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II

Wynn era in pericolo, ed era solo a causa sua.

Era stato il suo comportamento a spingerla così lontana da casa, solo per riavere con sé la Vor che lei le aveva portato via. Ed era il suo il potere con cui Kreyen aveva intenzione di ucciderla.

Né Rey né Kal potevano far nulla per aiutarla. Se avessero lasciato la presa sui loro Vor, quelli avrebbero alimentato la MultiUnione di Kreyen, peggiorando soltanto la situazione. Senza poteri, nessuno dei due avrebbe avuto neanche la possibilità di avvicinarsi a lui, figurarsi liberare Wynn dalla sua presa.

L'unica che poteva fare qualcosa era proprio lei. Ricordava ancora la coscienza dell'essere che era diventata, la sua convinzione che Kreyen non fosse altro che un misero moscerino, facile da schiacciare. E ricordava il modo in cui i Vor l'avevano accerchiata, più innamorati del solito; se fosse riuscita ancora una volta a richiamare quel potere, Shirin avrebbe potuto contrastare il richiamo di Kreyen e interrompere la MultiUnione.

L'energia che le fluiva all'interno dello stomaco era però drasticamente diminuita quando la trasformazione era terminata. Provò a rilasciarla, ma non riuscì a ricreare neanche la metà dell'attrazione con cui Kreyen teneva i Vor soggiogati. Non poteva sperare di richiamare quella creatura mistica con quel poco che le restava.

Ma non si arrese.

Anziché concentrarsi sull'energia, che adesso le fluiva nelle vene e le corazzava il cuore pulsante, convogliò tutta la sua attenzione sul dolore. La ferita al polso le causava un minimo fastidio, un prurito, tuttavia ancora restava la sofferenza delle bruciature di Kreyen e, in misura ancora maggiore, degli squarci che le si erano aperti sulla schiena.

Si focalizzò fino a escludere tutti i suoni esterni. Le urla di Rey e Kal, i rantoli di una Wynn che cercava di divincolarsi, e le parole senza senso di Kreyen. Perfino il sibilo del vento sparì.

Fino a che non rimase altro che il dolore. E proprio da quel dolore, Lei si svegliò di nuovo.

Lo stesso fascio di luce che aveva annunciato il Suo arrivo la prima volta tornò a separare le nuvole. I pensieri dei Vor si mischiarono fra loro nella sua testa, dove la confusione iniziale lasciò subito il posto alla Sua coscienza.

«Shin?» La voce di Wynn fu la prima cosa del mondo esterno che percepì. Terrorizzata, eppure piena di preoccupazione, nonostante fosse lei quella in pericolo. Un essere gentile e delizioso, capiva perché Shirin desiderasse a tutti i costi salvarla.

«Ma che...?» Adesso che il richiamo di Kreyen non era il più forte, Rey lasciò andare Areth. Questo si avvicinò, assieme a Gabranth, all'Essere supremo.

Cosa sei?, le chiese Areth. Profumi come Shirin, ma cento volte di più.

Questo secondo risveglio era stato meno traumatico del primo, e la Sua mente era riuscita a mantenere sufficiente equilibrio per ricordarsi cosa fosse Lei. La risposta del minuscolo moscerino non era stata esatta: lui aveva affermato che l'Essere supremo che aveva davanti fosse un Vor, concetto abbastanza vicino alla realtà, ma comunque errato.

Ciò che Lei era trascendeva il concetto dei Vor, Lei era molto di più.

Lei era uno dei Sei Divini.

Il disgustoso moscerino lasciò ricadere la ragazza a terra, concentrato solo e soltanto su di Lei. «Cosa credi di fare? Non hai abbastanza energia per reggere quella forma, lo sai.»

A Lei però non importava. La coscienza di Shirin, un piccolo puntino luminoso nel profondo della Sua, Le aveva chiesto di fermarlo. Quale che fosse il risultato, a Shirin non importava, perciò per Lei non era diverso.

Spalancò le ali e diffuse tutto il Suo profumo. Alcuni Vor lasciarono il corpo del disgustoso moscerino per raggiungere Lei e osservarla da vicino, estasiati come la prima volta. Le loro voci Le riempirono la testa, ma ormai aveva imparato a isolarle e non La distrassero dal compito principale.

Un solo colpo era il massimo che il corpo di quella povera e fragile creatura chiamata Shirin poteva offrirLe.

L'abietta creatura combatté una battaglia interna con i Vor che ancora restavano sotto il suo controllo. La luce che sprigionava cambiava colore di continuo, ma continuava ad abbassarsi d'intensità a ogni Vor che lo abbandonava.

Il mondo si era congelato, in attesa che Lei facesse la Sua mossa. Non fu soddisfatta finché anche l'ultimo dei Vor selvatici non si arrese al Suo richiamo, e il moscerino non rimase che con le fiamme dell'unica creatura davvero legata a lui. Era debole, senza quasi più una sola goccia di sangue che gli circolasse nel corpo, eppure aveva ancora la tenacia di affrontarLa a viso aperto.

Il corpo della piccola Shirin cominciava a cedere. Le ali che Le sbucavano dalla schiena iniziarono a rimpicciolirsi e le voci dei Vor si affievolivano sempre di più. Era già un miracolo, pensò, che un corpo del genere fosse riuscito a tenerLa imprigionata per tutti quegli anni, reggendo un potere così immenso. Non provava disprezzo o odio nei confronti della giovane umana, ma soltanto orgoglio.

Gli umani erano davvero delle creature magnifiche.

Alcuni però macchiavano l'onore che quella razza aveva costruito con tanta fatica, e andavano eliminati. Alcuni come quel disgustoso moscerino.

Le braccia, ormai tornate a essere soltanto dei normali arti di una ragazzina, si sollevarono. Con le dita, puntò in direzione della creatura orripilante, e le sue fiamme che ancora non volevano saperne di estinguersi.

Canalizzò tutta l'energia che Le era rimasta sulla punta di quelle dita, e un raggio scuro penetrò nel petto del moscerino, fracassandogli il cuore durante il suo ultimo battito.

La Sua coscienza si rintanò nelle profondità del corpo di Shirin. La ragazza e Kreyen crollarono a terra nello stesso momento.

 La ragazza e Kreyen crollarono a terra nello stesso momento

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Note:

Manca solo un ultimo, breve, capitolo. Poi tocca all'epilogo e saremo alla fine della storia. Abbiamo scoperto il segreto di Shirin, anche se questa in realtà è solo la punta dell'iceberg. Ma... non vi dico altro.

Grazie a tutti per essere arrivati fin qui! ^^

Il Segreto dei VorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora