Canzone: Watch me (Phantoms⬆️)
Adrian
Ciò che mi contraddistingue dagli altri è che sono imprevedibile,non si sa mia cosa possa fare,fin dove mi possa spingere,potrei togliere una vita? Più di una volta, preso dalla rabbia e dalla mia apatia ci sono andato vicino. L'assenza di sentimenti mi rende insensibile,mi rende ogni cosa possibile,mi rende invincibile, un mostro senza paura e senza debolezze,una macchina che può distruggere senza pietà. Stasera ci sarà l'incontro, come ogni volta sono carico,scattante,percepisco l'adrenalina,sono euforico,voglio fare a pezzi il mio nemico,per vendetta per vendicarmi per ciò che ci hanno fatto, per l'offesa che ci hanno arrecato,ma mi voglio anche vendicare per l'ingiustizia che ho dovuto subire senza fare nulla. Mi infilo i pantaloncini oggi mi allenerò tutta la giornata con Connor salvo imprevisti. Mi siedo sul letto e infilo i calzini e anche le scarpette,devo solo trovare una canotta da poter indossare,oggi fa decisamente caldo,un caldo insopportabile,non voglio troppi strati addosso che poi mi si appiccicheranno addosso e divento irritabile perché sono infastidito dal tessuto che aderisce al mio corpo come una seconda pelle. Mi irrito facilmente e per qualsiasi cosa. Trovo una canotta nera nell'armadio, di sicuro non mi aspettavo di trovarne una fucsia,la infilo velocemente e mi dirigo verso la cucina dove preparerò il trentesimo caffè della giornata. Il cellulare vibra ripetutamente sull'isola ma appena leggo il nome Ron decido di non rispondere, non mi va di stare agli ordini di nessuno e se qualcosa mi viene imposto decido di fare sempre il contrario, non ci posso fare nulla è il mio carattere. Fra i tanti difetti di cui godo c'è la mia rabbia incontrollabile,la mia mancanza di pazienza, ho parecchie mancanze, meglio non starle ad elencare altrimenti resto un quarto d'ora a fissare il muro ed elencare tutti i difetti di cui godo. Scuoto la testa e dopo essermi versato il caffè, lo deglutisco tutto di un sorso. Sono in ritardo,litigherò con Ron,litigherò con Connor,con Jace che si lamenterà per qualche strano motivo e alla fine urlerò contro tutti e si zittiranno. Perché non starsene direttamente tutti zitti invece di farmi perdere tempo così, ma mi pongo domande a cui sarebbe persino inutile darsi delle risposte. Alla fine sono un gruppo di teste dure che hanno sempre voglia di dire la propria anche quando se ne dovrebbero stare zitti al proprio posto. Prendo le chiavi dell'appartamento e poggio la tazza di caffè sul mobile in corridoio pulirò dopo. Esco frettolosamente dalla porta del mio appartamento,scendo le scale velocemente altrimenti se prendessi l'ascensore dato l'orario perderei tutta la giornata chiuso lì dentro. Scendo gli scalini a due e tre alla volta per risparmiare tempo, sono in ritardo, cazzo!
"Sei in ritardo!"abbaia Ron alle mie spalle,come sempre faccio finta di nulla e continuo a camminare, posso sentire la sua voce squillante arrivare ad di sopra delle musica,e la musica in palestra è talmente alta da risultare assordante. Vedo la sua ombra grassoccia alle mie spalle,continua a seguirmi imperterrito convito di potermi bacchettare come un maestrino del cazzo. Non sta alzando i toni più di tanto perché è consapevole che potrei lasciarlo e andare dalla concorrenza. Non saprebbe come fare senza di me stasera, se dovessi andarmene,il suo timore principale non è in sé la perdita ma i soldi, perché se alla nostra sconfitta fosse connessa l'entrata di denaro non se la prenderebbe. Il povero Jace resta seduto sul pavimento con il suo gesso scarabocchiato. Chiunque ci immaginerebbe sopra dei disegni stupidi ma non è così ci sono una marea di numeri di telefono, suscita qualcosa nelle donne, che fa scattare in loro l'istinto da crocerossine e da brave infermiere, si apprestano ad aiutarlo. Jace appare come un cucciolo con la zampa rotta che loro devono assistere,odio le attenzioni e non sopporterei la vicinanza di troppa gente. Una sola volta, mi sono rotto la gamba e cacciai persino Emery dalla mia stanza, le uniche presenze che tolleravo erano quella di Jonathan e quella di mio padre. Mia madre mi riservava solamente rimproveri che mi facevano girare le palle maggiormente,cosa ci posso fare,ho un carattere tutto mio mi piace restare solo con me stesso e con il baccano che mi porto nella testa, troppe voci fuori e dentro mi destabilizzano.Connor mi mostra un broncio che mi fa capire che è annoiato dalla situazione, è arrabbiato con me. Sia lui che Jace sono facili da capire, i loro volti parlano, ma ci sono persone indecifrabili che mi mandano fuori di testa e sono spinto dalla curiosità di capirle a tutti i costi fra queste persone c'è Grace naturalmente. Il mio enigma preferito,la ragazza dalle mille maschere. Non le piace proprio mostrare il suo volto, ma gli attori si annoiano ad interpretare un solo ruolo, quindi nella realtà possono essere chiunque e decidere di fingersi chiunque,li risulta facile farlo e loro abitudine. Mi risulta facile farlo è mia abitudine. Mi chiedo se ci sia mai stato un momento in questi mesi in cui sono stato me stesso, ma la domanda avrebbe risposta negativa. Che il mondo mi perdoni ma dire le bugie per me è una malattia da cui non riesco a guarire. Mi siedo accanto a Jace lancio un'occhiata sulla rubrica che ha sulla gamba magari qualche numero ce l'ho anch'io.
