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III

Arrivato il loro turno, Aranis ordinò tre bicchieri normali per loro e un boccale grande per Millian. Shirin non represse il sorriso che la scena le aveva provocato, e si girò in direzione del ragazzo, il quale distolse subito gli occhi.

Sotto le suppliche incessanti di Inees, Wynn dovette acconsentire a farne bere prima un po' a lei. La Vor diede due lappate, si umettò le labbra e ne bevve ancora. «È buonissima!» esclamò estasiata. «La lontra non capisce proprio niente!»

Nessuno diede peso alle pernacchie che Silph le rivolse.

Shirin assaggiò soltanto un breve sorso. Sulla punta della lingua, lo Skinsel le parve avesse un sapore davvero troppo dolce, sebbene apprezzasse le bollicine fresche che le frizzavano in bocca. Una volta mandato giù, però, il retrogusto che lasciava era fresco, e la incoraggiò a berne ancora.

Millian terminò il suo boccale in pochissimo tempo. Shirin gli rivolse un'occhiata divertita. In silenzio, lui prese a tormentarsi il labbro con gli incisivi.

«Nees, lasciane un po' anche a me!» Il grido di Wynn attirò l'attenzione degli altri componenti del gruppo.

«Non ti preoccupare, se vuoi puoi prendere un po' della mia,» le disse Aranis porgendole il proprio bicchiere, pieno ormai soltanto a metà.

Wynn si affrettò a scuotere la testa. «No, no, non fa niente, figurati! Solo che qualcuno potrebbe imparare a darsi un contegno, una volta tanto.»

«Un contegno? Quella? Impossibile!» Ovviamente Silph non aveva resistito e si era intromessa.

«Ma si può sapere perché ce l'avete tutti con me?»

Ridendo, il gruppetto si allontanò per visitare anche le altre bancarelle. Nella maggior parte si vendevano pupazzetti di stoffa o gioielli raffiguranti Vor dell'acqua di diverse dimensioni. Ad andare per la maggiore era però la forma della goccia, che veniva proposta in tutte le possibili varianti: di vetro, d'argento, d'oro e anche di diversi colori.

Anche volendo, Shirin non aveva che pochi spiccioli per sé, raccattati dal fondo del salvadanaio che teneva da quando era piccola, perciò non avrebbe potuto comprare nulla per ricordo. Le sarebbe piaciuto avere un gioiello, anche piccolo, un pensierino che le riportasse alla memoria quel suo primo giorno di festa.

Una collana in vetro soffiato attirò la sua attenzione abbastanza da fermarsi a guardarla da vicino. Il prezzo purtroppo era proibitivo, e dopo averci dato un'occhiata speranzosa aveva tirato un sospiro e aveva lasciato perdere.

Il resto del gruppo, nel bel mezzo di una chiacchierata su chissà cosa, non si era accorto della sua assenza e aveva continuato ad avanzare senza di lei.

Shirin venne investita da un'ondata di panico. Una forza invisibile le comprimeva lo sterno, e il cuore racchiuso all'interno accelerò i battiti senza freno.

«Tutto bene, signorina? Si è persa?»

Un ragazzo di bell'aspetto, più grandi di qualche anno, le si era avvicinato. Aveva già un po' di barba sul volto, anche se corta e curata, mentre i capelli castani avevano un'aria disordinata.

Allungò la mano guantata verso il braccio della ragazza, che tuttavia si ritrasse.

«Non le voglio fare del male, la volevo solo aiutare,» le disse lui.

L'energia che aveva tenuto imprigionata nello stomaco fino ad allora riprese a fluire, inondandola di un tepore che, anche se solo per un attimo, le calmò il respiro. Non appena si rese conto di quello che aveva appena combinato, Shirin la ricacciò indietro, sebbene avesse già notato che molti dei Vor nelle vicinanze si fossero voltati nella sua direzione.

Il Segreto dei VorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora