115 15 0
                                    

Tornò in albergo molto più tardi quella sera, poiché dopo la sfilata era stata organizzata una festicciola per i membri dello staff e Taehyung non aveva potuto declinare per motivi di rapporti professionali.
Si era annoiato a morte: odiava le feste e tutto ciò che implicasse musica alta e l'andare a letto dopo la mezzanotte. Senza contare che aveva dovuto riportare con sé tutta la strumentazione quella volta poiché non poteva certo lasciarla nell'armadietto una volta che l'evento si era concluso. Così assoldò il solito povero Mark per aiutarlo con il facchinaggio o "la logistica" come la chiamava lui e, a trasloco ultimato, gli promise che avrebbe avuto la colazione pagata la mattina successiva.
«Il cibo è sempre un'ottima moneta di scambio.» Gli aveva risposto sorridendo a 32 denti fuori dalla porta della sua stanza.
«Bene allora affare concluso.»
«A domattina signore, buonanotte.»
«Buonanotte ragazzo e ancora mille grazie.»
Si sorrisero, poi il più piccolo se ne andò.

Taehyung indugiò con lo sguardo sulla porta di Jungkook, poiché gli era parso di aver sentito dei rumori all'interno. Si concentrò un secondo, ma non udì nulla.
«Mi sarò sbagliato. Effettivamente è tardi.» Pensò, poi fece per chiudersi dentro, ma una voce conosciuta venne dall'altra parte: «Pensavo fossi con un altro Tae.»
Il fotografo riaprì la porta e uscì nel corridoio con il cuore in gola.
«È solo il mio assistente.»
«Sembra dolcissimo.» Rispose Jungkook, uscendo anche lui nel corridoio e avvicinandosi a Taehyung.
Indossava una semplice felpa grigia e dei pantaloni della tuta neri, aveva il viso pulito e lo stesso i capelli.
«Jungkook ma sei ubriaco.» Ridacchiò il fotografo.
«Solo un po', non è un problema spero.» Disse sorridendogli e avvicinandosi al suo viso.
Taehyung arrossì e il suo stomaco ricominciò a contorcersi. Sentiva l'odore fruttato del suo shampoo in contrasto con il suo alito all'alcol e per qualche ragione sconosciuta gli piaceva terribilmente.
«N-non è un problema.» Sussurrò Taehyung.
«Bene perché io volevo fare questo.» E così dicendo gli prese le guance rosse tra le mani e lo baciò come se da lui volesse prendere la vita stessa.
Taehyung ricambiò quel bacio bisognoso con la stessa intensità e foga. Aveva gli occhi chiusi e non stava parlando, ma gli parve di vedere chiaramente tutto dentro di sé e di stare dicendogli quanto gli fosse mancato quel pomeriggio, quanto fosse bello alla sfilata e quanto lo avesse pensato ininterrottamente.
Continuavano a baciarsi e piano piano tra quegli schiocchi di labbra il suo stomaco trovò lo spazio per rilassarsi, facendo fluire dentro il suo petto una sensazione di calore immenso.
«Taehyung.» Sussurrava il modello tra un bacio e l'altro, mentre le sue grandi mani stringevano forte il corpo del fotografo.
Sentiva il brividi ad ogni sfioramento, ad ogni sospiro e ad ogni sussurro di Jungkook.
Ad un certo punto in quell'unione confusionaria, uno dei due si sottrasse.
Nell'oscurità del corridoio notturno iniziarono a guardarsi negli occhi umidi, mentre riprendevano fiato. Jungkook avvertì un brivido di freddo lungo le braccia che ancora teneva sui fianchi dell'altro. Gli lasciò un bacetto sulla fronte e gli sorrise dolcemente.
Taehyung lo abbracciò stretto stretto, rifugiandosi nel suo profumo rassicurante mentre aspettava che il cuore la smettesse di battere all'impazzata. Chiusero entrambi gli occhi mentre si cullavano in quell'abbraccio: fu l'esperienza più intima che Taehyung avesse mai avuto con qualcuno, persino più del sesso. Non lo avrebbe lasciato per nulla al mondo e sentiva già male al petto se solo pensava che probabilmente non si sarebbero più potuti rivedere.

«Inizia a fare freddo qua fuori Tae.» Sussurrò Jungkook ancora con le palpebre abbassate.
«Allora andiamo dentro.» Mormorò l'altro in risposta.
Sciolsero l'abbraccio e Taehyung portò per mano il modello fin dentro la sua stanza, poi chiuse la porta e subito dopo si gettò nuovamente sulla sua bocca rossa. Non ne aveva mai abbastanza, così come un colibrì ha bisogno di nutrirsi ininterrottamente per continuare a volare, allo stesso modo i due sentivano la necessità di cercare senza posa con le labbra il nettare sulla bocca dell'altro.
«Stai con me stanotte Jungkook.» Disse il fotografo con flebile voce supplicante e sguardo lucido.
Stavolta le mani di Jungkook non si limitarono ad accarezzargli i fianchi e la schiena, ma si spinsero più in basso fino ai glutei sodi. Taehyung non sentiva altro che brividi lungo tutto il corpo e il calore confluirgli tra le gambe.
Jungkook lo spogliò prima della giacca e la gettò su una sedia, poi si fermò un secondo e prese il viso di Taehyung tra le mani per guardarlo bene negli occhi.

«Io starò con te, tu vuoi stare con me?»
«Sì, ti prego Jungkook.»

Jungkook non se lo fece ripetere due volte e riprese a baciarlo con foga, cominciando a sfilargli la camicia dai pantaloni. Vi infilò sotto  le calde mani e toccò finalmente la sua pelle nuda che rabbrividì, staccò le labbra dalle sue e gliele portò sul collo.
Taehyung iniziò ad ansimare debolmente, sentendo già l'eccitazione crescergli tra le gambe e introdusse anch'egli le mani sotto la felpa dell'altro.
La sua pelle era calda e liscia, così morbida che Taehyung avrebbe desiderato mordicchiarne ogni centimetro.
«Se fossimo andati da me, ti avrei almeno offerto il vino.» Mormorò il modello, tra un bacio e l'altro.
Taehyung ridacchiò.
«La prossima volta.»

Taehyung non l'avrebbe definito "fare l'amore" ma quello che era certo è che si unirono in modo dolce quella notte, tra frasi sussurrate e baci.

ChicDove le storie prendono vita. Scoprilo ora