Toc toc toc
Erano circa le 11:30 e Taehyung stava editando da più di tre ore con un ritmo più lento del solito. Non era nemmeno arrivato a metà rifinitura della seconda foto che aveva scelto, quando venne interrotto da un bussare.
«Prego avanti.» Disse.
Aprì la porta Namjoon in persona con il suo solito completo scuro, questa volta non aveva mandato il suo assistente: doveva essere qualcosa di importante.
«Buongiorno Kim, scusa il disturbo.» Lo salutò con aria seria.
Taehyung si alzò e si inchinò prontamente.
«Bungiorno a lei signor Kim, prego si accomodi pure.» Lo invitò, indicando la sedia.
L'uomo si sedette e incrociò le mani sulla scrivania. Il fotografo era stranito dalla situazione, dato che solitamente i ruoli di chi sedeva davanti e dietro la scrivania erano invertiti.
«Voleva dirmi qualcosa?» Domandò con tutta la tranquillità che riuscì a simulare.
«Passavo qua davanti-» Iniziò il signor Kim. «Ho parlato con Jackson stamattina e mi ha detto che ti ha visto provato. Va tutto bene ragazzo?» Chiese.
Taehyung trasalì interiormente: il signor Kim pensava forse di aver affidato il compito a un incompetente? Lo credeva un debole o uno scansafatiche non abituato a lavorare sotto pressione?
«Adesso sì.» Gli rispose. «È che stanotte sono rimasto sveglio a pianificare i dettagli del progetto e stamani ero distrutto.» Spiegò, mentendo un poco, ma solo quanto bastava per tranquillizzare il suo capo sulla propria competenza e professionalità. «Adesso mi sono ripreso piuttosto bene e sono alle battute finali: tra un paio di giorni il materiale dovrebbe essere pronto da presentare alla signorina Park.» Gli sorrise.
«Sai che se hai bisogno di una mano, qui c'è gente che può aiutarti vero?» Domandò serio Namjoon.
«Non devi fare altro che chiedere ragazzo, anche se si tratta di problemi non legati al tuo lavoro.» Continuò.
«Certamente signore, ma credo che il mio unico piccolo problema al momento sia rimanere sveglio e me la sto cavando bene tutto sommato.» Sorrise e il signor Kim gli sorrise di rimando.
«Va bene ragazzo, volevo solo assicurarmi che stessi bene qui dentro, tutto qua.» Si alzò tranquillizzato.
«Grazie signor Kim, lo apprezzo.» Si mise in piedi e si inchinò.
«Allora buon lavoro ragazzo, perdona l'interruzione.» Lo salutò, andando verso la porta.
«Grazie signore, non si preoccupi. Buon lavoro a lei.»Quella visita lo aveva spiazzato, ma non si concesse di rimuginarci sopra troppo tempo e si ributtò a capofitto sul suo PC.
Quando lavorava non controllava quasi mai lo scorrere del tempo, piuttosto divideva le pause in base a quando considerava concluso il suo operato sull'immagine, perciò non capì quanto fosse passato dalla visita del caporedattore al momento in cui Yeonjun fece capolino nel suo ufficio con un bicchiere di caffè shakerato con ghiaccio.«Forse ti stai sbagliando Yeonjun: io non ho ordinato nulla.» Provò a spiegargli gentilmente.
«Il signor Kim mi ha pregato di portarglielo lo stesso signore, mi ha detto che le serviva una mano per restare sveglio.» Rispose l'assistente sorridendo in modo cordiale.
Taehyung doveva aver fatto una buffa smorfia sorpresa a quelle parole, perché Yeonjun ridacchiò di gusto vedendo la sua faccia.
«Gr-grazie mille allora, non me lo aspettavo: non so che dire.» Balbettò il fotografo.
«Penso che il "grazie" sia più che sufficiente signore.» Affermò il ragazzo sorridendo. «Lo riferirò anche al signor Kim, signore.» Continuò.
«Grazie mille anche a te per avermelo portato Yeonjun, non dovevi... non dovevate...» Disse Taehyung ancora a bocca aperta.
«Non c'è di che signore.» Si inchinò. «Ora, con permesso, la lascio a gustarsi il suo caffè. Buon lavoro signore.» Gli augurò prima di allontanarsi.
«Grazie mille, buon lavoro a te ragazzo.»Una volta rimasto solo guardò l'orologio: «Le 13:30? Ecco perché il signor Kim mi ha fatto portare il caffè: non mi ha visto a pranzo e si è preoccupato.» Pensò Taehyung, mentre sorseggiava la deliziosa bevanda fresca con un certo languorino nello stomaco.
Appena il tempo di mangiare uno snack e ripartì subito senza pensare: aveva paura che quel momento di vaga lucidità sarebbe scomparso se si fosse distratto troppo a lungo. Non voleva in nessun modo ripiombare nella crisi del giorno prima e se solo il suo corpo non avesse avuto bisogno di dormire, si sarebbe costretto a lavorare anche di notte pur di concludere il prima possibile quella faccenda.
Non sapeva se in quel momento amava o odiava la situazione che si era creata: stava andando avanti per dovere o per piacere com'era sempre stato? Era giusto continuare solo per mero obbligo? In quel caso dove stava la passione per tutto ciò e soprattutto sarebbe venuto fuori un risultato migliore o peggiore?
Da una parte dentro di sé aveva la sola speranza che non ne uscisse un lavoro qualitativamente simile ai suoi precendenti: lì sarebbe stato un vero problema perché se non si riusciva a trovare differenza tra qualcosa creato con amore e qualcos'altro creato senza, significava aver completamente toppato la propria strada e soprattutto dimostrare che le parole cattive di chi lo aveva criticato per le sue scelte erano vere.Uscì da quell'ufficio più stanco del solito, quando tutti erano già andati a casa dalle loro famiglie e guardando i corridoi deserti si sentì incredibilmente solo con se stesso.
Non gli capitava mai: amava la solitudine.

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Chic
Teen Fiction⚠️ Avviso per correttezza⚠️ questa storia non ha una conclusione e non la avrà. Se vorrete iniziarla ugualmente, vi ringrazio e mi scuso. Taehyung è un fotografo esordiente introverso e perfezionista. Incontrerà il modello Jungkook con il quale ins...