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Kreyen era intento a sputare sangue in ginocchio quando Rey e Kal li raggiunsero. Wynn reggeva l'elsa della spada macchiata di quello stesso liquido rosso con entrambe le mani. Manteneva una postura eretta, per quanto rigida, ma le gambe le traballavano.

Wynn, immobile in quella posizione; Shirin, a terra e senza fiato; e Inees, che fissava la sua Dominatrice apparsa dal nulla con gli occhi spalancati: il tempo sembrava essersi fermato. Rey si ritrovò a chiedersi da quanto fossero in quella situazione, se fossero trascorsi interi minuti o solo qualche secondo.

Fra gli attacchi di tosse di Kreyen, fu Inees la prima a ridestarsi da quell'immobilità perpetua. Volò da Wynn, che abbassò l'arma non appena la vide arrivare, e le affondò la testa nello stomaco. Pur con il fiato mozzato, la rossa non trattenne il sorriso più luminoso che Rey avesse mai visto in vita sua.

«Wynn!» gridava Inees, la voce soffocata dato che aveva la testa premuta contro i vestiti della ragazza.

Areth e Gabranth erano accanto a Shirin, le davano dei piccoli buffetti con le zampe. La mora aveva gli occhi lucidi e arrossati e i capelli arruffati. Il cappotto presentava due squarci verticali sulla schiena, e al di sotto si intravedeva la pelle lattea. Qualsiasi cosa fosse accaduta, Shirin era a corto di energie e restarsene lì stesa era tutto ciò che poteva fare.

Per fortuna, il combattimento con Kreyen era già giunto al termine. Anche se con l'Unione non poteva sentire il dolore, con la grossa quantità di sangue che aveva perso e le varie ferite già aperte, era impossibile che riuscisse ancora a ribellarsi.

Rey mosse qualche passo in avanti, mantenendo l'attenzione su Kreyen, ma era rilassata. Da qualsiasi prospettiva guardasse la faccenda, ormai era chiaro che la vittoria era la loro. Avrebbero dovuto legarlo, pensò, e non appena l'Unione si fosse sciolta avrebbero dovuto assicurarsi che il suo Vor gli stesse lontano. Sarebbero stati Wynn e Kal a decidere cosa farne di lui, se riportarlo con loro ad Arilia per permettere che fosse la legge a punirlo o se applicare il codice di Yer-ran e ucciderlo sul posto.

Già si pregustava il rientro a casa, dopo nemmeno due giorni di assenza. Tairan l'avrebbe lasciata andare, avrebbe anche sorriso e si sarebbe dimostrato felice, e Iliana l'avrebbe pregata di mandarle delle lettere ogni tanto. Entrambi sarebbero stati contenti che il sogno della figlia si realizzasse, ed entrambi ne sarebbero stati rattristati.

Mentre ancora pensava a ciò che l'avrebbe aspettata di lì a poche ore, una mano afferrò la sua. Kal. Negli occhi del ragazzo non c'era posto per la tranquillità, e tutta la sua ansia si trasferì nei muscoli di Rey, che si irrigidirono.

«No,» urlò Kreyen. Il pugno batteva sull'acqua sporca della pozzanghera in cui era immerso. «No! No! No! Non credete che sia finita qui. Io sono ancora in piedi!» Seppur con fatica e traballante, si issò davvero su. La mano premeva contro il fianco sanguinante, in un punto, si rese conto Rey, in cui non erano presenti organi vitali.

Con la mancanza di dolore, un uomo non riusciva a comprendere quando fermarsi. Avrebbe continuato a combattere finché il corpo non gli avrebbe risposto più, e forse neanche allora si sarebbe arreso. Le sue fiamme avrebbero divampato in cerca di vittime fino alla sua morte.

«Ma stiamo scherzando? Come fa a muoversi?» sbottò Inees, in un momento di piena frustrazione che Rey comprendeva fin troppo bene.

«Nees,» la chiamò Wynn. Quella parola non era solo un richiamo, era un comando, e la Vor non esitò affatto, nonostante gli occhi le fossero rimasti incollati alla figura zoppicante di Kreyen. Si fuse con il corpo della Dominatrice, dando inizio all'Unione.

La luce verde emanata da Wynn era fra le più intense che Rey avesse mai visto – anche se non aveva avuto modo di vederne tante. Rispecchiava la forza del loro Legame, grande e lucente, così solido che neanche la distanza e il tempo potevano spezzare.

Il Segreto dei VorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora