Capitolo 48

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Canzone : Unstoppable (The Score)

Adrian

Cambio umore difficilmente ma mi arrabbio con facilità.
La rabbia fa parte di me.
Sferro dei pugni contro un avversario che c'è solo nella mia mente...me stesso.
Fra qualche ora partiremo per New York. Sono consapevole che i fantasmi del passato riprenderanno ad apparire nella mia vita con più frequenza. Ho cercato qualche psicologo qui a Miami ,ma nessuno l'ho ritenuto all'altezza della mia condizione. Mi avvicino al sacco e inizio a tirare qualche pugno. Ha ancora delle spaccature sulle nocche che si aprono facilmente. Ogni diretto che sferro fa aprire qualche ferita sulla mia mano. Ultimamente sono fuori controllo e non riesco più a fermarmi. Il sacco oscilla, sferro qualche calcio. I muscoli bruciano ma devo aumentare la mia resistenza. A New York devo dare il meglio. Avrò degli sfidanti degni di essere chiamati come tali. Solo i migliori arrivano lì e poi ci sono in palio una marea di soldi, che mi farebbero stare tranquillo per un po'. Continuo ad allenarmi con la stessa intensità. Il sacco viene sostituito dalle mie ombre. Ora ho davanti a me, uno di quei ragazzi che prendeva in giro Jonathan, che poi viene sostituito da mia nonno. Si susseguono una serie di ombre. Che prendono vita, sbraitano e urlano.
"Un vero Cavalon affronta i problemi non si tira indietro..."urla Geroge Cavolon, come un cane rabbioso che mi incita ad essere spietato. Per un nano secondo, fra i tanti volti mi appare quello di Grace, e mi blocco improvvisamente.
Lei con le sue fragilità e insicurezze che nasconde al mondo.
Lei che è la cosa bella in mezzo a tante brutte.
Lei che è un fiore delicato e raro di cui bisogna prendersi cura.
Lei che come me è un po' mostro e un po' vittima. Lei ha paura di me e io ho paura di lei. Nessuno dei due si fiderà mai pienamente dell'altro.
La vita ci ha ferito troppo ed è difficile cambiare ed essere normali.
La follia di Joker mi ha contaminato,
non potrò più tornare ad essere ciò che ero. Sono ciò che sono e questo non posso cambiarlo.
Risollevo lo sguardo sul sacco e non c'è più Grace ma c'è Jonathan che mi fissa con uno sguardo severo. Sembra che mi stia giudicando. Cosa vuole da me? Non ho fatto niente.
"Stai combinando un maledetto casino. Non dovresti andare a New York..."mormora scuotendo la testa.
Chiudo gli occhi e indietreggio, lui non è reale. La voce è solo nella mia testa. Lui è morto e non può essere qui. Basta dannazione con questi giochetti del cazzo.
"Lasciami in pace!"urlo con tutto il fiato che ho in corpo. Riapro gli occhi e improvvisamente il Jonathan adulto viene sostituito dal bambino.
"Mi vuoi abbandonare? Hai promesso Adrian. Io e te contro il mondo, ricordi?"domanda con voce piccola e mi scruta con i suoi occhi azzurri.
Mi inginocchio davanti a lui e lo fisso, allungo una mano verso il piccolo Jonathan, mi sembra di poterlo toccare, ma appena tento di toccare il suo volto lui scompare. Resto in ginocchio davanti ad un sacco.
Mi sono inginocchiato davanti a me stesso. Lui è una delle tante personalità che mi compongono e che la mia mente deviata materializza.

"Quella lì, sarà il mio bottino per stasera..."asserisce Kurter mentre fa girare i cubetti di ghiaccio nel suo bicchiere di whiskey. Emery è stata tutto il tempo a marcare il territorio con le altre ragazze. Stella compresa. Cerco con lo sguardo nella folla di gente Jonathan. Dove diavolo è finito? Doveva essere qui già da dieci minuti! Se non arriva lo andrò a cercare. Odio queste feste del cazzo. Tom ha organizzato questa festa megalomane per il suo compleanno. Il suo invito diceva che avremmo venerato accuratamente Bacco e Eros. Ciò significa che questa festa non è altro che un invito alla perdizione dei piaceri carnali. Nonostante la sua età, continua ad essere il coglione di sempre, forse dovrei apprezzare la sua costanza.
