Capitolo 35

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Canzone :Fire (Barns Courtney⬆️)

Grace

Le sue labbra mi rivendicano,le sue mani mi possiedono,ora è lui ad avermi in pugno ma perché voglio che mi abbia in pugno.
"Ti è piaciuto entrare nel mio mondo piccola Grace?"biascica con tono altamente sensuale ed erotico nel mio orecchio "Ti spaventa troppo il lupo nero che si nasconde nell'oscurità?"domanda con un ghigno malefico.
"A te spaventa il cacciatore che non si nasconde ed è davanti a te armato?"ribatto con ilarità,pensa di potermi spaventare, ma non è così.
"Magari ti potrei spogliare delle tue armi..."prosegue incamminandosi verso il suo stanzino,lancio un'occhiata verso mia cugina che ha la mandibola spalancata che quasi le tocco il pavimento.Stacy è talmente innervosita che a breve le uscirà il fumo dalle orecchie e Candice ha uno sguardo indecifrabile un misto fra il compiaciuto e lo stizzito perché le è stato tolto il suo lecca lecca preferito. Vorrei chiedergli dove stiamo andando ma mi direbbe la sua solita risposta quindi decido di starmene zitta,mi mantiene come un trofeo e solo ora mi rendo conto che ha arpionato le dita nel mio didietro.
"Stia facendo qualcosa che non dovresti fare, ne tantomeno ti ho dato l'autorizzazione per farlo..."borbotto,gli mordo la mandibola con fare vendicativo.
"Non chiedo mai il permesso mi prendo sempre quello che voglio..."ribatte con sguardo fiero.
"C'è ne sono numerose questa sera perché non prendi da loro quello che vuoi?"domando divertita. Apre la porta di uno stanzino e con un calcio la richiude facendola sbattere. Una luce flebile illumina la stanza, mi poggia sul un tavolino in legno e si allontana dal mio corpo percepisco una strana sensazione allo stomaco,fastidiosa non l'ho mai provata.
"Chi si accontenterebbe mai del finito quando ha toccato l'infinito?" Ribatte lasciandomi allibita "tu cosa vuoi Grace?"domanda improvvisamente si infila la canotta e si insinua fra le mie gambe. Mi accarezza la coscia scoperta e il tocco delle sue dita ruvide ancora fasciate mi fa rabbrividire,ha le nocche piene di sangue e uno sguardo carico di desiderio che lo rende altamente sensuale.
"Non ho mai detto di volere qualcosa da te"ribatto con sfrontatezza.
"Non è la verità il tuo corpo ti tradisce mi desideri quanto ti desidero io"prosegue allunga la lingua e mi mostra il piercing al centro,la sua lingua vellutata accarezza il mio labbro e resto ferma imbambolata sotto il suo tocco.
"Non sono nata per fare la concubina e prima di giudicare il mio agire penso che dovresti capirmi..."ribatto con tono leggermente aspro.
"Allora giochiamo a carte scoperte piccola Grace..."ridacchia,so perfettamente che sta mentendo ma voglio che resti con me. Se adesso smetto di giocare con lui scapperà da una delle sue concubine tutta bellezza e niente cervello.
"Non mentire almeno con me Adrian,capisco quando menti.Ho casa libera, se proprio hai voglia di giocare..."concludo,si lecca il labbro e si allontana,recupera le chiavi della macchina e me le fa oscillare davanti al viso.
"Forza Grace Andiamo..."mi incita,lo seguo silenziosamente e ci incamminiamo verso l'uscita sul retro per evitare tutti.

Bevo un bicchiere d'acqua e attendo che Adrian finisca di farsi la doccia,poggio il bicchiere sull'isola non appena vedo lo sua sagoma possente avvicinarsi. Il suo corpo scultoreo è avvolto da un semplice asciugamano che copre il necessario,i capelli sono bagnati e tirati indietro,i suoi occhi sono vispi e pronti per la prossima mossa.
"Ti propongo un gioco piccola Grace.."biascica mentre cammina avanti e dietro davanti l'isola.
"Quale gioco?"domando incuriosita.
"Se riesco a rubarti un bacio dovrai rivelarmi qualcosa di te"asserisce con tono sensuale.
"E io cosa ci dovrei guadagnare?" ribatto.
"Un bacio da me, cosa potrai mai nascondere di tanto scandaloso?"afferma con spavalderia.
"Voi uomini cercate la ragazza semplice e siete sicuri che nessuna possa avere un trascorso complicato e pieno di eventi drastici e insidiosi. Cercate la ragazza sicura di sé che vi salvi dai vostri problemi ma io non sono quel genere di ragazza perché ho già il mio caos dentro che ho bisogno di risolvere e chi vuole un casino se è già un casino dentro di sé?"non so nemmeno se abbia capito la mia domanda.
"Chi può capire il caos se non una persona che porta con sé il caos dentro?"ribatte con una certa sicurezza del tono di voce "perché non mi racconti delle tue battaglie Xena?Magari potrei iniziare a capirti"prosegue fissandomi con sguardo intenso i suoi occhi di ghiaccio mi scrutano dentro nel tentativo di capirmi ma non può comprendere ciò che non riesco a comprendere nemmeno io.
"Mi chiami con lo stesso nome di un'eroina ma non sai ancora se sono la vittima o il carnefice delle mie battaglie"ribatto con un sorriso amaro.
"Gli occhi non mentono Grace e tu non sembri il mostro ma la vittima che si maschera da mostro"sogghigna prende i suoi pantaloni e estrae una sigaretta, si porta la sigaretta fra le labbra e l'accende "tu invece chi pensi che io sia la vittima o il carnefice?"domanda mentre mi ronza attorno come un predatore pronto ad assalire la sua preda. Non mi intimidisce, non ha ancora capito con chi ha a che fare.
"Entrambi"rispondo inchiodandolo con lo sguardo.
"Risposta sbagliata Grace. Io sono il carnefice in tutte le mie battaglie..." "Non mi spaventi con le tue affermazioni,conosco più carnefici che vittime e tu anche se non lo vuoi dimostrare in parte sei vittima e nascondi le ferite delle tue battaglie"scuoto la testa divertita.
"Non mi consoci eppure pensi di potermi capire" mormora.
"Lo hai detto tu qualche secondo fa nessuno ti può capire meglio di chi porta con sé il caos dentro"ripeto le sue parole "ti contraddici Adrian?"sorrido vittoriosa.
"Dal caos si è generato l'universo ma gli universi si generano da caos diversi.."ribatte con fare enigmatico.
"Dove vorresti arrivare?"domando con un cipiglio.
"Che il mio e il tuo di universo sono troppo diversi..."scuote la testa.
"Quindi neghi quello che hai detto in principio? Ho sempre pensato che io e te fossimo troppo simili"proseguo
"Entro spesso in contraddizione con quello che dico, tu porti dentro battaglie diverse dalle mie che non ti permetteranno mai di capirmi..."conclude lapidario si ferma davanti a me in attesa di una mia risposta, mi avvicino al suo orecchio fino a sfiorare con le labbra il suo lobo.
"Te l'ho già detto che non sono un'eroina se vuoi posso essere Harley Quinn,sono un cruciverba complicato dalle molteplici soluzioni e indizi,sono irrisolvibile..."sussurro nel suo orecchio mi allontano e osservo la sua espressione indecifrabile. Resta stordito a fissarmi come se fosse sotto l'effetto di un incantesimo.
"Mostrami la tua follia allora?"ribatte divertito e riprende a fumare.
"Osserva i miei quadri e ne avrai un assaggio" ammicco divertita e mi incammino.
"Mostrameli..."mi segue e mi affianca.
"Cercali gli indizi non vengono mai fuori da soli" sorrido divertita.
"Harley Queen non dovrebbe giocare nella stessa squadra di Joker, dovresti aiutarmi" seguita.
"Tu fai rifermento ad un film non alla realtà, quindi non sai realmente da che parte sto, ne come gioco..."ondeggio in maniera lenta ed elegante.
"Allora non sai nemmeno come gioca Joker nella realtà"mormora alle mie spalle.
"Potrei scoprirlo..."mi siedo sull'isola e oscillo con i piedi avanti e dietro,lo fisso provocatoria.
"Se tu scopri qualcosa di me io scopro qualcosa di te perché capisco come ti muovi piccola Grace. Credi di poter giocare ad armi pari con me?"si posiziona davanti e mi divarica le gambe insinuando il suo corpo possente e mascolino,la sua colonia immischiata al profumo del tabacco sono l'idillio per il mio olfatto, sfioro con le labbra il suo zigomo e dischiudo gli occhi.
"Non credo ma ne sono convinta Adrian"sussurro sensuale e lo spintono per farlo allontanare non si smuove di un millimetro e poggia le mani sulle mie cosce scoperte.
"Amo chi sa fronteggiarmi e usare le mie stesse armi"prosegue con un ghigno soddisfatto.
"L'amore è un sentimento che non conosci, non usare parole che non ti appartengono e poi magari uso armi più lentati delle tue non mi conosci Adrian"ridacchio e ondeggio con il capo.
"Ti conosco abbastanza da sapere che non possiedi quel genere di armi, nessuno gioca d'astuzia più di me. Non puoi fregarmi Grace" mi ruba un bacio e si allontana di poco "è questo ne è la dimostrazione"aggiunge,mi ha fregata, è riuscito a baciarmi .
"Non è giusto stavamo discutendo...me lo hai rubato"mi lamento.
"Abbiamo detto che dovevo riuscire a baciarti, non abbiamo stabilito i modi" evidenzia.
"Non era un vero bacio"si avvicina nuovamente a me e mi bacia con più trasporto,con passione con la voglia di rubarmi l'anima, separa le nostre labbra retrocedendo con il capo.
"Non mi depisti piccola Grace adesso devi rivelarmi qualcosa.."biascica sensuale sulle mie labbra,mi lecca in maniera perversa e provocatoria il labbro inferiore.
"Non ho mai detto di aver accettato la sfida"sorrido soddisfatta. Stiamo giocando con le stesse armi, chi vincerà in una battaglia fra cattivi,Joker o Harley Queen ?Sorride in maniera diabolica.
"Appena ho messo piede qui dentro abbiamo iniziato a giocare..."ribatte schietto "forza parla Grace"mi incita.
"Perché devo rivelarmi se tu non lo fai..."ribatto inasprita.
"Tu sei la seconda persona che sa qualcosa di me,gli altri non mi conosco vedono solo la maschera e la prima persona è il mio lupo bianco che non c'è più..."ribatte scuotendo la testa. Improvvisamente nei suoi occhi si accende una scintilla,si allontana al mio corpo "se non vuoi parlare tu saranno i tuoi quadri a farlo giusto?"prosegue cammina verso le scale e mi pento di avergli dato l'indizio dei quadri. Sta andando nella mia stanza, dannazione,dove ci sono i miei quadri in punizione. Mi slancio con la schiena ma non posso più fermarlo,sale le scale velocemente,lo seguo come un'ombra.
"Se guardi quei quadri non mi guarderai più nella stessa maniera..."urlo dalle scale.
"Voglio guardarti come si guarda la verità non con pietà ma con forza d'animo Grace..."ribatte. Corro su per le scale. Apre la porta della mia stanza e si fionda verso i miei quadri ne prende uno. Prende proprio il quadro rivelatore e lo volta verso di me,mostra la vergogna della mia anima a me e a se stesso. Nel quadro c'è una figura distesa per terra illuminata da un lampione, indossa un vestito azzurro,che è adornato da una pozza di sangue fra le gambe che macchia il pavimento e il vestito. Ci sono delle ombre attorno che restano ferme e l'additano,solo uno stolto non capirebbe.
"Immaginavo che fossi..."lascia la frase in sospeso.
"Dillo..."lo incito a dirlo con lo sguardo carico di rabbia "dillo Adrian..."abbaio adirata.
"Dillo tu Grace perché sei tu quella che non vuole ammetterlo..."ribatte.
"Sono stata stuprata,ne sono consapevole e convivo con questa consapevolezza da mesi. Non si può negare la realtà ma si può provare a vivere lontano da essa! Non nego quello che mi è successo ma non voglio che gli altri vedano la mia debolezza e mi guardino con pietà. Mi indichino e giudichino come la povera ragazza stuprata perché io non sono solo quello! Sono molto altro e nonostante la mia follia resto pur sempre una persona prima di essere quello che tu vedi in quel quadro e anche tu nascondi una debolezza che non riveli a nessuno! Sei codardo quanto me se vogliamo parlare in questi termini..."gli urlo contro. Discutere con lui mentre indossa un solo asciugamano rende la situazione ancora più strana.
