Si svegliò di soprassalto, spaventato dal suono fastidioso della sua sveglia e subito sentì gli occhi ancora pesanti.
Non sapeva a che punto si era addormentato, ma gli sembrava di essersi girato nel letto per ore quella notte. La doccia gli era servita solamente per tergere il suo corpo, tuttavia aveva la mente ancora inquinata dal malessere della sera precedente.
Aprì un occhio e vide in modo sfocato la luce dorata del sole filtrare dalle tende color Borgogna. Respirò profondamente e poi iniziò a stiracchiarsi. Gli faceva male dappertutto e sapeva benissimo il perché. Sbadigliando, si mise a sedere sul letto e, come gli capitava spesso, cominciò a fissare un punto di fronte a sé mentre tentava con difficoltà di formulare dei pensieri coerenti.
I suoi occhioni neri erano gonfi e apparivano più piccoli del solito, le sue labbra rosee erano secche e l'espressione corrucciata lo faceva sembrare un bimbo delle elementari che non riesce bene a leggere la lavagna.
Pensò ai moti di ribellione che lo avevano infervorato la sera precedente, al pensiero che aveva di licenziarsi, al bisogno che sentiva di solitudine e di vita genuina. La finzione onnipresente nel suo lavoro lo aveva stancato enormemente e se prima era esaltato di fronte a quel mondo patinato e posticcio, adesso ciò che provava era indifferenza mista a disgusto.
Non voleva alzarsi per vestirsi e tornare nella tana del lupo, dove il suo agente lo avrebbe obbligato ad affrontare provini farlocchi il cui esito era stato deciso la sera precedente in camera da letto.
Il solo pensare a quegli sguardi viscidi sul suo corpo giovane gli provocava i conati di vomito.Sentì bussare energicamente alla porta.
Tum tum tum
«Jeon, ci sei?» Domandò la voce roca dell'agente Yang.
«Sissignore. Mi vesto e arrivo.»
«Vedi di muoverti ché tra un'ora hai il provino.»Lo stomaco di Jungkook si contorse, le mani iniziarono a sudargli e gli occhi gli si inumidirono. La sua intera persona non sopportava l'idea di doversi sottoporre di nuovo al giudizio di rivoltanti uomini bavosi. Lo avrebbero scelto per la sua immagine, ma lui era più di quello: era più dei suoi muscoli, della sua statura, della sua pelle morbida; era più di un bel visetto, dei suoi occhioni innocenti e del suo sorriso candido. Il contenitore poteva essere abbellito in qualsiasi modo per rivelare una personalità, ma lo stesso lui non era solo il suo corpo, tuttavia non una persona sembrava essersene accorta: tutti lo trattavano come un principe solo perché ne aveva l'aspetto, nessuno si chiedeva se poi del principe avesse anche la cultura, il carisma o l'arguzia e a nessuno interessava in fondo.
Ebbe la forte tentazione di scappare via lontano, in modo che nessuno potesse trovarlo né riconoscerlo.
Si guardò un attimo intorno, ma poi si ricordò che il suo manager stava proprio fuori dalla porta e sospirò.Si vestì al volo, prese la valigia e uscì verso la sua odiata professione.
«Alleluia ragazzo. Buongiorno.»
«Buongiorno signore.» Lo salutò abbassando lo sguardo.
«Allora? È andato tutto come doveva?» Gli domandò mentre gli strappava la valigia marrone dalle mani e si incamminava.
«S-sì.» Balbettò.
«Bene, questo significa che il provino lo hai già passato.»
«Io non...»
Il signor Yang lo guardò torvo, ma quell'occhiata intimidatoria non fermò la lingua del modello: «Non lo voglio più fare.»
I passi del signor Yang si bloccarono e Jungkook, che gli camminava dietro, poté solo sentire un lungo sospiro di disapprovazione. Ripartì a camminare e rispose freddo: «Ah no? Come pensi di andare avanti in questo mondo quindi?»
«Sono già piuttosto famoso... n- non ne ho bisogno.»
«Ah no?» Sospirò di nuovo. «E io che pensavo tu fossi veramente affamato di successo.»
Jungkook non replicò, così l'agente continuò: «Mi avevano detto che saresti potuto diventare il più grande di tutti con la verve che avevi dimostrato inizialmente. Evidentemente manchi di perseveranza.»
Jungkook si sentì ferito da quella provocazione, ma ancora non rispose.
«Ti ho preso sotto la mia ala perché credevo in te e tu mi ripaghi con questa moneta?» Aveva alzato sensibilmente il tono della voce. «Capisci che ti sto guidando in modo che le tue azioni portino successo a te e solo a te?»
«Sì... ma non lo voglio più fare.» Mormorò finalmente.
«Perché? Non lo vedi che sta funzionando?» Domandò esasperato il signor Yang.
«Perché mi fa schifo! Non voglio essere una prostituta, non è questo il mestiere che ho scelto di fare!» Alzò la voce anche lui, lasciando l'agente muto.
«Va bene, poi ne riparliamo. Adesso muoviti ché se no facciamo tardi.» Tagliò corto.Il cuore di Jungkook si era fatto più leggero.

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Chic
Teen Fiction⚠️ Avviso per correttezza⚠️ questa storia non ha una conclusione e non la avrà. Se vorrete iniziarla ugualmente, vi ringrazio e mi scuso. Taehyung è un fotografo esordiente introverso e perfezionista. Incontrerà il modello Jungkook con il quale ins...