Hypnotic Poison

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«Voglio vedere le tue mani sotto a quella stoffa, coraggio.» Taehyung parlava a voce alta a quella meravigliosa ragazzina che cercava di tenere i due lembi laterali del vaporoso abito smeraldo.
Si trovavano all'aperto, e lo shooting si stava tenendo su di un umido prato verde fra le colline. La modella era scalza e provava a non fare toccare per terra quel meraviglioso vestito a balze di tulle, mentre seguiva le indicazioni del fotografo. Le sue esili spalle erano coperte a metà da morbide spalline di tessuto, e le braccia nude tradivano i brividi del freddo autunnale, così come il naso leggermente arrossato. I lunghi capelli castani le erano stati raccolti in uno chignon disordinato e gli innocenti occhi artificialmente cerulei le erano stati segnati con solo un leggero tocco di mascara marrone, mentre alle sue labbra era stato dato un tono color mattone, che riprendeva il colore delle patch floreali cucite sull'abito.
Stavano lavorando da tutto il pomeriggio con solo un paio di pause per far riprendere la ragazza, che erano state sfruttate da Taehyung per far risistemare il setting ai suoi assistenti.
Quando ebbero finito tutte le varie combinazioni di accessori da sfruttare e anche l'ultimo raggio di luce naturale buono per scattare fu svanito, decisero di smontare tutto. Mancava circa un'ora al tramonto e avevano iniziato appena dopo pranzo, eppure a lui sembrò fosse trascorsa solo mezz'ora.

«Sei stata brava Yiren, eppure mi avevano detto che sei nell'ambiente da pochissimo.» Si complimentò Taehyung, mentre finivano di sistemare le ultime attrezzature negli zaini.
«Grazie mille signore, ma è lei che è stato molto bravo a guidarmi.» Commentò lei, inchinandosi.
Taehyung le sorrise genuinamente, poi si caricò in spalla le attrezzature e le si rivolse, mentre si dirigeva verso la propria auto: «Dirò anche che sei molto educata alla tua agenzia.»
La ragazza sorrise di nuovo, mentre anche lei andava in direzione della sua macchina, fece un breve inchino senza fermarsi e lo ringraziò nuovamente. «Spero di trovare sempre fotografi professionali e gentili come lei signor Kim.»
«Lo spero tanto anche io per te. Arrivederci Yiren.» Si congedò, mentre saliva sul proprio mezzo.
«Arrivederci signore.»

Il sole iniziava velocemente a calare mentre rientrava nel suo studio. Nonostante fosse tardi e la sua giornata di lavoro fosse in realtà conclusa, doveva assicurarsi che quegli scatti finissero al più presto nei suoi preziosi hard disk, altrimenti non avrebbe dormito bene quella notte, terrorizzato dalla possibilità che un corto circuito, un furto, una disattenzione, potessero vanificare il suo impegno e quello dei suoi colleghi.
Le luci al neon di quel piano restavano perennemente accese e ogni volta lo destabilizzava notare che lì dentro non si capisse mai se fosse notte o giorno. L'unica finestra con le veneziane aperte era la sua, mentre tutti gli altri lavoravano solo con la luce artificiale e questo gli incuteva una certa angoscia.
Quando aprì il suo ufficio si vedeva ancora qualche pesante raggio aranciato filtrare dai vetri sporchi. Sì affacciò a quella finestra nel totale silenzio e osservò la sua città assumere sfumature e contorni affascinanti, sotto il manto caldo del sole morente.
Vedere quello spettacolo da una tale altezza e in totale tranquillità fu una soddisfazione immensa, la più grande da quando era stato promosso nel suo lavoro.
Restò lì finché la stella non scomparve tra i grattacieli, poi si sedette, posò la macchina fotografica sulla scrivania e accese il PC.

*  *  *

Toc, toc.

«Avanti.» Disse Taehyung con voce assonnata: non aveva dormito molto quella notte, dato che alla fine era rimasto fino a tardi in ufficio per fare una prima scrematura delle fotografie.
«Buongiono signore.» Salutò Yeonjun, comparendo da dietro la porta, mentre si inchinava.
«Buongiorno Yeonjun, dimmi pure.» Rispose Taehyung, mentre distrattamente scorreva al computer le immagini catturate il giorno precedente, per selezionare quelle da editare per prime.
«Il signor Kim la desidera nel suo ufficio.» Lo informò.
«Sì, vado subito, grazie.»
«Non c'è di che signore.» Disse inchinandosi. «Con permesso.»

*

«Buongiorno signore, aveva bisogno di me?» Salutò a sua volta Taehyung inchinandosi sulla soglia dell'ufficio del signor Kim.
«Buongiono ragazzo. Sì, accomodati pure.» Ricambiò Namjoon, indicandogli la sedia di fronte alla propria scrivania.
C'era molto meno ordine dell'ultima volta in quell'ufficio, che Taehyung trovò più polveroso e peno di scartoffie qua e là. Spostò dei documenti e delle cartelline dalla sedia e si sedette.
«Perdona il disordine: ci avviciniamo alla fine dell'anno e sto preparando tutti i dati da elaborare per l'inventario e il bilancio.» Si scusò il caporedattore.
«Ma siamo a settembre...» Mormorò Taehyung tra sé e sé, accorgendosi solo dopo che il signor Kim lo aveva perfettamente udito. «Signore.» Aggiunse il ragazzo, provando a rattoppare la situazione.
A quella Namjoon ridacchiò sotto ai baffi e giunse le mani sulla scrivania, incrociando le dita e guardando il fotografo con aria divertita.
«Il nostro contabile è un tipo a cui piace avvantaggiarsi, che vuoi farci?» Si accostò strascicandosi con la sedia con le ruote. «Comunque...» Inizò. «A che punto sei con il tuo progetto?» Domandò con occhi furbi, lasciando palesemente far intendere che il suo interesse andasse ben oltre quella richiesta.
«A buon punto direi: ieri ho fatto una prima scrematura e ora sto lavorando sulle bozze delle immagini restanti.» Rispose sospettosamente Taehyung, non capendo dove il signor Kim volesse andare a parare.
«Riesci a dirmi a grandi linee i tempi entro i quali avrai finito con questo?» Chiese ancora.
«Se ci lavoro a pieno regime, in un paio di giorni dovrebbero essere tutte pronte signore.» Disse, iniziando a farsi un'idea di che cosa avesse bisogno il suo capo.
«Ottimo ragazzo! Allora ti consiglio di lavorare a pieno regime, perché la prossima settimana dovrai preparare un servizio bello tosto.» Esultò Namjoon galvanizzato. 
Taehyung lo guardò con aria confusa. «Ma il servizio per il prossimo mese è già pronto signore.» Gli fece notare. «A cosa serve organizzarne uno in più?»
«Serve a farci lavorare con l'agenzia di modelli più famosa della Corea ragazzo. 
Loro ci hanno contattati perché sono interessati a comparire su Glow magazine e io non ho certo intenzione di farli attendere. Ti ho preso un po' di tempo, giusto tre giorni, perché sapevo che stavi lavorando ad altro, ma ti dico solo che avrebbero voluto concludere prima di venerdì.» Parlò col tono sicuro di chi sa il fatto suo, guardando il ragazzo dritto negli occhi.
«Quindi lavorerò con modelli famosi signore?» Chiese innocentemente il ragazzo, già con gli occhi sognanti.
«Ti piacerebbe.» Incalzò il signor Kim divertito. «Intanto ci mandano volti nuovi e se il nostro lavoro sarà di loro gradimento, potrebbe iniziare un sodalizio professionale che frutterà a entrambe le parti.»
«Ma è fantastico.» Commentò Taehyung a voce alta.
«Esatto ragazzo, quindi vediamo di fare un buon lavoro. Ti ho fissato un appuntamento per oggi pomeriggio con la direttrice creativa, così finalmente la conoscerai di persona e potrete decidere dove e come ambientare il servizio.» Lo informò l'uomo, passandogli un biglietto con su scritta l'ora e il luogo dell'incontro. «Mi informerete immediatamente sulle vostre decisioni. Puoi andare.» Tirò corto Namjoon.
«Bene signore, sarà fatto.» Si alzò e si inchinò educatamente. «Arrivederci signore e grazie.» Lo salutò.
«Ciao ragazzo, mi raccomando...» Gli sorrise, mentre usciva.






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