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Tutti e ventisette gli alunni erano in riga.

Aranis, abbigliata con la sua divisa militare rossa come tutti gli altri, era al centro esatto. Dritta e composta, aspettava gli ordini del loro insegnante, Xer; i Vor componevano una fila a parte ai piedi dei loro Dominatori, e Firris se ne stava tutto impettito in mezzo a loro.

L'area di addestramento era uno spiazzo verde dall'erba rada e poco curata racchiuso dalle mura dell'edificio principale. Almeno una trentina di diversi fantocci di legno, imbottiti con della paglia, erano allineati lungo il perimetro. Al centro, invece, dove si trovavano gli allievi, lo spazio era vuoto per permettere di muoversi senza intralci.

«Formate delle coppie e allenatevi nell'Unione, ma a mani nude,» disse Xer, le mani allacciate dietro la schiena. Gli occhi gli volarono in direzione di Aranis, mentre le file di ragazzi e Vor attorno a lei si sfasciavano. «Nilim, tu con me.» Si voltò e camminò per allontanarsi un poco.

Firris spiccò il volo e lo seguì senza aspettare la Dominatrice. Aranis invece esitò. Da quando Wynn era scomparsa, Xer sembrava marcarla ancora più stretta di prima. L'insegnante aveva sempre avuto una predilezione per lei, fin dal primissimo anno, tuttavia dall'inizio del terzo in poi aveva spostato la propria attenzione anche sugli altri compagni di classe. Per qualche motivo, da alcuni mesi aveva ripreso a prendersela con Aranis.

Qualcuno le diede una pacca su una spalla. Voltandosi, Aranis incontrò il sorriso sbilenco di Kris, un ragazzo dai modi eleganti e i capelli più lunghi del necessario. «Mi sa che sta cercando di ucciderti,» le disse. Se n'era andato prima ancora che lei potesse rispondergli.

Aveva ragione, però. Sebbene fosse abituata a sopportare i diversi dolori dovuti all'allenamento o ai colpi subiti, Aranis cominciava a essere piena di lividi dappertutto. Il fatto che fosse in grado di tener testa a Xer la maggior parte delle volte non significava che non subisse abbastanza percosse da avere dei segni il giorno dopo. I muscoli, poi, ne risentivano a causa dei combattimenti prolungati.

Raggiunse l'insegnante, che l'attendeva girato di spalle, intento a testare il terreno con un piede, e Firris le si scagliò contro di testa per creare un'Unione. La luce giallastra che l'avvolse era più flebile rispetto a quella bianca di Xer.

Aranis alzò la guardia prima ancora che quello si voltasse. I Vor della Guerra erano, in assoluto, i più feroci di tutti. Quando si richiedeva l'utilizzo delle proprie creature durante l'allenamento, e lei capitava in coppia con l'insegnante, poteva star sicura che avrebbe sofferto. Nonostante lui riuscisse a mantenere un certo controllo, l'Unione con un Vor adulto della Guerra donava una furia cieca e bestiale che gli impediva di controllare la forza utilizzata.

Se non stava attenta, poteva anche ritrovarsi con un arto spezzato.

Firris condivideva il suo stesso stato d'ansia. Entrambi avevano avuto il dispiacere di provare sulla loro pelle più volte le conseguenze di un combattimento con lui a quelle condizioni, e ogni volta avevano sperato che fosse l'ultima.

«Sei pronta?» disse Xer, il tono autoritario. Esisteva una sola possibile risposta a quella domanda.

«Signorsì!»

«Bene.» Percepì il breve sorriso di lui, che tuttavia era già scomparso nel momento in cui si girò verso di lei. La pelle del volto, l'unica a essere scoperta, si era ispessita al punto da cambiare colore: era diventata di un grigio malsano.

Fu lui il primo ad attaccare. Chiuse le distanze in due soli passi, e le sferrò un calcio circolare, mirando alla tempia; Aranis ricordava ancora la prima volta che aveva provato a parare un colpo del genere, quando gli avambracci si erano quasi spezzati e lei era scivolata almeno di dieci metri, nonostante i piedi piantati nel terreno. Da allora non aveva mai più commesso lo stesso errore.

Il Segreto dei VorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora