Capitolo 50

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Canzone :Hellfire (Barns Courtney)⬆️

Adrian

Mi sistemo l'asciugamano in vita ed entro in stanza. Grace si è distesa sul letto. Fa zapping con il telecomando in cerca di un canale. Sposta lo sguardo dalla TV al mio corpo. Si morde il labbro nervosamente e fa guizzare lo sguardo lungo tutto il mio corpo. Osservo i suoi occhi accesi, sembra diversa, forse sono io che mi sto facendo troppe congetture. Semplicemente ci siamo detti l'inevitabile, non è stato un ti amo ma qualcosa di più profondo e intimo.
Le nostre anime si sono promesse di restare legate per un po',
finché vorranno,
finché potranno .
Salgo sul letto e gattono su , per poi posizionarmi accanto a lei. Lancio un'occhiata nella mia direzione e sorride.
"Cos'hai tanto da ridere?"
"Nulla..."biascica e scuote la testa.
"Potrei darti io una valida motivazione per non ridere più..." la mia risposta la fa accigliare. Si zittisce improvvisamente e mi fissa accigliata qualche secondo. Indossa un pantaloncino bianco che le lascia le gambe scoperte è una canotta nera. Sento il suo profumo delicato che mi attira, il suo corpo è un richiamo per i miei sensi. Prima che possa dire qualcosa le scavalco le gambe e mi posiziono a carponi sul suo corpo. Sento il nodo dell'asciugamano sciogliersi.
"Che cosa intendi fare..."ridacchia. Pianto le ginocchia ai lati del suo corpo. Poggia una mano sul mio addome e con un dito disegna i contorni dei miei addominali. Dischiudo gli occhi e mi piego sul suo corpo. Con la lingua accarezzo l'incavo del suo collo.
"Sicura di voler uscire?" preferirei stare qui in stanza con lei e sbattermela, che andare chissà dove. New York la conosco perfettamente e a i miei occhi non ha alcun tipo di fascino.
"Si sono sicura..."risponde sospirando.
"Come preferisci" ammicco. Scavalco le sue gambe e torno in piedi. Con nonchalance slaccio il nodo dell'asciugamano e lo lascio cadere a terra. Grace mi fissa senza alcun pudore e si lecca le sue labbra carnose. Si avvicina al bordo del letto e si sporge dal punto in cui si trova. Piego la testa e la fisso nel tentativo di capire cosa le passa per la testa. Improvvisamente mi morde un natica e mi guarda con occhi di sfida. Mi volto completamente e le afferro il volto in una mano. Abbasso il mio volto all'altezza del suo viso. "Non sfidarmi Grace..." le afferro il labbro inferiore fra i denti. "Sappi che il tuo sgarro ti farà ritrovare il culo arrosato"proseguo. Le sue iridi si dilatano. Lei mi provoca, io la provoco. La prenderei ora in questo letto, cazzo non uscirei più da questa stanza del cazzo. È seducente, con lei è una continua lotta fra le sue personalità e mi piace lottare con la piccola Alice dispettosa e con Harley Quinn dal carattere dominante e sicuro.
"Non mi importa continuerò a sfidarti lo stesso..."ribatte sfacciatamente leccandosi il labbro.
Fanculo! Rivendico la sua bocca e insinuo la lingua sfacciatamente. Retrocede sul letto e mi plasmo sul suo corpo. Le accarezzo le cosce, e continuo a baciarla. Con una mano le accarezzo il la gamba e l'altra risale lungo il suo corpo.
"Voglio uscire, non farò sesso con te."
"Allora smettila di provocarmi!" Ribatto innervosito. Starmene nudo su di lei e non poter fare nulla mi fa girare le palle. Ma non posso pretendere ciò che è già stato preso con la forza. Distruggerei quel minimo di fiducia che lei prova nei miei confronti. Non potrei mai distruggere il cristallo fragile che mi trovo fra le mani. Mi bacia castamente sulle labbra.
Non mi è mai interessata la purezza sono sempre stato attratto dallo sporco.
Mugolo frustrato sulle sue labbra e mi alzo nuovamente ma con le palle ancora più girate. Recupero velocemente un paio di boxer. Continuo a vestirmi. Lancio uno sguardo soddisfatto verso la mia figura e mi domando il perché.
"Cosa hai fatto dispettosa?"la schernisco e infilo i jeans.
"Ti ho lasciato un segno sulla chiappa..."ridacchia e si alza in piedi. Non sa che segni le lascerò quando saremo tornati. Lancio nel borsone i pantaloncini e le bende, subito dopo lo richiudo. Infilo una maglietta nera come al mio solito.
"Non ti faranno in poltiglia vero?"domanda improvvisamente accigliandosi. Noto un tono di preoccupazione. È strano vedere dopo tutto questo tempo qualcuno che si preoccupa per me, perché ci tiene realmente. Si posiziona alle mie spalle e mi abbraccia da dietro. Poggia una mano sul mio pettorale l'altra in corrispondenza del mio cuore che improvvisamente martella contro la gabbia toracica e un senso di tranquillità si irradia nel mio corpo. Le accarezzo le mani per poi afferrarle i polsi e mantenerli nella mia stretta. Con uno scatto mi volto e inchiodo i miei occhi nei suoi. Le sue iridi azzurre sono diventate lo scenario di tutti sentimenti che prima nascondevano con maestria.
È uno spettacolo ineguagliabile, che ora è mio e chissà un giorno potrebbe essere di qualcun altro,
ma ora so con certezza che resterò per sempre una parte di lei e lei una parte di me.
"Qualche cazzotto non mi ha mai ucciso"ribatto con un sorriso sghembo. Lega le braccia dietro la mia schiena e poggia la testa contro mio petto. Il suo corpo è schiacciato contro il mio.
Sembriamo un'unica cosa, entrambi siamo fatti della stessa materia.
Siamo due corpi che si sono appartenuti fin da principio.
Platone ci chiamerebbe come anime gemelle. Secondo Platone, le anime gemelle inizialmente erano unite in un unico corpo. Zeus geloso di tanta perfezione decise di dividerle. Le due parti divise divennero incomplete e si misero alla ricerca della loro metà che le completasse.
Lei è la mia rosa nera, qualcosa di speciale che non ha nessuno e appartiene solo a me.
È riuscita a dare il via ad una rivoluzione dentro di me.
Comunque le cose andranno ne uscirò da vincitore alla fine noi siamo quell'ovunque e da nessuna parte che regala una vittoria in ogni caso.

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