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Lynna frugava fra gli oggetti accatastati a terra nel suo studio; dopo averne esaminato uno a fondo, per assicurarsi che non fosse utile, lo lanciava alle proprie spalle con fare noncurante. Aranis dovette ricorrere ai riflessi che aveva sviluppato negli anni grazie ai diversi allenamenti per evitare che la colpisse in pieno. Schivò ogni ninnolo, ma alcuni la sfiorarono.

«Di' la verità, questo è tutto un modo per mettere alla prova i miei riflessi,» disse, durante un breve momento di pausa.

Lynna aveva trovato un aggeggino di ferro e se lo rigirava fra le mani con aria pensierosa. «Eh?» esclamò dopo un po', quando le parole dell'altra acquisirono un senso nella sua testa distratta. «Sì, infatti. E hai superato anche la prova dell'acume, complimenti.»

«Abbiamo la migliore delle guardie del corpo,» annuì Phinia. La Vor si aggirava nella stanza claustrofobica, incurante delle cianfrusaglie volanti che l'attraversavano all'improvviso. Ogni tanto girava l'intero corpicino peloso per adocchiare Firris, intento a beccarsi le ali appollaiato su un cumulo di libri.

Aranis esibì un inchino, sebbene consapevole che nessuna delle due l'avrebbe vista. «Dato che ho superato l'esame, posso sapere cosa stai cercando?»

«No, non è questa.» Lynna lanciò anche il pezzo di ferro dietro di sé, e Aranis dovette abbassare la testa per evitare di finire decapitata. L'oggetto produsse un tonfo pesante contro la porta chiusa e poi sul pavimento.

«Lo devo prendere per un no?»

«Phinia, dove cavolo l'hai nascosta?»

La Vor in questione si arrestò con un sonoro sbuffo. «Io? Sei tu che metti tutto a casaccio!»

«Non metto affatto tutto a caso, ho un ordine ben preciso per ogni cosa.» Quelle parole sarebbero state sufficienti per far sbellicare Aranis dalle risate, se il terrore di vedersi arrivare dritto in faccia un altro oggetti misterioso non l'avesse distratta. «Non è colpa mia se questo posto è minuscolo.»

«Ma che è che non trovi?» Phinia atterrò sul cumulo nel quale Lynna stava ancora trimestando.

«La mia Scarica-scoppio

«La tua che?» intervenne Aranis.

«È un'arma che ho costruito io,» spiegò Lynn, in tono saccente, ma seccato. «L'ho fatta incanalando la forza di un Vor dell'Energia e quella di uno del Fuoco. Purtroppo si può usare poche volte, poi si scarica, ma può esserci utile.»

Niente, in tutta la descrizione della ragazzina, aveva un senso alle orecchie di Aranis. Il modo di incanalare la forze dei Vor era stato scoperto da poco, ed era ancora in fase sperimentale, e soltanto pochi scienziati erano stati capaci di ottenere dei risultati. Aranis non conosceva bene il funzionamento di quella tecnica, ma il risultato doveva essere quello di raccogliere una parte della magia di un Vor e utilizzarla in seguito, senza dover instaurare alcun Legame.

Che una ragazzina come Lynna fosse riuscita non solo a compiere quest'impresa, ma addirittura a mescolare due poteri diversi, era davvero impensabile.

«Com'è fatta?» Firris aveva smesso di tormentarsi il piumaggio e, dopo aver sbattuto le ali un paio di volte, si era raddrizzato di colpo.

«È di ferro, ma ha un manico rivestito di legno e un pulsante che si preme con il dito.»

«Anche perché di solito tutti i pulsanti si premono col dito,» fece notare Aranis. Nessuno però le fece caso.

Firris si lanciò in picchiata nel cumulo di oggetti e ne uscì con un oggetto dalle fattezze insolite fra gli artigli inferiori. La adagiò sui palmi aperti di Lynna. «È questa?»

Il Segreto dei VorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora