Capitolo 54

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Canzone : Jumpsuit (Twenty one pilots)⬆️

Adrian

Ogni giorno ho atteso questo momento. Il momento in cui avrei scoperto la verità e avrei fatto giustizia. Sophia si accuccia e mi afferra per una spalla.
"Ci dici cosa succede?" Mormora con sguardo risoluto.
"Parlane con Candice penso che ti saprà dire tutto con accuratezza. Chiedile come ha fatto, chiedile come ha distrutto una persona innocente senza motivo. Chiedile come ha spezzato Grace!"abbaio il suo nome. Cazzo devo darmi una controllata.
La ragione è la migliore alleata in guerra. Devo agire d'astuzia come ho sempre fatto. Stacy si acciglia sempre di più non riuscendo a capire. Sophia passa lo sguardo da me a Candice.
"Se avrai bisogno di me basta chiamare"asserisce alla fine Sophia con tono basso.
"Per ora voglio semplicemente che tu stia zitta e non dica nulla"ribatto "Grace non deve sapere nulla almeno finché non mi sarà tutto chiaro"aggiungo. Mi trascino Connor dietro ma una mano mi blocca.
"Dovesti calmarti, non fare stronzate Adrian. Prima di andare ovunque tu stia andando fermati a riflettere"afferma Sophia poggiandomi una mano sulla spalla. Non posso fermarmi non ora che sono vicino alla verità.
Non ora che tutto per me diventerà chiaro, non posso farlo.
Non posso rinunciare alla verità.
Non posso rinunciare alla mia personale vendetta.
"Lasciami se non vuoi diventare tu l'oggetto su cui scaricherò tutta la mia rabbia" abbaio con sguardo lapidario.
"Lascia che..."prosegue Sophia, non gli lascio terminare la frase che gli sposto in malo modo la mano dalla mia spalla.
"Non intrometterti, è il mio passato, è la mia vita."concludo. Non aggiungo altro e vado via con Connor. Chiamo l'ascensore un paio di volte e ripetutamente. Che pezzo di merda! Mi è stato affianco tutto questo tempo e non ha detto nulla! Cazzo voglio ucciderlo e seppellirlo nel giardino qui davanti. Tossico del cazzo!
"Voglio ucciderti..."rivelo con sguardo rabbioso. Afferro un pugno contro la parete con tutta la forza e urlo rabbioso. Si crea un solco che racchiude il mio pugno. Estraggo la mano e della vernice cade sul pavimento. Quello sarebbe stato diretto a te ma al momento mi devo trattenere. "Immagino che sappiano già tutto non è vero?"domando amareggiato.
"Kurter sa che sei qui ed è stato proprio lui a volere che te lo dicessi..."biascica Connor con tono basso. Come sempre manipola e muove le pedine a suo piacimento.
Sa che andrò da lui e sa già come manipolarmi ma non mi lascio manipolare.
Voglio la verità è la otterrò con le buone e con le cattive.
La vita è fatta di scelte e sarà lui a scegliere il suo destino.

Fermo la macchina davanti ad un grosso grattacielo. Ormai è notte, Grace mi ha chiamato un paio di volte ma entrambe le volte le ho chiuso il telefono in faccia. Devo risolvere i nodi del mio passato una volta per tutte. I colpevoli la pagheranno.
La giustizia arriva sempre anche se volte attraversa le mani dell'illegalità.
A volte illegale è legale e ciò che è legale dovrebbe essere illegale.
Ho una promessa da mantenere. "Ti prometto che chiunque oserà farti del male la pagherà nel peggiore dei modi. Potrei persino uccidere per te..."asserisco guardo Jonathan dritto negli occhi.
"Sei incazzato?"domanda Connor mentre si trascina fuori dalla macchina. Chiudo l'auto e cammino fino al punto in cui c'è la porta dell'edificio. Il portinaio attende che avanzi ma non mi muovo di un passo.
"Hai fatto la tua parte. Non avresti dovuto nascondermi nulla testa di cazzo! Come ha conosciuto Jace quelli del Branco?"borbotto. Lui viene da tutt'altra città. Lui ha un'altra storia diversa dalla mia, lui ha avuto una vita parallela eppure non so come la sua linea si è intrecciata incidentalmente con quelle di tutto noi.
Sembra che ognuno di noi si sia ingarbugliato con filo della propria vita nello stesso punto.
Precisamente negli eventi di quella notte. I componenti del Braco, Jace, Candice, io, Jonathan e Grace.
Tutti vittime e carnefici.
Mi domando chi abbia avuto quale ruolo quella notte.
Le uniche vittime certe sono Grace e il mio lupo bianco.
Lei ha perso la sua purezza, mio fratello ha perso la sua speranza e con essa la sua vita. Tante fini e l'unico inizio che c'è stato è stata la nascita di una nuova maschera nel mondo.
"Uno di loro è suo cugino a quanto ho capito" asserisce. Non si dilunga molto ma attende che faccia la mia prossima mossa. Attende che muova la mia pedina. Decido di entrare ho bisogno di sapere.
Sarò la sua pedina per un'ultima volta. Entro dentro l'edificio percependo un profondo senso di smarrimento. Le alte volte, la gente altolocata che lo abita. Mi riporta alla mente i ricordi. Mi ricordo tutte le volte che io e Jonathan abbiamo percorso questo atrio per venire a trovare Kurter. Quante volte siamo stati in ritardo ad una sua festa e Jonathan mi rimprovera.
Ora non posso sentire la tua voce nella realtà, ma posso sentire la tua voce nei ricordi. Posso sentire la tua voce nella mia mente. Vorrei che fossi qui con me. Sarebbe andato tutto in maniera diversa se tu fossi stato il gemello vivo fra i due. Chiamo l'ascensore in religioso silenzio. Nonostante lui non abbia fatto granché sono arrabbiato anche con Connor . Sono mosso dal desiderio irrefrenabile di uccidere Jace. Se non avesse portato quella roba con sé non le sarebbe successo nulla. Grace semplicemente non sarebbe un mostro che odia il mondo e il genere umano.
Combatti il male con il male un verbo contrario rispetto a ciò che dice Socrate che affermava di non combattere il male con il male, ma non posso fare altrimenti.
Entriamo nelle mura di latta che ci porteranno a destinazione.
"Per quello che vale...mi dispiace"mormora Connor.
"Per cosa precisamente ti dispiace? Per aver mentito? O ti dispiace di non aver partecipato al teatrino? Sai perché non mi è più chiaro un cazzo ultimamente" abbaio serrando la mascella. Le porte del mezzo di latta si aprono ed esco fuori senza aggiungere altro. Connor esce fuori con l'aria da cane bastonato. Non me ne fotte un cazzo, deve ringraziare tutte le divinità che esistono se ancora respira, anche lui. Mi incammino verso l'appartamento di Kurter ma ancor prima che bussi mi apre la porta.
"Sapevo che ti saresti catapultato qui..."sorride in maniera smorzata "è bello vederti di nuovo a casa"aggiunge.
"Non vale lo stesso per me, almeno ora alla luce di quello che ho scoperto. Non la chiamerei casa ma piuttosto nel luogo di merda dove sono nato. Vuoi che ti spacchi la faccia qui oppure mi fai entrare e mi racconti prima tutto e poi ti spacco la faccia? Sai propongo di andare per gradi" cammino avanti e dietro davanti all'uscio della porta come un animale pronto all'attacco. Kurter è completamente vestito. I capelli sono tirati indietro dal gel. I suoi occhi nocciola mi scrutano in attesa della mia prossima mossa.
"Ti prego Adrian non porti così. Lascia che ti spieghi entra. Capirai chi sono i colpevoli e chi le vittime di tutta questa storia. Non mi dipingere come un mostro perché sono fra gli unici che quella cazzo di notte ha rischiato tutto senza aver fatto nulla"ribatte, si fa da parte e ci lascia entrare. Qui appaiono tutti innocenti ma ognuno ha fatto la sua parte!È tutto proprio come ricordavo. Le luci a led percorrono il perimetro del antico parquet in legno. Ci sono alcuni bicchieri di vino. Poco dopo individuo sul divano un volto familiare. Quello di Stella. I capelli biondi sono legati in una coda alta. Sorseggia un intruglio strano e mi osserva con sguardo divertito. Appena si alza in piedi noto una pancia evidente evidenziata dalla sua vestaglia, si porta una mano sulla pancia in modo da farmi capire in maniera chiara che è incinta. Cazzo, cosa mi sono perso!
"Voi due..."oh cazzo!
"Si"ribatte "volete qualcosa da bere?"domanda.
"Non so? hai intenzione di drogare anche me?" Domando con un sorriso beffardo.
"Cazzo smettila! Non ho mai drogato nessuno per scopare non sono l'animale che credi! Non vuoi un cazzo, mi va bene così! Ma non mi accusare ingiustamente" sbraita.
"Perché dovrei crederti?"domando inarcando un sopracciglio. L'unico che mi poteva dire la verità era Jonathan ma ha deciso di abbandonare la nave e far annegare la verità con sé.
"Perché non sono l'unico che ti confermerà tutto. Siamo in tanti ad essere coinvolti negli eventi di quella notte"chiarisce. Mi lascio cadere sul divano e mi porto una mano sulla fronte.
"Non mi saluti?"domanda Stella con un sorriso caldo. Oh non ho intenzione di fare un cazzo. Almeno finché qui i ruoli non saranno chiariti. 
"Oh no, passo. Aspetto di sapere tutto prima di concederti qualsiasi cosa!"ribatto. Kurter passa un bicchiere di scotch a Connor e me ne porge uno. Diniego con la testa e rifiuto la sua proposta.
Non posso fidarmi di nessuno.
Sono tutti lupi astuti che aspettano che abbassi le barriere difensive per attaccarmi. Solleva il bicchiere e lo beve tutto d'un sorso per mostrarmi che non ci aveva messo nulla. Kurter si siede sulla poltrona davanti a me. Fa oscillare i cubetti nel bicchiere in cristallo e non dice nulla. Poggia i gomiti sulle ginocchia e si piega in avanti.
"Cosa sai?"domanda con tono basso e roco.
"Che avete stuprato una ragazza e che mio fratello era con voi. Sei un cazzo di pezzo di merda. Te lo avevo affidato. Ti avevo detto di tenerlo sotto controllo e proteggerlo invece cosa hai fatto? L'hai traumatizzato con quel branco di depravati che troverò e li taglierò le palle!"abbaio furioso.
"Lasciami spiegare prima di iniziare a pianificare come dar fuoco al mondo!"borbotta Kurter con aria di scherno.
"Non so come tu faccia a prenderla così alla leggera! Si tratta della vita delle persone! Cazzo, non sono tutte delle fottute pedine con cui giocare come se fossero parte di una partita malata fra te e un altro!"ribatto.
"Eppure prima ti divertivi con noi ad usare gli altri come pedine! Non fare il santo cazzo! Per tuo fratello avresti ucciso!"scuote la testa amareggiato "avresti ucciso anche un componente del Branco se lo avessero ferito. Ti dipingi come un eroe ma tu eri un mostro come noi! Non te lo dimenticare. Le vendette peggiori erano sempre le tue!"si alza in piedi e cammina avanti e dietro davanti a me "credi che in tutti questi anni non abbia sentito dentro il peso del rimorso di quella notte? Credi che non mi sia sentito colpevole di un crimine che non avevo commesso ma ho capito dopo anni di non aver commesso? Per me come per te, la morte di Jonathan è stata una perdita! Lui per me, a differenza di quello che tu credi, era come un fratello. Non si dimentica la morte di un fratello"si versa altro scotch e lo beve tutto di un sorso. Sembra che stia dicendo la verità. Non posso lasciarmi abbindolare almeno finché non avrò la certezza che quello che mi sta per dire sia vero.
"Parla!"borbotto, mi serro i pugni e fisso un punto davanti a me. Mi siedo su una poltrona distante da tutti.