"Sembri un cane che sta sull'attenti..." afferma Tom, ridestandosi dai miei pensieri. Giro gli occhi al cielo ed evito di rispondergli. Sanno tutti che non mi importa di nessuno se non del mio lupo bianco. Stella sale sul tavolino davanti a noi per attirare l'attenzione su di sé. Un mini abito in pelle nera riveste il suo esile corpo. La pelle ambrata risalta maggiormente nel vestito. I tacchi neri e alti esaltano il suo fisico slanciato. I capelli biondi sono sciolti e ricadono in boccoli sul suo seno. Gli occhi azzurri sono evidenziati dal eyeliner. Si muove in maniera lenta e sensuale e ripercorre con le mani le forme del suo corpo. È bella e sensuale eppure non mi provoca alcuna reazione. Sarà perché è talmente vuota da non darmi nulla. Il mio corpo è dominato dalla mia ragione oltre che dagli impeti della rabbia. Emery indossa un vestito bianco a tubino. I capelli castani sono raccolti in una coda alta, chiaro segnale che mi fa capire gli intenti che ha per stanotte. Ha due perle che adornano le sue orecchie. Gli occhi sono risaltati da un trucco deciso ma fine. È molto bella e fine. Emery ha un carattere particolare a volte è tranquilla e mansueta quando è gelosa si trasforma in una furia isterica che urla come una pazza. È talmente diversa da me. Io le do carta libera e certezze, eppure lei vive di insicurezze. Insicurezze che dominano la sua mente.Appena si siede sulle mie gambe, allungo una mano e le tocco la pelle liscia del suo collo. Scivolo con la mano lungo il suo collo. Scendo verso il basso e le afferro un seno. Lei sorride divertita. Sa che ha la mia attenzione e questo è un modo per dimostrarglielo. In risposta struscia il culo sul mio pantalone. Beh hai tutte le mie attenzioni Emery e anche quelle del mio cazzo. Sei quella più soddisfacente nel mazzo di carte, il mio asso nella manica. Nonostante le voglia bene non provo nulla che va oltre per lei. Lei invece è ossessionata da me. Bel casino del cazzo. !
"Che fine ha fatto Jonathan?"domanda Dan con un leggero tono di preoccupazione.
"Aspettiamo qualche altro minuto poi lo andiamo a cercare..." proseguo. Lascio la presa dal corpo di Emery. Gira gli occhi al cielo innervosita. La sua gelosia è esagerata, è gelosa persino di mio fratello. Dannazione! Kurter abbassa lo sguardo verso il suo cellulare, per poi balzare in piedi come una molla.
"Dobbiamo andare ora!"asserisce con tono deciso Kurter. Mi alzo in piedi e faccio cadere di culo per terra Emery che mi guarda storto.
"Che è successo?"domando preoccupato, so che si tratta di Jonathan.
"Quel pezzo di merda di Harry!" Brontola Kurterc incamminandosi verso la folla. "Harry...chi cazzo è Harry?"borbotto.
"Il ragazzo che ha la villa accanto alla tua. Gli hai dato fuoco la settimana scorsa alla macchina..."risponde Stella. La interrompo con un segno muto. Deve solo tacere! Ho capito di chi si tratta. Quel brutto figlio di puttana se l'è presa con mio fratello!
"Adrian dove vai?" Si lamenta Emery battendo le mani sul pavimento. Si solleva in piedi e mi fronteggia con i tacchi. Mi arriva a stento alla spalla, pensa di intimidirmi.
"Emery non rompere sempre le palle ,resta qui divertiti, ci vediamo dopo" mi abbasso alla sua altezza e le bacio una guancia. Mi avvio verso la porta seguito dal resto del gruppo.
"Stellina tesoro se non vuoi sporcarti il vestito dovresti restare qui. Non mi pare il caso rovinare il tuo Gucci..."afferma Kurter guardando Stella. Lei si imbroncia e sbatte i piedi a terra indispettita. Ragazze ricche e presuntuose, si annoia dei soldi e vuole assaporare il brio dell'illecito.
"Voglio venire..."ribatte lei con un sorrisetto sfrontato. Oh immagino già come voglia venire.
"Penso che troverai il modo per accontentarti stasera"aggiungo divertito. Stella sorride e si siede sulla poltrona e guarda ragazzo che le cade all'occhio con un sorriso provocatorio. Mi avvio verso la porta ed evito tutti i ciglioni ubriachi e sudaticci che ballano in sincronia. Scuotendo i loro corpi sudati. Che schifo cazzo. Odio essere toccato! Apro la porta ed esco fuori seguito dal resto dei ragazzi.
"Andiamo con la mia..."Kurter fa cenno con la testa verso la sua macchina, una Bugatti nera. Siamo eccentrici ma optiamo tutti per il classico nero. Nero come le nostre anime. Dannati in tanta oscurità. In una società che si finge luminosa per nascondere le terribili verità sotto la sua coperta di maschere. Soli in mezzo ad universo che gira a modo suo e a volte anche in maniera sbagliata. Dan e Tom si siedono dietro, io sul sedile davanti accanto a Kurter.
Kurter avvia la macchina e sgomma lungo il viale.
"Credo che questa sarà la cosa più divertente di tutto il mio compleanno" sorride divertito Dan.
" Sei proprio fuori di testa."ribatte Tom scuotendo la testa.
"Quei pezzi di merda hanno preso il nostro Jonathan, la pagheranno cara..."abbaia Kurter. Abbassa il finestrino e sputa fuori con rabbia. Mi accendo una sigaretta e mi abbasso il finestrino. Tom e Dan si passano un sigaro sui sedili posteriori.
"Avevo pensato di far sparare dei fottuti fuochi d'artificio nel mio giardino ma mi hanno detto di no. Sapete perché?"prosegue Dan.
"Avrebbe preso fuoco tutto?"ribatto con ovvietà. 
"Oh cristo Adrian, non sapevo che fossi così perspicace"mi schernisce Tom. Esce fuori una bottiglia di whisky che non so da dove l'abbia fatta uscire.
"Sicuramente è una dote di cui non puoi vantare cazzone. Pompati meno di steroidi così anche tu potresti avere maggiori attività cerebrali" proseguo con un ghigno malefico.
"Siete proprio un branco di stronzi..."conclude Kurter scuotendo la testa. Gira in un vicolo sperduto. Mi trovo davanti la macchina rosso fiammante di quel cazzone di Harry Prescott. Poco dopo vedo Jonathan placcato da due coglioni. Si dimena come un ossesso e gli sputa contro. Scendo dalla macchina prima ancora che Kurter la fermi. Tom e Dan mi seguono.
"Lascia mio fratello se non vuoi perdere le palle!"abbaio irritato. Quel brutto figlio di punttana. Ci allineiamo come lupi rabbiosi pronti ad attaccare.
"Pensi che tu mi possa fare paura Cavalon? Piuttosto dovresti abbassare la cresta se non vuoi che il tuo fratellino si faccia male!" ribatte fronteggiandomi. Non gli è chiaro contro chi si sta mettendo contro.
"Sai perché ci chiamano Il branco?"domando camminando avanti e dietro. Lui non parla, ma osserva ogni mio movimento. Prendo un bastone dal terreno e lo spezzo sulla gamba con un colpo secco mentre continuo a camminare avanti e dietro. "Perché attacchiamo in branco.Come un branco, ci dividiamo le vittime e non lasciamo nessun segno..." senza aggiungere altro mi avvento su Harry e gli pianto il bastone nella gamba. Urla come un pazzo e si divide in due. Con un gancio completo il quadro e faccio svenire. Gli estraggo il bastone dalla gamba e inizia a zampillare un po' di sangue, mi scanso in tempo e evito che il getto mi sporchi il completo. Kurter e Dan si sono già avventati su i due ragazzi che trattenevano Jonathan. Kurter sostiene il suo nemico per il bavero della camicia e continua riempirlo di pugni in viso con il destro. Vedo solo sangue. I nostri volti sono privi di pietà. Siamo animali spietati. Non si può avere pietà dove non c'è pietà. Non c'è amore, ma solo odio. Io proteggo l'unica persona che amo.
"Ragazzi fermatevi andiamo via..."urla Jonathan in preda al panico. Ci tiene a noi ma allo stesso tempo ha paura di ciò che diventiamo. Noto un lago alle spalle di Jonathan . Se non c'è l'arma con delle tracce non c'è colpa e non c'è delitto. No, cazzo non posso gettarlo in acqua ma non posso nemmeno portarmi dietro un bastone ricolmo di sangue. Devo trovare una soluzione e in fretta. Mi sfilo le scarpe e i calzini. Sollevo l'orlo del pantalone, mi incammino verso il lago. Mi sporgo in avanti e faccio sprofondare il pezzo di legno nel terriccio morbido che viene toccato dall'acqua. Qui sotto gli occhi di tutto  nessuno la noterà.