"Sei tu cieca e non vuoi vedere!"urla a sua volta.
"Tu parli come me per metafore dici di aver perso il tuo lupo bianco che è una persona ma la domando è chi è? E perché sei così arrabbiato con te stesso..."gli urlo contro con ferocia.
"Era il mio gemello Grace! Era la metà di me! La mia perte buona e l'ho perso perché mi ha donato il suo cuore del cazzo Grace! Un cuore che io non gli ho mai chiesto!"mi urla contro con tutta la sua frustrazione "diceva che voleva salvare qualcuno, tu non puoi capire cosa significa essere la colpa della rovina di te stesso e della tua famiglia! Ho ucciso qualcosa di buono che avrebbe cambiato il mondo!"Resto in silenzio. Entrambi abbiamo il respiro concitato restiamo fermi a fissarci qualche secondo,ci sono ancora così tanti segreti tra di noi, questa è solo la cima dell'iceberg ma sotto c'è un ghiacciaio immenso che nessuno dei due ancora vede. Stranamente sento uno strano senso di sollievo,si siede alla fine del mio letto e continua a fissarmi.
"Mi dispiace per tuo fratello..."mormoro.
"Mi dispiace..."sussurra lui non sapendo di cosa scusarsi.
"Per la tua verginità..."proseguo con rammarico. Ho perso la mia verginità con uno stupro e da quel momento non ho permesso a nessun uomo o essere umano sconosciuto di toccarmi." Lui resta impietrito.
"Che casino Grace..."si distende sul letto e si porta le mani in testa con fare esasperato.
"Non poteva avvenire altro..."seguito sedendomi accanto a lui,abbasso lo sguardo e fisso i suoi addominali contratti e osservo con ardore il contorno definito. Scendo con lo sguardo verso l'asciugamano e noto la forma evidente del suo...sposto lo sguardo velocemente. Entrambi c'è ne stiamo fermi a contemplarci.
"Quindi non ha mai fatto sesso dopo quello che ti è successo?"domanda rompendo il silenzio.
"No, per me era connesso ad un esperienza negativa...ritengo ancora che sia così e non mi sono mai fidata abbastanza di qualcuno per fare un passo del genere..."proseguo. Annuisce e continua a guardarmi si slancia con la schiena "non farne parola con nessuno..."gli punto un dito contro.
"Nemmeno tu Grace..."borbotta girando gli occhi al cielo "poi per chi mi hai preso? Con chi dovrei parlare di una cosa del genere?" borbotta.
"Con i tuoi amici..."rispondo.
"Si, certo domani mentre faccio colazione mi metto a parlare con Connor di una cosa del genere ma scherzi? Non ne farò parola con nessuno..."prosegue mi fissa le labbra e poi ritorna con lo sguardo ai miei occhi "che casino..."ripete.
"L'hai già detto..."evidenzio.
"Grace...ti voglio e non posso averti ed è straziante..."prosegue girando gli occhi al cielo.
"Mi potresti avere, ma alle mie condizioni e le mie regole..."rispondo "ho già i miei problemi con la fiducia e tutto il resto..."proseguo,mi fissa qualche secondo vorrei mangiarmi la lingua per quello che ho appena detto.
"Dovrei vedere prima quello che hai da offrirmi..."mi schernisce, il suo sguardo guizza lungo il mio corpo.
"Sicurante molto di più di quello che ottieni da quelle che ti scopi..."borbotto.
"Potremmo fare un gioco..."prosegue.
"Non mi proporre di far parte del clan di quelle che ti sbatti..."gli punto un dito contro.
"Se mi facessi parlare eviteresti di dire stronzate..."prosegue.
"Va bene parla..."mormoro infastidita.
"Facciamo che per un po' giochiamo una partita solo io e te finché continuiamo a sentire quello che c'è tra di noi qualsiasi cosa sia..."
"Giuro che se sfiori qualcun'altra lo verrò a sapere e me la pagherai..."
"Mantengo sempre la parola Grace. Allora vuoi giocare ancora con me piccola Grace?"Allunga una mano e mi scosta una ciocca di capelli dal viso.
"Voglio provarci, non ti assicuro nulla..."rispondo sinceramente. Non so come andrà. Voglio tornare a vivere.

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