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II

Kirr inclinò la testa da un lato, le labbra premute l'una contro l'altra e uno sguardo perplesso. «Adesso? Sei sicura? Ti ricordo che non mi hai mai battuto,» non lo disse in tono canzonatorio, tuttavia Rey recepì un messaggio di scherno.

«C'è sempre una prima volta, no?» rispose, forzando un sorriso. Non le avrebbe permesso di scorgere oltre la coltre di sicurezza che si era costruita, dove aveva rinchiuso la preoccupazione di perdere. Non era il tipo incapace di accettare la sconfitta, ma quella volta aveva tirato in ballo anche Areth e sapeva che, se avessero vinto, lui avrebbe potuto trovare un po' di sicurezza in se stesso. Al contrario, Rey temeva che una sconfitta l'avrebbe solo demoralizzato.

Questo, però, le dava un motivo in più per impegnarsi con tutta se stessa. E vincere.

Kirr mostrò i denti in un ghigno sbilenco. Le mancavano un incisivo e un molare, e soltanto il secondo le era caduto in modo naturale; il primo lo aveva perso a causa di una caduta mentre giocava con l'amica.

Senza esitazione, Kirr si allontanò di un paio di passi, la lancia ben stretta nelle sue manine da bambina. «Come vuoi tu!»

Areth si era librato in volo, le piccole ali sul dorso battevano all'impazzata. Gli occhi azzurri gli si erano spalancati. «Rey, non vuoi veramente... Voglio dire, non dici sul serio. Vero?» La voce gli tremava.

Per tutta risposta, Rey estrasse entrambi i pugnali, forgiati da Tairan in persona. Il manico di entrambi era dell'esatta grandezza della sua mano, permettendole una migliore manovrabilità. Fece girare i polsi, uno da un verso e uno dall'altro mentre regalava un sorriso di incoraggiamento al Vor.

«No, io non me la sento,» borbottò lui, ma Rey scosse la testa.

Areth attese a lungo, sotto lo sguardo vigile e impaziente di Kirr. Spostò gli occhi prima sulla Dominatrice, poi si voltò verso l'avversaria. Il cristallo che aveva incastonato sulla fronte, sotto la pelliccia, si era illuminato di una luce azzurra, appena visibile nel chiarore del giorno. I baffetti gli tremavano.

Alla fine, prese un respiro profondo e si gettò di testa contro lo stomaco di Rey, come un toro alla carica. Non appena sfiorò il cappotto di lei, tuttavia, l'intero corpo emise un bagliore blu per poi scomparire, diventando un tutt'uno con la bambina. Quello stesso bagliore si trasmise su Rey, che rabbrividì, ancora non del tutto avvezza a quella sensazione: era come se qualcosa le si fosse infilato sotto la pelle, qualcosa che le causava un leggero prurito. Per fortuna durava solo pochi secondi.

Continuo a pensare che non sia una buona idea, si lamentava Areth. Adesso la Dominatrice sentiva i suoi pensieri, li percepiva come se fossero stati i suoi.

Non ti preoccupare. Vedrai che vinceremo.

Kirr perse la pazienza e si lanciò all'attacco. Affondò la lancia, diretta allo stomaco di Rey; il colpo non era né al massimo della velocità né della forza, e aveva il solo scopo di avvicinarsi, non di ferire.

Invasa dall'adrenalina, Rey scartò di lato, con più rapidità di quanto si fosse aspettata; non riuscì a gestire bene le nuove capacità e i piedi le si incrociarono, facendole perdere l'equilibrio. Kirr non si lasciò sfuggire l'occasione per sferzare una bastonata con l'impugnatura in direzione della spalla dell'altra. Il movimento, tuttavia, le sembrò lento, tanto da permetterle di piantare bene entrambi i piedi per terra e alzare un pugnale per deviarlo.

Non appena le due armi si scontrarono, Kirr spalancò gli occhi e fece un balzo indietro. Fece roteare la lancia davanti a sé con una facilità estrema. Faceva sembrare che non pesasse molto più di un semplice ramoscello.

Rey tirò una gamba indietro, le ginocchia piegate, pronte a un prossimo assalto, quando si accorse che Kirr stava fissando la lancia con un cipiglio. «Che hai fatto?»

«Non pesa quasi per niente.»

«In che senso?» Rey non aveva alcuna intenzione di abbassare la guardia.

«Nel senso che è diventata leggerissima.» La fece girare dietro la schiena, poi sulla testa e, infine, riprese la sua consueta posizione di guardia, con la punta rivolta verso l'avversaria. «Mi sa che sei stata tu.»

È successo anche ieri, le ricordò Areth.

E Rey rammentò del martello di Tairan. L'aveva toccato per sbaglio, aggrappandosi all'arma del padre per non cadere, dopo essersi mossa con eccessiva velocità e aver assunto una posizione del tutto errata, con un piede uno sopra l'altro. Il secondo dopo, per segnare la sua sconfitta, Tairan gliel'aveva abbassato sulla testa, con l'intento di fermarsi a pochi centimetri da lei; colta da un istinto e una velocità che lei stessa ancora non riusciva bene a gestire, Rey era rotolata via un attimo prima che il martello si abbattesse con forza sul terreno.

Tairan aveva affermato successivamente che fosse diventato troppo leggero tutto d'un tratto e di non essere riuscito a fermare il colpo. Quando aveva percosso la neve e l'aveva mandata schizzando ovunque, il viso dell'uomo aveva perso tutto il colore, diventando di un bianco cereo.

Rey si guardò entrambe le mani, in cui stringeva ancora i pugnali. La pelle riluceva di un azzurro non molto intenso e appena percettibile nella luce del giorno, ma il bagliore le trapassava i vestiti. «Io non so come ho fatto,» ammise.

Kirr si esibì in una serie di colpi all'aria con la lancia, dapprima a una velocità inaudita, solo per poi rallentare di botto. «Ora è tornata normale,» osservò, afferrandone il manico al centro e rigirandolo dietro il braccio in una posizione neutrale. «Però non mi sembra un granché come potere, alleggerire l'arma dell'avversario.»

In effetti pareva più che altro controproducente.

«Devo ancora imparare bene come si fa,» borbottò Rey per giustificarsi.

Senza nemmeno darle un avviso, Areth sciolse l'Unione e lasciò il suo corpo; in un istante il bagliore della pelle di lei, che ora appariva quasi opaca, si trasferì alla pelliccia dell'animale per qualche secondo, finché non si spense del tutto. In silenzio, il Vor le volò due volte attorno alla testa, ancora agitato per via del brevissimo combattimento. Alla fine si accoccolò sui capelli della Domatrice, rannicchiato su se stesso, come se fosse pronto per andare a nanna.

«Sfidami ancora quando avrai imparato,» le disse Kirr. I suoi occhi azzurri, in pieno contrasto con i capelli e i vestiti scuri, avevano seguito i movimenti di Areth e ancora indugiavano sulla sua figura.

Rey rinfoderò i pugnali annuendo. «La prossima volta vincerò, puoi starne certa.»


Note:

Dal prossimo capitolo si apre la seconda parte. Vi avviso da subito che troverete le nostre protagoniste un po' cresciute, e che l'intera parte è soprattutto per presentare bene i personaggi e l'ambientazione. E ci sono alcuni dei miei capitoli preferiti in assoluto.

Bene. Spero di avervi incuriositi un pochino. Grazie per essere arrivati fin qui! ^^

Il Segreto dei VorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora