II
Si era già cambiata, e al contrario di quanto Rey si era aspettata, gli abiti non le stavano affatto grandi, soltanto i pantaloni erano un po' troppo lunghi. Quando la bionda entrò, Herewynn era intenta a rimirarsi.
«Mi sembra che vadano bene, no?» fece Rey.
«Sei incantevole,» annuì Kal.
Herewynn, seppur con le gote rosse, gli lanciò un'occhiataccia. «Sì,» si limitò a rispondere con appena un filo di voce. «Ti ringrazio, Rey-li.» Abbassò il busto in un inchino.
«Chiamami Rey.»
Le labbra dell'altra si schiusero un poco per la sorpresa. Soltanto qualcuno a conoscenza della regola del suffisso famigliare avrebbe fatto una faccia tanto scioccata a quella richiesta, perciò Rey dedusse che fosse più informata di quanto aveva creduto in un primo momento. «E tu chiamami Wynn,» rispose dopo, le labbra tirate in un sorriso. Durò pochi secondi, poi l'espressione seria e perduta tornò a storpiarle il volto. «Grazie per l'aiuto, ma ho già sprecato abbastanza tempo, devo andare.»
«Aspetta!» Rey sollevò entrambe le mani. «Lasciami venire con te.»
«Venire dove?»
Era stata troppo concentrata su Wynn per accorgersi del rumore dei passi di Tairan nel corridoio. L'uomo aveva poggiato un braccio sullo stipite della porta aperta e la osservava, ancora imbacuccato nella pelliccia. Sulle punte delle scarpe aveva due piccole montagnette di neve che, sciogliendosi a poco a poco, lasciavano una scia di acqua sporca sul pavimento.
Areth gli volò su una spalla per andare ad accomodarsi sulla testa della Dominatrice.
Rey non gli rispose subito. Attese che l'uomo avesse squadrato per bene sia Kal che Wynn e, anche dopo il suo sospiro, premette le labbra l'una contro l'altra senza sapere bene come raccontargli l'intera vicenda. «Sei tornato,» disse alla fine per prendere tempo, incapace di sostenere lo sguardo fermo del padre.
Lui si passò una mano sul tatuaggio in bella vista sul lato della nuca. «La storia l'ho già sentita da Areth, a grandi linee,» ammise, e la figlia lasciò uscire tutta l'aria che aveva trattenuto nei polmoni in un sospiro. «Ma ora dov'è che hai intenzione di andare?»
La presenza di Wynn e Kal le bloccava le parole in gola. Non avrebbe voluto mostrare quanto ancora fosse importante l'opinione dei genitori nelle sue decisioni, né voleva che assistessero alla discussione che, era certa, ci sarebbe stata. Mandarli via però non era un'opzione, e la testardaggine di Tairan gli avrebbe impedito di aspettare anche solo un secondo per conoscere la risposta.
«Voglio aiutarli,» rispose soltanto. Non sapeva cosa gli avesse raccontato Areth, ma dubitava che avesse tralasciato la più importante delle situazioni: la cattura di Shirin e Inees.
Come per risponderle, il Vor le diede dei colpetti con la zampa sulla testa. Era un suo modo per incoraggiarla.
Tairan concentrò l'attenzione su Wynn. «La figlia dei Valyx, eh?» borbottò.
La rossa gli rispose con un cenno rispettoso del capo. «Piacere di conoscerla, Tairan-li.» Non parve affatto intimidita dall'aspetto dell'uomo.
«E come credi di poter essere utile?» chiese lui, di nuovo rivolto alla figlia.
«Sono pur sempre un'Estender.»
Tairan fece schioccare la lingua, ma non replicò. Anche lui, come tutti, ormai aveva capito che la specialità di Rey non era il combattimento. L'abilità nei movimenti di un Estender però restava, e spesso il suo Legame con Areth l'aveva resa più temibile degli altri abitanti di Er-lor. Anche se da sola non aveva avuto possibilità contro Kreyen, un aiuto in più non avrebbe di certo fatto male.
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Il Segreto dei Vor
Fantasy[Storia vincitrice dei Wattys19 nella categoria Fantasia] Nata nelle terre di Yer-ran, fin da piccola Rey desidera recarsi nella famosa Città dell'Acqua per studiare le creature più affascinanti che popolano il mondo: i Vor. Lei è l'unica del suo vi...