Canzone : Broken (lovelythebamd)⬆️
Grace
C'è sempre un momento in cui vogliamo sentirci liberi di essere altro rispetto a ciò che siamo.
Non vogliamo più rispettare le regole ma vogliamo andare fuori dagli schemi. Vogliamo essere felici, spensierati e disinibiti.
Vogliamo essere semplicemente noi stessi e nessun altro.
Vogliamo essere ciò che immaginiamo nella nostra mente di essere.
Vogliamo scoprire cosa si cela dietro l'orizzonte, vogliamo essere folli e ridere fino a farci far male il viso e lo stomaco.
Vogliamo essere carichi di vita e sentimenti, vogliamo essere ciò che non siamo ma sogniamo sempre di essere.
La sabbia accarezza i miei piedi, con la mano destra sorreggo i sandali che oscillano ad ogni mio passo. La mia figura e la figura imponente di Adrian si fanno strada nell'oscurità della notte. Utilizza la torcia del telefono per illuminare la sabbia. Nessuno dei due vuole finire con un vetro conficcato nel piede!
"Pensavo che parlassi di più" asserisce interrompendo il silenzio generato dal vortice dei miei pensieri.
"Pensavo lo stesso di te" ribatto. Si ferma in corrispondenza del bagno asciuga le onde si abbattono contro la sabbia.
"Allora potremmo utilizzare le nostre bocche per fare altro"ammicca e si lecca le labbra.
"Penso che tu abbia già consumato abbastanza saliva..."ridacchio della mia stessa battuta Uno storno di gabbiani se ne sta fermo sulla sabbia. Anche i gabbiani sono venuti in spiaggia a contemplare le stelle e l'infinito dello spazio.
"Allora perché non mi dai un po' della tua"biascica e sorride sornione.
"Adrian se fai un'altra battuta del genere giuro che ti spingo in acqua"giro gli occhi al cielo irritata.
"Dovresti smuovermi prima"asserisce con un sorriso divertito. Mi avvicino al mare e lascio che l'acqua mi sfiori i piedi solleticando le punte dei piedi.
"Sei sempre stata così?"domanda improvvisamente come se lui sapesse che nascondo chi sono realmente.
"Tu?"ribatto con un'altra domanda.
"Dammi una risposta e ti darò una risposta, forza Grace fidati"mi incinta.
"Non mi fido nemmeno di me stessa perché dovrei fidarmi. Quando riponi la tua fiducia nel mondo ti tradisce nel peggiore dei modi"proseguo con sguardo assorto. Continuo a fissare il mare come se potesse essere la risposta a tutti i miei dilemmi.
"Però hai riposto la tua fiducia in una maschera. Non saresti qui se un minimo non ti fidassi"afferma con convinzione.
"Sono qui perché sono una persona normale e perché volevo andare in spiaggia. Il fatto che ci sia anche tu qui con me non presuppone che io mi sia fidata di te ma semplicemente ci siamo trovati casualmente nello stesso luogo"faccio spallucce. Girare le parole a mio vantaggio è una delle mie abilità.
"Tieniti pure la tua follia io mi terrò la mia ragione" ribatte.
"La ragione rende l'uomo schiavo, ma la pazzia no ed è molto più interessante" ammetto.
"L'individuo che usa la ragione potrebbe dominare il mondo il folle può essere solo richiuso"ribatte sorridendo.
"Eppure sono qui" ridacchio scuotendo la testa.
"Anch'io non sempre la ragione ha ragione e io non ho mai detto di essere una persona ragionevole ma di avere ragione. Io e te siamo molto simili" mormora. I nostri occhi si incontrano, vuoti dentro.
"Tu non puoi capire il caos che la mia anima si porta dietro..."scuoto la testa.
"Sei talmente accecata dal tuo caos che non ti rendi conto quanto la mia mente possa essere caotica" ribatte. Lancio le scarpe in un punto indefinito.
"Che fai?"domanda incuriosito.
"Rincorro i gabbiani per capire come cosa si prova nel tentare di afferrare la libertà" asserisco. Inizio a correre verso lo stormo di gabbiani. I miei piedi affondano nella sabbia, i piccoli granelli si sollevano in aria. Adrian mi affianca ed inizia a correre accanto a me.
"Possiamo provarci insieme" sorride. Lo stormo inizia a volare a bassa quota mentre noi continuiamo a corrergli dietro. Rincorriamo la speranza di poterci riappropriare di quella libertà che ci è stata strappata dalle mani. Lui in realtà mi capisce più di chiunque altro, non so come faccia magari anche lui porta delle ferite dentro di sé che non mostra. Adrian è esattamente come pensavo. Un corpo che è vuoto dentro.
"Cosa stiamo facendo Grace?" domanda mentre corre divertito.
"Forse stiamo provando a vivere dopo tanto tempo" sorrido. Inciampo in qualcosa e per un pelo non gli finisco addosso,rido sonoramente e continuo a correre facendo balzare nell'aria le frange della mia tuta che si muovo impetuose ad ogni mio passo. Sembra che la terra tremi sotto i miei piedi, sembra che il mondo mi appartenga e che la mia vita sia mia per davvero. Lo stormo si eleva sempre di più. Ci fermiamo entrambi e osserviamo come volano via nell'oscurità.
"Magari un giorno saremo liberi come loro" mormora osservandoli con un velo di speranza. L'unica cosa a cui possiamo legarci è la speranza stessa di poter avere qualcosa che ora non abbiamo.
"No" dico improvvisamente.
"Cosa?" domanda con un cipiglio non capendo la mia risposta, ma in realtà gli sto rispondendo ad una domanda che mi ha posto molto prima.
"Nulla" ribatto scuotendo la testa.
"Io invece si" ribatte chiarendomi che ha capito la mia risposta.
"Non ti credo" scuoto la testa divertita.
"Fai bene, capirai molto presto che mi piace contraddirmi"sorride mostrando un sorriso sghembo. La sua camicia aderisce al suo addome scolpito come una seconda pelle. Il tessuto aderente marca gli addominali definiti. Osservo la testa del drago che sbuca e si espande sul suo collo, si porta un mano sulla nuca e accarezza la zona facendo contrarre il suo bicipite. da un momento all'altro il tessuto della sua camicia potrebbe scoppiare. Sollevo lo sguardo e incontro i suoi occhi che mi fissano. Le sue iridi prendono le sembianze di fiamme che ardono al buio e che si illuminano come astri.
"Ti va di fare una piccola follia Grace?" domanda mentre continua a sbottonarsi la camicia. Ho già inteso ciò che ha in mente di fare. Abbasso le bretelle della mia tuta, ho dell'intimo coprente quindi non mi preoccupo.
"Sfiorami e ti annego" lo minaccio.
"Non avevi detto che non avresti mai fatto il bagno con me?" mi canzona facendo oscillare la testa.
"Lascia che rompa le regole..."ammicco nella sua direzione. Lancia la sua camicia sulla sabbia, si sfila i pantaloni senza mai distogliere lo sguardo dal mio corpo. Entro in acqua correndo, sorprendentemente è calda, sollevo i capelli e li lego in una coda alta. Adrian mi raggiunge con passo lento e studiato, ad ogni passo si contraggono tutti i muscoli, è una statua greca in movimento che onora la realtà con la sua perfezione e la sua bellezza disarmante. I suoi capezzoli sono adornati dai piercing. Mantiene lo sguardo fisso nei miei occhi , ha delle spalle ampie e possenti, degli addominali scolpiti che si notano al di sotto dell'inchiostro che macchia la sua pelle. E' un opera d'arte particolare che non tutti saprebbero apprezzare ma in tanti coglierebbero il fascino maledetto. I fianchi sono bene marcati e su di essi poggiano i boxer di Armani neri, intravedo una protuberanza e sollevo lo sguardo. Non sono imbarazzata, ma non voglio farmi cogliere mentre lo guardo lì. Retrocedo man mano che lui si avvicina spero che mantenga la parola.
"Perché non vuoi che le persone ti tocchino?" domanda interrompendo il silenzio.
"Per lo stesso motivo per cui indosso una maschera" biascico mentre oscillo dentro l'acqua.
"Sei davvero molto bella Grace" biascica a poca distanza dal punto in cui sono, è talmente vicino che ho paura che possa sentire i miei pensieri, che possa vedere le mie ombre, che possa leggere il mio passato e vederlo prender vita davanti ai suoi occhi come un film. Mi immergo in acqua tentando di non bagnare i capelli per cui ho impiegato ore, tempo e fatica per lisciarli così. Si immerge in acqua e mi fronteggia ,i suoi occhi sono torbidi. Sono intrisi di desiderio, voglie che non potrà mai soddisfare con me. Non appartengo a nessuno se non a me stessa, non voglio finire come mia madre che è stata vittima di un marito padrone che soffocava la sua libertà e poi una volta che l'ha sfrutta a suo piacimento si è liberato di lei come se fosse uno scarto di cui non poteva farsene più nulla. Io non sarò la sua nuova vittima, non sarò spettatrice ma regista, non lascerò che nessuno possa prendere decisioni per me ma sarò io a prenderle per me stessa e per gli altri. Nuoto fino alla boa e mi fermo in corrispondenza. Adrian mantiene le giuste distanze senza mai invadere i miei spazi sembra aver capito che diffido del mondo, che diffido di tutti, che ho bisogno di tempo e che sono una persona particolare.
"Dove hai lasciato Stacy?"domando improvvisamente.
"Io non lascio nessuno, perché non sono legato a nessuno. Immagini un legame che non c'è. Il sesso Grace non implica obbligatoriamente dei sentimenti soprattutto se non sei coinvolto" asserisce con sguardo assente.
"Non ti dispiace usarla?" domando con un cipiglio.
"Io non uso le persone. Non uso e non mi faccio usare, non prometto cose che non posso dare, non illudo come fai tu con i tuoi occhi ammaliatori" mormora. Si avvicina sempre di più, una mia gamba sfiora il suo braccio ma la ritraggono frettolosamente come se mi fossi bruciata.
"Non illudo e non uso le persone. Sono come un opera d'arte esposta in un museo, tutti possono guardare ma sono pochi specialisti quelli che possono toccarla. Le opere d'arte non illudano, incantano semplicemente con la loro bellezza donando qualcosa allo spettatore..."asserisco con una certa sicurezza.
"E tu cosa doni ai tuoi spettatori?" Domanda avvicinandosi sempre di più.
"Dono attimi di follia e estraniazione dalla realtà..."ridacchio. I suoi occhi bramosi continuano a scrutarmi con desiderio.
"Eppure non mi sono mai sentito così dentro la realtà come adesso" rivela sollevando il labbro in un sorriso sghembo sexy da morire.
"Sei dentro la mia realtà non quella comune, come ti senti Adrian?" lo schizzo e sorrido spensierata.
"Come dovrei sentirmi Grace?" ribatte con un'altra domanda. Mi avvicino fino ad allineare i nostri volti mi piego verso il suo orecchio.
"Estasiato" mi allontano lasciando che la mia voce bassa e sensuale lo stordisca nella stessa maniera in cui ha fatto lui la prima sera che siamo usciti.
"Smettila di provocarmi" mi ammonisce con sguardo serio.
"Altrimenti?" ribatto inarcando un sopracciglio.
"Altrimenti mi renderai impossibile mantenere la mia promessa. Sei davvero un'abile giocatrice ma con le tue regole mi rendi impossibile poter ribattere con le mie armi" aggiunge con sguardo serio.
"Perché sei qui con me ?ora ? perché mi hai seguita?. Tu vuoi giocare con le regole del mio caos" affermo con sicurezza "altrimenti ora staresti con la tua Stacy o con quelle due ragazze" aggiungo.
"Ti piace giocare con il fuoco e maneggiarlo ma le fiamme sono imprevedibili non sai mai come si comportano. Non mi conosci non sai cosa penso, non sai cosa desidero e cosa voglio" asserisce. girandomi attorno come un'abile predatore pronto a sferrare il suo attacco.
"Non sono come le altre"asserisco "penso che tu l'abbia capito. Non puoi avere da me ciò che hai da loro" affermo. Non sarò mai come Stacy o quelle altre due ragazze.
"Ma io non ti ancora detto cosa voglio" sorride sornione.
"Non sono difficili da comprendere i desideri degli uomini" affermo .
"Non sono un uomo comune. Sono una maschera ma spesso una maschera ci dice più di un volto" prosegue citando Wilde "le maschere rivelano e non sempre nascondono. La mia rivela tutto il mio essere, rivela chi sono e le cause del vuoto che sento dentro" aggiunge risoluto.
"Molto spesso una maschera nasconde chi siamo, ma non nasconde i nostri desideri. Alla fine è un pezzo di carta che ci attacchiamo al viso per mostrare quello che vorremmo e chi vorremmo essere. Proteggiamo noi stessi e gli altri dall'infelicità che ci trasciniamo dietro" ammetto con sguardo assorto fisso l'acqua per non guardare i suoi occhi che hanno tanto voglia di ricevere delle risposte e capire le motivazioni che mi hanno portato ad essere ciò chi sono.
"Ti piace nasconderti o fingerti altro da chi sei realmente?" domanda incuriosito.
"Entrambe le cose ma principalmente la prima" rispondo. Sono un illusionista alla fine mi nascondo dell'occhio umano e nascondo la mia anima rotta dal mondo che con tanto ardore ha voluto disintegrarla e infrangerla in mille pezzi finché non mi sono rimasti solo dei cocci da raccogliere e tentare di raggruppare come meglio potevo. Non potevo lasciare dei frammenti ma unire i tanti pezzi di me dando vita ad una nuova me che ha qualcosa di nuovo ma che conserva nella sua matrice la mia essenza, quella parte pura e fiduciosa che nessuno riesce a vedere perché non la mostro e la nascondo e la proteggo con il mio cinismo non permettendo a nessuno di farmi del male. Non mi rendo più fragile, sono una guerriera e sono qui per combattere per me e per i miei ideali che sono principi distanti da questa realtà contorta dove domina sul volto degli uomini la mancanza di empatia. Non siamo più bravi a capire e comprendere gli altri, non siamo più bravi ad affrontare la realtà e le emozioni che sono legate all'esperienza e cosa si può fare per spegnere l'emotività e non affrontare ciò che ci spaventa? Non lo viviamo e basta ci mascheriamo e camminiamo come ombre in un mondo di ombre o come maschere in un mondo di ombre. Dove delle persone non resta più nulla se non un corpo vuoto che si muove ma con sguardo assorto e animo distante dalla realtà. Sono qui a riflettere su qualcosa che affligge anche me, perché anch'io sono maschera, anch'io mi proteggo, anch'io non vivo, anch'io mi muovo con sguardo assente e apatico, anch'io sono una delle tante macchine che abitano questa terra ma a mia discolpa posso solo dire che la mia è forma di difesa. Mi proteggo, proteggo ed evito che mi possano essere inflitte nuove ferite che questa volta mi renderebbero impossibile vivere, già adesso mi è difficile persino respirare a volte, mi sembra di sentire un macigno sul petto che mi schiaccia le vie respiratorie . ma lotto, lotto perché ci sono tanti motivi per cui lottare non mi ricapiterà mai più di vivere e voglio sfruttare questa vita al massimo nonostante tutte le mie ferite. Alla fine sono pur sempre una sopravvissuta e come i sopravvissuti di guerra sto imparando a camminare nel mondo nuovamente. Assorta dai miei pensieri non mi ero resa conto della vicinanza di Adrian, i nostri volti sono allineati sembra che si possano sfiorare. Esce fuori la lingua e si inumidisce il labbro solo ora notò che ha un piercing sulla lingua, lo osservo incuriosita.
"Sei attratta da me...."prosegue sussurrando "come io lo sono da te" aggiunge con tono basso e sensuale. Stordisce la mente con la sua voce roca e sensuale, stordisce l'intelletto con le sue citazioni. Lui stordisce e basta senza curarsi degli effetti che ha della sua vittima.
"Ma non ho intenzione di cadere nella ragnatela che stai tessendo per incastrarmi..."ribatto scuotendo la testa e mettendo distanza.
"Un ragno non può incastrare un altro ragno ma solo delle mosce e tu non mi sembri preda Grace ma predatrice" asserisce avvicinandosi nuovamente.
"Le tue lusinghe non mi ammaliano. Rinuncia Adrian, non puoi ottenermi. Nessuno può" ammetto. A volte persino il mio IO si perde dentro tutto il mio caos, si perde nel generico e poi la mia maschera con la sua particolarità lo ritrova. La nuova me trova e protegge sempre la vecchia me.
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RomanceAdrian e Grace, sono stati distrutti dalla vita in modo diverso. Entrambi sopravvivano ma hanno smesso di vivere. Tutto cambia con il loro incontro. La follia che anima le loro menti, inizia ad animare la realtà. Insieme iniziano a rincorrere la...