«Kim buongiorno.» Salutò Namjoon dirigendosi verso di lui nel corridoio, accompagnato da un altro uomo.
Taehyung era arrivato leggermente prima quella mattina e si stava dirigendo furtivamente verso il suo antro silenzioso, ma a quanto pareva era stato intercettato dal caporedattore in persona.
Si inchinò con rispetto e lo salutò: «Buongiorno a lei signor Kim.»
«Dove vai a quest'ora ragazzo?» Gli domandò cordialmente.
«Ho del lavoro da sbrigare signore, come lei credo.» Gli spiegò.
«Sandara mi ha detto che questo ultimo lavoro ti sta appassionando molto, eh?» Sorrise genuinamente e i suoi occhi neri si trasformarono per un momento in due graziose mezzelune.
«Sì, infatti avevo in programma di lavorare proprio a quello oggi signore.» Ridacchiò.
«Verrà fuori bene ragazzo, la signorina Park mi ha parlato davvero molto bene di ciò che ha visto e- » abbassò un poco la voce per non farsi sentire dall'altro che stava a distanza e si avvicinò un poco al suo orecchio. «Detto tra noi: non parla mai bene di nessuno qua dentro.» Sorrise sardonico, poi una scintilla di panico attraversò i suoi occhi e portò improvvisamente le mani avanti.
«No no no, non intendevo dire quello che ho detto, cioè-» Si incartò un secondo nel discorso, poi ripartì: «Non volevo dire che parla male di noi, santo cielo! Intendevo che non si esprime mai su nessuno in generale.» Concluse e si grattò la nuca, ma non soddisfatto ricominciò: «Nel senso che non le importa nulla di quello che facciamo, ma in senso positivo, cioè insomma hai capito.» Guardò in aria confuso nelle sue stesse parole, così Taehyung in un moto di compassione decise di dargli una mano.
«Nel senso che la signorina si fa gli affari suoi e non giudica?» Sorrise.
«Sì, quello ragazzo.» Rise forte, mentre l'uomo che stava con lui gli si avvicinò, probabilmente impaziente.
«Comunque ragazzo, ti presento Jackson Wang: il nostro responsabile della sartoria. Tutti i foulard e vestiti accessori alle collezioni principali che hai fotografato sono ideati da lui in persona.»
Taehyung lo guardò bene. Aveva i capelli corti ben sistemati con del gel, era smilzo e indossava un bel completo bordeaux. Gli rivolse un profondo inchino.
«È un piacere conoscerla signore. I suoi pezzi sono davvero unici, i miei complimenti.» Disse.
«Il piacere è mio ragazzo, Namjoon mi ha parlato molto di te, spero che ti troverai bene qui.» Gli sorrise cordialmente. «Ora però il nostro redattore capo ci farà tardare con il suo bisogno di fraternizzare anche con i sassi, quindi perdonaci, ma dobbiamo davvero andare in riunione.» Si inchinò, mentre Namjoon lo guardava storto.
«In questo caso buona riunione a entrambi e buon lavoro.» Taehyung si inchinò nuovamente, mentre il signor Wang cominciava a camminare velocemente seguito da un Namjoon che portava gli occhi al cielo farfugliando qualcosa che somigliava a un: «Sempre così di fretta questo...»Taehyung rise sotto ai baffi prima di avviarsi a sua volta verso il priprio ufficio.
Nel giorno precedente non era riuscito a finire di lavorare a "La tentazione di Eva": gli mancavano una decina di immagini da finire di sistemare attentamente.
Nella maggior parte delle foto si vedevano solo il ragazzo che interpretava il Tentatore e Eva, solo in poche altre immagini compariva anche un ignaro Adamo caucasico.
Eva era prima impaurita di fronte a colui che gli stava offrendo quel fico, poi curiosa, poi elettrizzata dopo averlo assaggiato.
La modella aveva uno sguardo cristallino e gli occhi nerissimi che bene si combinavano alla spilla argentata a forma di rondine fissata sulla spallina del suo gilet. Esattamente come quel pezzo prezioso, le sue pupille rifrangevano la luce con riverberi incantevoli. Più guardava quella scena, più ogni dettaglio gli mozzava il fiato: la posizione delle loro dita magre e affusolate nel sorreggere il frutto, i colori spettacolari dei loro incarnati sani uno scurissimo e l'altro olivastro, il contrasto tra le loro pelli e il colore chiaro dei vestiti e poi gli accessori di metallo lucidi e dettagliati e poi l'illuminazione aranciata e rassicurante del sole primaverile in tramonto e la morbidezza di quella luce calda sui loro corpi.
Si stava davvero ricredendo su quel servizio nel ri-osservarlo a distanza di un paio di giorni: era stato quasi perfetto e adesso lui lo stava migliorando ulteriormente.
Si sentiva felice e pienamente soddisfatto del suo lavoro: certo, si poteva sempre migliorare, ma questa era una di quelle occasioni in cui il suo perfezionismo e la sua pianificazione lo avevano accompagnato a un risultato che combaciava quasi perfettamente con le sue aspettative.Finì di selezionare una decina di ultime immagini da modificare ulteriormente, dopodiché si concesse una pausa pranzo più che meritata.
Salvò tutto in due copie come suo solito, poi si alzò dalla scrivania per fare tappa al bagno e dopo rientrare a mangiare.Nemmeno il tempo di mettere tutti e due i piedi fuori dalla stanza, che sentì una voce chiamarlo: «Kim ci rivediamo finalmente! Sempre chiuso in quell'ufficio: vieni a mangiare con noi?» Era il caporedattore Kim che parlava e insieme a lui c'erano il signor Wang e due donne, che Taehyung aveva incrociato qualche volta nei corridoi.
Si inchinò, mentre Namjoon gli si avvicinava e lo salutò: «Salve signor Kim, come le ho detto stamani mattina sono molto preso da questo progetto.» Gli sorrise gentilmente. «Accetto volentieri il suo invito, ma prima se non le dispiace dovrei passare dalla toilette.» Aggiunse un con poco di imbarazzo.
Il caporedattore fu felicemente sorpreso dalla sua reazione e gli sorrise contento.
«Va bene ragazzo, fai pure quello che devi, ma lavati le mani ché dopo devo presentarti a queste colleghe.» Ridacchiò, mentre tutti lo guardarono con un palpabile imbarazzo in volto.
«C-certamente signore. Sarò di ritorno in un attimo, vogliate scusarmi.» Si inchinò e camminò svelto verso i bagni.
Si chiuse la porta alle spalle e prima di tutto si sciacquò le mani, mentre pensava a cosa gli era saltato in testa di accettare quell'invito.
«Troppo gentile, troppo remissivo. Verrà il giorno in cui mi chiederanno un rene e io non saprò dire di no.» Si diceva mentre faceva pipì.
«Potevo dire di no, certo che sì! Avevo anche la scusa del lavoro da completare.» Rimuginava mentre di nuovo si lavava le mani. «Adesso uscirò di qui e sarò felice qualunque cosa accada, tanto ormai mi sono ficcato in questa situazione e devo affrontarla. Coraggio Tae: è solo un pranzo.»
Tornò da quel drappello di persone, alle quali nel frattempo si era aggiunto anche Yeonjun, che appena lo vide arrivare si inchinò salutandolo cordialmente.
«Lei è la nostra responsabile contabilità e si chiama Kim Hyunah.» Esordì Namjoon indicandogli la donna mora alla sua sinistra. «E lei è la nostra vice caporedattore, Nicha Yontararak.» Disse poi indicando la ragazza sulla destra. «Chiamami pure Minnie, tanto qui il mio vero nome lo conosce solo il commercialista.» Aggiunse ridendo la ragazza dai capelli nerissimi.
Si inchinò ad entrambe e le salutò educatamente come suo solito, dopodiché tutti e cinque si avviarono verso la mensa aziendale al primo piano con buona pace di Taehyung.

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Chic
Teen Fiction⚠️ Avviso per correttezza⚠️ questa storia non ha una conclusione e non la avrà. Se vorrete iniziarla ugualmente, vi ringrazio e mi scuso. Taehyung è un fotografo esordiente introverso e perfezionista. Incontrerà il modello Jungkook con il quale ins...