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«Avevo sentito che avevano una figlia, ma non credevo che avrei avuto l'onore di incontrarla,» disse invece Aranis. Il sorriso era sparito sul suo volto, tornato ora serio, tuttavia il tono suonava ancora amichevole.

«Non è chissà che grande onore.» Non riusciva in alcun modo a togliersi quel calore dalle guance; il fenomeno era anzi peggiorato a causa dei sentimenti travolgenti con cui Inees la stava lacerando dall'interno. Strinse i pugni e cercò di inspirare a fondo, come sua madre le aveva insegnato, utilizzando il diaframma. Quando espirò, una parte dell'imbarazzo scivolò via. Il volto riacquistò pian piano una temperatura normale.

«Scherzi? Scommetto che hai ereditato tutto il loro talento.»

Wynn scosse la testa, un sorriso impacciato sul volto. «Mi piacerebbe,» borbottò soltanto, distogliendo gli occhi.

«Il suo Vor è ancora un cucciolo,» disse Silph. Le sue parole gravarono sulla testa della rossa, un disonore che non poteva nascondere, ma solo accettare.

Aranis sembrò notare soltanto adesso la piccola Inees, rannicchiata contro il collo della Domatrice. Scrollò le spalle con un sorriso, poi sporse il busto in avanti, avvicinando il naso alla spalla di Wynn. «Non ti preoccupare, vedrai che è solo questione di tempo.» Risollevò il busto, le mani piantate sui fianchi. «A proposito, lui è Firris,» indicò il Vor dalle piume gialle.

Questi agitò le ali ed emise un verso strozzato, poi abbassò il becco in un gesto che ricordava un inchino.

«È un tipo di poche parole,» spiegò Aranis con una seconda scrollata di spalle.

Wynn allentò i pugni, mentre il respiro, sempre più lento, la aiutava a scacciare il resto di quella sensazione di inadeguatezza. Quando incontrò gli occhi di Aranis, i propri erano tranquilli, sereni. «Lei invece è Inees,» la presentò indicando con l'indice verso la propria spalla.

La piccola Vor allungò il collo e piegò la testa di lato nell'osservare con attenzione quella ragazza dall'aria seria ma gentile. Aranis si accorse della curiosità della creatura e le rivolse un sorriso, che l'altra ricambiò, riacquistando la sua solita energia. Inees si alzò in volo per esibirsi in una piroetta e terminare in un inchino abbozzato, proprio davanti al naso della ragazza. Prima di tornare ad appollaiarsi sulla spalla di Wynn, degnò Silph di uno sguardo sprezzante e un grugnito.

Seguirono dei secondi silenziosi, forse anche un minuto o due, durante i quali Aranis si sollevò sulle punte più volte per cercare qualcosa o qualcuno in quella marmaglia di teste. Alla fine fu proprio lei a spezzare il mutismo in cui il piccolo gruppo si era racchiuso. «Be', Millian, sono contenta di sapere che hai già trovato qualcuno con cui fare amicizia. Ho sentito che quest'anno ci sono poche matricole, perciò sono sicura che dovreste trovarvi nella stessa classe.»

Era una diceria che aveva origliato anche Wynn, durante un discorso dei genitori. Sua madre, in particolare, era preoccupata per le sorti dell'Accademia, perché pareva che ogni anno fossero sempre meno gli iscritti alla facoltà delle arti militari. Al contrario, erano in aumento i ragazzi interessati agli studi dei Vor e del corso generale, i cui corsi iniziavano un paio di ore dopo. Di questo passo, affermava la donna, presto avrebbero dovuto costringere i più giovani ad arruolarsi per non perdere la forza militare.

«Sono tutti dei fifoni,» disse Inees, a voce non troppo elevata, ma gli altri lì accanto la sentirono comunque.

Aranis scrollò le spalle. «Non lo so, non mi piace giudicare le persone senza sapere,» fu la sua risposta. Wynn provò un'istintivo senso di simpatia e rispetto nei suoi confronti, ma faticava a capire se fossero sensazioni sue o di Inees. Forse di entrambe. «Comunque adesso vi lascio. Lì ci sono i miei compagni. È stato un piacere,» eseguì un inchino abbozzato con la testa in direzione di Wynn e Inees, poi si girò in direzione del fratello. «Mi raccomando,» gli disse soltanto, poi sparì in mezzo agli altri studenti.

Il Segreto dei VorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora