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Kreyen incespicò sulla neve e finì in ginocchio. Nonostante l'Unione gli impedisse di provare dolore fisico, la smorfia che aveva mentre colpiva il terreno con il palmo lasciava intendere che ormai fosse arrivato al limite. Dietro di sé aveva lasciato una lunga scia di sangue mescolato alla neve sciolta, una traccia impossibile da ignorare.

Shirin, che fino ad allora aveva avuto la mano stretta, quasi lui volesse stritolarla, in quella di Kreyen, si era liberata non appena lui aveva perso l'equilibrio. Ad agire non era stata tanto lei, troppo terrorizzata all'idea di come quell'uomo avrebbe potuto punirla se solo avesse provato a fuggire, quanto Inees, la cui coscienza era ancora dentro di lei. La mancanza di paura della Vor non era data dall'ignoranza della brutalità di Kreyen, dal momento che i ricordi di Shirin e, soprattutto, le sue emozioni, l'avevano assalita quando avevano dato inizio alla prima Unione. Inees era davvero impavida, nulla pareva spaventarla.

Nulla, a parte la perdita di Wynn.

Sapendo la sua Dominatrice al sicuro, lontana da quell'uomo, non le importava del dolore che lei stessa avrebbe potuto patire.

Shirin era inebriata dalla sua stabilità emotiva. L'amore che Inees provava per Wynn era tanto immenso da destabilizzarla, nonostante ormai sapesse cosa aspettarsi. Era un mare infinito, ma dalle acque calme e il sole sempre splendente riflesso sulle piccole onde. Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di ricongiungersi con lei, e Shirin non poteva far altro che lasciarla fare e soccombere alle sue decisioni.

Così osservò Kreyen per alcuni secondi, sentendo il piccolo cervellino di Inees che si accendeva, cercando di capire per quanto ancora l'uomo sarebbe rimasto fuori gioco. Intorno a loro non c'era nulla, solo monti innevati e salite scoscese, e le possibilità di fuga erano davvero ridotte all'osso.

Le fiamme che avvolgevano Kreyen si erano affievolite fino a scomparire, e ciò che ne era rimasto non era altro che il bagliore blu scuro dell'Unione. Con una mano l'uomo si teneva il fianco, il volto girato in direzione di Shirin per controllare che non scappasse.

Torniamo indietro. Inees. Wynn non è lontana, forse possiamo...

«Non ci pensare nemmeno,» bofonchiò Kreyen, benché non potesse sentirla. «Se ci provi, giuro che...» Un grumo di sangue gli risalì per la gola e finì sul terreno.

Shirin non sapeva che fare. Il corpo non le rispondeva bene a causa della paura che le suscitava il solo pensiero di quello che lui le avrebbe fatto, ma finché avesse avuto la coscienza di Inees si sarebbe potuta lasciar guidare. Se ci avesse provato, però, non dubitava che Kreyen l'avrebbe riacciuffata in poco tempo, molto prima che lei raggiungesse Wynn. Al contrario, seppure si fossero ricongiunte, neppure la rossa avrebbe potuto fermare il professore, a meno che non ci fossero anche Rey e Kal con lei.

Lo so, ma ci dobbiamo almeno provare, la implorò Inees.

Con un rantolo soffocato, Kreyen si issò sulle gambe. Si preoccupò di ripulirsi gli abiti con dei buffetti meticolosi, come se non fosse accaduto nulla. Dopo essersi schiarito la gola, emise dei piccoli sbuffi continui. «Su questi monti maledetti non si trova un'anima neanche a pagarla,» si lamentò. Non c'era il minimo tremolio dovuto al dolore nella sua voce, si comportava come se non avesse un buco nel fianco e due sulla schiena. «Mi vedo costretto a rovinare uno dei miei migliori capi.»

Questo è suonato.

Continuando a sbuffare, stracciò la parte inferiore del panciotto senza alcuna difficoltà. Al di sotto si intravedeva la maglia bianca.

In quattro e quattr'otto si fasciò tutte le ferite, tenendo un occhio iniettato di sangue puntato su Shirin. Quando ebbe terminato, le fiamme dell'Unione tornarono a proteggerlo, più voraci e furenti di prima.

Il Segreto dei VorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora