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II

«Va', avanti!»

A malincuore, Lynna si mise a correre più veloce che poteva, sorpassando Xer.

L'uomo abbassò le braccia lungo i fianchi, un sorriso sornione sulle labbra. «Mi fai così stupido, Nilim?» Le gambe si fletterono, le mani si chiusero, e lui scattò per intercettare la fuggitiva.

Una serie di balzi acrobatici portarono Aranis proprio di fronte all'uomo, costringendolo a fermarsi; la spada calò con forza sulla pelle indurita di Xer, gli stracciò gli abiti ma non la carne. Non che avesse sperato in un effetto diverso, l'obiettivo principale non era quello di ferirlo, e Lynna era riuscita ad allontanarsi dalla sua portata.

«Soltanto uno stupido crederebbe che possa allearmi con uno come te,» fu la risposta aspra di Aranis.

Un pugno poderoso si scontrò con la lama sollevata della ragazza. L'acciaio tintinnò, e per un attimo lei temette che si sarebbe spezzato. Non rimase lì ad aspettare il colpo successivo e, con la spada che ancora vibrava per la potenza dell'urto, eseguì una piroetta sulla testa dell'avversario per atterrargli alle spalle. Attaccò ancora, e ancora una volta non inferì alcuna ferita.

Senza neanche voltarsi, Xer le sferrò un calcio al petto. A contatto con la suola della scarpa di lui, la gabbia toracica di Aranis si compresse e sembrò schiacciarle il cuore. La ragazza scivolò sul terreno, il respiro interrotto e ogni singolo muscolo del corpo teso per resistere alla botta.

Quando osò inspirare di nuovo, Xer le fu di nuovo addosso. Lo stile con cui combatteva era lo stesso degli allenamenti, eppure la ferocia era di tutt'altro livello. Durante l'addestramento, Aranis era in grado di tenergli testa, seppur con una certa difficoltà, e in alcune occasioni aveva addirittura vinto il duello. Ma, ora se ne rendeva conto, l'insegnante non aveva mai fatto sul serio.

Nonostante tutto, non poteva arrendersi.

Utilizzò tutta l'agilità di cui Firris la rendeva capace per schivare la raffica di pugni e calci che seguì. L'ultimo della serie, un montante che, se le avesse preso lo stomaco, Aranis si sarebbe ritrovata stesa a terra e incapace di muoversi, lo intercettò con la spada. Ancora una volta la lama vibrò.

«E soltanto una stupida crederebbe che non abbia chiamato le guardie prima di venire da voi.» Di nuovo quel sorriso sornione.

Il sangue smise di fluire nel viso di Aranis, sbiancato come quello della più pallida delle donne di Yer-ran. Lynna.

Da sola non poteva affrontare le guardie – neanche Aranis era sicura di avere le capacità per fronteggiarle. Xer aveva intuito in qualche modo il loro piano, ed era riuscito a rovinare ogni cosa. Proprio quando erano così vicine.

Nis, calmati. Non è ancora finita.

Firris aveva ragione: per quanto flebile, avevano ancora una possibilità. Non importava quello che sarebbe accaduto a loro due, Lynna e Phinia dovevano raggiungere i Valyx e consegnare quel diario. Se fossero riusciti ad assicurarsi almeno questo, avrebbero vinto.

Lynna era ancora nel campo di addestramento quando le guardie si calarono giù dalle finestre. Saltarono con l'Unione già attiva, ma con le armi ancora nel fodero. Il loro compito era quello di catturare la ragazzina, non di farle del male, in fondo.

Aranis finse un fendente laterale, e quando Xer sollevò il braccio per afferrarle la lama, gli ficcò il piede nello stomaco e lo spinse via con ogni briciolo di forza che aveva. Una serie di fulmini seguì il movimento della gamba e andò a scagliarsi sul corpo oscillante dell'uomo. Nel tempo che servì a lui per comprendere cosa fosse accaduto, Aranis si precipitò in direzione delle guardie.

Il Segreto dei VorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora