Capitolo 55

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Canzone : Infinity (Jaymes Young)

Grace

Una lacrima gli riga il volto, non l'ho mai visto così sconvolto. Mantiene i lineamenti rigidi come se non volesse lasciarsi andare. I muscoli delle braccia sono tesi. I suoi occhi verdi sono intensi e risplendono come gemme al buio.
È un meraviglioso disastro.
Nel pieno della sua tormente interiore.
Dove c'è solo il gelo che congela la sua anima.
"Lasciati andare..."sussurro. Premo le mani sulla sua nuca e piega la testa.
"Sono un mostro Grace..."sussurra ormai in lacrime.
"Siamo tutti dei mostri almeno una volta nella vita Adrian..."ribatto. "Pensa che una volta ho dato fuoco alla macchina di una ragazza al college perché mi aveva detto che ero psicopatica"affermo tentando di smorzare i toni. Sorride e scuote la testa. Si abbassa sulle mie labbra e le sfiora con le sue.
Sfiorami l'anima attraverso le labbra,
toccami il cuore con il tuo respiro.
Siamo sbagliati insieme.
Siamo le persone giuste che si sono incontrate nel momento sbagliato.
"Era come tutti gli altri e volevo sperare che fosse diverso dagli altri..."sussurra. I suoi occhi verdi sono lucidi e intrisi di lacrime. Le nostre fronti sono poggiate l'una contro l'altra.
Le nostre anime sono chiuse nel nostro abbraccio.
Sono connesse.
"Siamo un compromesso Adrian. Siamo bene e male. Siamo sfumature della vita. Nessuno è solo l'uno o solo l'altro. Devi convincerti che è così per tutti . È così anche per te e anche per me"biascico. Si abbassa sulle mie labbra e mi bacia con trasporto. Le nostre labbra si scontrano. La sua lingua sa di whisky.
La sua anima dannata è un fuoco intenso,
che attira i dannati con il suo bagliore. Le nostre braccia si stringono intorno ai nostri corpi, posso sentire il suo cuore battere all'impazzata. Lui può sentire il mio.
I sentimenti sono caos,
sono onde anomale che ti travolgono se riesci a cavalcare l'onda sopravvivi altrimenti vieni travolto.
In ogni caso sono intensi e provi tutta l'intensità di poter donare qualcosa di così potente oppure di essere travolto con forza ed essere sopravvissuto.
Vivere e sopravvivere,
facciamo entrambe le cose continuamente. Viviamo il momento e sopravviviamo dopo un ostacolo più grande di noi.
Le sue mani ruvide risalgono sul mio corpo. Noto che ha le nocche delle mani spaccate, gli afferro i polsi e osservo con circospezione le mani.
"Cosa hai fatto?"si libera dalla mia presa e si incammina senza dire nulla verso la camera da letto. Non mi può ignorare. Si sfila la maglietta e la lancia alle sue spalle facendomela finire in faccia, noto che ha dei lividi ai lati delle costole dove la pelle è libera di macchia di inchiostro. Scalcia le scarpe e continua a mantenere un silenzio religioso. I lupi sulla sua schiena si muovono ad ogni passo accompagnando la contrazione dei muscoli che ha sulla schiena. I bicipiti sono gonfi e duri come marmo.
"Adrian rispondi?"si sfila i pantaloni e i boxer. Lo affianco e mantengo lo sguardo sul suo viso. Voglio evitare di cedere al suo corpo da adone. Decido di indietreggiare e allontanarmi prima di cedere.
È una divinità in tutta la sua possanza che sprizza dai pori una bellezza schiacciante e diabolica.
Si avvicina con passo lento e sensuale. Non devo cedere. Non voglio guardarlo!
"Guardami e capirai i peccati che si nascondono sotto la mia pelle e che la mia anima tace" sussurra con tono basso e sensuale. Afferra i lembi della mia canottiera ma gli blocco le mani.
"Ti sei ubriacato..."sussurro sporgendomi sulla punta dei piedi verso il suo orecchio "sei finto in una rissa" proseguo accarezzandogli il dorso delle mani "hai litigato con me..."proseguo e gli bacio la mandibola "e ora stai dicendo solo una marea di stronzate per portarmi a letto! Ma non ci casco" concludo tirandogli i capelli e facendogli reclinare il capo. Sorride divertito e allunga la lingua per sfiorarmi le labbra.
"Mi andava di fare un'ultima pazzia con te"ridacchia. Allunga le mani e mi stringe le natiche, mi fa scontrare con il suo corpo nudo e possente. Sussulto per il contatto improvviso. Afferra i miei pantaloncini e li fa finire sul pavimento. Mantengo l'equilibrio e mi reggo stringendo i suoi bicipiti sodi come il marmo. I pettorali sono sodi e gonfi. Che testa dura! "La farò perché non accetto un no"aggiunge. Mi afferra improvvisamente e urlo per la sorpresa.
"Lasciami subito!" Urlo fuori di me.
"Ti lascerò venire se ti comporti bene"ribatte ridendo.
"Non puoi fare così" abbaio.
"L'ho già fatto! Questo è il mio modo per dirti che ho bisogno di te ora e così" Ribatte strafottente.
Voglio cedere con lui e per lui.
So che ora ha bisogno di questo, forse ne ho bisogno anch'io.

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