"Guardami negli occhi mentre ti parlo e saprai se ti sto mentendo oppure no. Mi hai affidato tuo fratello e me ne sono preso cura come se fosse il mio. Quella sera l'unico errore che ho fatto è stato lasciarlo andare senza di me. Ma prima devi sapere tutto quello che è successo. Ci sono eventi collegati quella notte" afferma si ferma davanti a me e ritorna sulla poltrona. "Eravamo a Nashville per incontrare degli amici. Quel giorno c'era una mostra di Harold Shepperd. Il signor. Shepperd aveva invitato personalmente sia me che Jonathan. Come tu ben sai non poteva rifiutarci di andare. Andammo alla mostra. Shepperd aveva un'aria stana, sembrava che qualcosa lo preoccupasse. Si avvicinò a me e Jonathan e chiese a Jonathan di potergli parlare in privato ma tuo fratello era come te, non si fidava di nessuno. Quindi andammo insieme in uno studio al piano superiore. Non sapevamo cosa aspettarci, entrambi eravamo sulla difensiva. Avevamo parecchi nemici all'epoca. Improvvisamente iniziò a parlarci di vostra madre e del rapporto che aveva con lei..."lo interrompo prima che prosegue.
"Che cazzo c'entra il fatto che fossero amanti con mio fratello?" Abbaio adirato!
"Fammi arrivare al punto. Ci sono casi in cui i gemelli possono avere padri diversi. Sono rari ma ci sono. Adrian, tuo fratello era il figlio di Shepperd. Quando glielo disse Jonathan ne fu sconvolto. Come anch'io. Non ci potevamo credere. Non finì qui. Ci raccontò che lui e tua madre avevano provato numerose volte a fuggire insieme ma non c'erano riusciti. Tua madre era innamorata di Shepperd ma i tuoi nonni le impedirono di fare un azione che avrebbe portato alla rovina del vostro titolo di famiglia perfetta"mormora. Tutto diventa più chiaro, mia madre beveva per la sua infelicità. Non era libera di amare chi amava realmente. Cazzo!
"Shepperd tentò di avvicinarsi e abbracciare Jonathan ma lui non glielo permise. Così decisi di portarlo in albergo. Tornammo in stanza con noi come c'erano anche gli altri del branco. Tom e Dan. Vedendo Jonathan in quello stato gli proposero di uscire e andarsi a divertire un po'. Rimasi in stanza con Stella ti lascio immaginare cosa facemmo. Ero convinto che lo portassero a farsi una sbronza non potevo immaginare che avrebbero combinato quel casino. Alle tre di notte mi arriva una chiamata da tuo fratello. Era sconvolto mi aveva detto di aver fatto un errore madornale. Che c'era una ragazza e non si muoveva più. Lo bloccai e gli dissi di non aggiungere altro. Mi recai in luogo erano tutti strafatti. C'era una ragazza per terra ricolma di sangue. Entrai nel panico non sapevo cosa fare. Se dovevo chiamare i soccorsi oppure no. Decisi di chiamare l'unica persona che non avrebbe detto nulla e non era molto lontana dal punto in cui ci trovavamo, Shepperd. Arrivò immediatamente, facemmo entrare tutti in macchina. Tom mi parlò di suo cugino che era stramazzato nel bar quindi entrai e lo portai via tentando di passare inosservato. Jonathan mi disse che aveva preso una pillola, e  che come gli altri era fuori di sé e aveva abusato di quella ragazza. Aveva fatto un errore. Piangeva continuamente. Shepperd chiamò i soccorsi e andammo via. Non era stato nulla di premeditato. Quella sera Grace si trovava lì e loro erano lì. Lasciammo la città quel giorno stesso convinti che la ragazza fosse morta. Qualche mese fa Shepperd mi informò che lei era viva. E non feci altro che pensare che se Jonathan l'avesse saputo magari non si sarebbe ucciso. Quella notte siamo stati tutti carnefici di una vita. Mi dispiace Adrian..."sussurra fermandosi davanti a me. Ha il respiro concitato. Resto fermo interdetto. Respiro a mala pena. Jonathan ha compiuto un crimine.
Non era l'eroe.
Non era la vittima.
È stato un predatore come tutti gli altri!
La testa gira vorticosamente mi sembra di poter perdere i sensi. Tutte le mie convinzioni crollano. Nulla è mai stato come credevo.
I sensi di colpa lo hanno divorato lentamente.
Ogni cosa piano piano ritorna. Ciò che diceva continuamente durante le sue crisi "devo salvare almeno una vita" pensavo che fossero parole pronunciate da un folle ma non era così.
"Quindi Grace è stata vittima del gioco per caso..."mormoro.
"Si, mi raccontò tutto in macchina. Mi disse che quando arrivarono nel locale erano già tutti fatti. Mi raccontò che si allontanò di qualche tavolo dal gruppo per far credere alla ragazza di essere solo con Candice. Mi raccontò di come Cadice la drogò e la portò con sé fuori dal locale. Lei ha assistito a tutto. Mi raccontò del suo crimine e di quello che avevano compiuto anche gli altri ragazzi. Ora lo sai ,tuo fratello non era proprio l'eroe di luce che credevamo ma anche lui aveva i suoi demoni"conclude. Si avvicina al divano e si lascia andare contro la spalliera .
"Mi dispiace Adrian..."sussurra Stella e mi poggia una mano sulla gamba. Osservo i suoi occhi azzurri che sono cambiati. Prima erano vuoti, ora sono pieni di emozioni.
Sono cambiati tutti tranne me.
Mio fratello ha fatto un errore e l'ha pagato con la propria vita. Anche gli altri la devono pagare.
Ogni colpevole dovrà subire la sua dovuta punizione.
Mi alzo in piedi in preda alle emozioni.
Rabbia, frustrazione, odio si avvallano tutte. I ricordi dell'eroe man mano vengono annientati da quelli di un mostro che stupra una ragazza.
Lui per me era sempre un cucciolo debole da proteggere non mi sono mai reso conto che fosse cresciuto e che accanto a me non c'era più lupacchiotto ma un mostro pronto a sbranare.
"Cazzo!" Afferro la bottiglia di scotch e la faccio schiantare contro il muro.
"Cosa vuoi fare ora?"domanda Kurter. Si avvicina e mi poggia una mano sulla spalla.
"Giustizia come sempre"mostro un sorriso sghembo e lo fisso dritto negli occhi.
"Avrebbero dovuto guidarlo. Non l'hanno fatto. Avrebbero dovuto aiutarlo. Non l'hanno fatto. Ora ognuno di loro pagherà le conseguenze delle azioni che ha compiuto" concludo lapidario. Mi incammino verso la porta. "Andiamo Connor penso che per la prima volta farai una cosa buona nella tua vita"aggiungo divertito.
"Perché non vi fermate qui. Sei troppo sconvolto Adrian!"mi blocca per un braccio. Passo lo sguardo dalla sua mano al suo volto. Kurter mi lascia il braccio e solleva le mani in segno di scuse.
"Ci vediamo all'anniversario"biascico.
"Congratulazioni per la vostra stella nascente"faccio cenno con il capo verso il grembo di Stella.
"Per qualsiasi cosa io ci sono"sussurra a bassa voce.
"Lo so, ma ho abbastanza armi da sfoderare. Tu devi solo essere inconsapevole di tutto. Io e te non ci siamo mai visti prima d'ora intesi?"aspetto qualche secondo prima che mi risponda.
"Non ti mettere troppo nei guai alla fine è tutto passato. Perché non lasci le cose così?"domanda sul ciglio della porta.
"Perché ogni cosa va scontata. Non possono passarla liscia in eterno. Tu l'hai pagata con i rimorsi, Jonathan con la sua vita e Grace la nostra vittima l'ha pagata con una maschera"sorrido divertito. "Buonanotte Kurter, Stella"faccio un cenno con la testa e lei mi saluta con un sorriso smorzato. Sapere a volte fa più male che restare nell'ignoto.
Ogni speranza è stata distrutta.
Quello che credevo fosse oro si è rivelato del comune argento.
Chi credevo innocente si è dimostrato carnefice.
Tutto è stato invertito e mi domando se il mio eroe non fosse in realtà sempre stato un antagonista che si nascondeva con abilità dietro la sua maschera.

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