"Immagino che siano i numeri delle tue conquiste?"domando mentre inizio a legare la fascia intorno alla mano.
"Immagini più che bene. Penso che mi romperò le ossa più spesso non ho mai rimorchiato così tanto nella mia vita..."asserisce con un tono divertito.
"Non dire stronzate, le donne ti corrono dietro continuamente..."borbotta Connor con irritazione.
"Hai le palle torte perché Lily non te l'ha data?"lo schernisce Jace.
"Se non la smetti di parlare così della mia ragazza giuro che accontento io il tuo desiderio e ti rompo subito un osso..."abbaia Connor gelando Jace con lo sguardo.
"Non oseresti giuro che sguinzaglio Adrian contro di te..."mormora Jace ridacchiando.
"Non sono un cane e per quello che hai appena detto lascerei Connor libero di darti ciò che vuole"sogghigno così impara a fare lo stronzo.
"Stai scherzando?Stai lasciando un povero ragazzo indifeso nelle mani di un grosso predatore che ha intenzione di ucciderlo?"Si finge disgustato,scuoto la testa e passo alla seconda benda.
"Lo scontro non è fra preda e predatori, ma fra predatori. In questo caso tu sei un predatore che parte in svantaggio ma potresti utilizzare altre armi a tuo vantaggio..."ribatto indicando le stampelle.
"Tu dovresti essere dalla mia parte..."si lamenta Connor.
"Ho solo dato un suggerimento e non mi piace schierarmi la ragione sta nel mezzo e io resto con la ragione..."alla fine sono un folle.
"Sei peggio di un demone"borbotta Connor.
"Chi si spinge verso l'oltre, alimenta i propri demoni. Per Platone i demoni erano portatori di sapienza divina e risiedevano nella sommità più elevata del corpo umano, quindi nella mente. Contro la tua volontà mi hai fatto un complimento"ribatto con un ghigno soddisfatto. Connor resta qualche secondo zitto.
"Secondo il cristianesimo sei un essere maligno portatore di discordia e male..."ribatte Connor con sfrontatezza .
"È tutta una questione di prospettive così come per la concezione di bene e male o giusto e sbagliato ognuno di noi ne dà un interpretazione diversa..."concludo e mi sollevo in piedi pronto a prendere a calci in culo Connor . "In qualsisia modo la metti devi avere sempre ragione..."si lamenta Connor. Salterella fino al ring come un bambino.
"Perché io ho sempre ragione"nel mio elenco di difetti ci metterei anche la presunzione. Sono sicuro di me,presuntuoso,e amo le risse. In realtà amo tutto ciò che è legato al caos,l'ordine è la mia antitesi e la mia antitesi è morta quindi direi che mi posso lasciar dominare dai miei demoni e le mille illusioni malefiche che hanno solo voglia di far ardere lo stesso fuoco che arde dentro di me anche dentro gli altri che vivono nella loro beata quiete e portano un silenzio nella testa di cui io non ho mai goduto.C'è sempre stato baccano fuori e dentro di me, sono destinato ad essere caos e portare caos. Un po' come un profeta io diffondo la mia parola e la mia dottrina. Il mondo deve conoscere anche la mia di realtà, che è diversa dal mondo rose e fiore da cui vengono tanto illusi i bambini, mostro la realtà per quella che è. Sono un realista si dovrebbe apprezzare la mia schiettezza. Con un slancio salgo sul ring e sciolgo un po' i muscoli, mostro un sorriso sghembo con cui faccio capire a Connor le mie intenzioni.
"Tutto tranne le palle..."asserisce Connor sulla difensiva.
"Come vuoi io mi sarei salvato il viso oltre alle palle"rivelo con un sorriso da diavolo,è arrivato il momento di lasciare Joker libero di giocare un po'.
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RomanceAdrian e Grace, sono stati distrutti dalla vita in modo diverso. Entrambi sopravvivano ma hanno smesso di vivere. Tutto cambia con il loro incontro. La follia che anima le loro menti, inizia ad animare la realtà. Insieme iniziano a rincorrere la...