"Adrian! Ti prego andiamo" mi tira per un braccio e tenta di allontanarmi dal punto. Solo dopo aver raggiunto il mio obbiettivo mi allontano.
"Tom, Kurter e Dan,andiamo" Li richiamo.
Lasciano i ragazzi che erano sotto il loro assalto e li fanno cadere come pesi morti sul pavimento. Menomale che erano loro quelli a dover avere il coltello dalla parte del manico. Tom e Dan,  afferrano i due ragazzi inermi e li trascinano verso l'acqua, per poi gettarli nel lago.
"Fatevi un bel bagnetto..."ammicca Tom.
"Stai bene Jonathan?"domanda Kurter tirandosi i capelli indietro. Gli poggia una mano ricolma di sangue sulla spalla ma Jonathan sembra non farci caso, è abituato a vederci in questo stato. La camicia di Tom ha perso qualche bottone, sarà volato via durante l'assalto. Dan invece sembra indenne. Qualche gocciolina di sangue gli ha macchiato gli avambracci. Dan si avvicina e ci porge le salviette che erano in macchina.
"Ripulitevi..."mormora Dan. Ci ripuliamo le mani. Nel frattempo mi infilo i calzini e le scarpe.
"Non dovevate esagerare così..."mormora Jonathan abbassando lo sguardo.
"Jonathan devi capire, che devono capire quali sono le gerarchie. Loro hanno questa fotttuta abitudine di prendersela con te che non hai fatto un cazzo! Ti ritengono il più debole da colpire! Non sei il più debole ci siamo noi e finché agiremo così gli attacchi diminuiranno..."prosegue Kurter. Si aggiusta il ciuffo che è caduto indomito sulla sua fronte.
"Ho bisogno di whisky per le mie mani e per la mia anima corrotta..."prosegue Dan.
"Oh giusto ora deve fare il poeta maledetto che ha bisogno di sballarsi per poter avere l'ispirazione giusta! Ascolta un consiglio sincero, prenditi una laurea decente e lavora per tuo padre, invece di fare questa stronzata dello scrittore..."borbotta Tom.
"Quando scriverò un libro e diventerà un fottuto best seller vedremo chi avrà avuto ragione..."ribatte Dan.
"Dov'è la tua macchina?"domanda Kurter rivolgendosi a Jonathan, gli scrolla un po' i capelli come se fosse un cucciolo. Lo tratta come se fosse il suo di fratello minore. Ma in realtà ha sostituito suo fratello con il mio. Credo che non riesca ancora ad accettare la morte di suo fratello maggiore. Un soldato che proteggeva la patria, è finito per perdere la vita per un'ideale corrotto.
"A qualche isolato da qui posso arrivarci anche a piedi..."risponde Jonathan.
"Vengo con te..."proseguo poggiandogli una mano sulla spalla. Jonathan mi sorride flebilmente, che serata del cazzo. Siamo tornati a casa dopo il nostro master da un paio di giorni e questa è l'accoglienza!
"Ci vediamo a casa mia. Non sparite cazzoni. Poi ti ricordo che hai parcheggiato la tua ragazza a casa mia."prosegue Dan.
"Ci vediamo lì non preoccupatevi" ribatto. Entrano nella Bugatti simultaneamente e in poco tempo spariscono alzando la breccia dall'asfalto. Camminiamo ondeggiando un po'.
"Come hanno fatto a prenderti?"Gli porgo la domanda che mi stava assillando da un po'.
"Mi hanno bloccato la strada..."ribatte "non sapevo come fare..." prosegue. La sua camicia azzurra è sbottona ricolma di sangue, ha bisogno di cambiarsi. Ha il labbro spaccato, ha del sangue aggrumato vicino alle narici e un occhio tumefatto. Tutto questo mi fa ribollire il sangue. Sono tentato di tornare indietro e disintegrare quei pezzi di merda!
"Mi dispiace..."sussurro, gli scosto un po' i capelli. Sembra un cucciolo piccolo e indifeso, mi prendo cura di lui da tutta la vita e lo farò finché avrò fiato in corpo.
"Andiamo a casa..."aggiungo accarezzandogli il capo.
"La festa?"prosegue accigliandosi.
"Se facciamo un po' di ritardo non se la prenderà nessuno..."ammicco.

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