?» chiese alla Vor. In realtà la mattinata era già iniziata da un bel pezzo, e i due ragazzi avevano già consumato il primo pasto della giornata, tuttavia Inees aveva continuato a sonnecchiare tutto il tempo e non aveva avuto modo di mangiare nulla.

«Sì, ti prego! Sto morendo di fame!»

«Ma se non fai altro che mangiare,» rise Raiys-em. Quando parlava con Inees, il suo umore migliorava sempre.

Era un effetto che Inees aveva sempre avuto sulle persone: nonostante il suo atteggiamento da "bambina irritante", come la definiva Wynn, tutti finivano per adorare la sua compagnia.

«Eh, ma sono stata male, il cibo mi serve per rimettermi in forze,» si lamentò la Vor.

«Sì sì, certo. Dai, vieni in cucina, ti aspettano un bel bicchiere di latte e un po' di pane con formaggio.»

«Il latte è quello buonissimo di ieri?» Inees si era illuminata.

«Sì, proprio quello.»

Proprio mentre Raiys-em spariva dal salotto e Inees si alzava in volo per seguirlo, qualcuno bussò alla porta. Shirin li seguì nell'ingresso, curiosa di chi potesse essere. Sapeva, tramite il Legame di Inees, che Wynn era nel villaggio, e temeva potesse essere proprio lei, arrivata per riprendersi la sua Vor.

Una parte di Shirin quasi sperò che fosse lei. Desiderava riabbracciarla, scusarsi per quello che aveva fatto fino a perdere la voce. Voleva vedere il sorriso sul volto di entrambe, quando Dominatrice e Vor si sarebbero finalmente ritrovate. Un'altra parte di sé invece tremava all'idea di doverla affrontare. Non sapeva che reazione avrebbe avuto la rossa nei suoi confronti, se l'avrebbe sgridata in preda alla rabbia o se avrebbe preferito ignorarla.

Si ritrovò a trattenere il respiro, entrambe le mani sul petto.

Raiys-em aprì la porta con Inees appollaiata sulla testa. Shirin comprese che non potesse trattarsi di Wynn dalla reazione di lui: la schiena si raddrizzò e il volto gli si aprì in un sorriso.

«Rey,» disse, facendosi da parte per permettere alla bionda di entrare.

«Rey,» disse, facendosi da parte per permettere alla bionda di entrare

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