Chance

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«Te lo dico se prometti di bere con te stasera.» Disse Jungkook, poi si alzò e andò con passo sicuro a prendere la busta che aveva appoggiato sul tavolo.
Taehyung sfilò le mani dalla tasca della felpa e alzò gli occhi al cielo.
«Ma certo che bevo con te, ti pare che ci sia bisogno di ricattarmi così?» Replicò avvicinandoglisi.
Quando gli fu a pochi passi, Jungkook sentì ancora quella insistente fragranza che persisteva nella stanza e ebbe voglia di tuffare il naso tra i suoi capelli castani.
Gli sorrise.
«Te lo avrei detto in ogni caso.» Ridacchiò, portando il sacchetto sul tavolino da fumo davanti al divano e tirandone fuori alcune verdi bottiglie di soju.
Taehyung rise a sua volta e andò verso la credenza per estrarne un paio di bicchierini.
«Lo sapevo.» Gli rivelò con voce trionfante mentre gli si avvicinava per sedersi sul divano azzurro.
«Fai tu gli onori di casa?» Domandò Jungkook, concentrandosi sui suoi occhi scuri.
Non sapeva perché, ma sentiva una certa diffidenza da parte sua e, sebbene apparisse spigliato, questo lo metteva leggermente a disagio.
Il fotografo annuì, dopodiché con atteggiamento fiero disse: «Guarda come so farlo bene.»
Sotto gli occhi di Jungkook, che erano già tutti per lui anche senza il suo richiamo all'attenzione, Taehyung prese in mano la bottiglia in vetro e la capovolse velocemente creando al suo interno un mulinello di soju.
Il modello rimase a bocca aperta, mentre sul volto di Taehyung si delineò il sorriso più genuino che gli si fosse visto adosso da giorni.
«Dovresti vedere la tua faccia.» Rise il fotografo, poi stappò abilmente la bottiglia e riempì i due bicchierini fino all'orlo, offrendone uno all'altro ancora muto per la sorpresa.
«Alla tua buona notizia che ancora non mi stai rivelando.» Disse facendo sorridere l'altro, per poi alzare il bicchiere verso di lui, picchiarlo sul tavolino e trangugiarne il contenuto tutto d'un fiato.
Jungkook lo imitò immediatamente senza fare troppi complimenti, poi, pulendosi la bocca, iniziò:
«Allora, adesso che ci siamo scaldati, sono in umore di riferirti questa fondamentale novella.»
«Alleluia! Pensavo non avessi nessuna notizia e che la tua fosse solo una scusa per bere.» Commentò sarcastico Taehyung.
«Shh la prego: non rovini questa mia importantissima narrazione messere.» Lo incalzò Jungkook gesticolando con finta seriosità, poi proseguì:
«Stamattina ero andato nell'ufficio del mio manager per litigare di nuovo sulla questione di come procurarmi ingaggi e tu non ci crederai ma c'era già qualcuno lì dentro che stava discutendo per me.»
«Davvero? Chi era che parlava con quel bavoso?» Chiese interessato, mentre versava a entrambi altro soju.
«Grazie, in poche parole era il capo del mio capo e-» Bevvero di nuovo tutto d'un sorso.
«-e gli stava urlando in faccia che i modelli non sono puttane, o qualcosa del genere.»
«Ma che dici? E lui come sa di questa storia?» Domandò esterrefatto il fotografo, mentre Jungkook versava ancora da bere a tutti e due.
«Ha parlato di voci che gli sarebbero arrivate da persone non meglio specificate, ma ha fatto intendere che fossero fonti attendibili.»
«Scusa ma tu in tutto questo eri con l'orecchio attaccato alla porta ad origliare?» Rise Taehyung e buttarono giù un altro bicchiere.
«Non proprio.» Rispose lui, asciugandosi di nuovo la bocca e continuò:
«Stava urlando così forte che sentivo chiaramente tutto da fuori. Era molto arrabbiato, infatti avevo una fifa blu di perdere il lavoro e non avevo mai sentito il signor Yang così costernato.»
«Ah-ah davvero? Gli sta proprio bene a quel prepotente sfruttatore.» Osservò il fotografo, riempendo nuovamente i loro bicchieri.
Jungkook gli sorrise: aveva tanta voglia di diffamare il signor Yang, ma si trattenne poiché dopotutto era sempre il suo manager.
«Comunque deve avergli dato una bella strigliata, perché, anche se non ho sentito i discorsi seguenti, quando sono entrato era mogio come non l'avevo mai visto prima e oserei dire che non mi ha nemmeno trattato con condiscendenza.»
Bevvero entrambi, poi Taehyung domandò entusiasta:
«Quindi sei riuscito a strappargli qualche trattamento di favore?»
«Meglio! Sono riuscito a strappargli la promessa di non dover mai più prestare favori particolari ai produttori.» Sorrise e Taehyung gli sorrise entusiasta di rimando.
«Ma è fantastico!» Esclamò, dopodiché versò di nuovo da bere e propose un brindisi:
«Alla sconfitta del tuo manager stronzo.»
«Alla monogamia.»
Fecero scontrare i loro bicchieri guardandosi negli occhi e bevvero ancora.
Taehyung, tranquillo e forse già brillo, stese le gambe su quelle di Jungkook e si appoggiò di lato al divano.
«Quindi niente più giornate intere dove sparisci?» Domandò Taehyung.
«No. Niente più sensi di colpa, né imbrogli, né ansie: solo il mio lavoro e tanto Taehyung.» Sorrise, decisamente brillo e perso nel volto rosato dell'altro.
«Che faccia aveva mentre ti ridava la libertà?»
«Arrabbiata. Ma cos'è adesso tutto questo odio nei suoi confronti?» Ridacchiò nervosamente.
«Nessuno deve trattare così il mio Kookie e se lo fa deve essere punito in qualche modo.» Rispose il fotografo girandosi e versando altro soju.
«Alle persone che trattano come si deve Guk.» Disse con il bicchiere in aria.
«Al karma e ai colpi di fortuna.» Gli fece eco Jungkook, poi ne buttarono giù ancora e ancora e la serata sembrò passare alla velocità della luce tra brindisi improbabili, balletti e risate.
Non sapevano se fosse l'effetto dell'alcol, oppure l'essersi tolti entrambi una preoccupazione che era come un macigno sul petto, ma si sentirono più uniti quella sera di quanto lo fossero mai stati fino ad allora: senza segreti i loro cuori e le loro menti viaggiavano leggeri di pari passo e quando si guardavano scattava una nuova magia alla quale ancora non avevano dato un nome.

Taehyung stava appoggiato a riprendere fiato su una spalla di Jungkook dopo l'ennesimo valzer improvvisato del quale nessuno dei due conosceva i passi, ma non gli riuscì visto che l'altro continuava a farlo ridere con vocette buffe e imitazioni caricaturali.
«Gua-guarda che r-ridere troppo può portare a-lla morte.» Disse Taehyung a voce alta, mentre le lacrime gli annebbiavano la vista per la ridarella.
«No, non voglio averti sulla coscienza.» Rispose il modello improvvisamente mortificato.
Taehyung si rabbuiò e il riso lo abbandonò appena prima che Jungkook lo sopraffacesse, iniziando a solleticarlo sulla pancia ed esclamando:
«Stavo scherzando: ti avrò sulla coscienza!»
Le proteste del fotografo furono inutili, ma fortunatamente dopo poco Jungkook si stancò di torturarlo e si accomodò di nuovo a sedere per riprendere fiato a sua volta e versare ad entrambi l'ultimo goccio.
«L'abbiamo finito tutto.» Osservò Taehyung deluso, rialzandosi per prendere il suo bicchierino.
«Eh già, va be' tanto sarà quasi ora di andare a casa.»
«Non andare a casa, stai qui stanotte Jungkook.»
La voce di Taehyung si era fatta improvvisamente seria, profonda, sensuale e il sentire pronunciare il suo nome per esteso da lui, che lo chiamava sempre con vezzeggiativi, gli fece salire un brividino tra le scapole.
«Come posso rifiutare, se me lo dici con quel tono?»
Sorrisero entrambi e si scambiarono un bacetto.

Le loro labbra erano rosse e calde, così come le gote e tutto il loro corpo.
«Taehyung ma noi secondo te stiamo insieme?» Azzardò a quel punto il modello.
L'altro rimase un attimo interdetto e tra loro ci furono istanti di silenzio.
«Non lo so... secondo me no, ma possiamo stare insieme da ora se vuoi.»
Sentivano i rispettivi cuori accelerare sempre di più, ma non era colpa dell'alcol.
Il modello gli prese una mano tra le sue e la portò alle labbra per baciarla dolcemente, poi rispose:
«Mi piacerebbe molto.»
Al che Taehyung, con voce trionfante, tirò su l'ultimo bicchiere e disse:
«Al mio nuovo ragazzo.»
«Al mio nuovo ragazzo.» Gli fece eco l'altro.


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